LE OMELIE DEL CURATO D’ARS (Giovedì Santo)

 

LE OMELIE DEL CURATO D’ARS

GIOVEDI SANTO

Caro mea vere est cibus. (*)

La mia carne è veramente cibo. (S. Giov. VI, 56.)

(*) Il testo originale è nel I volume di: SERMONS du Vénérable Serviteur de Dieu J.-B.-M. VIANNEY CURÉ D’ARS – PARIS
LIBRAIRIE 
VICTOR LECOFFRE, 90 RUE BONAPARTE. ——- LYON LIBRAIRIE
CHRÉTIENNE
(Ancienne Maison BAUCHU) ED. RUBAN, PLACE BELLECOUR, 6

APPROBATION.

Archevêche De LYON  –  Lyon, 20 août
1882.

† L. M. Card. CAVEROT, Archevêque de Lyon.

L’opera è pubblicata in rete da: Bibliothèque Sain Libère – htpp: www. liberius.net –

© Bibliothèque Saint Libèr 2011 (Toute reproduction à but non lucrative est autorisée- si autorizza ogni riproduzione senza fini di
lucro).

La traduzione italiana è redazionale, ma confrontata con la versione italiana di Giuseppe D’Isengard F. d. M. in “I SERMONI DEL B° GIOVANNI B. M. VIANNEY, Curato d’Ars”. Libreria del Sacro Cuore – Rimpetto ai Ss. Martiri -, Torino, 1907 (Tip. Salesiana, via Cottolengo, 32).

Nihil obstat,

Torino, 5 aprile 1908 Teol. Coll.
Giacomo Sacchieri, prete della Missione, Revisore delegato.

Imprimatur

Torino, 8 Aprile 1908, Can. Ezio
Gastaldi-Santi Provic. Gen.

[N.B.: Si diffidano i fedeli “veri” Cattolici dal consultare altre versioni di a-cattolici modernisti, in particolare gli scismatici eretici
aderenti alla setta del Novus ordo, in comunione con gli antipapi usurpanti
attuali, non dotate né di Nihil obstat né dell’Imprimatur canonico
imposto dalla Costituzione Apostolica “Officiorum ac Munerum
di S. S. Leone XIII, e dall’Enciclica “Pascendi” di
S. S. San Pio X, passibili quindi di SCOMUNICA “ipso facto”
latæ sententiæ riservata in modo speciale alla Sede Apostolica. … intelligenti
pauca!]

Possiamo noi, fratelli miei, indubbiamente in tutta la nostra Religione, trovare un momento, una circostanza più felice, di quella dell’istante in cui Gesù-Cristo istituì il Sacramento adorabile degli altari? No, fratelli miei, no! Perché questa circostanza ci richiama l’amore immenso di un DIO per le sue creature. È vero che in tutto ciò che DIO  ha fatto, le sue perfezioni si manifestano all’infinito. Creando il mondo Egli fa brillare la grandezza della sua potenza. Governando questo vasto universo, ci dà prova di una saggezza incomprensibile, ed anche noi possiamo dire con il salmo tredicesimo: « Si, DIO  mio Voi siete infinitamente grande nelle piccole cose, e nella creazione dell’insetto più vile. » Ma nell’istituzione di questo grande Sacramento d’amore, non v’è solo la sua potenza e la sapienza, ma l’amore immenso del suo cuore per noi. Sapendo molto bene che era prossimo il
suo tempo per tornare al Padre, non potette risolversi di lasciarci soli sulla terra, di fronte a tanti nemici, che cercavano tutti la nostra perdita. Sì, prima che Gesù-Cristo istituisse questo Sacramento d’amore, Egli sapeva bene a quanti disprezzi e profanazioni andasse ad esporsi; ma tutto questo non fu capace di fermarlo; Egli vuole che noi abbiamo la felicità di trovarlo tutte le volte che vorremmo ricercarlo, e con questo grande Sacramento si impegna a restare in mezzo a noi, giorno e notte; ed in Lui troviamo un DIO Salvatore che ogni giorno si offrirà per noi alla giustizia del Padre suo. O nazione felice! Chi lo ha mai compreso? Per ispirarci un rispetto ed un grande amore verso Gesù-Cristo, nel Sacramento adorabile dell’Eucaristia, vi mostrerò quanto Gesù-Cristo ci abbia amato nell’istituzione dell’Eucaristia. Qual felicità, fratelli miei, per una creatura ricevere il suo DIO!, nutrirsene, impinguarsene! O amore infinito, immenso ed incomprensibile! …, Può un Cristiano pensarvi e non morire d’amore e tremore alla vista della sua indegnità! …

