CONOSCERE LO SPIRITO SANTO (31)

C

Mons. J. J. GAUME

IL TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO

[vers. Ital. A. Carraresi, vol. I, Tip. Ed. Ciardi, Firenze, 1887; impr.]

CAPITOLO XXX.

Storia contemporanea delle due Città.

satana, cacciato da Roma, sempre ha voluto rientrarvi — Suoi incessanti sforzi per formarsi un’altra città — Corrompe i cittadini della Città del bene: eresie, scandali, assalti della barbarie mussulmana. — L’Europa non se ne lascia scuotere — satana la seduce come sedusse già la prima donna; si trasforma in Dio del bello.— Il Risorgimento — Cinque fenomeni che gli tennero dietro: riprovazione del Medio Evo — Acclamazione dell’antichità pagana — Radical cambiamento nella vita dell’Europa — Lo Spirito Santo lasciato in oblio — Cambiamento delle quattro basi della Città del bene — Ristabilimento del regno di satana. — Suoi grandi contrassegni antichi e nuovi: il Razionalismo, il Sensualismo, il Cesarismo, l’odio del Cristianesimo — Attual movimento di unificazione e dissoluzione.

Cacciato di Roma, il re della Città del male non perdé mai la speranza di rientrarvi; ond’è che, dopo la toccata disfatta, sempre fu visto girare intorno ai ripari dell’eterna Città, affin di sorprenderla e ritornarla sua capitale, Egli sa che il suo nemico è là; il Verbo-Dio, il Verbo-Re, il Verbo incarnato nella persona del suo Vicario. Finché non ne l’avrà spodestato, il suo trionfo è imperfetto; ma come riuscirvi? Roma è per ampio tratto circondata dall’amore, dalla venerazione, dalla possanza della grande Città del bene; triplice baluardo che rende impossibile il semplice appressarmi. Non potendo fare suoi sperimenti nel centro, satana li fa alle frontiere. Fu solamente dopo lunghi secoli di lontane pugne ch’egli giunse una prima volta, a far di Roma la capitale della sua immensa città: sovvenutosene in buon punto, ei torna, spinto dal suo instancabile odio, alle lotte che già aveva provate così felici. Infatti ei si sforza d’intaccare la Città del bene, corrompere una parte dei cittadini e tirarli alla sua bandiera mediante le eresie, e scismi, e scandali, e i formidabili assalti della mussulmana barbarie. Il suo maneggiarsi indefesso non riesce altrimenti vano; e già parziali vittorie ottenute qui e colà gli preparano la via alla vittoria compiuta; cionondimeno, la Città del bene, fedele alle sue gloriose tradizioni, sorgeva tuttavia, salda sulle sue fondamenta. Come Adamo ed Èva, nei dì della beata innocenza, avevano vissuto, ignorando il male, cosi l’Europa, contenta della scienza del bene, di cui andava debitrice allo Spirito Santo, viveva estranea alla scienza del paganesimo, alla scienza cioè del male organizzato. Se pigliava qualche cognizione dell’antichità, punto noi faceva per ammirarla ilè per lodarla, e meno ancora per imitarla e faida rivivere. E se n’ha la prova in ciò che’ v’ha minor differenza tra il di e la notte, che tra la lingua, le arti e le istituzioni del Medio Evo, e la lingua, le arti e le istituzioni del paganesimo. È questo un fatto che perentoriamente risponde a tutte le ragioni di coloro che pretendono il Risorgimento, niente o quasi niente avere cambiato il sistema d’insegnamento della vecchia Europa. Intanto, il seduttore Serpente, non scordatosi punto che Èva restò sedotta dalla lusinghiera bellezza del frutto vietato, et aspectu delectàbile, ad un tratto trasformasi in angelo di luce, e si spaccia per il Dio del bello. Fa luccicare agli occhi dell’Europa le ingannevoli bellezze del suo regno; si dice calunniato dai re e dai sacerdoti, e invita l’Europa, qualora voglia uscire dalla schiavitù e dalla barbarie, a dar retta a lui. A queste parole, l’originale veleno, non mai spento, bolle e fermenta con istrana forza nelle vene dell’imprudente Europa. Nel medesimo tempo, Greci, cacciati d’Oriente, in pena dell’ostinata lor ribellione alla Chiesa, sbarcano in Italia: e, fuggiaschi dalla loro patria, s’arrogano la missione di risuscitare le pretese glorie dell’antichità pagana. La gioventù di Europa tutta s’accalca nelle loro scuole: e per dileggio del Cristianesimo, il dì della grande seduzione vien segnato nella storia col nome di Risorgimento. Quel di infatti, divise la vita d’ Europa in due; i secoli antecedenti ebbero nome di Medio Eco; i seguenti, si chiamarono i tempi moderni. D’allora in poi si videro fenomeni non mai più veduti. Primo fenomeno. Parte dall’Italia un generale grido di riprovazione contro il Medio Evo, e risuona in tutta Europa. Ingiurie, sarcasmi, calunnie, tutti i vituperi che l’odio e il disprezzo, sanno inventare, piovono sul tempo che, come abbiam veduto, lo Spirito Santo regnò con maggior signoria. Teologia, filosofia, arti, poesia, letteratura, istituzioni sociali, la lingua stessa, diventano zotichezza, ignoranza, superstizione, schiavitù, barbarie. I figliuoli si sono vergognati dei loro padri e ne rigettarono l’eredità. « Eppure che cos’erano infine le antiche credenze, le antiche creazioni, le antiche aristocrazie, le antiche istituzioni, con tutti i difetti che possono aver avuto, siccome avviene d’ogni cosa umana? Erano l’opera dei nostri antenati: era l’intelligenza, era il genio, era la gloria, l’anima, era la vita, era il cuore dei nostri padri.? Bisogna aggiungere: era il Cristianesimo nella vita dei nostri padri; e il regno dello Spirito Santo sul mondo.

