APPARECCHIO ALLA SS. COMUNIONE (1)

APPARECCHIO ALLA SS . COMUNIONE (1)

[Sac. G. Riva: Manuale di Filotea, Milano, 1888]

APPARECCHIO I

Atto di Fede.

Ecco, Egli sen viene, salendo veloce su pei monti trascorrendo i colli (Cant. 2).

Ah, mio amabilissimo Salvatore, voi per venire ad unirvi con me per mezzo di questo ss. Sacramento, quanti monti difficili ed aspri avete dovuto sormontare! Voi doveste passare da Dio a farvi uomo, da immenso a farvi bambino, da Signore a farvi servo, dal seno dell’Eterno Padre, nel seno di una Vergine, dal Cielo in una stalla, dal trono della gloria in un patibolo di giustizia. E questa mattina voi stesso volete passare dalla sede celeste ad abitare dentro il mio petto.

Ecco, Egli se ne sta dietro la nostra parete, guardando dalle finestre, osservando tra mezzo i cancelli (Cant. II). Ecco, o anima mia, che il tuo amato Gesù, ardendo dello stesso amore col quale ti amò sulla croce morendo per te, ora sta nascosto dietro le specie del ss. Sacramento. E che sta facendo? Quale amante appassionato, desiderando di vedersi corrisposto, da dentro l’ostia, come da chiusi cancelli, per cui guarda e non è guardato, sta osservando te che vai questa mattina a cibarti delle sue carni divine, osservando a che pensi, che ami, che desideri, che cerchi, quali offerte vai a presentargli. Via su, anima mia, apparecchiati a ricevere Gesù e prima con la fede dicendogli: Dunque, mio amato Redentore, fra pochi momenti voi avete da venire in me? O Dio nascosto e sconosciuto dalla maggior parte degli uomini, io vi credo, vi confesso,e vi adoro nel ss. Sacramento per mio Signore Salvatore: e per confessare questa verità, darei volentieri la vita. Voi venite per arricchirmi delle vostre grazie, e per unirvi tutto a me; quanta dunque dev’essere la mia confidenza in questa vostra venuta così amorosa?

Atto di Speranza.

Anima mia, dilata il cuore: il tuo Gesù può farti ogni bene, e ti ama assai. Spera adunque grandi cose da questo tuo Signore che spinto dall’amore, tutto amore a te viene. Sì, caro mio Gesù, speranza mia, io fido nella vostra bontà che nel donarmi Voi stesso questa mattina, accenderete nel mio povero cuore la bella fiamma del vostro amore e un vero desiderio di darvi gusto, acciocché io da oggi innanzi altro non voglia se non quello che volete voi.

Atto di Amore.

Ah! Dio mio, vero ed unico amore dell’anima mia, che potevate voi fare di più per essere amato da me? Non vi è bastato, Signor mio, il morire per me; avete voluto instituire questo gran Sacramento per donarvi tutto a me, e così stringervi tutto ed unirvi cuore a cuore con una creatura così vile ed ingrata come son io: e quel che è più, Voi stesso mi invitate a ricevervi, e tanto desiderate che io vi riceva. Oh amore immenso! amore incomprensibile! amore infinito! Un Dio vuol darsi tutto a me! Anima lo credi? che fai, che dici? O mio Dio, o amabile infinito, unico oggetto degno di tutti gli amori, io vi amo con tutto il cuor mio, vi amo sopra ogni cosa, vi amo più di me stesso, più della vita mia. Oh potessi vedervi da tutti amato! Oh potessi farvi amare da tutti i cuori quanto voi meritate! Io vi amo, o Dio amabilissimo, e per più amarvi, unisco il misero mio cuore al cuore di tutti i Santi, al cuore di tutti gli Angioli, al cuore della regina degli Angioli e dei Santi, la vostra santissima Madre Maria. Sicché vi amo, o Bontà infinita, con l’amore con cui vi amano tutti gli Eletti che vi godono e vi glorificano nel Paradiso. Vi amo solo perché ne siete degno, e per darvi gusto. Uscite dal mio cuore affetti terreni; voi non siete per Iddio. Madre del bell’amore, Maria ss. ajutatemi voi ad amare quel Dio che tanto bramate di veder amato come si merita da tutto il mondo.

Atto di Umiltà.

