LO SCUDO DELLA FEDE (XLIV)

 

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

XLIV.

IL SOCIALISMO. (1)

Il socialismo come la massoneria fa guerra alla Chiesa di Gesti Cristo. — Una esecranda bestemmia. — Mire sataniche del socialismo. — Calunnie e violenze di cui si serve. — Quale dovrebbe essere l’azione dei governi contro il socialismo che offende la religione. — Il gran rimedio del Vangelo e consigli pratici.

(1) Oggi il socialismo sembra estinto, come il comunismo, suo sottoprodotto. Si tratta in realtà di un lupo che perde il pelo, di una serpe che cambia pelle, ed infatti oggi è diventato il “Mondialismo democratico”, il “Nuovo Ordine Mondiale” riversato in una serie di partiti e di “movimenti” ideologici solo apparentemente diversi, onde alimentare l’illusione democratica e progressista, ma gli scopi veri del lupo travestito, della serpe velenosa con la pelle nuova, sono sempre identici nella sostanza, diversi negli accidenti e nelle maschere di cui si adorna per ingannare gli sciocchi presuntuosi ed i non pensanti. Oggi poi il c. d. “Nuovo Ordine” ha invaso pure la Chiesa, cacciandola dai sacri palazzi, e sostituendola con una sinagoga satanica, la chiesa dell’uomo, ivi insediata dal 29 giugno del 1963 in una doppia messa nera con l’intronizzazione di satana nella Cappella Palatina in Vaticano. [ndr.]

— Il socialismo adunque viene dalla massoneria?

Sì, ancorché il socialismo rinneghi oggidì colei che l’ha generato, nondimeno esso è massimamente l’opera della setta, e ad ogni modo sul terreno dei principii avversi alla Chiesa di Gesù Cristo, e delle relative conseguenze vanno completamente d’accordo. La massoneria, ha scritto ultimamente un ottimo periodico, è verissimo, quanto alla sua costituzione meccanica, è sempre stata essenzialmente borghese e monetaria, ed ha da sé respinto i meno abbienti: il socialismo invece fa pompa teatrale di sostenere gl’interessi dei diseredati. Quindi quanto all’effetto scenico, socialisti e massoni sarebbero in opposizione. Ma è tutta roba di apparenza. Massoni e socialisti non hanno che un duplice intento, vero e reale, perfettamente comune alle due sette: impinguare le borse proprie, allo scopo di godere il più che si possa dei beni di questo mondo; far guerra accanita alla Chiesa di Dio, che mette un ostacolo all’immorale godimento dei beni di quaggiù. In questo programma che è l’essenza delle due sètte, esse son perfettissimamente concordi. È inutile quindi che essi si sbraccino a protestare che fra di loro passa grande diversità. Questa sarà vera, quanto ad accidentalità minute, ma non è vera se si riguarda il vero e primo scopo, a cui da una parte e dall’altra si mira. Uno degli scopi, cioè il « prendiamo quanto si può » non si enuncerà mai alla sfacciata, contenti di metterlo in opera; quanto invece alla guerra alla Chiesa, il grido di: Ecco il nemico! li accoglierà tutti sotto le stesse tende!

— Eppure io ho inteso dire che il socialismo non impedisce di essere Cattolico ed anche buon Cattolico.

Così davano ed intendere da principio i caporioni dei socialisti, specie ai semplicioni, per potere più facilmente tirarli dalla loro, ma oggidì è ornai a tutti palese che il socialismo, come la massoneria, odia Iddio, la Chiesa, i preti e tuttociò che appartiene alla Religione di Gesù Cristo.

— Ma pure si dice persino che Gesù Cristo sia stato Egli il primo socialista!

Così purtroppo si è detto e stampato con esecranda bestemmia. Ma se vi è cosa che sia apertamente condannata dal Vangelo di Gesù Cristo, dai suoi insegnamenti e dai suoi esempi, non è forse il socialismo? Gesù Cristo non è Egli tutto nel raccomandare e praticare la giustizia, la carità, la fraternità, il rispetto vicendevole, l’amore al lavoro, la rassegnazione nel proprio stato, il distacco dai beni terreni, tutto ciò insomma che il socialismo apertamente avversa? Gesù Cristo socialista!! Vedi, a quali insensate e orribili calunnie si appigliano i ministri di satana, pur di riuscire ad ingannare il popolo e a trascinarlo alla rovina, allontanandolo da Dio e dalla sua Chiesa!

— Ma il socialismo non mira soltanto a far scomparire questa immensa disuguaglianza sociale che regna nel mondo?