I. È vero che in tutti Sacramenti che Gesù-Cristo ha istituito, Egli ci mostra una infinita misericordia. Nel Sacramento del Battesimo ci strappa dalle mani di lucifero e ci rende figli di DIO sua Padre; ci apre il Cielo che ci era chiuso; ci rende partecipi di tutti i tesori della Chiesa e, se restiamo fedeli ai nostri impegni, ci viene assicurata un eterna felicità; nel Sacramento della Penitenza, ci mostra e ci fa partecipe della sua misericordia fino all’estremo; poiché ci strappa dall’inferno, ove i nostri peccati di malizia  ci avevano trascinato, e di nuovo ci applica i meriti infiniti della sua morte e della sua Passione; nel Sacramento della Confermazione, ci dà uno spirito di luce per condurci nel cammino della virtù, che ci fa conoscere il bene ciò che dobbiamo fare, ed il male che dobbiamo evitare; per di più, ci dà uno spirito di forza per superare tutto ciò che possa
impedirci di giungere alla nostra salvezza. Nel Sacramento dell’estrema Unzione vediamo con gli occhi della fede che Gesù ci copre con i meriti della sua morte e passione. In quello dell’Ordine, Gesù-Cristo dà tutti i suoi poteri ai suoi Sacerdoti; essi li fanno poi scendere in quello del Matrimonio, e vediamo che Gesù-Cristo santifica tutte le nostre azioni, anche quelle in cui sembra che seguiamo le inclinazioni corrotte della natura. Ecco, voi mi direte, delle misericordie degne di un DIO che è infinito in tutto. Ma nel Sacramento adorabile dell’Eucaristia, Egli va oltre: tutto questo non sembra essere che un primo assaggio del suo amore per gli uomini; Egli vuole, per la felicità delle sue creature, che il suo Corpo e la sua Anima e la sua Divinità si trovino in tutti gli angoli del mondo, affinché, tutte le volte che si vorrà, lo si possa trovare, e con Lui noi troviamo ogni sorta di felicità. Se siamo nelle pene e nel dolore, Egli ci consolerà e ci allevierà. Siamo malati? Egli ci guarirà, ci darà forze onde soffrire in maniera da meritare il cielo. Se il demonio, il mondo e le nostre inclinazioni ci fanno guerra, Egli ci darà armi per combattere, per resistere e riportare vittoria. Se noi siamo poveri, Egli ci arricchirà con ogni tipo di ricchezze per il tempo e per l’eternità. Queste sono tante grazie, voi pensate. Oh, no! Fratelli miei, il suo amore ancor non è soddisfatto, Egli ne ha da farci delle altre, che il suo immenso amore, ha trovato nel suo cuore infiammato per il mondo, questo mondo ingrato che sembra essere colmo di tanti beni per oltraggiare il suo Benefattore. Ma no, fratelli miei, lasciamo l’ingratitudine degli uomini per un momento, apriamo la porta del suo Cuore sacro ed adorabile, rinchiudiamoci per un istante nelle sua fiammo d’amore, e vedremo quel che possa un DIO che ci ama. O DIO mio! chi potrà comprenderlo e non morire d’amore e di dolore vedendo da una parte tanta carità e dall’altra tanto disprezzo ed ingratitudine! Leggiamo nel Vangelo che Gesù-Cristo, conoscendo molto bene che il momento in cui i Giudei dovevano farlo morire era giunto, dice ai suoi Apostoli che Egli desiderava fortemente celebrare la Pasqua con essi. Essendo giunto questo momento tanto felice per noi, Egli si mette a tavola, volendo lasciarci un pegno del suo amore. Si alza dalla tavola, lascia i suoi abiti, si cinge di un lino; dopo aver messo acqua in un vaso, comincia a lavare i piedi dei suoi Apostoli ed anche di Giuda, ben sapendo che egli stava per tradirlo. Egli voleva con questo dimostrarci la purezza che dobbiamo imparare da Lui [per mostrarci due cose: la purezza e l’umiltà (Nota del venerabile)]. Messosi di nuovo a tavola, prende del pane tra le sue mani sante e venerabili, alzando gli occhi al cielo per rendere grazie a suo Padre, al fine di farci comprendere che questo grande dono ci veniva dal cielo; lo benedice e lo distribuisce ai suoi Apostoli dicendo loro: « Mangiatene tutti, questo è veramente il mio Corpo che sarà offerto per voi. » Avendo poi preso il calice, ove aveva mescolato vino on acqua, lo benedice ugualmente, lo presentò loro dicendo: « Bevetene tutti, questo è il mio sangue che sarà sparso per la remissione dei peccati, e tutte le volte che voi pronuncerete le stesse parole, farete le stesso miracolo; cioè voi cambierete il pane nel mio Corpo ed il vino nel mio Sangue. » Quale amore!? – … per noi, fratelli miei, quello di un DIO nell’istituzione del Sacramento adorabile dell’Eucaristia! Ora ditemi, fratelli miei, da quale sentimento di rispetto non saremmo noi stati penetrati se fossimo stati sulla terra e avessimo visto con i nostri occhi Gesù-Cristo quando istituì questo grande Sacramento d’amore. Tuttavia, fratelli miei, questo grande miracolo si ripete ogni volta che il Sacerdote celebri la santa Messa, in cui il divin Salvatore si rende presente sugli altari. Ah! se avessimo questa fede vive, da qual rispetto noi non dovremmo essere penetrati? Con qual rispetto e tremore non compariremmo davanti a questo grande Sacrificio, nel quale Dio ci mostra la grandezza del suo amore e della sua potenza! È vero che voi lo credete; ma vi comportate come se non lo credeste! Se bisogna farvi ben comprendere