Dunque, anima mia, già tu vai a cibarti delle carni santissime di Gesù Cristo? ma ne sei degna? Dio mio, o chi son io, e chi siete voi? Ah, se io so e confesso chi siete voi che a me vi donate, voi sapete meglio di me chi son io che vi ho da ricevere.  Ed è possibile, o Gesù mio, che Voi, purità infinita, abbiate desiderio di venire ad alloggiare in quest’anima che è stata tante volte ricetto del vostro nemico e lorda di tanti peccati! Io conosco, o mio Dio, la vostra maestà, e la estrema mia miseria; perciò mi vergogno di comparirvi davanti. Vorrei scostarmi da Voi per riverenza: ma se da Voi mi allontano, o vita mia, dove andrò? a chi ricorrerò? che sarà di me? No, che non voglio mai scostarmi da Voi; anzi voglio sempre più avvicinarmi. Voi vi contentate ch’io vi riceva in cibo: anzi a ciò mi invitate. Vengo dunque, o amabile Salvatore, vengo a ricevervi questa mattina, umiliato e confuso per i miei difetti, ma tutto confidato nella pietà e nell’amore che mi portate.

Atto di Dolore

Quanto mi rincresce, o Dio dell’anima mia, di non avervi amato per il passato! Anzi, invece di amarvi, come dovevo, io ho tante volte offesa e disgustata la vostra bontà infinita, vi ho voltate le spalle, ho disprezzato la vostra grazia e la vostra amicizia; insomma, o Dio mio, vi ho voluto perdere volontariamente! Signore, io me ne pento e me ne dolgo con tutto il cuore. Odio sopra ogni male le offese che vi ho fatte e gravi e leggiere, perché con esse ho offeso Voi, Bontà infinita. Io spero che Voi mi abbiate perdonato: ma se mai non mi aveste ancora perdonato, perdonatemi prima che io vi riceva. Lavate col vostro sangue quest’anima mia dove volete venire fra poco ad abitare.

Atto di Desiderio.

Orsù, anima mia, è giunta già l’ora beata nella quale il tuo Gesù ha da venire a ricettarsi nel tuo povero cuore. Ecco il Re del cielo, ecco il tuo Redentore, il tuo Dio, che a te viene; apparecchiati a riceverlo con amore; chiamalo a te col desiderio. Venite, o Gesù mio, venite all’anima mia che vi desidera. Prima che Voi vi doniate a me, io voglio donarvi, anzi vi dono il mio misero cuore; Voi accertatelo; venite presto a pigliarne il possesso. Venite: mio Dio, non più tardate. Unico ed infinito mio tesoro, mia vita, mio paradiso, mio amore, mio tutto, io vorrei ricevervi con quell’amore con cui vi hanno ricevute le anime più sante e più amanti e la stessa vostra madre Maria; alle loro Comunioni unisco questa mia. Santissima Vergine e Madre mia Maria, ecco che io già mi accosto a ricevere vostro Figlio. Vorrei avere il vostro cuore ed il vostro amore. Ma, dacché tanto non posso, datemi Voi il vostro Gesù, come lo deste ai Pastori ed ai Magi. Io dalle vostre purissime mani intendo di riceverlo. Ditegli che io son vostro servo e devoto, che così Egli mi guarderà con occhio più amoroso e più strettamente mi abbraccerà ora che a me viene.

APPARECCHIO II.

A Gesù.

