LO SCUDO DELLA FEDE (XLVII)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S. E. I. Ed. Torino, 1927]

XLVII

RISURREZIONE E GIUDIZIO.

Quando avverrà la fine del mondo. — L’anticristo ed altri segni forieri di essa. — Come avverrà. — La risurrezione di tutti gli uomini. — Luogo e modo dell’universale giudizio. — Perché  vi debba essere il giudizio universale oltre al particolare.

— Vorrei ancora domandarle alcune cose intorno alla vita dell’al di là. Ed anzitutto è veramente certo che questo mondo e l’umanità, che lo abita, dovranno un dì finire?

E chi può dubitarne? Quando la stessa ragione non ci dicesse che tutto in natura comincia, cresce, vigoreggia, invecchia e si scioglie, le Sacre Scritture ce ne parlano nel modo più esplicito.

— E quando avverrà la fine del mondo?

Gesù Cristo ha detto al riguardo che nessuno lo sa, se non Iddio.

— Ma a me sembra di aver veduto in qualche libro determinato un tal tempo.

⁕ Se anche lo avessi veduto stampato chiaramente,  non ci devi credere, tanto più perché la Chiesa ha giustamente ed espressamente proibito di fare una tale determinazione, contraria alla parola di Gesù Cristo.

— Ad ogni modo si può supporre che la fine del mondo sia vicina?

Delle ipotesi ne puoi fare benissimo, ma penso che al riguardo sia più giusto supporre che la fine del mondo sia ancora lontana assai. Se, come appare dalla scienza, ci vollero tanti secoli alla formazione del mondo attuale, e secondo c’insegna la Scrittura sono appena seimila anni incirca che in esso si trova l’uomo, vuoi che questi per la fine del mondo vicina abbia così presto a scomparirne?

— È vero che prima della fine del mondo vi sarà un Anticristo, che farà di tutto per combattere Gesù Cristo e trarre in inganno gli uomini?

Tale è la dottrina di tutti i Santi Padri, e il sentimento di tutti i fedeli in tutti i secoli. Anche la divine Scritture ne parlano chiaramente in più luoghi.

— Chi sarà questo Anticristo?

Sarà un uomo scelleratissimo, che avrà commercio col demonio, opererà falsi prodigi, vorrà farsi adorare come Dio, perseguiterà i Cristiani più di quello che saranno mai stati perseguitati, e riuscirà a sedurre molti e a farsi un gran numero di seguaci.

— Ma non vi saranno a predicargli contro Enoc ed Elia?

Così comunemente si crede basati sulle Scritture dell’antico e del nuovo Testamento e sulla Tradizione. S. Agostino nel suo libro Della Città dì Dio (xx, 29) dice che « non immeritamente si spera che prima della venuta di Gesù Cristo giudice, Elia debba venire quaggiù, perché non immeritamente si crede ch’egli sia vivo tuttora ». E tu sai perché si creda ch’egli sia vivo tuttora. La Sacra Scrittura dice di questo gran profeta che anziché morire fu miracolosamente trasportato al cielo sopra un carro di fuoco. Anche di Enoc, che fu padre del celebre Matusalem e uomo santissimo, asserisce che senza morire disparve, perché Iddio lo rapì. Quindi può essere che l’uno e l’altro di questi due santi uomini vivano ancora miracolosamente, godendo una specie di paradiso terrestre, in un luogo da Dio stabilito e a Lui solo conosciuto, dal quale poi prima della fine del mondo verranno fuori a predicare contro l’Anticristo, a preservare molti Cristiani dall’errore ed a convertire altresì molti infedeli e particolarmente gli Ebrei, che allora detesteranno la loro perfida ostinazione e crederanno a Gesù Cristo.

— Ho inteso a dire tante volte nelle spiegazioni del Vangelo che la fine del mondo sarà preceduta da guerre spaventose, da terremoti, da rovesciamenti del mare, da scompigli e cadute degli astri del cielo eccetera. Tutte queste cose avverranno davvero come sono indicate?

E perché no? Per quanto l’insieme di questi segni forieri della fine del mondo sembrino strani, oltreché sono parola di Vangelo, vanno pure pienamente d’accordo colla scienza, la quale già conosce nella robusta struttura del mondo i sintomi dello sfacelo, che deve subire, e che presenta quale Gesù Cristo l’ha indicato.