la grandezza di questo mistero, ascoltatemi, e vedrete quanto grande dovrebbe essere il rispetto che dobbiamo portarne. Leggiamo nella storia di un Prete che, nel dire la santa Messa in una chiesa della città di Bolsena, e dubitando, dopo aver pronunciate le parole della consacrazione, della realtà del Corpo e del Sangue di Gesù-Cristo nell’Ostia santa: cioè se le parole della Consacrazione avessero veramente mutato il pane in Corpo di Cristo, ed il vino nel suo Sangue, nel medesimo istante, la santa Ostia fu interamente coperta di sangue. Gesù-Cristo sembra che abbia voluto rimproverare al suo ministro la sua infedeltà, riportalo al ravvedimento, fargli ricevere la fede che stava perdendo con il suo dubbio; e nello stesso tempo, mostrarci con questo grande miracolo, quanto dobbiamo essere convinti della sua santa presenza nella santa Eucaristia. Questa Ostia santa versò sangue con tale abbondanza, che il corporale, il telo e lo stesso
altare, ne furono interamente coperti. Il Papa, al quale si fece partecipe di tale miracolo, ordinò che gli si portasse questo corporale tutto sanguinante; esso fu portato nella città di Orvieto, ove fu ricevuto in pompa straordinaria
e depositato nella chiesa. Avendo in seguito fatto costruire una magnifica chiesa onde ricevere questo prezioso deposito … tutti gli anni si porta in processione questa preziosa reliquia, il giorno della Festa-Dio. Vedete, fratelli miei, quanto questo debba raffermare la fede di coloro che hanno un qualsiasi dubbio. Ma, DIO mio, come poter dubitare, dopo le parole di Gesù-Cristo stesso che ha detto ai suoi Apostoli, e nella loro persona a tutti i Sacerdoti: « Tutte le volte che pronuncerete queste stesse parole, farete lo stesso miracolo, cioè voi farete come me: voi cambierete il pane nel mio Corpo, ed il vino nel mio Sangue. » Quale amore! Fratelli miei, quale carità, quella di Gesù-Cristo di scegliere la veglia del giorno in cui lo si doveva far morire, per istituire un Sacramento per mezzo del quale restava in mezzo a noi per essere nostro Padre, nostro Consolatore e tutta la nostra felicità! Più felici ancora di coloro che vivevano la loro vita mortale in cui bisognava fare tante leghe per avere la felicità di vederlo; oggi, noi invece lo troviamo in tutti i luoghi del mondo, e questo beneficio ci è promesso fino alla fine del mondo. O amore immenso di un Dio per le sua creature! No, fratelli miei, niente può
arrestarlo, quando si tratta di mostrare la grandezza del suo amore. In questo momento per noi felice, tutta Gerusalemme è a fuoco, tutta la popolazione in rivolta, tutti cospirano per la sua perdita; tutti vogliono spargere questo sangue adorabile; ed è precisamente in questo momento che si prepara loro il pegno più ineffabile del suo amore. Gli uomini tramano i più neri complotti contro di Lui, mentre Egli non è occupato che a dar loro ciò che ha di più prezioso, che è Egli stesso. Non si pensa che ad erigergli una croce infame per farlo morire, ed Egli non pensa che ad erigere un altare per immolarsi Egli stesso ogni giorno per noi. Ci si prepara a versare il suo Sangue, Gesù-Cristo vuole che questo stesso Sangue sia per noi una bevanda di immortalità per la consolazione e la felicità delle nostre anime. Sì, fratelli miei noi possiamo dire che Gesù-Cristo ci ami fino ad esaurire le ricchezze del suo amore, sacrificando in tutto, ciò che la sua sapienza e la sua potenza abbiano potuto ispirargli. – O amore tenero e generoso di un DIO per delle vili creature come noi, che ne siamo indegni! Ah! Fratelli miei, quale rispetto non dovremo noi avere per questo gran Sacramento in cui un DIO si fa uomo rendendosi presente ogni giorno sui nostri altari! Benché noi vediamo che Gesù-Cristo sia la bontà stessa, Egli non lascia talvolta il punire rigorosamente il disprezzo che si fa per la sua santa presenza, come vediamo a più riprese nella storia. (Ahimè! Quanti che non hanno la fede dei demoni che tremano alla sua presenza. Ahimè, noi non abbiamo che una fede languida e quasi morta – nota del Venerabile). Si racconta che un Sacerdote di Friburgo, nel portare il buon DIO ad un malato, si trovò a passare in una piazza dove c’era tanta gente che danzava. Il suonatore, benché senza Religione, si fermò dicendo: « Io sento la campanella, si porta il buon DIO ad un malato, mettiamoci in ginocchio. » Ma in questa compagnia, si trovava una donna empia ispirata dal furore dell’inferno: « Continuiamo, sono delle campanelle appese al collo delle bestie di mio padre; quando esse passano, non ci si ferma, né ci si mette in ginocchio. » Tutta la compagnia applaudì a questa empietà e tutti continuarono a danzare. Nello stesso momento arrivò un temporale così violento, che tutte le persone che danzavano furono scaraventate via e non si è mai potuto sapere ciò che siano diventate. Ahimè! Fratelli miei, tutti questi miserabili pagarono caramente il disprezzo che ebbero per la presenza di Gesù-Cristo: questo ci fa comprendere quanto dobbiamo noi rispettare la presenza santa di Gesù-Cristo, sia nel suo tempio, sia quando vediamo che lo si porta ai poveri malati.