Secondo fenomeno. Al grido frenetico di riprovazione contro il Medio Evo, succede l’acclamazione non meno frenetica e generale della pagana antichità; e il tempo che Satana fu ad un tempo Dio e re del mondo, diventò là più splendida età del genere umano. Nelle repubbliche di Grecia e d’Italia, vituperevolmente prostrate ai piedi di Giove e di Cesare, splendé in tutta la sua luce il sole della civiltà. Filosofia, arti, poesia, eloquenza, virtù pubbliche e private, caratteri d’uomini, istituzioni sociali, lumi, libertà: in esse tutto era grande, eroico, inimitabile. Ritornare alla loro Scuola e ricevere le loro .lezioni come oracoli, era per i popoli battezzati, l’unico mezzo d’uscire dalla barbarie, e mettersi nella via del progresso.

Terzo fenomeno. Non tarda a farsi vedere un radical mutamento nella vita dell’Europa. Ricollocato in onore, lo spirito dell’antichità, torna ad essere l’anima del mondo, ch’ei forma a sua immagine; è allora comincia un sozzo diluvio di filosofie pagane, di pitture e sculture pagane, di libri pagani, di teatri pagani, di teorie politiche pagane, di denominazioni pagane, di continui panegirici del paganesimo, dei suoi uomini e delle opere sue. Questo vasto insegnamento s’incarna nei fatti. Vedonsi le nazioni cristiane a un tratto rompere le grandi linee della nazionale lor civiltà, per ordinare la loro vita su altro disegno; e, gettando via, quasi cencio ignominioso, il reale manto, di cui la Chiesa lor madre le aveva vestite, azziniarsi dei fallaci e sozzi ornamenti del paganesimo greco romano. Quindi venne quella che si chiama civiltà moderna; civiltà fittizia, che non è altrimenti il frutto spontaneo né della nostra religione, né della nostra storia, né della nostra indole nazionale; civiltà a rovescio, la quale, invece di sempre meglio applicare il Cristianesimo, alle arti, alla letteratura, alle leggi, alle istituzioni, alla società, le informa dello spirito pagano e ci fa indietreggiare di ben venti secoli; civiltà corrotta e corrompitrice, che, tutto ordinando al materiale benessere, vale a dire in servigio della carne e di tutte le sue cupidigie, riconduce l’Europa, tra le rovine dell’ordine morale, al culto dell’oro ed agli indescrivibili costumi di quei tempi nefasti, in cui la vita del mondo, schiavo dello spirito infernale, era tutta in due parole; mangiare e divertirsi; panem et circenses.