— Ed è vero che la fine del mondo avverrà per opera di un fuoco distruggitore?

Così c’insegna la divina rivelazione per mezzo di S. Pietro. Di qual maniera poi si formi questo fuoco, o di dove abbia ad erompere, e come avvenga questa enorme e spaventevole combustione sono cose che Iddio solo le sa.

— E per questo fuoco, il mondo sarà annientato ?

La Sacra Scrittura non dice questo, ma dice solo « che la terra e le opere che sono in essa saranno arse; » e poi soggiunge che « secondo la promessa di Dio noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra; » il che, come spiega san Gregorio Magno (nei Morali, v, 27), vorrebbe dire che i cieli e la terra passeranno quanto all’immagine che hanno adesso, ma sussisteranno senza fine quanto alla loro sostanza.

— Ma a che cosa serviranno questi nuovi cieli e questa nuova terra, se gli uomini tutti saranno o in paradiso od all’inferno?

Le Divine Scritture non dicono nulla, e niente si può immaginare che sia probabile. Quello che è certo si è che anche in ciò si rivelerà l’infinita sapienza di Dio.

— E alla fine del mondo avverrà dunque la risurrezione di tutti gli uomini?

Sì, è questa una delle verità di fede più chiaramente e ripetutamente insegnate nei santi libri.

— Ma io non capisco come mai i nostri corpi, che dopo migliaia di anni si saranno decomposti, abbiano e possano ancora risorgere.

Certo che ciò non avverrà per alcuna forza creata, ma unicamente per miracolo di Dio, al quale, onnipotente com’è, non tornerà per nulla difficile operare questa universale risurrezione, facendo sì che l’anima di ciascuno ripigli il corpo identico, che aveva nella sua mortal vita.

— Ma che necessità vi è che i corpi risuscitino? Non basta forse che viva immortale l’anima?

L’anima, caro mio, non è tutto l’uomo, il quale consta di anima e di corpo; perciò se un dì non risorgesse il corpo per unirsi all’anima ne avverrebbe che per tutta l’eternità l’uomo non sarebbe uomo vero e perfetto secondo la sua natura, ciò che ripugna alla ragione. E poi siccome il corpo è stato compagno all’anima o nell’operare il bene o nell’operare il male, non ti par giusto che un dì esso risusciti per ricevere anch’esso insieme con l’anima il premio od il castigo meritato?

— Sì, ciò è vero. E come saranno i corpi dei risuscitati?

S. Paolo dice che « tutti risorgeremo, ma non tutti saremo mutati ». E con ciò, secondo che spiega lo stesso Apostolo nella sua la lettera ai Corinti (capo xv), vuol dire che i corpi dei malvagi nel risorgere saranno brutti, deformi, schifosi, pesanti, soggetti a dolori, mentre invece i corpi dei buoni saranno modellati sul corpo di Gesù Cristo risorto, epperò incorruttibili, immortali, leggeri, senza alcuno di quei difetti che potevano avere in questo mondo, fulgenti di luce e di bellezza, pieni di vita e di forza, impassibili, fatti quasi spirituali, tanto da potersi recare in un attimo in ogni luogo senza trovare ostacolo od inciampo alcuno.

— Dunque il corpo dei giusti nella risurrezione non sarà più corpo, ma spirito o fantasma ?

No, caro mio: il corpo resterà corpo e non cesserà di essere palpabile, come restò vero corpo palpabile quello di Gesù Cristo dopo la. risurrezione sua, ma pur restando tale avrà tuttavia per volere e potere divino quelle perfezioni che t’ho indicate.

— E dopo la risurrezione vi sarà l’universale giudizio nella valle di Giosafat. Questa valle dovrà essere ben grande per poter contenere tutti quanti gli uomini del mondo!