Anche allora che mirasse solo a questo scopo, come vi mira realmente il Cristianesimo, per non essere malvagio dovrebbe valersi dei giusti mezzi, di cui appunto il Cristianesimo si vale, e non già dei disordini, delle rivolte, delle manomissioni dell’altrui proprietà, dell’odio e dell’avversione ai ricchi, della resistenza alla legittima autorità, eccetera. Ma poi non è manifesto altresì che il socialismo mira direttamente a far scomparire, se fosse possibile, Dio, Gesù Cristo e la sua santissima Religione dalla faccia della terra? Ascolta alcune sue asserzioni e alcuni suoi propositi, dichiarati pubblicamente nei congressi e su pei giornali. « Dio è il nemico, Dio è la menzogna, Dio è la pietra angolare della ciarlataneria religiosa, inventata da quei mostruosi vampiri, che si chiamano preti. — La morale evangelica è falsa, dannosa, depravatrice delle anime. La religione dev’essere abolita. Il solo culto deve essere quello dell’ateismo. Il paradiso noi non lo vogliamo: vogliamo l’inferno con tutte le voluttà che lo precedono; il paradiso dell’altro mondo lo lasciamo al Dio de papisti e dei suoi infami beati. — Bisogna distruggere con accanimento la Chiesa, e i confessionali, che sono i macelli delle intelligenze. Sarà per noi giorno di trionfo e di festa quello, in cui avremo il piacere di contemplare le agonie dei preti; per questo piacere noi venderemo volentieri il nostro posto in cielo ». Che ti pare di questo piccolo saggio!

— Mi pare che il diavolo in persona non potrebbe parlare peggio.

A queste orrende bestemmie ed empietà profferite nei congressi di Liegi, di Gand, di Lione e di varie nostre città italiane, aggiungi tutte le più nefande calunnie e falsità, che ogni dì si vanno spargendo dai socialisti per mezzo della stampa. Tutti i giorni si scaglia contro il Cattolicismo ogni sorta di insulti; le vignette le più oscene vanno tappezzando i muri, e in esse si pone in dileggio tutto ciò che è sacro pei Cattolici, facendo apparire la nostra Religione come la cosa più assurda, i suoi dogmi come ridicoli, i suoi ministri come ingordi trafficanti di Sacramenti o di indulgenze, come i corrompitori dei buoni costumi, come la pianta parassita che tutto e tutti sfruttano a loro vantaggio. E dopo tutto ciò come non riconoscere nel socialismo uno dei più accaniti nemici della Chiesa, degnissimo per ogni riguardo di stare alla pari colla massoneria?

— Ma il socialismo è già esso riuscito ne’ suoi veri divisamenti?

Almeno in parte, pur troppo; i fatti sono lì, chiari, a dimostrarlo. E a tal fine non si sono contentati i socialisti di parole, ma fecero ricorso altresì alle più audaci provocazioni e violenze, sia levando la voce contro i predicatori nelle chiese, sia disturbando e profanando le sacre funzioni, le processioni dei fedeli ed altre pubbliche manifestazioni di fede, sia insultando Vescovi; assalendo, ferendo e talora dando morte senza ombra di ragione, per solo odio alla Religione, a Sacerdoti ed a spiccati Cattolici. E ciò essi fecero e vanno tuttora facendo tanto più facilmente, in quanto che per la sconfinata libertà di stampa, e per una incredibile tolleranza da parte dei governi, non hanno più alcun freno nei loro insulti divenuti sistematici e nelle loro calunnie fatte a getto continuo.

— I governi adunque dovrebbero punire le offese che i socialisti fanno alla Religione?

Senza dubbio. Pur lasciando la libertà di pensare come si crede ai socialisti come ai Cattolici, i governi dovrebbero però procurare che tale libertà sia anche al sicuro dalle intolleranze di coloro che la pensano diversamente. Non ti pare?

— Ciò è giustissimo.

Quindi le offese alla Religione devono essere punite, perché nella Religione si personifica la fede del popolo; debbono essere punite le offese al clero, perché il clero è composto di individui, che hanno diritto al pubblico rispetto; debbono essere perseguitati come calunniatori coloro che fanno del socialismo, dell’anticlericalismo e del massonismo un’arma di offesa intaccante l’onorabilità e l’onestà dei loro avversari. Se così si operasse, certi vergognosi eccessi non accadrebbero; e se così non si opererà, qualora il socialismo giunga presso di noi all’apice delle sue aspirazioni anticlericali, allora, una delle due: o i Cattolici dovranno ridiscendere nelle catacombe [questa previsione del Carmagnola, si è avverata oggi in tutta la sua drammaticità – ndr. -], oppure si dovranno preparare alla guerra civile nelle chiese, in mezzo alle strade e per le piazze.

— Che cosa converrebbe adunque di. Fare per impedire l’opera nefasta del socialismo?

