SAN PIETRO IN VINCOLI

1 Agosto.

S. PIETRO AI VINCOLI

[RACCOLTA di vita dei SANTI, I ed. veneta vol. 7-8; D. Ferrarin ed. 1778]

Nel cap. 12. degli Atti Apostolici è descritta la prigionia, e la liberazione prodigiosa di S. Pietro. S. Gregorio Magno nell’Epistola a Costanza Augusta, ch’è la 30. del lib. 3 . , parla dè miracoli, che si operavano per mezzo delle catene dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo. Parimenti il medesimo S. Pontefice in più Epistole, e speciamente  nell’Epistola 6. del lib. 5, nell’Epistola 23. del lib. 6. favella delle chiavi, nelle quali si rinchiudeva della limatura delle catene di S. Pietro, e dei miracoli operati per mezzo di esse.

1. Celebra in questo giorno Santa Chiesa la festa delle catene, con le quali fu avvinto il Principe degli Apostoli San Pietro, tanto in Gerusalemme sotto il Re Erode Agrippa, quanto in Roma sotto l’Imperator Nerone: e intende ancora di rendere al Signore le debite grazie, per essersi degnato di liberare il Capo della sua Chiesa dalle mani del sopraddetto Erode, e de’ Giudei nella maniera prodigiosa che narra S. Luca negli Atti Apostolici.

2. Dice adunque S. Luca, che Erode Agrippa circa l’anno 44 della nostra salute, dopo aver fatto decapitare S. Giacomo Apostolo, come si è detto nel giorno 25 dello scorso mese di Luglio, vedendo recava piacere ai Giudei, nemici capitali di Gesù Cristo, e de’ suoi discepoli, fece arrecare e mettere in prigione anche l’Apostolo S. Pietro, con idea di farlo morire dopo la festa di Pasqua, e lo diede in custodia a più soldati, i quali lo tenevano legato con due catene. I Fedeli intanto porgevano ferventi preghiere al Signore, acciocché soccorresse la sua Chiesa, e liberasse il Santo Apostolo dall’imminente pericolo di perdere la vita. Esaudì il Signore le orazioni dei servi suoi; e la notte precedente al giorno in cui doveva S. Pietro essere giustiziato per ordine di Erode, apparve un Angelo nella prigione, la quale fu riempiuta d’un celeste splendore, e svegliando l’Apostolo, che dormiva legato con due catene fra due soldati, gli disse, che si vestisse, si calzasse, e lo seguisse. Si sciolsero immediatamente le sue catene; onde egli così libero e sciolto seguitò l’Angelo, e passata la prima, e la seconda guardia de’ soldati, giunse alla porta di ferro, la quale si aprì da se medesima; ed essendo così S. Pietro in sicuro, l’Angelo sparve. Allora S. Pietro, il quale credeva, che tutto ciò non fosse se non un fogno ed una visione, conobbe che il Signore Io aveva liberato dalle mani di Erode, e dal furore de’ Giudei. Se ne andò alla cala della madre di Giovanni Marco, dove i Fedeli stavano radunati pregando Iddio per lui; e recò loro la lieta novella della sua miracolosa liberazione; per cui ognuno si può immaginare, quali azioni di grazie essi rendessero al Signore, che aveva esaudite le loro orazioni.

