CATECHISMO DI BALTIMORA (VII) – Lez. 20-22

CATECHISMO DI BALTIMORA (VII) – Lez. 20-22

[Dal terzo Concilio generale di Baltimora

Versione 1891]

LEZIONE 20 –

SUL MODO DI FARE UNA BUONA CONFESSIONE

D. 825. Cosa dovremmo fare nell’entrare nel confessionale?

R. Entrando nel confessionale dovremmo inginocchiarci, fare il segno della croce e dire al sacerdote: “Benedicimi, padre”; quindi aggiungere: “Confesso a Dio Onnipotente è a te, padre, che ho peccato”.

D. 826. Quali sono le prime cose che dovremmo dire al sacerdote in Confessione?

R. Le prime cose che dovremmo dire al sacerdote in Confessione sono il tempo della nostra ultima Confessione, se abbiamo fatto la penitenza assegnata e se ci siamo accostati andati alla Santa Comunione.

D. 827. Dovremmo dire qualcos’altro riguardo alla nostra ultima confessione?

R. Riguardo alla nostra ultima confessione, dovremmo riferire anche quali restrizioni – se ce ne fossero – sono state da noi adottate in relazione alle nostre occasioni di peccato, e a quali obblighi abbiamo ottemperato in materia di pagamento di debiti, restituzione di roba, lesioni fatte a terzi e simili, obblighi che ci erano stati raccomandati.

D. 828. Dopo aver riferito circa il tempo della nostra ultima Confessione e Comunione cosa dovremmo fare?

R. Dopo aver riferito i tempi della nostra ultima Confessione e Comunione, dovremmo confessare tutti i peccati mortali commessi e tutti i peccati veniali che potremmo desiderare di menzionare.

D. 829. Che cos’è una Confessione generale?

R. Una Confessione generale è la narrazione dei peccati di tutta la nostra vita o di una gran parte di essa. È fatta allo stesso modo di una Confessione ordinaria, tranne che richiede più tempo e una più lunga preparazione.

D. 830. Quando dovrebbe essere fatta una confessione generale?

R. Una confessione generale:

1. È necessaria quando siamo certi che le nostre passate confessioni fossero cattive;
2. È utile in occasioni speciali nella nostra vita quando sta per verificarsi un cambiamento nel nostro modo di vivere;

3. Essa è dolorosa, e non deve essere fatta quando le persone sono eccessivamente scrupolose.

D. 831. Quali sono i segni di scrupoli e il rimedio contro di loro?

R. I segni dello scrupolo sono principalmente:

– Essere sempre insoddisfatti delle prorie Confessioni;

– Essere ostinati nel decidere ciò che sia peccaminoso e ciò che non lo sia. Il principale rimedio contro gli scrupoli, è seguire esattamente il consiglio del confessore senza mettere in dubbio le ragioni o l’utilità del suo consiglio.

D. 832. Che cosa dobbiamo fare quando il confessore ci fa delle domande?

R. Quando il confessore ci fa delle domande, dobbiamo rispondergli in modo veritiero e chiaro.

D. 833. Cosa dovremmo fare dopo aver detto i nostri peccati?

R. Dopo aver riferito i nostri peccati dovremmo ascoltare con attenzione il consiglio che il confessore ritenere più opportuno dare.

R. 834. Quali funzione svolge il Sacerdote nel confessionale?

R. Nel confessionale il Sacerdote svolge le funzioni:

– Di giudice, ascoltando le nostre auto-accuse ed emettendo sentenza sulla nostra colpevolezza o innocenza;

– Di padre, con il buon consiglio e l’incoraggiamento che ci dà;

– Di insegnante, con le sue istruzioni, e

– Di medico, scoprendo le afflizioni della nostra anima e dandoci i rimedi per ripristinare la salute spirituale.

D. 835. Perché è utile andare sempre, se possibile, dallo stesso confessore?

R. È utile andare sempre, se possibile, dallo stesso confessore, perché le nostre continue confessioni gli permettono di vedere più chiaramente il vero stato della nostra anima e di comprendere meglio le nostre occasioni di peccato.

D. 836. Dovremmo rimanere lontani dalla Confessione perché non possiamo andare dal nostro solito confessore?

R. Non dovremmo rimanere lontani dalla Confessione perché non possiamo andare al nostro solito confessore perché, anche se è bene confessarsi sempre dallo stesso Sacerdote, non è necessario farlo. Non si dovrebbe mai diventare così attaccati a un confessore al punto che la sua assenza o il grande inconveniente di andare da lui ogni volta, diventino una scusa per trascurare i Sacramenti.

