LO SCUDO DELLA FEDE (XXIII)

[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]

XXIII.

L’ANIMA UMANA.

L’anima umana esiste. — Il pensiero non è una funzione del cervello. Ciascun’anima è creata da Dio. — Differenza dell’anima umana da quella delle bestie. — Immortalità dell’anima e vita avvenire. — Morti noi, morto tutto?

— È proprio vero che Iddio abbia dato all’uomo anche l’anima?

Non se ne può dubitare; è verità di fede. L’uomo è composto di un corpo mortale e di un’anima immortale; è così ha voluto Iddio che fosse mettendo l’uomo al mondo. Di modo che come il solo corpo non forma l’uomo, così neppure l’anima separata dal corpo basta a costituire l’uomo perfetto, ma perciò ci vuole l’unione dell’anima col suo corpo.

— Ma se l’anima non si vede!

Tu fai come i materialisti, i quali, perché anatomizzando il corpo non riescono a ferire l’anima coi loro bisturini, negano senza più la sua esistenza. Ma, caro mio, se noi la vedessimo non sarebbe più anima, vale a dire spirito. Del resto se non possiamo vederla cogli occhi materiali, forse che non dobbiamo vederla con quelli della ragione?

— Come dunque la ragione prova l’esistenza dell’anima umana?

Con moltissime prove che potrai apprendere facendo studi filosofici; io mi accontento di recartene due sole. Sta ben attento. – 1a Prova: È dimostrato nella scienza fisiologica che nel corpo umano nello spazio di sette anni incirca tutto si muti e si trasformi. Eppure per quanto si muti la carne, si muti il sangue, si mutino le ossa, ciascuno di noi sa certissimamente di essere sempre lo stesso individuo che sente, che pensa e vuole. Dunque in mezzo al continuo mutamento e rimutamento della materia bisogna ammettere nell’uomo qualche principio, che non si muta mai nella sua sostanza, e che perciò è al tutto differentissimo dal corpo umano; e questo principio è per l’appunto l’anima. – 2a Prova: Noi facciamo dei pensieri. Ma i pensieri nostri non sono materiali, non si possono né vedere, né misurare, né pesare né scomporre, eccetera. Dunque il pensiero essendo immateriale non è prodotto in noi dal corpo materiale. Bisogna perciò che sia prodotto da un’altra sostanza totalmente diversa, la quale è l’anima.

— Anche senza essere filosofo ho inteso queste prove. Ma com’è che in certe scuole si insegna che il pensiero è una funzione del cervello ?

Se così fosse, ne verrebbe che l’uomo con un cervello più o meno grosso farebbe dei pensieri più o meno grossi, che i pensieri avrebbero estensione, forma, peso, eccetera; che perdendo una parte di cervello perderebbe anche in proporzione la facoltà di pensare. E invece, come più volte fu dimostrato dall’esperienza, anche perdendosi una parte notabile di cervello, sono rimaste intatte le facoltà mentali.

— Eppure non si dice che chi non è più capace di pensare bene e ragionare ha perduto il cervello, o ha il cervello ammalato?

Così si dice per modo di dire e perché davvero l’anima si risente di ciò che avviene nel corpo, come l’occhio si risente dello indebolirsi o scomparir della luce; ma di quella guisa istessa che l’occhio non è la luce, così l’anima non è il corpo, e il pensiero non è il cervello o il prodotto di qualsiasi altro elemento del corpo.

— Anche questo l’ho inteso. Ma presentemente in ciascun uomo di qual maniera è prodotta l’anima? Sono forse i genitori, che la generano come il corpo?

No, certamente, il dire ciò, come osserva S. Tommaso, sarebbe un’eresia. La dottrina comune, chiara e più certa, dalla quale non dobbiamo allontanarci è quella, che insegna Dio creare immediatamente ciascun’anima, e in quel modo e tempo, che Egli solo sa, infonderla nel corpo.

— Va benissimo. Mi sembra però che si faccia troppo gran conto dell’anima. Alla fin fine non l’hanno altresì gli animali?

E tu vuoi mettere l’anima degli animali a pari con quella dell’uomo? Non sai che tra l’anima umana e quella degli animali v’è una differenza enorme? L’anima nostra è ragionevole, intelligente, ha coscienza di sé, è capace del bene e del male, è libera, quindi è responsabile dei propri atti e deve riceverne il premio od il castigo; l’anima delle bestie al contrario non è nulla di tutto ciò.

— Ma alle volte certi animali non sembrano dal loro modo di agire che abbiano la ragione?

Potrà sembrare, ma non è. Ohi ha la ragione può passare dal noto all’ignoto e progredire scientificamente e civilmente. M a l’esperienza dimostra chiaro che nessuna bestia può fare ciò, perché nessuna mai l’ha fatto.

— E allora da che cosa procede l’addomesticamento di certi animali e l’imparare che essi fanno certe azioni di saltare, di cantare, di giuocare e simili?