Amato mio Gesù, vero Piglio di Dio, che per me un giorno moriste in croce in un mare di dolori e di disprezzi, io fermamente credo che state nel ss. Sacramento, e per questa fede son pronto a dar la vita. Spero nella vostra bontà e nei meriti del vostro sangue, che, venendo a me questa mattina, mi accenderete del vostro santo amore, e mi donerete tutte quelle grazie che mi abbisognano per esservi ubbidiente e fedele fino alla morte. – Che potevate fare di più, mio Dio, per obbligarmi ad amarvi? Non vi è bastato di morire per me, avete voluto di più istituire il ss. Sacramento e farvi mio cibo per donarvi tutto a me, e così stringervi ed unirvi tutto con una creatura così vile ed ingrata come son io. Voi stesso m’invitate a ricevervi, e tanto desiderate che io vi riceva. O amore immenso! Un Dio darsi tutto a me! O mio Dio, o amabile, infinito, degno d’infinito amore, io vi amo sopra ogni cosa; vi amo con tutto il cuor mio, vi amo più di me stesso, più della vita mia; vi amo perché Voi lo meritate, e vi amo ancora per compiacervi, giacché tanto desiderate l’amor mio. Uscite dall’anima mia, affetti terreni; solo a voi, Gesù mio, mio tesoro, mio tutto, voglio dare tutto il mio amore. Voi in questa mattina volete darvi tutto a me: io mi do tutto a voi. Sì, lo protesto, io non voglio altro che Voi, e non altro se non quello che piace a Voi. Vi amo o mio Salvatore, ed unisco il mio misero amore all’amore che vi portano gli Angioli ed i Santi, non che Maria ss. vostra Madre, e il vostro eterno Padre. Oh potessi io farvi amare da tutti gli uomini e farvi amare quanto Voi meritate! Ecco, o Gesù mio, che già mi accosto a cibarmi delle vostre sacrosante carni; ma chi son io? e chi siete Voi? Voi siete un Dio d’infinita bontà, ed io sono un verme schifoso, lordo d’infiniti peccati, un ingrato che tante volte vi ho scacciato dall’anima mia. Domine non sum dignus: Ah, io non son degno neppure di stare alla vostra presenza: dovrei stare all’Inferno per sempre, lontano ed abbandonato da Voi. Ma Voi per vostra bontà mi invitate a ricevervi: ecco già vengo: vengo umiliato e confuso per i tanti disgusti che vi ho dati, ma pieno di fiducia nella vostra pietà e nell’amore che mi portate. Quanto mi dispiace, o amabile mio Redentore, di avervi tanto oltraggiato! Voi siete giunto a dar la vita per me, ed io tante volte ho disprezzato la vostra grazia ed il vostro amore, e vi ho cambiato per un niente. Mi pento con tutto il cuore, e abbomino più di ogni male ogni offesa che vi ho fatta grave o leggiera, perché è stata offesa di Voi Bontà infinita. Io spero che mi abbiate già perdonato, ma se non mi aveste perdonato ancora, perdonatemi prima che vi riceva. Rimettetemi subito nella vostra grazia, onde possiate con compiacenza venire ad alloggiare dentro di me. Venite dunque, Gesù mio; venite nell’anima mia che vi desidera. Unico ed infinito mio bene, mia vita, mio amore, io vorrei ricevervi questa mattina con quell’amore con cui vi hanno ricevuto le anime più innamorate di Voi, e con quel fervore con cui vi riceveva la vostra santissima Madre: io alle sue Comunioni unisco questa mia.

All’Eterno Padre.

Dio onnipotente ed eterno, ecco che io mi accosto al gran Sacramento del vostro unigenito Figliuolo e Signor nostro Gesù-Cristo. Mi accosto come un infermo al medico della vita, un immondo al fonte della misericordia, un cieco al lume della eterna chiarezza, un povero e bisognoso al Signore del cielo e della terra. Io prego adunque la vostra clemenza di concedermi che ricever possa il Pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore de’ signori, con tanta riverenza ed umiltà, con tanta contrizione e devozione, con tanta purità e fede che abbia a partecipare con solo del corpo e del sangue del mio Signore, ma anche della virtù e della grazia di sì gran Sacramento, sicché meriti di essere unito al suo corpo mistico, e di essere numerato fra i veri suoi membri. Padre amantissimo, concedetemi poi che il diletto Figliuol vostro, il quale velato agli occhi miei ora intendo di ricevere, possa io un dì a scoperta contemplare nel cielo, dove con Voi vive e regna un solo Dio insieme con lo Spirito Santo per tutti i secoli de’ secoli.

A Maria.

Giacché è solo per voi, o benedetta fra tutte le donne, o Padre della vita e della salute, o SS. Vergine, che noi abbiamo accesso a quel Figliuolo divino che voi avete dato alla terra e sacrificato sopra la croce, fate con la vostra intercessione ch’io degnamente mi accosti a quella mensa degli Angioli ch’Egli ha preparato nelle sue carni a tutti quanti i suoi credenti. La vostra umiltà sì grata a Dio, e che lo trasse dal sen del Padre nel vostro utero verginale, scusi adesso la mia superbia e la mia vanità. La vostra carità quasi senza limiti copra la moltitudine dei miei peccati. La vostra prodigiosa fecondità di meriti e di virtù supplisca alla sterilità delle mie buone opere, la vostra santità superiore a quella di tutti gli eletti, la vostra perfezione veramente ineffabile, scusino la mia corruzione e la mia iniquità. Mia Signora, mia avvocata, mia Madre, presentatemi voi al vostro Figliuolo divino, a Lui raccomandatemi, riconciliatemi con Lui. Fate, o Vergine benedetta, per quella grazia che riceveste, per quei privilegi di cui foste onorata, per quella misericordia infinita di cui avete arricchita la terra, dando alla luce il Dio delle misericordie, finalmente per quella sovrana potenza che avete ottenuto nel cielo, fate ch’io m’accosti con le debite disposizioni a questo augustissimo Sacramento, onde divenga per me, come già fu per le anime sante e fervorose, una caparra sicura di quella eterna beatitudine che è preparata nel Paradiso.

