LA MODESTIA

MODESTIA

1928: Lettera alla Congregazione per i religiosi

Agli Ordinari d’Italia: per quanto riguarda la crociata contro le mode immodeste, specialmente nelle scuole dirette da religiose.

 

Circolare.  Illustrissimi e e reverendi Signori, sono a voi ben note le gravi parole di condanna che il Santo Padre ha pronunciato, in più occasioni, con la sua Autorità apostolica, contro la moda immodesta dell’abito femminile che prevale oggi a discapito del buon portamento. – Basti ricordare le parole molto gravi, colme di dolore e di ammonimento, con le quali nel discorso del 15 agosto scorso, nella camera concistoriale, promulgando il decreto sulle virtù eroiche della venerabile Paola Frassinetti, Sua Santità ha denunciato ancora una volta il pericolo che, con il proprio fascino seduttore, si minacciano così tante anime incaute che si professano appartenere al gregge di Gesù Cristo e alla Sua Santa Chiesa.

È doloroso sottolineare a questo proposito che l’abitudine deplorevole tende ad insinuarsi tra le giovani ragazze che frequentano, come allieve, alcune delle scuole dirette da suore e delle classi della scuola domenicale che si tengono presso istituzioni religiose femminili.

Per affrontare il pericolo che, diffondendosi, diventa sempre più grave, questa Sacra Congregazione, per ordine del Santo Padre, richiama gli Ordinari d’Italia affinché possano comunicare ai superiori delle case di religiose, nelle loro rispettivi diocesi, le seguenti ingiunzioni di questa Sacra Congregazione, confermate da Sua Santità nell’udienza odierna:

a) In tutte le scuole, accademie, centri ricreativi, scuole domenicali e laboratori diretti da religiose, non siano da ammettere d’ora in poi quelle ragazze che non osservino nel loro abbigliamento le regole della modestia e della decenza cristiana.

b) A tal fine, le superiori stesse saranno obbligate ad esercitare una stretta supervisione e ad escludere perentoriamente dalle scuole e dai progetti delle loro istituzioni, quelle alunne che non si conformino a queste prescrizioni.

c) Non devono essere influenzate in questo da alcun rispetto umano, né da considerazioni materiali o da ragioni di prestigio sociale e familiare dei loro alunni, anche se il corpo studentesco dovesse diminuire di numero.

d) Inoltre, le sorelle, nel compimento delle loro attività educative, devono sforzarsi di inculcare dolcemente e fortemente, nelle loro allieve, l’amore ed il gusto per la santa modestia, segno e custodia della purezza e del delicato ornamento della donna.

La vostra supervisione sarà vigile affinché queste ingiunzioni siano osservate esattamente e ci sia una perfetta conformità di condotta tra tutti gli istituti di religiose della diocesi. – Richiamerete severamente all’ordine chiunque sia disobbediente in questo, e qualora venga perpetrato qualsiasi abuso, si notifichi a questa Sacra Congregazione. ”

Con la più profonda stima, …

Cardinale Laurenti,

Prefetto della Sacra Congregazione per i religiosi

Vincent La Puma, segretario

Roma, 23 agosto 1928

Nota: Inoltre, il 12 gennaio 1930, Papa Pio XI ordinò alla Sacra Congregazione del Concilio di produrre una lettera fortemente incentrata sulla modestia cristiana in tutto il mondo, che richiedeva l’adesione delle monache alla Lettera dalla Sacra Congregazione dei Religiosi datata 23 agosto 1928, “. [vedi n. 6 sotto]. Questa lettera del 1930 fu ancora più enfatica; dava infatti direttive più dettagliate; e imponeva l’obbligo di combattere le mode immodeste e di promuovere la modestia da parte di tutte le persone con autorità: Vescovi e altri ordinari, parroci, genitori, Superiori e insegnanti nelle scuole. Questa lettera recita come segue:

1930 Lettera della Congregazione del Concilio

In virtù dell’apostolato supremo che esercita sulla Chiesa universale per volontà divina, il nostro Santissimo Padre Papa Pio XI non ha mai cessato di inculcare, sia verbalmente che con i suoi scritti, le parole di San Paolo (1 Tim. II, 9 -10), vale a dire, “Le donne … si adornino con modestia e sobrietà … e professino la pietà con buone opere”.