3. Ora queste catene, che avvinsero il beato corpo di S. Pietro in Gerusalemme, insieme con quelle, con cui fu legato in Roma sotto Nerone prima del suo martirio, si conservano nella Chiesa, che fino dal quinto secolo fu per ordine dell’Imperatrice Eudossia fabbricata in Roma sul monte Esquilino, e dedicata in onore di S. Pietro, e delle sue catene, e perciò chiamata S. Pietro né Vincoli. Queste catene, assai più preziose dell’oro, e delle gemme, sono sempre state venerate in modo particolare dalla pietà de’ fedeli; e per mezzo di esse ha il Signore operato isigni miracoli, come riferisce S. Gregorio Magno, che governò la Chiesa sul fine del sesto secolo, e nel principio del settimo. Solevano i Pontefici mandare in dono ai Re e ai Principi della limatura di queste catene, rinchiusa dentro piccole chiavi d’oro e d’ argento, che si portavano al collo, come un pegno della protezione del Principe degli Apostoli; ed il medesimo S. Gregorio mandò una di queste chiavi a Childeberto Re di Francia, e gli scrisse queste parole: Vi mandiamo le chiavi dì S. Pietro, ed in esse la limatura delle sue catene, acciocché portandole al collo, vi difendano da tutti i mali. – Veneriamo noi pure le catene del Santo Apostolo, delle quali, come dice S. Giovanni Grisostomo, egli assai più godeva, e si gloriava, che de’ prodigi, e de’ miracoli, che Iddio operava fino con l’ombra sua; perocché per mezzo di esse dimostrava l’amore sincero e ardente, che portava a Gesù Cristo, e rendeva testimonianza alla verità del Vangelo, che predicava. Quella è la nostra gloria , dice egli stesso nella prima sua Epistola (1 Piet. II; 19-21), questa è la vocazione dei veri seguaci del Salvatore, di essere maltrattati, vilipesi, ed oltraggiati, ed anche privati di vita per la verità e per la giustizia. A questo fine, soggiunge, Cristo ha patito per lasciare a noi l’esempio, acciocché seguitiamo le sue vestigie, e dopo brevi patimenti conseguiamo l’eterna felicità, ch’Egli ci ha meritata e promessa. – Alle volte il Signore , anche in questa vita libera i suoi fervi dalle tribolazioni e persecuzioni, come liberò S. Pietro dalle mani di Erode, e dalla prigione di Gerusalemme; e con ciò dimostra la sua potenza, alla quale tutte le cose sono soggette, e dà a conoscere, che niun male può loro accadere senza la sua volontà. – Altre volte permette, che i suoi servi siano oppressi dalle violenze, ed ingiustizie degli uomini perversi, come avvenne allo steso S. Pietro dopo venti anni in Roma sotto Nerone; e allora glorifica il suo nome, concedendo loro la pazienza, per mezzo della quale conseguiscono l’unico e sommo bene di unirli a Lui in eterno nel Cielo. Qualunque sia la condotta, che a Dio piaccia di tenere verso di noi, siamo sempre rassegnati alla sua volontà, con sicurezza, che tutto ridonderà in vantaggio e profitto delle anime nostre, come ce ne assicura Egli medesimo per bocca del suo Apostolo delle Genti (Rom. VIII, 28).

PETRE, Surge velociter. Et ceciderunt catenæ de manibus ejus …  Con questo augurio al nostro Santo Padre in Vincoli, Gregorio XVIII, preghiamo per lui, senza dimenticare la preghiera per i nostri nemici, i cabalisti-talmudisti, nemici di Dio e di tutti gli uomini. Raccomandiamo per questo la recita del Salmo LXXX:

SALMO LXXX (80)

[1] In finem. Pro torcularibus. Psalmus ipsi Asaph.

[2] Exsultate Deo adjutori nostro, jubilate Deo Jacob.

[3] Sumite psalmum, et date tympanum; psalterium jucundum, cum cithara.

[4] Buccinate in neomenia tuba, in insigni die solemnitatis vestrae;

[5] quia præceptum in Israel est, et judicium Deo Jacob.

[6] Testimonium in Joseph posuit illud, cum exiret de terra Aegypti; linguam quam non noverat audivit.

[7] Divertit ab oneribus dorsum ejus; manus ejus in cophino servierunt.

[8] In tribulatione invocasti me, et liberavi te. Exaudivi te in abscondito tempestatis; probavi te apud aquam contradictionis.

[9] Audi, populus meus, et contestabor te. Israel, si audieris me,

[10] non erit in te deus recens, neque adorabis deum alienum.

[11] Ego enim sum Dominus Deus tuus, qui eduxi te de terra Aegypti. Dilata os tuum, et implebo illud.

[12] Et non audivit populus meus vocem meam, et Israel non intendit mihi.

[13] Et dimisi eos secundum desideria cordis eorum; ibunt in adinventionibus suis.

[14] Si populus meus audisset me, Israel si in viis meis ambulasset,

[15] pro nihilo forsitan inimicos eorum humiliassem, et super tribulantes eos misissem manum meam.

[16] Inimici Domini mentiti sunt ei, et erit tempus eorum in sæcula.

[17] Et cibavit eos ex adipe frumenti, et de petra melle saturavit eos.