APPARECCHIO TERZO

Atto di Fede e di Adorazione,

O Dio nascosto e sconosciuto alla maggior parte degli uomini, io vi credo e vi riconosco nel santissimo Sacramento per mio Signore e Redentor mio, ed insieme con gli Angioli ed i Santi del cielo e con i giusti della terra vi adoro profondamente, e vorrei aver sentimenti degni della vostra presenza. Io non vedo che le umili sembianze di pane; ma queste pur sono un effetto singolarissimo della bontà vostra infinita che con quel candido velo, a somiglianza del vostro servo Mosè, venite a coprire i vostri splendori per adattarvi alla debolezza nostra, e togliendo ogni timore che la vostra maestà visibile potrebbe in noi ingerire, insinuare maggior confidenza ed amore. O Dio adunque nascosto e velato per amor mio, nuovamente vi adoro, e ammiro i grandi prodigi della vostra sapienza, della vostra potenza, dalla vostra bontà, per favorire sì misera creatura; e credo fermamente che, ricevendo quell’Ostia consacrata, riceverò il corpo ed il sangue, l’anima e la divinità del mio Gesù, quel Dio che per eccesso di sua carità si è fatto uomo per liberarmi dalle mie miserie, è morto sulla croce per cancellar col suo sangue i miei peccati, ed è asceso trionfante al Cielo per ivi preparare una sede di gloria anche per me. Tutto questo io credo, e quanto di Voi insegna la santa Chiesa, perché  gliel’avete rivelato Voi stesso, o mio Dio, prima Verità infallibile: gioisco della mia bella sorte di essere a parte di sì grandi misteri, a gloria dei quali mi stimerei ben fortunato di dare ancora la vita, come hanno già fatto migliaia di Martiri, con i quali, per virtù di questo medesimo Sacramento, spero di essere un dì compagno nel cielo.

Atto di Umiltà e di Contrizione.

Dio della maestà e della gloria, chi son io, che vi degnate di volgere gli occhi vostri sopra di me, ed avere per me tanto di bontà e di misericordia! Come! Io miserabil verme della terra, io peccatore, io che a tanti vostri beneficj non ho corrisposto che con ingratitudini ed oltraggi, io accostarmi alla mensa degli Angioli, ricevere Voi, mio Signore e mio Dio, e cibarmi delle vostre carni immacolate? Ah! no, che non ne son degno, né potrei rendermene degno ancorché avessi le virtù e i meriti di tutti i Santi. A me non si conviene che di prostrarmi innanzi a Voi, o sovrano Re del cielo, di umiliarmi, di piangere le mie colpe e di confondermi nell’abisso della mia indegnità; e vorrei potermi tanto umiliare per vostra gloria, come Voi in questo Sacramento vi abbassaste per amor mio. Conosco e confesso, o Signore, la sovrana vostra grandezza e l’estrema mia miseria. E se per una parte io godo che Voi siate sì grande e sì glorioso, alla vista della mia miseria, mi riempio di confusione, e vorrei quasi pregarvi con Pietro: Allontanatevi da me, o Signore; perché son uomo peccatore. Se non che, la bontà vostra è tanto superiore alla mia indegnità, e sì amorevoli ed obbliganti sono gli inviti che Voi stesso mi fate replicatamente di venire alla vostra mensa di paradiso, promettendomi ogni bene, che troppo gran torto a Voi farei, se diffidandomi me ne ritirassi, e a me troppo gran danno. Perocché,  mia speranza, mia vita, mio sommo ed unico Bene, dove potrei aver salute lungi da Voi, se Voi stesso mi fate intendere che, se non mi nutrirò delle vostre carni, non avrò vita? Verrò dunque a Voi in spirito di umiltà e di confidenza; verrò, o Signore, a godere di un favore sì grande; poiché Voi lo volete per il mio bene. Ma al confronto di tanta bontà, o quanto più detestabili conosco i miei peccati, avendo sì gravemente offeso chi tanto mi ama e benefica, e solo merita l’amore di tutte le creature! Me ne dolgo, o mio Dio; e risoluto di non più offendervi, rinunzio a tutti quegli oggetti indegni che hanno distolto il mio cuore da Voi. Ah! potessi almeno cancellare col pianto le mie colpe! Potessi averne quella contrizione che Voi stesso ne aveste nell’Orto, allorché, non contento di piangere con gli occhi i miei peccati, li piangeste con lagrime di sangue in tutto il corpo! Datemela Voi, o divin Redentore,  che è tutta vostro dono. E sebbene abbia già lavato, come spero, l’anima mia nel Sacramento della Penitenza, lavatemi voi ancora con grazia più abbondante: purificatemi col fuoco di una contrizione perfettissima dalle macchie ancora più piccole; create in me un cuore del tutto mondo, rinnovate nel mio spirito quella bella innocenza che mi metta in istato di ricevervi santamente, e di amarvi, come vi prometto, fervorosamente e costantemente fino alla morte.