II. Noi diciamo che Gesù-Cristo, per operare questo grande miracolo, scelse del pane che è il nutrimento di tutti, dei ricchi e dei poveri, di colui che è forte e di colui che è languente, per mostrarci come questo celeste nutrimento sia per tutti i Cristiani che vogliono conservare la vita della grazia e la forza per combattere il demonio. Noi vediamo che quando Gesù-Cristo operò questo gran miracolo, levò gli occhi al cielo per rendere grazie a suo Padre, per farci vedere quanto questo momento felice per noi sia desiderato da Lui, ed infine per provarci la grandezza del suo amore. Sì, figli miei, dice loro questo divin Salvatore, il mio Sangue è impaziente di essere versato per voi; il mio Corpo brucia dal desiderio di essere distrutto per guarire le vostre piaghe; ben lungi dall’essere affranto dall’idea della tristezza amara che mi ha causato dapprima il pensiero delle mie sofferenze e della mia morte, al contrario, per me è il colmo del mio piacere. Ciò che causa questo, è che voi troverete nelle mie sofferenze e nella mia morte un rimedio a tutti i vostri mali. Oh! Quale amore, fratelli miei,
quello di un DIO per le sue creature! San Paolo ci dice che il mistero dell’incarnazione, ha nascosto la sua divinità; ma che in quello del Sacramento dell’eucaristia, è andate persino a nascondere la sua umanità. Ahimè! Fratelli miei, non c’è che la fede che possa agire in un mistero così incomprensibile. Sì, fratelli miei, in qualunque luogo noi ci troviamo, volgiamo con piacere i nostri pensieri, i nostri desideri, dal lato ove riposa questo Corpo Adorabile, per unirci agli Angeli che lo adorano con tanto rispetto. Guardiamoci dal fare come gli empi che non hanno rispetto in questi templi che sono così santi, così rispettabili e sacri per la presenza di un DIO fatto uomo, che giorno e notte, abita in mezzo a noi! … Spesso noi vediamo che il Padre eterno punisce rigorosamente coloro che disprezzano il suo divin Figlio. Leggiamo nella storia che un tale si era trovato in una casa ove si portava il buon DIO ad un malato, e coloro che erano vicino al malato, gli dissero di mettersi in ginocchio, ma egli non volle; con un’orribile blasfemia: « Io – dice – mettermi in ginocchio… , io rispetto di più un ragno che è il più vile tra gli animali, che il vostro Gesù-Cristo che volete che io adori. »
Ahimè!  Fratelli miei, di cosa è capace colui che ha perso la fede! Ma il buon DIO non lascia impunito questo orribile peccato, e nel momento stesso un grosso ragno tutto nero si staccò da un rivestimento in legno e venne a cadere sulla bocca del blasfemo pungendogli le labbra. Subito si gonfiò, e morì all’istante. Vedete, fratelli miei, quanto siamo colpevoli quando non abbiamo questo grande rispetto per la presenza di Gesù-Cristo! No, fratelli miei, non stanchiamoci di contemplare questo mistero d’amore in cui un DIO, uguale a suo Padre, nutre i suoi figli non con un nutrimento ordinario, né con quella manna con cui il popolo giudeo era nutrito nel deserto; ma del suo Corpo adorabile e del suo Sangue prezioso. Chi potrebbe mai immaginarlo se non era Egli stesso a dircelo e farlo nello stesso tempo.  Oh! Fratelli miei, tutte queste meraviglie, sono degne della nostra ammirazione e del nostro amore! Un DIO, dopo essersi caricato delle nostre debolezze, ci fa parte di questi beni! O nazioni dei Cristiani, quanto siete felici nell’avere un DIO così buono e così ricco! Noi leggiamo in San Giovanni che egli vide un Angelo al quale il Padre eterno affidava il calice del suo furore per versarlo su tutte le nazioni; ma qui vediamo il contrario. Il Padre eterno rimette nelle mani di suo Figlio il calice della misericordia per essere sparso su tutte le nazioni della terra. – Parlandoci del suo Sangue adorabile, ci dice, come ai suoi Apostoli: « Bevetene tutti e vi troverete la remissione dei vostri peccati e la vita eterna. » O sublime felicità! … O felice sorgente! Chi proverà fino alla fine dei secoli come questa credenza debba fare tutta la nostra felicità. Gesù-Cristo non ha cessato di far dei miracoli per portarci ad una fede viva nella sua Presenza reale. – Noi vediamo nella storia, che c’era una donna cristiana, ma molto povera. Avendo avuto in prestito da un giudeo una piccola somma di denaro, ella gli diede in pegno i suoi migliori abiti. La festa di Pasqua era vicina, ella
