L’AGONIA DI GESU’: SECONDO VENERDI’ DI QUARESIMA

SECONDO VENERDI’ DI QUARESIMA

[d. Umberto BANCI, Libr. Federico PUSTET, ROMA, 1935]

 In nomine Patris et Filli et Spiritus Sancti. Amen.

Actiones nostras, quæsumus  Domine, adspirando præveni et adiavando prosequere, ut cuncta nostra oratio et operatio a Te semper incipiat et per Te cœpta finiatur. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

[Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia. Inspira, o Signore, le nostre azioni ed accompagnale col tuo aiuto, affinché ogni nostra preghiera e opera da Te sempre incominci e col tuo aiuto sempre si compia. Per Cristo nostro Signore. Così sia.]

INVITO

Già trafitto in duro legno/Dall’indegno popol rio

La grand’alma un Uomo Dio, / Va sul Golgota a spirar.

Voi, che a Lui fedeli siete, /Non perdete, o Dio, i momenti

Di Gesù gli ultimi accenti /Deh! venite ad ascoltar.

SECONDA PAROLA DI GESÙ IN CROCE

Amen dico tibi: hodie mecum eris in Paradiso.

In verità ti dico: oggi sarai meco in Paradiso.

(S. LUCA, cap. XXIII, v. 43).