A questo riguardo devi sapere che la valle di Giosafat, di cui nella Scrittura parla soltanto il profeta Gioiele, è una valle poco lontana da Gerusalemme ed abbastanza ristretta. Siccome in essa vi erano molti sepolcri, così può essere che a poco a poco prevalesse presso alcuni l’idea che il giudizio universale dovesse aver luogo in detta valle. Del resto la parola Iosafat vuol dire del giudizio, o meglio ancora in cui il Signore giudicherà, così che Valle di Giosafat potrebbe anche indicare nient’altro che luogo dove avverrà l’universale giudizio, che perciò tu puoi immaginare largo e lungo quanto ti piace. D’altronde potresti tu credere, che trattandosi proprio di quella valle presso Gerusalemme, Iddio sarebbe impacciato ad allargarla, per modo che contenesse tutta l’umanità?

— Oh! no, certamente. E nel giudizio vi sarà davvero quell’esteriore apparato, di cui tante volte si parla, e cioè i suoni di tromba degli Angeli, la separazione dei buoni dai cattivi, la comparsa di Gesù Cristo sulle nubi, la sua seduta in tribunale, l’apertura dei libri, eccetera, eccetera?

Vedi: tutte queste cose ed altre ancora sono così indicate nella Santa Scrittura e dallo stesso Gesù Cristo. Per altro S. Paolo ci dice che tutto ciò si effettuerà in un batter d’occhio, in un lampo, in un istante solo. Quindi è che tutto avverrà in modo miracoloso, e se nelle prediche si descrive talora il giudizio come uno svolgimento regolare di una causa, ciò non si fa altrimenti che per produrre nella nostra mente un’immaginazione del medesimo in conformità alla debolezza della nostra intelligenza.

— Dunque nel giudizio universale non vi saranno quelle scene di terrore e di disperazione che alle volte si dipingono?

Anzi vi saranno assai più terribili che non si dica. Perciocché l’istantaneità, con cui il giudizio sarà compiuto, non impedirà per nulla che avvenga il totale conoscimento del bene e del male operato da tutti e da ciascuno degli uomini con la conseguente glorificazione e soddisfazione, oppure vergogna e disperazione.

— E di qual maniera avverrà questa totale rivelazione del bene e del male fatto da tutti e ciascuno degli uomini?

Le Sacre Scritture ci dicono che ciò avverrà per la luce che partirà da Dio stesso, e che illuminerà la coscienza di ciascuno per siffatta guisa da far conoscere a tutti lo stato preciso dell’anima di ciascuno; sicché nel giudizio sarà manifesto tutto ciò che di bene e di male avremo fatto nella nostra mortal vita, sia in pensieri, sia in affetti e sentimenti, sia in parole ed in opere, in tutto e per tutto, e sarà manifesto quale realmente si è voluto e fatto, non quale apparve al di fuori, per modo che non sarà possibile negare o difendere, scemare o ingrandire il nostro passato.

— Dunque tutto quello che io penso, sento, dico, faccio, eccetera, anche da me solo, tutto resta per essere poi tutto manifestato nel dì del giudizio?

Sì, caro mio.

— È una verità terribile!

Si, Ma anche consolante se facciamo il bene e lo facciamo per amor di Dio

— Non capisco però quale necessità vi sia di questo universale giudizio, se vi è già stato il giudizio particolare.

È certo che nel giudizio universale non sarà data da Dio per nessuno una sentenza diversa da quella che già fu profferita nel giudizio particolare. Con tutto ciò è necessario l’universale giudizio:

1° per giustificare il governo di Dio lungo il corso dei secoli, e così al cospetto di tutti si manifesti il perché alle volte ha permesso che i buoni fossero tribolati e i malvagi trionfassero nella loro iniquità.

2° per vendicare pubblicamente gli affronti orribili, che da tanti vennero fatti all’adorabile Persona di Gesù Cristo, sia col negarlo, sia col bestemmiarlo, sia col disprezzare la sua fede, la sua legge, la sua Chiesa, i suoi Sacramenti, eccetera; giacché tutti gli empi saranno allora costretti di riconoscere che Gesù Cristo è Dio.

3° per convincere tutto intero l’uomo, in corpo ed in anima, del suo bene o del suo male, per confondere i vili, per smascherare gli ipocriti, per manifestare le conseguenze del peccato, gli effetti dello scandalo eccetera, eccetera.

— Ho compreso. E come andrà a finire il giudizio?

Colla sentenza di eterno godere in paradiso per i buoni, e di eterno patire nell’inferno per i malvagi. Ma di ciò discorreremo altra volta.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.