pregò il giudeo di restituirle per un giorno la sua veste che gli aveva dato. Il giudeo le disse che non solo egli voleva restituirle i suoi effetti, ma pure il suo denaro, a condizione solamente … che ella gli portasse la santa Ostia quando l’avesse ricevuta dal Sacerdote. Il desiderio di questa miserabile di riavere i suoi effetti, e di non essere obbligata a restituire il denaro prestato, la portò ad un’azione orribile. All’indomani ella si recò nella chiesa della sua parrocchia. Dopo aver ricevuto l’Ostia santa sulla lingua, osò prenderla e metterla in un fazzoletto. Ella la portò a questo miserabile giudeo che ne aveva fatto richiesta per esercitare il suo furore contro Gesù-Cristo. Questo uomo abominevole trattò Gesù-Cristo con un furore spaventoso; e noi vediamo che Gesù-Cristo medesimo mostrò quanto questi oltraggi che gli si facevano, gli erano sensibili: il giudeo cominciò col mettere l’Ostia santa su un tavolo, gli diede dei colpi di temperino finché non fu contento; ma questo malvagio vide subito uscire dall’Ostia santa abbondante sangue, cosa che faceva rabbrividire suo figlio. Di poi, avendola con disprezzo tolta dal tavolo, la sospese con un chiodo contro il muro e le diede dei colpi di frusta finché volle. La trapassò con una lancia, e ne uscì nuovamente sangue. Dopo tutte queste atrocità, la gettò in una caldaia di acqua bollente: subito l’acqua sembrò mutarsi in sangue. L’Ostia apparve allora sotto la forma di Gesù-Cristo in croce: questo lo spaventò talmente che corse a nascondersi in un angolo della sua casa. Durante questo tempo il figli di questo giudeo che vedevano andare i Cristiani in chiesa, dicevano loro: « Ma dove andate, perché mio padre ha ucciso il vostro DIO; Egli è morto, non lo troverete più. » Una donna che ascoltava ciò che dicevano questi bambini, entrò nella loro casa. E, in effetti ella vide ancora l’Ostia santa sotto forma di Gesù-Cristo crocifisso; ma ben presto riprese la sua forma ordinaria. Questa donna, avendo preso un vaso che presentò, l’Ostia santa vi si andò a posare dentro. Questa donna così felice, molto contenta, la portò successivamente nella chiesa di San Giovanni in Grève, dove fu posta in luogo conveniente per essere adorata. A questo malvagio, gli si offrì il perdono se volesse convertirsi facendosi Cristiano; ma egli era così ostinato, che preferì bruciare vivo, piuttosto che farsi Cristiano. Tuttavia sua moglie, i suoi figli, ed una quantità di Giudei, si fecero battezzare. In seguito a questo miracolo che Gesù-Cristo aveva operato, e per non perdere mai il ricordo di queste meraviglie, si trasformò la casa in una chiesa ove si stabilì una comunità, affinché vi fossero persone che
continuamente facessero ammenda onorevole a Gesù-Cristo per gli oltraggi che questo maledetto giudeo aveva fatto. Noi non possiamo ascoltare questo, fratelli mie, senza fremere! Ebbene! Fratelli miei, ecco a cosa si espone
Gesù-Cristo per nostro amore, ed a cosa sarà esposto fino alla fine del mondo. Che amore! fratelli miei, di un DIO  per noi! A quali eccessi non lo porta verso le sue creature! – Noi diciamo che Gesù-Cristo tenendo il calice stretto tra le sue mani, dice loro: “ancora un