CONSIDERAZIONE

I due ladri, che per somma ingiuria al Martire Divino erano stati crocifissi l’uno alla sua destra e l’altro alla sua sinistra, si unirono al popolo ed agli anziani per bestemmiarlo. E quelli crocifissi con Lui, lo svillaneggiarono (MARCO, cap. XV, v. 32) Ma l’atteggiamento non comune del Martire, la sua rassegnazione e più il perdono implorato sui suoi nemici fanno ad un tratto cessare la bestemmia sulle labbra di uno dei ladri, il quale aiutato dalla grazia incomincia a sentire per Gesù amore e venerazione. Ed un santo sdegno si accende nel suo cuore contro il suo compagno, il quale negli spasimi del suo tormento non cessa di ripetere: Se tu sei il Cristo salva te stesso e noi [Lc. XXIII, 39]; ed a lui rivolto: Non temi tu dunque Dio, gli dice con rimprovero, trovandoti in uguale supplizio?, e noi davvero giustamente, soggiunge, perché paghiamo la pena dei nostri misfatti; ma Luì non ha fatto nulla di male. E dopo avere così coraggiosamente difeso l’innocenza di Gesù, dopo avere sinceramente detestato le proprie colpe, a Lui rivolto, gli rende l’omaggio della sua fede e della sua speranza dicendogli : Signore, ricordati di me, quando giungerai nel tuo regno [Lc. c. XXIII, 40]. Ma che cosa mai, povero ladrone, puoi sperare da Gesù, tu che sei sempre vissuto dimentico di Dio ed hai calpestato la sua legge; tu, che per tua stessa confessione soffri una pena dovuta ai tuoi delitti; tu, che fino a pochi momenti fa hai bestemmiato quel Gesù, al quale ora osi rivolgere la tua preghiera? Ma non si bussa mai invano alle porte di quel Cuore. Ha infatti il povero crocifisso appena finito di parlare, che Gesù gli rivolge parole che contengono tale una promessa che nessuno mai si sarebbe potuto aspettare: In verità ti dico, oggi sarai con me in Paradiso. Quanta bontà! La sua grande pazienza lo aveva trattenuto dal rispondere agli insulti dei suoi nemici; la sua ardente carità lo spinge a rispondere subito ad un peccatore pentito. – Era ben nota la sua misericordia verso i traviati. Una donna è colta in adulterio; è presa e condotta dinanzi a Lui, si reclama contro di lei la pena di morte, si vuole ad ogni costo lapidarla; ma Gesù, dopo averla liberata dai suoi implacabili ed ingiusti accusatori, la rimanda in pace perdonandola [Gv. VIII]. – È invitato a desinare da un Fariseo, e mentre è seduto a mensa, ecco entrare nella sala del banchetto una donna; è una famosa peccatrice, la quale presa da sincero pentimento gli si getta ai piedi, li bagna con le sue lacrime e li asciuga coi suoi capelli. La cosa attira l’attenzione dei commensali e si incomincia a mormorare contro di lei; ma Gesù difende la peccatrice dalle maligne insinuazioni del Fariseo, e poi, a lei rivolto, le dice: Ti sono perdonati i peccati… la tua fede ti ha fatto salva; va in pace [Lc. VII, 48, 59]. Ed a Pietro spergiuro, nell’atto stesso della sua triplice apostasia, rivolge uno sguardo di tanta misericordia che gli conquide il cuore e lo fa stemprare in lacrime. Ma in nessun caso, anima cristiana, la misericordia di Gesù rifulge meglio che qui sul Calvario, verso il buon ladro. A questo grande peccatore, che ha al suo passivo tutta una vita consumata nel vizio e nei più gravi delitti, che giustamente gli meritarono la pena di morte; a costui che, nella consapevolezza della sua indegnità, aveva domandato a Gesù soltanto che si degnasse ricordarsi di lui, non solo concede il perdono di tutti i peccati, ma lo conferma in grazia, assicurandogli che senza indugio, quel giorno stesso, sarebbe con Lui entrato nella gloria dei Santi. E perché non dubitasse affatto di questa grande promessa, la fa precedere da quelle parole, che nelle sue labbra assumono quasi la forza di un giuramento: In verità ti dico : oggi sarai con me in Paradiso. – Oh carità infinita del Cuore di Gesù, che sola sai compiere tali prodigi! Quanto non dovette essere grande la gioia del buon ladro nel vedersi così ad un tratto aperte le porte del cielo! Ma più grande ancora, senza dubbio, fu la gioia di Gesù nel poter stringere al suo cuore paterno quell’anima traviata. Si fa più festa in cielo per un peccatore pentito, aveva detto, che non per novantanove  giusti, i quali non hanno bisogno di penitenza [Lc. XV, 7] . Quale festa, quale gioia di Paradiso dunque, non provò in quel momento Gesù, questo buon pastore, che ha ritrovata la pecorella smarrita; questo padre buono, che riabbraccia finalmente il figliuolo che era morto ed è risuscitato, che era smarrito e fu ritrovato! [Lc. XV] . Questo nuovo trionfo della sua grazia gli fa dimenticare per un momento i suoi grandi dolori e lo compensa, almeno in parte, dell’amarezza provata per la perdita di Giuda, il cui corpo squarciato e maledetto tuttora pende dall’infame capestro. – Dinanzi a questa nuova prova di bontà di quel grande Cuore tutto carità per i peccatori oseresti, anima cristiana, dubitare ancora della misericordia divina? Oseresti ancora lasciarti vincere dal dubbio che i tuoi peccati ti tengano per sempre separata da Dio? No, non voler dire con l’empio Caino: Il mio peccato è sì grande, che io non posso meritare perdono \[Gen. IV, 13] tuoi peccati, per quanto numerosi e gravi, non saranno mai tanto grandi quanto è grande la misericordia di Dio. E disperando del perdono faresti un torto a Gesù, ben maggiore di quello che gli facesti con tutti insieme i tuoi peccati. Quel Dio che per mezzo dei suoi Profeti aveva protestato che non è suo costume spezzare la canna fessa e spegnere il lucignolo fumigante [Mt. XII, 20] , bensì sostenere tutti quelli che stanno per cadere, rialzare coloro che sono caduti e volere non già la morte del peccatore ma la conversione e la vita, ti vieta di dubitare della sua misericordia. E Gesù non la poteva meglio illustrare questa misericordia divina, che con l’associare alla sua gloria il ladro pentito. – Ma la tua confidenza non degeneri in presunzione. Non ti lusingare cioè di poter dare a Dio gli ultimi avanzi di una vita consumata nel peccato; è maledetto da Dio chi pecca nella speranza del perdono. Non stancare la bontà di Dio col rimandare a domani quello che puoi fare oggi, o col rimettere la conversione al giorno della morte; il domani non è nelle tue mani, e tu non sai se potrai ricevere questa grazia in quel momento estremo, quando Gesù ti esorta a star pronto ed essere vigilante, poiché la morte verrà come un ladro di notte, verrà quando meno te lo aspetti [Mt. XXIV]. Queste stolte procrastinazioni potrebbero farti incorrere in quella terribile invettiva : Morirete nel vostro peccato![Gv. VIII, 21]Impara, dice S. Girolamo, che la grazia ha il suo tempo, affinché tu non abbia a lusingarti che vi sarà sempre tempo di approfittarne. D’altra parte osserva che se uno dei ladri si converte e si salva, l’altro, che è pure lì vicino a Gesù, si ostina e si danna. Bada bene, dice perciò S. Agostino: di due che muoiono sul Calvario ai fianchi di Gesù, uno si salva, dunque non disperare; uno si danna, dunque non presumere. Non tardare dunque, o peccatore, a gettarti con grande confidenza ai piedi di Gesù. Sì, anche tu, chiunque tu sia, puoi, se veramente pentito, ottenere il perdono di tutte le tue colpe. Oh se l’esempio del buon ladro ti facesse ritrovare la via della salvezza! Oh! fosse questo per te, anima traviata, il giorno della tua salute, quel giorno tanto auspicato da Gesù per il popolo ebreo, quando avvicinandosi all’ingrata Gerusalemme, piangendo uscì in quelle parole piene di profondo cordoglio, e che tu devi ritenere oggi come a te personalmente rivolte: Oh! se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno quel che giova alla tua pace! [Lc. XIX, 42]. – Ed ora abbraccia col tuo sguardo i tre crocifissi. Guarda: uno è Gesù, la stessa innocenza, la santità incarnata; l’altro, quello di destra, è peccatore, ma ravveduto, il buon ladrone; il terzo, quello di sinistra, è il cattivo ladro, un peccatore impenitente e ostinato nel suo peccato. Tutti e tre sono in croce, tutti e tre soffrono le stesse pene. Ciò ti conferma, più e meglio di ogni altra cosa, una verità elementare, se vuoi, ma da molti non compresa; che cioè nessuno può sperare quaggiù di vivere senza la sua croce. L’hanno i buoni la croce e l’hanno i cattivi; l’hanno i giusti, come l’hanno anche i peccatori, i quali anzi alla croce, che la Provvidenza destina ad ognuno, aggiungono quella che viene a loro dai propri vizi; onde S. Agostino scrisse che fra tutte le tribolazioni non ve n’è alcuna maggiore del rimorso dei propri delitti. Non potendo dunque sfuggire la croce, prendi e quella, che ti viene data da Dio, e quella che per caso ti venisse procurata dagli uomini; e porta l’una e l’altra con rassegnazione, sia perché anche tu devi ripetere con il buon ladro: Noi non riceviamo altro se non ciò che è dovuto ai nostri peccati; sia ancora perché dice S. Paolo : Se noi soffriremo con Cristo, con Lui saremo glorificati [Rom. VIII, 17]. Solo così la croce perderà la sua pesantezza; solo così il dolore si trasformerà in gaudio, poiché sta di fatto: chi soffre come soffrì il cattivo ladro, sarà dannato; chi soffre come soffrì il buon ladro, sarà perdonato; chi soffre come soffrì Gesù, sarà glorificato.