Quarto fenomeno. La prima conseguenza dei fatti surriferiti doveva essere, e fu, il sempre maggiore oblio dello Spirito Santo. La notte e i di non possono stare insieme; quando vien l’ima, l’altro sen va. Quanto più Satana avanza, tanto più lo Spirito Santo ritirasi. Dal Cenacolo al Concilio di Firenze l’insegnamento dello Spirito Santo scorreva, qual pieno fiume, sull’Europa da lui vivificata; spuntato il Risorgimento, veggonsi le onde del fiume ritirarsi, e il grande insegnamento dello Spirito Santo farsi sempre meno esteso. Chiediamolo alla storia ed a nostri occhi medesimi. Viene il Risorgimento ; e la guerra contro il Cristianesimo, che da parecchi. secoli, Vera ridotta a parziali combattimenti, ricomincia, con forza, su tutta la linea. Vent’anni prima di Lutero, le stesse basi della Religione erano battute in breccia .dalle macchine greco-romane. Mille volte la lotta dà occasione a speciali trattati, ordinati a difendere, gli uni dopo gli altri, tutti i domini cristiani: dimostrazioni, conferenze, prediche, dissertazioni, apologie di’ ogni forma, compaiono d’anno in anno, quasi direi di mese in mese. L’esistenza di Dio; la divinità di N. S. Gesù Cristo; l’autenticità, l’integrità, l’ispirazione, la verità storica delle Scritture, l’infallibilità della Chiesa; l’immortalità, la libertà, la spiritualità dell’anima; ogni Sacramento, ogni istituzione, ogni pratica religiosa; in una parola, ogni verità cristiana venne dimostrata ben venti volte code lucenti sue prove e splendide attinenze colla natura dell’uomo ed i bisogni della società. E per lo Spirito Santo, niente. Eppure era lui che si negava, negando le varie manifestazioni del ministero della grazia, di cui Egli è principio; era lui che s’impugnava, oppugnando ogni parte della Città del bene, della quale .Egli è difensore e re. Infatti, chi mi può nominare una qualche opera grande, composta dopo il Risorgimento, da grande autore, per far conoscere e ricordare alle adorazioni del mondo la terza persona della SS. Trinità? Noi non abbiamo potuto trovarne pur una né in Italia, né in Allemagna, né in Inghilterra, né nel Belgio, né in Francia. Bisogna confessarlo con nostro dolore: rispetto allo Spirito Santo, l’insegnamento pubblico s’è  visibilmente immiserito. E n’è prova il mondo attuale: talora almeno si parla di quello che si conosce, di ciò che, in qualunque grado, occupa la nostra mente: la lingua batte dove il dente duole, e spesso s’invoca colui del quale altri si. crede aver bisogno. Ma il nome dello Spirito Santo, che posto tiene nel moderno linguaggio ? Nel naufragio delle credenze, restarono salvi parecchi nomi;’ Dio, Cristo, la Provvidenza, odonsi di quando in quando suonar sulle labbra dell’oratore, o veggonsi cadere dalla penna dello scrittore. Avviene egli lo stesso dello Spirito Santo? Quando avete voi sentito pronunziare il suo nome? Chi l’invoca da senno? Avete voi memoria di averlo letto nei libri di storia, di scienza, di letteratura, di legislazione, o nei discorsi ufficiali, da cento e più anni in qua? Or quando il nome sen va, l’idea sparisce ancor essa. Pur troppo, nel mondo presente lo Spirito Santo non conta più. I palazzi, i saloni, le accademie, la politica, l’industria, la filosofia, l’istruzione pubblica, sono vuoti di lui; e’ par ridotto alla condizione di elemento sociale ignoto o vièto. Fra gli stessi cattolici, è egli bene spesso altro che mero oggetto di credenza metafisica? Dov’è il culto speciale, fervente, costante in suo onore? Si davvero; la terza persona della SS. Trinità nell’ordine nominale, è l’ultima nella nostra memoria e nei nostri omaggi. Due volte sole, l’umano genere giacque in questa profonda ignoranza, in questa generale indifferenza. La prima, nel mondo pagano, innanzi la predicazione del Vangelo; la seconda, ai tempi nostri, diciotto secoli dopo lo stabilimento del Cristianesimo. Per gli antichi pagani lo Spirito Santo era come se non fosse: il suo nome non si trova in alcuna delle loro lingue. La ragione ne è chiara; nel