Molto spesso, quando se ne presentò l’occasione, lo stesso Sommo Pontefice condannò enfaticamente la moda immodesta nell’abbigliamento adottata dalle donne e dalle ragazze cattoliche, moda che non solo offende la dignità delle donne contro il suo ornamento, ma conduce alla rovina temporale delle donne e delle ragazze e, cosa ancora peggiore, alla loro rovina eterna, trascinando miserabilmente gli altri nella loro caduta. Non sorprende, quindi, che tutti i Vescovi e gli altri ordinari nelle loro diocesi, come è dovere dei ministri di Cristo, si siano opposti all’unanimità alla loro depravata licenziosità e promiscuità dei costumi, spesso sostenendo con forza la derisione e la beffa che si sono levati contro di loro per questa causa.

Perciò questo Sacro Concilio, che vigila sulla disciplina del clero e del popolo, mentre raccomanda caldamente l’azione dei Venerabili Vescovi, li esorta enfaticamente a perseverare nel loro atteggiamento e ad aumentare le loro attività nella misura consentita dalle loro possibilità, affinché questa malattia insulsa sia definitivamente sradicata dalla società umana.

Per facilitare l’effetto desiderato, questa Sacra Congregazione, con il mandato del Santissimo Padre, ha decretato quanto segue:

Esortazione a coloro che hanno autorità

1. Il parroco, e in particolare il predicatore, quando sorge l’occasione, dovrebbe, secondo le parole dell’apostolo Paolo (2 Tim. I, 2), insistere, argomentare esortare e comandare che l’abbigliamento femminile sia basato sulla modestia e l’ornamento femminile sia una difesa della virtù. Lasciamo anche loro il compito di ammonire i genitori affinché le loro figlie cessino di indossare abiti indecorosi.

2. I genitori, consapevoli dei loro gravi obblighi verso l’educazione, specialmente religiosa e morale, della loro prole, dovrebbero fare in modo che le loro figlie siano istruite solidamente, fin dalla più tenera infanzia, nella dottrina cristiana; e loro stessi dovrebbero inculcare assiduamente nelle loro anime, con la parola e con l’esempio, l’amore per le virtù della modestia e della castità; e poiché la loro famiglia dovrebbe seguire l’esempio della Sacra Famiglia, la devono governare in modo tale che tutti i suoi membri, cresciuti all’interno delle mura della casa, debbano trovare ragione e incentivo ad amare e preservare nella modestia.

3. Provvedete a che i genitori tengano le proprie figlie lontane dai giochi e dai concorsi di ginnastica pubblica; ma se esse sono costrette a parteciparvi, provvedano a che siano completamente e modestamente vestite; e non permettano mai alle loro figlie di indossare abiti immodesti.

4. Le superiori e gli insegnanti nelle scuole per ragazze devono fare del loro meglio per instillare l’amore per la modestia nel cuore delle fanciulle affidate alle loro cure e spronarle a vestirsi con modestia.

5. Le superiori e gli insegnanti non devono ricevere nei loro collegi e scuole ragazze vestite in modo immodesto e non dovrebbero neppure fare eccezione nel caso di madri di alunni. Se, dopo essere state ammesse, le ragazze persistono nel vestirsi in modo immodesto, tali allieve dovrebbero essere espulse.

6. Le monache, in conformità con la Lettera del 23 agosto 1928 della Sacra Congregazione dei Religiosi, non devono ricevere nei loro collegi, scuole, oratori o campi di ricreazione, o, se ammesse, tollerare ragazze che non siano vestite con cristiana modestia; Le monache, inoltre, dovrebbero fare del loro meglio affinché l’amore per la santa castità e la modestia cristiana possano radicarsi profondamente nel cuore delle loro allieve.

7. È auspicabile che siano fondate organizzazioni di pie donne, che con il loro consiglio, esempio e propaganda, combattano l’uso di indumenti inadatti alla modestia cristiana e promuovere la purezza delle costumi e la modestia nel vestito.

8. Nelle pie associazioni di donne coloro che vestono immodestamente non dovrebbero esservi ammesse all’appartenenza; ma se, per fortuna, sono ricevute, e dopo essere state ammesse, ricadono nel loro errore, dovrebbero essere immediatamente respinte.

9. Le fanciulle e le donne vestite in modo immodesto devono essere escluse dalla Santa Comunione e dall’essere garanti dei Sacramenti del Battesimo e della Cresima; inoltre, se il reato è estremo potrebbe persino essere proibito entrare in chiesa.

Donato Cardinal Sbaretti,

Prefetto della Congregazione del Concilio, Rome,

12 Gennaio, 1930