po’ di tempo e questo Sangue prezioso sta per essere sparso in maniera cruenta e visibile, ed è per voi che sta per essere sparso, l’ardore che Io ho di versarlo nei vostri cuori, mi ha fatto utilizzare questo mezzo. È vero che la gelosia dei miei nemici è certo una causa della mia morte, ma essa non è una delle principali; le accuse che essi hanno inventato contro di me per perdermi, la perfidia del discepolo che sta per tradirmi, la lassezza del giudice che sta
per condannarmi, e la crudeltà dei carnefici che stanno per uccidermi, sono altrettanti strumenti di cui il mio amore infinito si serve per provarvi quanto vi ami. Sì, fratelli miei, è per la remissione dei nostri peccati! Vedete, fratelli miei, quanto Gesù Cristo ci ami, poiché Egli si sacrifica per noi alla giustizia del Padre con tanta alacrità; in più Egli vuole che questo Sacrificio si rinnovi tutti i giorni in tutti i luoghi del mondo. Qual felicità per noi, fratelli miei, sapere che i nostri peccati, anche prima di averli commessi, sono stati espiati nel momento del grande Sacrificio della Croce! Veniamo spesso, fratelli miei ai piedi dei nostri tabernacoli, per consolarci nelle nostre pene, per fortificarci nelle nostre debolezze. Abbiamo la grande
sventura di aver peccato? Il Sangue adorabile chiederà grazia per noi. Ah! fratelli miei, quanto più viva della nostra era la fede dei primi Cristiani! Nei primi tempi, una quantità di Cristiani attraversavano i mari per andare a visitare i luoghi santi ove si era operato il mistero della nostra Redenzione. Quando si mostrava loro il cenacolo in cui Gesù-Cristo aveva istituito questo divin Sacramento che è stato consacrato a nutrire le nostre anime, quando si faceva loro vedere dove aveva irrorato la terra con le sue lacrime ed il suo Sangue durante la sua preghiera e la sua agonia, essi non potevano lasciar questi luoghi santi senza versare lacrime in abbondanza. Ma quando li si conduceva al Calvario, ove aveva Egli sopportato tanti tormenti per noi, essi sembravano non poter vivere più; essi erano inconsolabili, perché questi luoghi richiamavano il tempo, le azioni ed i misteri che si sono operati per noi; essi
sentivano in essi la fede riaccendersi, il loro cuore bruciare di un fuoco nuovo. O luoghi beati! Esclamavano, in cui si sono operati tanti prodigi per salvarci. Ma, fratelli miei, senza andare tanto lontano, e senza darci la pena di attraversare i mari, di esporci a pericoli; non abbiamo noi qui, Gesù-Cristo in mezzo a noi non solamente come DIO, ma in Corpo ed Anima? Le nostre chiese non sono degne per noi di rispetto così come i luoghi sacri ove questi pellegrini andavano? Oh! Fratelli miei, la nostra felicità è troppo grande; no, no noi non lo comprenderemo mai. O Nazione beata quella dei Cristiani! Veder rinnovarsi ogni giorno tutti i prodigi che l’onnipotenza di DIO operò un tempo sul Calvario per salvare gli uomini. Perché dunque, fratelli miei, non vediamo questo amore, questa medesima riconoscenza, questo stesso rispetto, dal momento che ogni giorno si fanno sotto i nostri occhi gli stessi miracoli? Ahimè! Tanto noi abbiamo abusato delle grazie che il buon DIO, per punizione delle nostre ingratitudini, ci ha tolto in parte la nostra fede; appena noi la sentiamo, e comprendiamo di essere alla presenza di DIO. Mio DIO, quale disgrazia per colui che ha perso la fede! Ahimè! Fratelli miei, da quando abbiamo perso la fede,
noi non abbiamo più che disprezzo per questo augusto Sacramento, e quanti si lasciano trascinare fino all’empietà, rimproverando coloro che sono così beati di attingervi le grazie e le forze necessarie per salvarsi. Temiamo, fratelli miei, ché il buon DIO non ci punisca del poco rispetto che abbiamo per la sua adorabile presenza; eccone un esempio dei più terribili. Il Cardinal Baronio riporta nei suoi Annali che vi era nella città di Lusignan, vicino a Poitiers, una persona che nutriva un gran disprezzo per la Persona di Gesù-Cristo; egli rampognava e disprezzava coloro che frequentavano i