D. 837. Come dovremmo concludere la nostra Confessione?

R. Dovremmo porre fine alla nostra Confessione dicendo: “Anch’io mi accuso di tutti i peccati della mia vita passata”, scegliendo uno o alcuni dei nostri peccati passati.

D. 838. Che cosa dovremmo fare mentre il Sacerdote ci sta dando l’assoluzione?

R. Mentre il Sacerdote ci sta dando l’assoluzione, dovremmo rinnovare nel nostro cuore l’atto di contrizione.

LEZIONE 21 –

SULLE INDULGENZE 

D. 839. Che cos’è un’indulgenza?

R. L’indulgenza è la remissione in toto o in parte della punizione temporale dovuta al peccato.

D. 840. Che cosa significa “indulgenza”?

R. La parola “indulgenza” significa un elargire un favore o una concessione. Un’indulgenza ottiene, con una leggera penitenza, la remissione delle pene che altrimenti sarebbero ben più gravi.

D. 841. L’indulgenza è un perdono del peccato o una licenza di commettere peccato?

R. Un’indulgenza non è un perdono del peccato, né una licenza di commettere peccato, e chi è in uno stato di peccato mortale, non può ottenere un’indulgenza.

D. 842. In che modo ci sono di vantaggio le buone opere fatte in uno stato di peccato mortale?

R. Le buone opere fatte in peccato mortale, ci sono di vantaggio nell’ottenerci la grazia di pentirci e talvolta delle benedizioni temporali. Il peccato mortale ci priva di tutti i nostri meriti, tuttavia Dio ci ricompenserà per ogni buona azione mentre ci punirà per ogni azione malvagia.

D. 843. Quanti tipi di indulgenze ci sono?

R. Esistono due tipi di Indulgenze: Plenaria e Parziale.

D. 844. Che cos’è l’indulgenza plenaria?

R. L’indulgenza plenaria è la piena remissione della pena temporale dovuta al peccato.

D. 845. È facile ottenere un’indulgenza plenaria?

R. Non è facile ottenere un’indulgenza plenaria, come possiamo capire dal suo grande privilegio. Per ottenere un’indulgenza plenaria, dobbiamo odiare il peccato, essere profondamente dispiaciuti anche per i nostri peccati veniali e non desiderare neppure il minimo peccato. Sebbene non possiamo guadagnare interamente ogni Indulgenza Plenaria che cerchiamo, ne otteniamo però sempre una parte; cioè, una indulgenza parziale, maggiore o minore in proporzione alle nostre buone disposizioni.

D. 846. Quali sono le più importanti indulgenze plenarie concesse dalla Chiesa?

R. Le più importanti indulgenze plenarie concesse dalla Chiesa sono:

– Le indulgenze di un giubileo che il Papa concede ogni venticinque anni o in grandi occasioni, con le quali conferisce speciali facoltà ai confessori per l’assoluzione pure dei peccati riservati;

– L’indulgenza concessa ai moribondi nella loro ultima agonia.

D. 847. Che cos’è un’indulgenza parziale?

R. Una indulgenza parziale è la remissione di parte della punizione temporale dovuta al peccato.

D. R. 848. Per quanto tempo è stata utilizzata la pratica della concessione delle Indulgenze nella Chiesa, e quale ne fu l’origine?

  1. La pratica della concessione delle Indulgenze è stata utilizzata nella Chiesa sin dai tempi degli Apostoli. Ha avuto la sua origine dalle preghiere sincere delle persone sante, e specialmente dei martiri che chiedono alla Chiesa, per il loro bene, di abbreviare le severe penitenze dei peccatori o di trasformarle in penitenze più leggere. La richiesta veniva spesso concessa e la penitenza rimessa, abbreviata o cambiata, e rimessa la penitenza, la pena temporale corrispondente veniva cancellata.

D. 849. Come dimostriamo che la Chiesa ha il potere di concedere le Indulgenze?

R. Dimostriamo che la Chiesa ha il potere di concedere le indulgenze, perché Cristo le ha dato il potere di rimettere tutta le colpe senza restrizioni, e se la Chiesa ha potere, nel Sacramento della Penitenza, di rimettere la pena eterna – che è il male più grande – deve avere il potere di evitare la pena temporale o diminuirla, anche al di fuori del Sacramento della Penitenza.