mondo antico lo Spirito Santo non contava nulla, perché lo Spirito maligno era tutto. Or di che cosa é segno quest’ ignoranza e indifferenza del mondo presente rispetto allo Spirito Santo, se non che Satana ricupera il campo perduto e torna a formare la sua Città? Ecco così è: e chi noi vede né intende, è uomo che non vede né intende il mondo -in cui vive. Quinto fenomeno. satana rientrato nella Città del bene, comincia dallo scuoterne la base. L’unità di fede, la sociale potenza della Chiesa, il diritto cristiano, la cristiana costituzione della famiglia, erano, siccome abbiamo veduto, le quattro pietre angolari dell’edifizio religioso e sociale dei padri nostri: che diventarono esse? Dov’è, ai tempi nostri, l’unità di fede? Il simbolo cattolico è fatto in pezzi qual vetro. Metà d’Europa non è più cattolica; l’altra metà l’è a mala pena a mezzo. Dove la sociale potenza della Chiesa? dove la sua proprietà? Il suo scettro è una canna, e la madre dei popoli non ha più dove posare il capo, Dov’è il diritto cristiano? Vituperato, calpestato; è detronizzato dal diritto nuovo, o, a dir meglio, dal diritto antico, dal diritto di Cesare, dal diritto della forza, del capriccio e del tornaconto. Dov’é la cristiana costituzione della famiglia? Il divorzio è tornato ad infettare i codici di Europa; ed altrove regna il concubinato legale sotto il nome di matrimonio civile. La patria potestà scade dovunque; e la famiglia, destituita della sua perpetuità, s’ è fatta istituzione passeggiera. Or chi è l’autore di queste grandi rovine, che ne suppongono e cagionarono tante altre? È chiaro che, essendo lo spirito del bene, lo è lo spirito del male. Eppure, affascinare e distruggere non è che la prima parte della satanica opera; l’usurpatore s’affretta a piantare il suo trono sulle fatte rovine. Chi non resterebbe sgomento al vedere, nel decimonono secolo dell’Era cristiana, il regno del demonio manifestarsi nel centro medesimo della Città del bene, con tutti i contrassegni che aveva nella pagana antichità ? Quei contrassegni furono, non s’è punto dimenticato, il razionalismo, il sensualismo, il cesarismo, l’odio del cristianesimo. Or quale di questi contrassegni ci manca? Il Razionalismo, ossia l’emancipazione della ragione da ogni autorità divina in materia di credenze, può ella essere più completa? L’autorità divina insegna per organo della Chiesa; qual si è adesso il governò che l’ascolti? Sotto il nome di libertà di coscienza, le religioni tutte non sono esse forse, politicamente e a parere di molti, egualmente vere, egualmente buone e degne d’egual protezione? Che cos’è questo, se non lo spirito di menzogna che dà, come nell’antica Roma, il diritto di cittadinanza a tutti i culti, e ammette tutti gli dei nel medesimo Pantheon? E fra i privati stessi, son essi molti che regolino la loro fede secondo la parola della Chiesa? Gli uomini, i libri, i libercoli, i giornali ‘anticristiani, non son essi gli oracoli della moltitudine? E poi la fede si conosce dalle opere come l’albero dai frutti. Or, interrogate i sacerdoti: chiedetelo ai ragguagli del mulinale ; guardate intorno a voi. E se tanto ancora non basta per dirvi in quale stato si trovi la potenza della fede sul mondo presente e mostrarvi fin dove domina, pigliate in mano un mappamondo, e giudicatene coi vostri occhi! Il Sensualismo, ossia l’emancipazione della carne da ogni autorità divina in materia di costumi, non cammina egli forse di pari passo col Razionalismo? Eli! che in questa parte il mondo presente corre difilato agli antipodi del Cristianesimo! La vita cristiana venne già definita dal Concilio di Trento, una continua penitenza, perpetua poenitentia; e i nostri tempi che sono? un continuo godere il più largo e con tutti i mezzi che si possa, L’uomo diventa carne. E su questo contrassegno del regno satanico non occorre dir altro; attesoché è cosa che impaurisce tutti gli animi assennati. Il Cesarismo, ossia l’emancipazione della società dall’autorità divina in materia governativa, per