Bisogna ricorrere alla pratica esatta, quanto più è possibile, del santo Vangelo. Senza dubbio è pur necessario giovarsi di alcuni mezzi umani, suggeriti dall’esperienza pratica e dalle diverse condizioni dei tempi in cui viviamo, mezzi che la Chiesa non solo non trascura, ma sommamente raccomanda ed efficacemente adopera nell’azione popolare cattolica o democrazia cristiana, coll’istituzione di società operaie, di corporazioni professionali, di riunioni agricole, di casse rurali, di cooperative di consumo, di segretariati del popolo, di conferenze sociali popolari, eccetera, eccetera; ma tutto deve essere regolato e subordinato alla dottrina di Gesù Cristo, a quella dottrina, che in proposito ci mostra la necessità delle differenti classi sociali, intima all’operaio il dovere di lavorare coscienziosamente e di rispettare il suo padrone ed ogni altra legittima autorità, e l’obbligo al padrone di retribuire convenientemente l’operaio e di rispettare in lui la dignità dell’umana natura e il carattere di Cristiano, comanda la carità, la fraternità, la giustizia, e rammenta che la nostra vita non è tutta quaggiù, ma che invece la nostra eterna dimora ci è preparata in cielo. – Se la società presente accettasse e praticasse questi insegnamenti di Gesù Cristo, credi, che se le disuguaglianze sociali, dalle quali il socialismo ha preso le mosse per le sue dottrine e pei suoi disordini, non scomparirebbero del tutto, essendo ciò impossibile finché dura il mondo come piacque a Dio di ordinarlo, si mitigherebbero tuttavia per guisa tale da rendere la civile convivenza non solo sicura e tranquilla, ma felice e lieta. – Di fatti, il ricco riconoscendo allora che se egli è tale, non lo è affatto per suo merito, ma perché Dio lo ha fatto nascere tale o gli ha dato ingegno e abilità da diventar tale, e che perciò delle ricchezze, che possiede, non è egli vero padrone, ma solo amministratore, delle ricchezze non si servirà mai come strumento di insulto alla miseria del povero, e quando di esse avesse impiegato tutto ciò che basta al giusto decoro della casa, tutto il rimanente come superfluo lo impiegherebbe a far del bene al prossimo, sarebbe largo di acconce donazioni a prò dell’indigenza, e farebbe così quanto è da parte sua per avvicinarsi agli uomini di più bassa condizione. – Il padrone non imporrebbe mai lavori sproporzionati alle forze dell’operaio e del servo, o mal confacenti alla sua età o al suo sesso. E non solo non defrauderebbe dell’equa mercede i suoi servi ed operai, non solo rifuggirebbe dalle ingorde e spietate usure, non solo si ritrarrebbe da ogni speculazione ingiusta e rovinosa per gli altri, ma si metterebbe volentieri al contatto dell’operaio e del servitore, perché non trattenuto da una etichetta glaciale potrebbe scambiare con lui i propri sentimenti, parteciperebbe alle sue gioie, compatirebbe le sue pene, s’interesserebbe della sua famiglia, lo conforterebbe all’onestà e al bene, lo correggerebbe nei suoi bisogni, ma senza avvilirlo, insomma riguarderebbe in lui il fratello di quella grande famiglia cristiana, di cui Dio è Padre.

— E i poveri, gli operai che farebbero?

Discaccerebbero dall’animo ogni sentimento di invidia per la sorte dei ricchi, non uscirebbero in parole di lamento e di imprecazione contro di essi e contro di Dio; anche allora che giungono dei momenti critici e dolorosi, vivrebbero affidati alla divina Provvidenza, che non lascia mai mancare il pane a chi in lei si abbandona. Riguarderebbero nei loro signori e padroni la vera immagine di Dio, anche allora che taluni tra di essi non la facessero troppo risaltare. E come a rappresentanti di Dio starebbero volentieri sottomessi, li stimerebbero, li riverirebbero, li obbedirebbero nei loro comandi, li servirebbero con fedeltà ed amore, lavorerebbero non solo quando sono veduti da loro, ma sempre, secondoché loro impone la coscienza e la giustizia, non sperderebbero né guasterebbero mai a bella posta la loro roba, per recar loro danno e offesa, e se talvolta dovessero difendere i propri diritti calpestati, non sarebbe mai che si appigliassero agli atti violenti, agli ammutinamenti, alle ribellioni, ma alle calme e rispettose ragioni. –  Tale sarebbe l’efficacia, che sull’animo dei ricchi e dei padroni, dei poveri e degli operai eserciterebbe il Vangelo di Gesù Cristo, quando fosse tenuto nel debito conto.

— Sì, lo credo anch’io.

Tu intanto bada bene per carità a star lontano da coloro, che anche per poco ti pongono in dileggio la Chiesa e ti parlano del socialismo come del gran mezzo per rifare la società ed apportare nel mondo la felicità a tutti, e specialmente a quelli che stanno in basso. Non ascriverti mai ad alcuna società, senza esserti prima consigliato con qualche buon sacerdote o con altra persona di sano e cristiano giudizio. In quella vece entra volentieri a far parte di quelle associazioni e istituzioni cattoliche d’indole sociale, che i Pontefici giustamente hanno indicato come gran mezzo per far argine al socialismo, e che, grazie a Dio, si vanno ogni giorno più rassodando e dilatando per le nostre città e pei nostri paesi; e dato che avrai il nome a tali associazioni e istituzioni, procura di far loro onore coll’integrità della tua condotta, colla fermezza nei tuoi principii cattolici, con la aperta e coraggiosa manifestazione dei medesimi, e col combattere anche tu, per quel che ti spetta, e sotto la disciplina della Chiesa, tutto ciò che sgraziatamente la avversa.

— Mi darò il massimo impegno per seguire in proposito i suoi buoni consigli.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.