D. 850. Come sappiamo che queste Indulgenze hanno il loro effetto?

R. Sappiamo che queste Indulgenze hanno il loro effetto, perché la Chiesa, attraverso i suoi Concili, dichiara le Indulgenze utili; ma se non avessero alcun effetto, sarebbero inutili, e la Chiesa insegnerebbe l’errore nonostante la promessa di Cristo di guidarla.

D. 851. Sono mai esistiti degli abusi tra i fedeli nel modo di usare le indulgenze?

R. Sono esistiti, in epoche passate, alcuni abusi tra i fedeli nel modo di usare le Indulgenze, e la Chiesa ha sempre operato per correggere tali abusi il più presto possibile. Nell’uso delle pratiche pie dobbiamo infatti essere sempre guidati dai nostri superiori legittimi.

D. 852. In che modo i nemici della Chiesa si sono serviti dell’abuso delle Indulgenze?

R. I nemici della Chiesa si sono serviti dell’abuso delle Indulgenze per negare la dottrina delle Indulgenze, per abbatterne l’insegnamento e così limitare il potere della Chiesa. Per non essere ingannati in materia di fede, dobbiamo sempre distinguere molto attentamente tra gli abusi ai quali una devozione può condurre, e le verità su cui poggia la devozione.

D. 853. In che modo la Chiesa rimette, mediante le indulgenze, la pena temporale dovuta al peccato?

D. La Chiesa, mediante le indulgenze, rimette la pena temporale dovuta al peccato applicandoci i meriti di Gesù Cristo e le soddisfazioni sovrabbondanti della Beata Vergine Maria e dei Santi; e questi meriti e soddisfazioni sono il suo tesoro spirituale della Chiesa.

D. 854. Che cosa intendiamo per “soddisfazione sovrabbondante della Beata Vergine e dei Santi”?

R. Per “soddisfazione sovrabbondante della Beata Vergine e dei Santi”, intendiamo tutta la soddisfazione al di là di quella che era necessaria per soddisfare i propri peccati. Poiché le loro buone opere erano molte e i loro peccati pochi – la Vergine Benedetta anzi era senza peccato alcuno – la soddisfazione non necessaria per se stessi è ritenuta dalla Chiesa un tesoro spirituale da utilizzare per il nostro bene.

D. 855. La Chiesa, concedendo le indulgenze, ci esonera dal fare penitenza?

R. La Chiesa, concedendo le indulgenze, non ci esonera dal fare penitenza, ma semplicemente rende più lieve la penitenza per cui possiamo facilmente soddisfare ai nostri peccati e sfuggire così alle punizioni che essi meritano.

D. 856. Chi ha il potere di concedere le Indulgenze?

R. Solo il Papa ha il potere di concedere le Indulgenze alla Chiesa Universale; ma i Vescovi hanno il potere di concedere le Indulgenze parziali nella loro diocesi. Anche i Cardinali ed altri chierici, con il permesso speciale del Papa, possono avere il diritto di concedere alcune indulgenze.

D. 857. Dove troveremo le indulgenze concesse dalla Chiesa?

R. Troveremo le indulgenze concesse dalla Chiesa nelle dichiarazioni del Papa e della Sacra Congregazione cardinalizia. Queste dichiarazioni sono di solito riportate nei libri di preghiere e nei libri di devozione o di istruzione.

D. 858. Che cosa dobbiamo fare per ottenere un’indulgenza?

R. Per ottenere un’indulgenza dobbiamo essere nello stato di grazia e compiere le azioni ingiunte.

D. 859. Oltre ad essere in uno stato di grazia e ad eseguire le opere ingiunte, cos’altro è necessario per ottenere l’Indulgenza?

R. Oltre ad essere in uno stato di grazia e ad eseguire le opere ingiunte, è necessario per ottenere un’Indulgenza, avere almeno l’intenzione generale di ottenerle.

D. 860. Come e perché dovremmo avere un’intenzione generale di ottenere tutte le possibili indulgenze, ogni giorno?

R. Dovremmo avere un’intenzione generale nelle nostre preghiere mattutine per ottenere ogni giorno tutte le possibili indulgenze, perché molte delle preghiere che diciamo e le buone opere che eseguiamo possono avere Indulgenze ad esse associate, sebbene non ne siamo consapevoli.