mezzo del concentramento di tutti i poteri spirituali e temporali nella mano d’un uomo, imperatore e pontefice, dipendente da niun’altro che da sé stesso. Che cosa si ved’egli di questo nuovo contrassegno? mirate; meta dei re d’Europa si sono fatti papi; l’altra metà aspira a farsi. Calpestare le immunità della Chiesa, usurpare i diritti della Chiesa, insultare, spogliare, incatenare la Chiesa, non è forse stata la bell’ impresa, direttamente o indirettamente, di tutti governi europei, dal Risorgimento in poi? Nonio è forse tuttavia? Se questo non è il Cesarismo, più non intendiamo il senso delle parole. L’odio del Cristianesimo. L’antico paganesimo odiava il cristianesimo d’odio implacabile, universale; di guisa ché di ogni e qualunque mezzo si valeva per insultare, distruggere il suo avversario. L’odiava in Dio, nei suoi ministri, nei suoi discepoli, nei suoi dommi, nella sua morale, nelle sue pubbliche manifestazioni. Il suo nome era diventato sinonimo di tutti i delitti. A lui si dava la colpa delle pubbliche calamità: il carcere, l’esilio, la morte fra le torture, erano meritato castigo d’una sètta; dica Tacito, rea dell’odio del genere umano. Satana è sempre Satana: il suo odio del cristianesimo è cosi fresco, universale, implacabile adesso come in antico. Egli odia Dio nei Cristiani; da un secolo in qua specialmente, quali bestemmie restano ancora a proferirsi contro il Verbo incarnato? citatemi un solo dei suoi misteri che non sia stato mille volte impugnato, un solo de’ suoi diritti mille volte negato e calpestato. L’odia nei suoi ministri. Nel furore della sua rabbia non ha egli detto, che vorrebbe strangolare l’ultimo prete con le budella dell’ultimo rei E in quanto il poté, non l’ha egli fatto? Havvi egli pur un paese in Europa, dove, dopò il Risorgimento, i vescovi, i preti, i religiosi non siano stati spogliati, cacciati via, inseguiti come belve, oltraggiati, massacrati? Lo stesso Vicario del Figliuolo di Dio, il padre del mondo cristiano, Pietro, almeno Pietro, sarà stato rispettato. Sii guardate come l’hanno trattato nella persona di Pio VI e di Pio VII; guardate come ancora lo trattano nella persona di Pio IX. E che è la moderna Europa se non una famiglia ribellata contro al suo Padre? Non sentesi egli, ogni dì, da nove anni, il grido deicida di milioni di- voci: Non vogliamo più ch’egli regni su noi? Assediato da cento scomunicati, il pontificato non è egli diventato un Calvario? Giuda che vende; Caifasso che compra; Erode che schernisce; Pilato codardo, il soldato spogliatore e carnefice, non ricompariscono essi li sulla scena? L’odia nei suoi discepoli. I veri Cattolici sono trattati come i loro Sacerdoti. Tutte le ingiurie fatte dai pagani antichi ai loro padri, son fatte ad essi dai pagani moderni.1[Si può vederne la nomenclatura nel Mamacìti, Antiquitates et Origines christianae, ecc. Questo fatto mostra meglio d’ogni ragionamento, la medesimezza dello Spirito dominatore delle due epoche. Ma questa non è semplice storia, né pura filosofia della storia : è piuttosto, ci si passi la frase, una esatta fotografia del nostro secolo. E si noti ché quando  l’autore scriveva queste pagine, molti di questi fatti non erano che cominciati: non ancora satana, rappresentato dalla massoneria trionfante, aveva posto le sue tende presso al Vaticano, non ancora nella Città stessa del bene si eran potuti innalzare templi eretici, non ancora era stato pronunziato il grido famoso « Il clericalismo (ossia il Cristianesimo): ecco il nemico! » Però come satana ispirando Lutero, promosse contro sua volontà, la riforma effettuata dal Concilio di Trento, così ora, in tal modo disponendo Iddio, con l’abuso della vittoria ha attirato gli sguardi di tutto il mondo al Vaticano; i buoni crescono in fervore, la zizzania si separa dal buon grano, e i soldati della Città del bene crescono di animo e di valore. Le vittorie dello Spirito malo non riescono finalmente che a render più gloriosi i trionfi dello Spirito Santo! (V. d. Ed.)].