Ciò proviene dall’istinto ossia da una forza interna, per cui l’animale mosso dallo stimolo di una sensazione grata o molesta, sensazione che per la memoria si riproduce, è indotto a fare certe cose senza precedente cognizione di motivo o di fine.

— Questo l’ho inteso; ma ciò che non so e non capisco ancora si è se tanto l’anima dell’uomo come quella della bestia siano immortali.

Senti: riguardo all’anima della bestia pare certo ch’essa non sia immortale. Siccome però di che natura propriamente essa sia non si sa dire con precisione, e vi hanno in proposito varie opinioni, così a seconda di queste opinioni si spiega pure diversamente come essa non sia immortale. Taluno dice che forse Dio stesso la distrugge; altri dicono che non potendo sussistere di per se stessa se non in unione col corpo della bestia, si dilegua da se stessa quando per la morte si discioglie il corpo dell’animale. E non mancano neppure di coloro che pensano che anche l’anima degli animali per la loro morte non cessi neppure essa di vivere, benché riconoscano la impossibilità di stabilire in che modo essa viva. Insomma qui si è di fronte ad uno di quei tanti misteri di natura, per spiegare i quali si fanno supposizioni e supposizioni senza che però si possa su di essi pronunciare una parola definitiva.

— Ed in quanto all’immortalità dell’anima umana si tratterebbe anche solo di supposizioni?

No, affatto. Prima di tutto si tratta qui di una verità di fede, anzi di una verità fondamentale della fede cattolica. Le Sante Scritture ce ne parlano ripetutamente e ci dicono chiaro che « Dio ha creato l’uomo immortale ». Oltre a ciò ragione ci dimostra apertamente che l’anima umana è veramente immortale; e te ne addurrò alcune prove, le quali serviranno nel tempo stesso a dimostrarti l’esistenza di una vita futura.

— Ed io le ascolterò attentamente.

L’anima umana è semplice e spirituale, il che vuol dire che non è composta di parti, perché si sente tutta intera in tutto il corpo e in ciascuna delle sue parti; ma ciò che non è composto di parti non si può sciogliere, cioè non si può distruggere. – L’anima umana sente una tendenza irrefrenabile alla felicità, e questa tendenza è certamente Dio che l’ha posta nell’anima dell’uomo. Ma qui, durante questa mortal vita, la vera e completa felicità non si trova. Bisogna dunque che ci sia un’altra vita dopo questa, dove questa tendenza possa essere pienamente soddisfatta; del resto Iddio sarebbe stato ingiusto e crudele nel mettere in noi una fame ed una sete, che non potessero mai essere soddisfatte. L’anima umana è fatta per l a verità; la verità è il suo cibo; ma la verità è indistruttibile ed immortale, epperciò deve essere anche tale l’anima che se ne ciba. Se l’anima umana non fosse immortale, se non ci fosse per essa un’altra vita dopo questa, in cui la virtù sia premiata ed il vizio sia punito, Iddio apparirebbe Egli ancora giusto com’è, dal momento che vi sono in questa vita certi viziosi che fino all’ultimo trionfano nel loro male, e in quella vece dei buoni che fino all’ultimo giacciono oppressi? Se l’anima umana non fosse immortale, non sarebbe tolto ogni freno al vizio? e la virtù non resterebbe priva di qualsiasi stimolo? Che anzi questi stessi nomi di virtù e di vizio non sarebbero nomi vani? Se l’anima umana non fosse immortale si spiegherebbe ancora quella brama, che vi ha in noi di vivere sempre, e quel rispetto che vi è presso tutti i popoli per i trapassati, precisamente perché tutti i popoli hanno sempre creduto che con la morte nostra non tutto muoia?

— Basta, basta. Da queste belle prove sono più che convinto dell’immortalità dell’anima e di una vita avvenire. Dunque la sbagliano di grosso coloro che van dicendo : « Morti noi, morto tutto? » .

Costoro, parlando così, rigettano la loro natura e la loro dignità, si fanno pari alle bestie, ai cani, ai gatti, agli asini e forse inferiori alle medesime. Costoro contraddicono all’unanime consentimento di tutti gli uomini, agli Egiziani, ai Persiani, ai Siri, ai Caldei, ai Greci, ai Romani, ai Galli, ai Brettoni, agli stessi selvaggi dell’Ottentozia e della Patagonia. Costoro vengono ad assegnare la stessa sorte ad un S. Pietro e ad un Nerone, a una S. Teresa e ad una scellerata Elisabetta regina d’Inghilterra, a un S. Vincenzo de’ Paoli e ad un Voltaire. Costoro insomma rovesciano la ragione, deridono tutto il genere umano, manomettono il buon senso e opprimono la voce della coscienza. — Ed io non li seguirò giammai nei loro traviamenti.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.