Atto di Amore.

Ah Gesù mio, mio Dio, vero ed unico amante dell’anima mia, e che potevate Voi fare di più per eccitare il freddo mio cuore a riamarvi! L’esser Voi Dio creatore, padre, redentore, sommo ed unico mio bene, bastava pure ad obbligarvi tutto l’amor mio. Tuttavia, di ciò non contento, dopo esservi tutto sacrificato per me sulla croce, avete voluto istituire questo Sacramento per sacrificarvi nuovamente, e darvi in maniera particolare tutto a me, ed arricchirmi dei vostri doni; e quello che più ancora sorprende, Voi stesso tanto benignamente mi chiamate, e mi fate una dolce violenza di venire a Voi, e di unirmi in questo Sacramento con Voi, non ostante la distanza smisurata che passa fra la piccolezza ed indegnità mia, e la vostra grandezza e santità infinita. Oh bontà, oh amore senza esempio! Oh degnazione veramente ineffabile di Dio! Uscite adunque dal mio cuore affetti terreni, che vi abbomino e vi detesto, e date luogo all’amore del mio Gesù, del mio Dio. Sì, Bontà infinita, or finalmente voglio essere tutto vostro, ed esserlo per sempre; vi amo con tutto il cuore, vi amo sopra ogni cosa, vi amo più della mia vita, più di me stesso; e mi rincresce di avere un cuore sì piccolo per amarvi. Oh potessi almeno vedervi da tutti amato! Potessi fare che tutte le creature vi conoscessero e vi amassero quanto meritate! – Serafini del cielo, Maria santissima, fatelo voi per me; ed ottenetemi un cuore simile al vostro, sicché in avvenire tutto arda anch’io dell’amore del mio Gesù.

Atto di Speranza

Quanti beni devo aspettarmi da Voi, o Signore, dacché sì grande è la vostra bontà e la vostra degnazione, che in Voi io vengo a ricevere la stessa sorgente di ogni bene! Sì, consolati anima mia; per quanto siano grandi le tue miserie, il tuo Gesù viene per provvedere a tutte, ed arricchirti dei tesori della sua misericordia. O datore d’ogni bene, Gesù mio misericordiosissimo, sì che lo credo, e perciò pieno di fiducia nella vostra bontà infinita e nelle vostre infallibili promesse, io vengo a Voi. La mia povertà, le mie infermità, le mie debolezze, i miei travagli, tutti i miei bisogni sono manifesti agli occhi vostri: tanto mi basta. Io spero che la vostra misericordia si intenerirà sulle mie miserie e provvederete a tutto, e tutta la pienezza della vostra grazia impiegherete sopra di me a guarirmi, a mondarmi, ad arricchirmi, a santificarmi. Deh, caro ed amato mio Bene, per quanto mi diate di grazia e di favori, non mi darete mai tanto quanto già mi date, dandomi tutto Voi stesso.

Atto di Desiderio.

Ora, che più tardate, o Gesù mio, tutto desiderabile? che più tardate a venire a me! O pane degli Angioli, o manna di paradiso, mia speranza, mio conforto, mia vita, mio tutto, venite una volta a nutrirmi delle vostre carni immacolate, a riempirmi del vostro spirito divino, e farmi tutto vostro. Il mio cuore sospira a Voi, ed a Voi solo; e vorrei ricevervi con quell’amore sì puro, con quella fede sì viva, con quelle disposizioni sì sante con le quali vi ha nel suo seno ricevuto Maria Santissima. Tutti i suoi meriti, e quelli delle anime a voi più care, anzi i vostri stessi, o mio Gesù, vi offro per supplire in qualche modo alla mia indegnità. Venite adunque, non più tardate; venite a prender possesso dell’anima mia, ed a formarvi nel mio cuore un trono, dove col vostro amore abbiate a regnare per sempre.

[1. Continua]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.