Sacramenti; metteva in ridicolo la loro devozione. Tuttavia il buon DIO, che ama meglio la conversione del peccatore che sua perdita, gli diede diverse volte dei rimorsi di coscienza, per cui vedeva bene di far male, visto che coloro a cui faceva rimproveri erano più felice di ella; ma quando si ripresentava l’occasione ella ricominciava, e con tal mezzo, poco a poco, finì
per soffocare questi rimorsi che il buon DIO gli dava. Ma per meglio nascondersi, provò a entrare in amicizia con un santo religioso, superiore del monastero di Bonneval che si trovava poco vicino. Ella vi andava spesso, facendosene anche gloria, benché empio, e voleva credersi buono quando era con questi buoni religiosi. Il superiore che percepiva quasi ciò che aveva nell’anima, gli dice più volte: « Mio amico caro, voi non avete rispetto per la presenza di Gesù-Cristo nel Sacramento adorabile dei nostri altari; ma io credo che se volete convertirvi, vi converrà lasciare il mondo e ritirarvi in un monastero a farvi penitenza. Voi stesso sapete quante volte avete profanato i Sacramenti, siete coperto di sacrilegi; se doveste morire, sarete gettato nell’inferno per tutta l’eternità. Credetemi, pensate a riparare le vostre profanazioni; come potete vivere in tale miserevole stato? » Questo povero uomo
sembrava ascoltarlo ed anche profittare dei suoi consigli, perché sentiva bene egli stesso che la sua coscienza era carica di sacrilegi; ma egli non voleva fare qualche piccolo sacrificio che doveva, di modo che con tutti i suoi pensieri, restava sempre lo stesso; egli cadde malato. L’abate si premurò di andare a visitarlo, sapendo quanto la sua anima fosse in cattivo stato. Questo povero uomo vedendo questo buon padre, che era un santo e che veniva a visitarlo, si mise a piangere di gioia e, forse nella speranza che andasse a pregare per lui, per aiutarlo a far uscire la sua anima dalla palude dei suoi sacrilegi, pregò l’abate di restare un po’ di tempo con lui. Essendo giunta la notte, tutti si ritirarono tranne l’abate che restò con il malato. Questo povero sventurato si mise a gridare orribilmente: « Ah! padre mio, soccorretemi! Ah! padre mio, venite, venite in mio soccorso! » Ma ahimè! Non c’era più tempo, il buon DIO  lo aveva abbandonato per punizione dei suoi sacrilegi e delle sue empietà. « Ah! padre mio!, ecco due spaventosi leoni che vogliono portarmi via. Ah! padre mio, soccorretemi! » L’abate,  tutto spaventato, si gettò in ginocchio per domandare grazia per lui;
ma era troppo tardi, la giustizia di DIO lo aveva consegnato alla potenza dei demoni. Il malato cambiò voce tutto ad un tratto ed assunse un tono  pacato; si mise a parlare come una persona affatto malata e che possiede tutto il suo spirito: « Padre mio – dice – questi leoni che erano poco fa intorno a me si sono ritirati; » ma nel mentre parlavano tra essi familiarmente, il malato perse la parola e sembrò essere morto. Tuttavia benché il religioso credesse che fosse morto, volle vedere la fine dolorosa di tutto questo; così egli passa il resto della notte accanto al malato. Questo povero sventurato, dopo alcuni momenti rientraòin se stesso, riprese la parola come prima, e disse al superiore: « Padre mio, io sto per comparire davanti al tribunale di Gesù-Cristo, e le mie empietà ed i miei sacrilegi sono la causa per la quale sono condannato a bruciare nell’inferno. » Il superiore, tutto spaventato, si mise a pregare, al fine di chiedere se vi