– Sono tenuti per inetti o per sospetti: vengono esclusi, il più che si può, dalle pubbliche cariche; son detti retrogradi, nemici del progresso, della libertà, delle istituzioni moderne, gente d’un’altra età, che vorrebbe ricondurre il mondo alla schiavitù ed alla barbarie. Sono oppressi nella loro libertà, coll’annullare le donazioni da loro fatte alla Chiesa lor madre, od ai poveri loro fratelli; col sopprimere le associazioni di carità, cui non si ha onta di mettere al disotto delle società scomunicate. Sono oppressi nel loro diritto di proprietà; si pigliano i loro conventi per farne caserme; le loro chiese, per farne stalle; le loro campane, per farne cannoni; i loro vasi sacri, per farne denaro od oggetti di lusso, in servigio dei loro nemici. Sono oppressi nella coscienza, con imporre ad essi lavori vietati: insultando, tuttodì, sotto i loro ocelli tutto quanto e ad essi più caro, più venerando, più adorabile. E acciocché nulla manchi, né al loro martirio, né all’odio, a cui sono fatti segno, in tutta Europa, dopo il Risorgimento, vennero appesi per la gola, arsi vivi, decollati. Ed anche adesso, in Italia, son fucilati; in Polonia, impiccati; in Irlanda, fatti morire di fame. Se Dio non sorge, se ne faranno macelli ; e migliaia di voci grideranno: Loro ben sta! Reus est mortisi L’odia nei suoi domini. Da quattro secoli in qua, nella battezzata Europa, si è sciupato, per demolire l’edificio della verità’» cristiana, più inchiostro, più carta, più denaro, che forse non ci vorrebbe per convertire il mondo: l’empia guerra non cessò mai*. Per non dire dei libri, dei teatri, dei discorsi anticristiani; che fanno quelli avvelenati fogli che, ogni sera, partono da tutte le capitali d’Europa, per piovere poi, il dì appresso, a guisa di velenose locuste, sulle città e le campagne, e sparger dovunque il disprezzo e l’odio della religione, lo scetticismo e l’incredulità? L’odia nella sua morale. Ridiventato quel ch’era al dì della satanica signoria, il mondo presente sembra organizzato per la corruzion dei costumi: Totus in maligno positus. Se non ve ne son chiaro indizio il dolore e lo sgomento di quanti serbano ancora in petto cuore cristiano, considerate voi stessi. La febbre degli affari; la sete dell’oro e del piacere; l’industria che mette milioni d’anime nella morale impossibilità di adempiere gli essenziali doveri del Cristianesimo; il babilonico lussò, che dà in stranezze sempre peggiori; le mode disoneste; le danze oscene; cinque- centomila caffè o ridotti,1 spalancate voragini in cui vanno a perdersi l’amor del lavoro, il pudore, la sanità, Lo spirito di famiglia, il rispetto a sé stesso e ad ogni autorità; in tutte le classi della società, effeminate abitudini, snervatrici degli animi: scandali clamorosi che addomesticano col male e spengono la coscienza; il disprezzo delle leggi ordinate a domare la carne; la profanazione della domenica; la santificazione del lunedì; l’abbandono della preghiera e de’ Sacramenti; che cos’è, dico, che cos’è tutto questo, se non odio della morale cristiana, odio infernale, tendente a soffocare il Cristianesimo nel fango? L’odia nelle sue manifestazioni pubbliche e private. Là, proibisce il suono delle campane e condanna il sacerdote che porti, in pubblico, il suo abito ecclesiastico; costà, abbatte tutte le croci. Qui vieta al Figliuolo di Dio d’uscir da’ suoi templi per ricevere gli omaggi dei suoi figli; e, sotto pena di venir oltraggiato, gli tocca celarsi ben bene quando va a visitarli sul letto del dolore. Tutte cose che avvengono in società che si chiamano cristiane! E avviene ben altro. In segno di vittoria, satana ha ricollocato le sue statue ne’ giardini, su passeggi, sulle piazze delle grandi città, per tutta Europa: e, ficcatosi fin ne’ domestici penetrali delle famiglie, ne ha bandite le immagini del Verbo incarnato e sostituite le sue.