D. 861. Quali opere sono generalmente richieste per ottenere le Indulgenze?

R. Le opere generalmente ingiunte per ottenere le Indulgenze sono: la recita di certe preghiere, il digiuno e l’uso di certi articoli di devozione; visite a chiese o altari e le donazioni di elemosine. Per ottenere le Indulgenze Plenarie è generalmente richiesto di accostarsi alla Confessione e alla Santa Comunione e pregare per le intenzione del Papa.

D. 862. Che cosa significa pregare per le intenzione di una persona?

R. Pregare per l’intenzione di una persona, significa pregare perché ottenga tutto quello per cui prega o desidera ottenere attraverso la preghiera: alcuni favori spirituali o temporali.

D. 863. Che cosa significa un’Indulgenza di quaranta giorni?

R. Un’indulgenza di quaranta giorni significa che per la preghiera o l’opera a cui è assegnata un’Indulgenza di quaranta giorni, Dio rimette la maggior parte delle nostre pene temporali come se rimesse dalla penitenza canonica, di quaranta giorni. Non sappiamo quanta punizione temporale Dio rimettesse per quaranta giorni di penitenza pubblica, ma di qualunque cosa si tratti, Egli la rimette lo stesso ora quando otteniamo un’Indulgenza di quaranta giorni. La stessa regola si applica alle indulgenze di un anno o a qualsiasi periodo di tempo.

D. 864. Perché la Chiesa ha moderato le sue severe penitenze di un tempo?

R. La Chiesa ha moderato le sue severe penitenze, perché quando i Cristiani – terrorizzati dalle persecuzioni – si sono indeboliti nella loro fede, c’era il pericolo che alcuni abbandonassero la loro religione piuttosto che sottomettersi alle dure penitenze imposte. La Chiesa, pertanto, desiderando salvare il maggior numero possibile di anime, ha reso la penitenza del peccatore la più leggera possibile.

D. 865. A quali cose possono essere annesse le indulgenze?

R. Le indulgenze plenarie o parziali possono essere annesse a preghiere e a solidi articoli di devozione; a luoghi come chiese, altari, santuari, ecc., da visitare; e con un privilegio speciale a volte sono annesse alle buone opere di certe persone.

D. 866. Quando le cose perdono le Indulgenze loro assegnate?

R. Le cose perdono le Indulgenze loro associate:

– Quando sono così cambiate da non essere più quello che erano una volta;
– Quando sono venduti, i rosari ed altri articoli indulgenziati non perdono le loro indulgenze, o quando vengono prestati o dati in prestito, perché l’indulgenza non è personale bensì è annessa all’articolo stesso.

D. 867. Una confessione settimanale sarà sufficiente per ottenere durante la settimana tutte le Indulgenze per le quali si ingiunge la Confessione come una delle opere da praticare?

R. Una confessione settimanale sarà sufficiente per ottenere durante la settimana tutte le Indulgenze a cui la confessione è ingiunta come una delle opere, purché continuiamo ad essere in uno stato di grazia, eseguiamo le altre opere ingiunte e abbiamo l’intenzione di ottenere queste Indulgenze.

D. 868. Come e quando possiamo applicare le Indulgenze a beneficio delle anime del Purgatorio?

R. Possiamo applicare le Indulgenze a beneficio delle anime del Purgatorio per intercessione; ogni qualvolta sia specificamente menzionata e permessa dalla Chiesa nel concedere l’Indulgenza, cioè, quando la Chiesa dichiara che l’Indulgenza concessa è applicabile alle anime dei vivi o alle anime del Purgatorio, di modo tale che possiamo ottenerla a beneficio di entrambi.

 

LEZIONE 22 –

SULLA SANTA EUCARISTIA

D. 869. Che cosa significa esattamente la parola Eucaristia?

R. D. La parola Eucaristia significa “rendimento di grazia”, e questo Sacramento è così chiamato perché ci rende più graditi a Dio per la grazia che impartisce, e ci offre il modo migliore di ringraziarLo per tutte le Sue benedizioni.

D. 870. Che cos’è la Santa Eucaristia?

R. La Santa Eucaristia è il Sacramento che contiene il corpo e il sangue, l’anima e la divinità, di nostro Signore Gesù Cristo sotto le apparenze del pane e del vino.

