SAN MARCELLINO PAPA, eretico come PAPA GREGORIO XVII, … dicono gli asini …

SAN MARCELLINO PAPA E MARTIRE

(26 aprile – Festa di Papa San Marcellino)

Alcune persone non catechizzate, o volutamente ignoranti, osano dire, dall’alto della loro orgogliosa empietà, che Papa Gregorio XVII (1958-1989), che fu vittima di grave violenza per 30 anni da parte dei massoni della “sinagoga di satana”, quinta colonna infiltrata nella Chiesa Cattolica, “avrebbe perso il suo Papato” per aver “forse” celebrato il reprobo “Novus Ordo Missæ”.

A tal proposito si cita il precedente storico nella vita della Chiesa Cattolica, di un altro Papa prigioniero, che ebbe il suo libero arbitrio impedito da satanici persecutori (anche questi della sinagoga di satana): Sua Santità, Papa San Marcellino, la cui festa è celebrata il 26 aprile:

Nel breviario romano si legge il 5 aprile. “Durante la crudele persecuzione dell’imperatore Diocleziano, Marcellino di Roma, sopraffatto dal terrore, offrì incenso agli idoli degli dei: per questo peccato fece penitenza e indossò un silicio, andò al Concilio di Sinuesse, dove molti Vescovi si erano radunati e lì apertamente ebbe confessato il suo crimine “.

Nota : questo atto non costituiva la perdita del Papato, dal momento che era commesso sotto grave costrizione. Papa San Marcellino è elencato ovviamente nella lista ufficiale dei Papi e finanche Canonizzato e considerato Martire della fede. Più volte abbiamo poi riportato su questo blog, a beneficio dei numerosi e saccenti pseudo-teologi, ignoranti veri, o “finti tonti” (specie tra gli eretici sedevacantisti, gli scismatici lefebvriani o i ridicoli tesisti) che, come riporta qualsiasi manualetto di Teologia morale, un conto è il “peccato” di eresia (commesso materialmente ma senza assenso interno), altro è il delitto di eresia, nel quale c’è condivisione convinta e pertinace, nonché pieno assenso in foro interno. Il peccato di eresia, benché grave, è considerato come un qualsiasi altro peccato grave in cui possa incorrere anche un Papa (senza perdere il suo incarico, come ribadito da sempre, v. Conc. di Costanza), mentre il “delitto” di eresia è la condizione in cui un Papa possa essere destituito, una volta che, avvertito da chi ne ha facoltà, sia pertinace. Quindi tutti gli “ignoranti” muli [senza offesa per i muli!] che, in buona o (soprattutto) in cattiva fede, si ostinano a non riconoscere come vero Papa Gregorio XVII, arrogandosi il diritto di condanna che non compete loro in nessun caso, sono da considerarsi, oltre che ignoranti pertinaci, degli eretici e scismatici, e quindi fuori dalla Chiesa Cattolica, e pertanto già con due piedi nell’inferno fino alla cintola, se non ricorrono ai ripari quanto prima (rimozione delle censure da chi ne ha potestà e Confessione Sacramentale) … a Napoli si dice però che: ” … a voler lavare la testa dell’asino, si perde la pezza ed il sapone!” (cioè il tempo, e l’impegno…). Inoltre occorre ricordare ai teologi dell’inganno, che: la proposizione 46 [A] Per la natura e per la definizione del peccato non è richiesta la volontarietà, e il problema non è di definizione, ma di causa e di origine, se ogni peccato debba essere volontario” e la proposizione 64(67), secondo la quale: “L’uomo pecca anche in modo degno di condanna, in quello che compie per necessità”, furono condannate da S. Pio V nel lontano 1568 nella bolla “Ex omnibus afflictionibus” contro Bajo.  Pertanto non c’è nemmeno peccato di eresia in Gregorio XVII. Beata ignoranza degli eretici modernisti, dei sedevacantisti scismatici, dei tradizionalisti vetero-gnostici del cavaliere kadosh! Andate a studiare, e prima di ragliare, … documentatevi!

* San Tommaso d’Aquino insegna che per costituire un vero atto della volontà: l’atto deve essere eseguito spontaneamente [o liberamente] – senza costrizione o uso della forza- (e che) l’uomo può essere costretto o indotto a fare qualcosa contro il suo volere in due modi: dalla violenza e dalla paura (VI 4, 5,6). Ciò che si fa sotto la violenza esteriore è del tutto involontario (VI 5).

(La vita di San Marcellino, Papa e martire, morto nel 304 d.C.)

San Marcellino, nato a Roma, succedette al Papa San Caio, il 30 giugno 296, governando poi la Chiesa per otto anni. Fu vittima della persecuzione di Diocleziano. Non sappiamo se morisse sotto i colpi dei suoi carnefici, o in seguito alle ferite riportate. La sua tomba, nel cimitero di Priscilla visitata dai fedeli, testimonia la venerazione che suscitò. I Donatisti, nel v secolo pretendevano che prima avesse offerto incenso agli dei, e che poi, pentitosi della sua colpa, l’abbia riparata con una coraggiosa confessione della fede, che gli valse infine la corona del martirio. [l’Anno Liturgico, vol. II]

* Nota: Il Papa S. Marcellino non perse ipso facto il suo ufficio di Papa, ma fu confermato da numerosi Vescovi al Sinodo di Sinuesse.

Quando Marcellino stava per essere decapitato, si dichiarò indegno della sepoltura cristiana e scomunicò tutti coloro che presumevano di seppellirlo. Così il suo corpo rimase insepolto per 35 giorni. Alla fine di quel tempo l’Apostolo Pietro apparve a Marcello, che  era succeduto a Papa e gli disse: “Fratello Marcello, perché non mi seppellisci?” Marcello rispose: “Non sei ancora stato sepolto, mio ​​Signore?” … e Pietro: “Mi considero insepolto finché Marcellino è insepolto!” “Ma non lo sai, mio ​​signore,” Marcello  rispose, “che egli ha lanciato una maledizione su chiunque lo voglia seppellire?” Pietro disse ancora: “Non è scritto che “chi si umilia deve essere esaltato”? Avresti dovuto tenerlo a mente! Ora va’ e seppelliscimi ai miei piedi. “Marcello andò subito e eseguì lodevolmente le ordinanze.” (Dal beato Giacomo, in “Legenda Aurea” , 1260 d.C.)

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.