– « Non V’è Cristo in casa, esclamava testé un eloquente predicatore; non v’è più Cristo pendente dalla parete; non v’è più Cristo manifestantesi nei costumi. E che! voi avete sott’occhio i ritratti de’ vostri grandi uomini; le vostre case s’adornano di statue e quadri profani! Che dico? voi tenete esposti alla vista dei vostri figliuoli ed all’ammirazione della gente di casa gli Amori del paganesimo, le Veneri, gli Apollini dei paganesimo; si, tutti i vituperi del paganesimo trovano posto nella casa dei Cristiani; e, sotto quel tetto che accoglie tanti umani eroi e pagane divinità, non v’ha più un cantuccio per l’immagine di Gesù Cristo, che lo stesso Tiberio non ricusava d’ammettere coi suoi dei nel Pantheon di Roma. » – Si, è vero, è vero non solo in Francia, dove insegna l’Università, ma vero in Europa dove insegnano gli ordini religiosi, vero molto prima dell’Università e della Rivoluzione francese; nelle case dei moderni cristiani letterati, Cristo non ha più luogo. Ma ve l’aveva ai tempi degli ignoranti nostri padri del Medio Evo. Or come ne venne cacciato ? Come ha dovuto cedere il posto agli dei del paganesimo, vale a dire a satana stesso sotto le molteplici sue forme; omnes dii gentium daemonia? In che tempo s’è ella fatta questa sacrilega sostituzione? Chi ha formate le generazioni che se ne fanno colpevoli? in quali luoghi, e in quali libri hanno esse imparato ad appassionarsi per le cose, per gli uomini, per le idee e le arti del paganesimo? qual fu lo Spirito che ha dettata la dottrina che produce tal frutti? Lo Spirito del Cenacolo, o quel dell’Olimpo? O l’uno, o l’altro. Havvi infine un ultimo fenomeno che va ogni di più manifestandosi; ed. è il doppio movimento, che mena il mondo presente; movimento d’unificazione materiale, e movimento di dissoluzione morale. Lo Spirito del secolo diciannovesimo spinge con tutte le sue forze alla materiale unificazione de’ popoli; battelli a vapore, strade ferrate, telegrafi elettrici, leghe doganali, trattati di commercio, libero scambio, moltiplicazione delle poste, ribasso di tassa sugli stampati e sulle lettere; non vi è mezzo di comunicazione che non venga accelerato o inventato. Assorbisce intanto le piccole nazionalità, sopprime la famiglia, il comune, la provincia, la corporazione, ogni specie di franchigia ed autonomia; risuscita gli eserciti permanenti del mondo antico, riedifica le sue grandi capitali, e sul collo dei popoli, fatti liberi dal cristianesimo, ribadisce le catene della cesarea, cosi detta, centralizzazione. A questo movimento di unificazione materiale corrisponde, fuori del Cattolicismo, un movimento non meno rapido di dissoluzione morale. In materia di dottrine religiose, sociali, politiche, che resta egli più in piedi? Il gran dissolvente d’ogni specie di fede, il Razionalismo, non è egli forse il dio della moltitudine? Love son esse le convinzioni profonde, le professioni chiare ed aperte, tanto da resistere alle seduzioni dell’interesse, per sfidare le minacce, o, peggio, la dimenticanza in che vi lascia il governo, per mantenersi immobilmente saldo fra i sofismi dell’empietà e la forza dei cattivi esempi? Qual può essere Punita morale d’un mondo che ha fatto in pezzi il simbolo cattolico, che sta lì a sentire, e sopporta, e lascia passare tutte le negazioni, compresa quella di Dio stesso? Somigliante spettacolo, solo una volta già ebbe a vedersi; e fu al tempo che il romano impero declinava alla sua rovina. Formata dal continuo assorbimento del debole dal forte, del popolo per via del popolo, l’unità materiale giunse fino al dispotismo d’un solo uomo. satana aveva raggiunto il suo scopo. Roma era il mondo, e Cesare era Roma; e Cesare era imperatore e sommo sacerdote di Satana. Allora fu che l’uman genere, privo di forza di resistenza perché senza fede, e senz’ altro desiderio che di materiali piaceri, panem et circenses, altro più non era che un gregge, bastonato, venduto, sgozzato, a volontà del padrone. Eserciti permanenti, grandi capitali, celerità di comunicazioni, centralizzazione universale, unificazione materiale dei popoli, spinta con febbrile ardore; dissoluzione morale, giunta fino allo spezzamento indefinito d’ogni simbolo e d’ogni fede : chi oserebbe sostenere che tale doppio fenomeno non sia precursore della più immane tirannia? Sia forse l’addentellato, dirò cosi, del regno anticristiano, predetto, degli ultimi tempi ? A parer nostro, è Cesare a cavallo, con lucifero in groppa.