fessero ancora possibilità per la salvezza di questo disgraziato; il morente, vedendolo pregare  dice: « Padre mio, lasciate la vostra preghiera, il buon DIO non vi esaudirà mai a mio riguardo, i demoni sono al mio fianco; essi non aspettano che il momento della mia morte, che non tarderà. per sprofondarmi negli inferi e bruciare in eterno. » Tutto ad un tratto preso da spavento: « Ah! Padre, il demonio mi trascina; addio padre mio, io ho disprezzato i vostri consigli e sono dannato. » E dicendo questo, egli vomitò la sua anima maledetta all’inferno. Il superiore si ritirò versando delle lacrime sulla sorte di questo disgraziato che dal suo letto era caduto nell’inferno. Ahimè! Fratelli miei, quanto grande è il numero dei profanatori dei Cristiani che hanno perso la fede con i sacrilegi! Ahimè! Fratelli miei, se vediamo tanti Cristiani che non frequentano più i Sacramenti o che non li frequentano raramente, non cerchiamo altra ragione che i sacrilegi. Ahimè! Quanti altri sono lacerati dai rimorsi di coscienza, che si sentono colpevoli di sacrilegi e che, in uno stato che fa inorridire il cielo e la terra, attendono la morte. Ah! Fratelli miei, non andate oltre, non arrivate allo stesso misero stato di questo riprovato del quale abbiamo parlato. Come potete sapere se prima della morte non sarete abbandonati da DIO come costui, e gettati nel fuoco? O DIO mio, come poter vivere in uno stato così spaventoso? Ah! Fratelli miei, c’è ancora tempo, torniamo allora a gettarci ai piedi di Gesù-Cristo che riposa nel Sacramento adorabile dell’Eucaristia. Egli nuovamente offrirà il merito della sua morte e passione per noi a suo Padre, e noi saremo sicuri di ottenere misericordia. – Sì, fratelli miei, noi siamo sicuri che, se abbiamo grande rispetto per la presenza di Gesù-Cristo nel Sacramento adorabile dei nostri altari, otterremo tutto ciò che vorremo. Poiché, fratelli miei, queste processioni son tutte consacrate per adorare Gesù-Cristo nel Sacramento adorabile dell’Eucaristia, per ricompensarlo degli oltraggi che ha ricevuto, seguiamolo nelle nostre processioni, camminiamo al suo seguito con il rispetto e la devozione con cui lo seguivano i primi Cristiani nelle sue predicazioni, in cui Egli non passava mai in un luogo senza spandere ogni tipo di benedizioni (vedete il profeta nel deserto, Zaccheo, la beata madre di San Pietro, la Maddalena, la donna malata emorroissa, Lazzaro resuscitato – Nota
del Venrabile). Sì, fratelli miei, noi vediamo nella storia con tanti esempi come il buon DIO punisca i profanatori della presenza adorabile del suo Corpo e del suo Sangue. Si narra che, essendo entrato un ladro di notte in una chiesa, prese tutti i vasi sacri ove erano rinchiuse le sante Ostie; egli le portò fino ad un luogo, cioè, una piazza che era nei pressi di Saint-Denis. Qui giunto, volle vedere i vasi per sapere se ancora vi erano delle ostie. Egli ne trovò ancora una che, una volta aperto il vaso, saltò in aria e volteggiava sopra di lui; fu questo prodigio che fece scoprire il ladro dalle persone che lo arrestarono. L’Abate di Sain-Denis ne fu avvertito, e ne diede avviso al Vescovo di Parigi; l’Ostia santa rimase miracolosamente sospesa in aria. Essendo venuto il Vescovo con tutti i suoi Sacerdoti ed una quantità di altre persone in processione, l’Osia santa si andò a posare nel ciborio del Sacerdote che l’aveva consacrata. La si portò indi in una chiesa ove si celebrò una gran Messa, un giorno di ciascuna settimana, in memoria di questo miracolo. Ora ditemi, fratelli miei, non ci deve questo ispirare un grande rispetto per la presenza di Gesù-Cristo, sia che siamo nelle nostre chiese, sia che lo seguiamo nelle nostre processioni? Veniamo a Lui con grande fiducia; Egli è buono, è misericordioso, Egli ci ama, e pertanto siamo certi di ricevere tutto quel che gli chiediamo; ma abbiamo l’umiltà, la purezza, l’amore di DIO, il disprezzo della vita; … guardiamoci bene dal non lasciarci andare nelle distrazioni. Amiamo il buon DIO, fratelli miei, con tutto il nostro cuore e così avremo il nostro Paradiso già in questo mondo …   

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.