D. 871. Che cosa intendiamo quando diciamo che il Sacramento contiene il Corpo e il Sangue?

R. Quando diciamo che il Sacramento contiene il Corpo e il Sangue, intendiamo il Sacramento che “è” il Corpo e il Sangue, poiché dopo la Consacrazione non c’è altra sostanza presente nell’Eucaristia.

D. 872. Quando la Santa Eucaristia è un Sacramento, e quando è un sacrificio?

R. La Santa Eucaristia è un Sacramento quando la riceviamo nella Santa Comunione e quando rimane nel Tabernacolo dell’Altare. È un Sacrificio quando viene offerto nella Messa dalla consacrazione separata del pane e del vino, che significa la separazione del sangue di Nostro Signore dal Suo corpo quando morì sulla Croce.

D. 873. Quando Cristo ha istituito la Santa Eucaristia?

R. Cristo istituì la Santa Eucaristia durante l’Ultima Cena, la notte prima di morire.

D. 874. Chi erano i presenti quando nostro Signore istituì la Santa Eucaristia?

R. Quando Nostro Signore istituì la Santa Eucaristia, erano presenti i dodici Apostoli.

D. 875. In che modo nostro Signore istituì la Santa Eucaristia?

R. Nostro Signore ha istituito la Santa Eucaristia prendendo il pane, benedicendolo, spezzandolo e dandolo ai suoi Apostoli, dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”; e poi, prendendo il calice di vino, benedicendolo e dandolo loro, dicendo: “Bevetene tutti, questo è il mio sangue che sarà versato per la remissione dei peccati, fatelo per in mia commemorazione”.

D. 876. Cosa accadde quando nostro Signore disse: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”?

R. Quando Nostro Signore disse: “Questo è il mio corpo”, la sostanza del pane fu cambiata nella sostanza del Suo corpo; quando disse: “Questo è il mio sangue”, la sostanza del vino fu trasformata nella sostanza del Suo sangue.

D. 877. Come proviamo la presenza reale, cioè che nostro Signore è veramente e realmente presente nella Santa Eucaristia?

R. – Dimostriamo la presenza reale, cioè che Nostro Signore è veramente e realmente presente nella Santa Eucaristia:

– Mostrando che sia possibile cambiare una sostanza in un’altra;

– Mostrando che Cristo ha cambiato la sostanza del pane e del vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue;

– Mostrando che ha dato questo potere anche ai suoi Apostoli e ai Sacerdoti della sua Chiesa.

D. 878. Come sappiamo che sia possibile cambiare una sostanza in un’altra?

R. Sappiamo che è possibile cambiare una sostanza in un’altra perché:

– Dio ha cambiato l’acqua in sangue durante le “piaghe d’Egitto”.

– Cristo ha cambiato l’acqua in vino alle nozze di Cana.

– Il nostro cibo è cambiato ogni giorno nella sostanza della nostra carne e del sangue; e ciò che Dio fa gradualmente, può anche farlo istantaneamente con un atto della sua volontà.

D. 879. Questi cambiamenti sono esattamente uguali ai cambiamenti che avvengono nella Santa Eucaristia?

R. Questi cambiamenti non sono esattamente uguali ai cambiamenti che avvengono nella Santa Eucaristia, poiché mentre in queste trasformazioni anche l’aspetto è cambiato, nella Santa Eucaristia viene cambiata solo la sostanza, mentre l’apparenza rimane la stessa.

R. 880. Come dimostriamo che Cristo ha cambiato il pane e il vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue?

R. – Dimostriamo che Cristo ha cambiato il pane e il vino nella sostanza del suo corpo e del suo sangue:

– Dalle parole con le quali ha promesso la Santa Eucaristia;

– Dalle parole con le quali ha istituito la Santa Eucaristia;

– Dall’uso costante della Santa Eucaristia nella Chiesa fin dai tempi degli Apostoli;

– D. Dall’impossibilità di negare la presenza reale nella Santa Eucaristia senza negare allo stesso tempo tutto ciò che Cristo ha insegnato e fatto; poiché abbiamo prove più evidenti per la Santa Eucaristia che per qualsiasi altra verità cristiana.

D. 881. Gesù Cristo è intero ed integro sotto la forma del pane e sotto la forma del vino?

R. Gesù Cristo è intero e integro sotto la forma del pane e sotto la forma del vino.

D. 882. Come sappiamo che sotto l’aspetto del pane riceviamo anche il sangue di Cristo; e sotto l’aspetto del vino riceviamo anche il corpo di Cristo?

R. Sappiamo che sotto l’aspetto del pane riceviamo anche il sangue di Cristo, e sotto l’aspetto del vino riceviamo anche il corpo di Cristo, perché nella Santa Eucaristia riceviamo il corpo vivente di Nostro Signore, e un corpo vivente non può esistere senza il sangue, né può esistere sangue vivo senza un corpo.

D. 883. Gesù Cristo è presente interamente anche nella più piccola porzione della Santa Eucaristia, sotto forma di pane o vino?

R. Gesù Cristo è presente intero ed integro nella più piccola porzione della Santa Eucaristia sotto la forma del pane o del vino, poiché il suo corpo nell’Eucaristia è in uno stato glorificato e, poiché è partecipe del carattere di una sostanza spirituale, non richiede una dimensione o una forma definita.

D. 884. Rimane qualche cosa del pane e del vino dopo che la loro sostanza sia stata cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di nostro Signore?

R. Dopo che la sostanza del pane e del vino sia stata cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di Nostro Signore, rimangono solo le apparenze del pane e del vino.

D. 885 Cosa intendi per le apparenze del pane e del vino?

– Per le apparenze del pane e del vino intendo la figura, il colore, il sapore e qualsiasi cosa appaia ai sensi.

D. 886. Come viene chiamato questo cambiamento del pane e del vino nel corpo e nel sangue di nostro Signore?

R. Questo cambiamento del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Nostro Signore è chiamato Transustanziazione.

D. 887. Qual è il secondo grande miracolo nella Santa Eucaristia?

R. Il secondo grande miracolo nella Santa Eucaristia è la moltiplicazione della presenza del corpo di Nostro Signore in così tanti luoghi allo stesso tempo, mentre il corpo stesso non si moltiplica, perché c’è un solo corpo di Cristo.

D. 888. Non ci sono, quindi, tanti corpi di Cristo quanti sono i tabernacoli nel mondo, o per quante Messe vengono dette nello stesso tempo?

R. Non ci sono tanti corpi di Cristo quanti sono i tabernacoli nel mondo, o come ci sono Messe allo stesso tempo; ma solo un corpo di Cristo, che è dappertutto presente intero ed intero nella Santa Eucaristia, come Dio è ovunque presente, mentre Lui è un solo Dio.

D. 889. In che modo la sostanza del pane e del vino è cambiata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo?

R. La sostanza del pane e del vino è stata trasformata nella sostanza del corpo e del sangue di Cristo mediante il Suo potere onnipotente.

D. 890. Questo cambiamento di pane e vino nel corpo e nel sangue di Cristo continua aD essere fatto nella Chiesa?

R. Questo cambiamento di pane e vino nel corpo e nel sangue di Cristo continua ad essere fatto nella Chiesa da Gesù Cristo attraverso il ministero dei suoi Sacerdoti.

D. 891. Quando Cristo ha dato ai suoi Sacerdoti il ​​potere di cambiare il pane ed il vino nel Suo corpo e del Suo sangue?

R. Cristo ha dato ai suoi Sacerdoti il ​​potere di cambiare il pane e il vino nel Suo corpo e sangue quando disse agli Apostoli: “Fate questo in memoria di Me”.

D. 892. Che cosa significano le parole “fate questo in memoria di me”?

R. Le parole “fate questo in memoria di me” significano: fai ciò che Io, Cristo, sto facendo nella mia ultima cena, cioè, cambiare la sostanza del pane e del vino nella sostanza del mio corpo e del mio sangue; e fallo in memoria di Me.

D. 893. In che modo i Sacerdoti esercitano questo potere di cambiare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo?

R. I Sacerdoti esercitano questo potere di cambiare il pane e il vino nel corpo e nel sangue di Cristo attraverso le parole della consacrazione nella Messa, che sono le parole di Cristo: “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.

D. 894. In quale parte della Messa si svolge la Consacrazione?

R. La Consacrazione nella Messa si svolge immediatamente prima dell’elevazione dell’Ostia e del Calice, che si elevano sopra la testa del Sacerdote affinché il popolo possa adorare Nostro Signore che è appena giunto sull’altare con le parole della Consacrazione.

 

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.