Breve pausa, poi si reciti la seguente:

PREGHIERA

O mio Gesù crocifisso, se ripenso ai peccati di cui è piena la mia vita, dovrei fuggire lontano da Voi, riconoscendomi indegno di starvi vicino. Sì, o Signore, ho peccato e molto peccato! Ma che sarebbe di me se Voi mi abbandonaste? Dove potrei andare lontano da Voi, che solo avete parole di vita? Ma no, o mio Salvatore, troppo grande è la vostra misericordia perché io possa disperare del vostro perdono. Ed oggi che il ricordo della vostra agonia mi ha condotto qui, ai vostri piedi, considerando i prodigi della vostra carità, che non si esaurisce e che non dubita di salvare anche un miserabile ladrone così vicino alla perdizione, sento rinascere in me una grande fiducia in Voi. Ecco qui ai vostri piedi, o Signore, un altro peccatore che, con le lacrime agli occhi, detesta di cuore tutti i suoi peccati; che riconosce in tutte le pene ed i travagli di questa misera vita una giusta pena alle sue colpe e che fiducioso e rassegnato dal fondo della sua miseria, dalla croce dei suoi dolori alza a Voi la sua voce e grida: Signore, ricordatevi di me. Sì, o Signore, ricordatevi di me e di quanti peccatori viviamo in mezzo a tanti pericoli che insidiano alla virtù, che ci traviano dal retto sentiero; ricordatevi di tutti i tribolati, che in questa misera valle di lacrime gemono nei loro dolori; e ricordatevi di noi specialmente nel momento supremo della nostra ultima agonia. Allora soprattutto voglio essere vicino a Voi, o Signore, affinché rinnoviate in me i prodigi della vostra carità. E fin da questo momento accetto volentieri quel genere di morte col quale a Voi piacerà chiudere questo mio pellegrinaggio terreno, lo accetto con tutte le ansie e i dolori che lo accompagneranno. E quando il mio sguardo languido annunzierà prossima la mia fine; quando con la mano tremante stringerò al petto la vostra cara immagine, quei gemiti, quei sospiri, quegli ultimi palpiti del mio cuore siano per Voi, o Gesù; accettateli come l’espressione del mio ardente desiderio di unirmi per sempre a Voi; e Voi allora, o mio pietosissimo Signore, mentre nel vostro bacio starò per spirare l’anima mia, degnatevi ripetermi le dolci parole: Oggi sarai con me in Paradiso. – O Madre mia, addolorata Maria, Voi che giustamente siete chiamata l’Avvocata dei peccatori, prendete a cuore la mia causa; ottenetemi da Dio il perdono dei miei peccati; ispiratemi un vivo desiderio di vivere il resto della mia vita tutto per Gesù, così che al punto della mia morte ritrovi in Lui non già un giudice adirato, ma un Padre pieno di bontà, che mi accolga tra le braccia della sua misericordia infinita. Così sia.

Pater, Ave e Gloria.

Quando morte con l’orrido artiglio,

La mia vita a predare ne venga,

Deh ! Signor, Ti sovvenga di me.

Tu mi assisti nel fiero periglio,

E, deposta la squallida salma,

Venga l’alma a regnare con Te.

GRADI DELLA PASSIONE

1. V. Jesu dulcissime, in horto mœstus, Patrem orans,

et in agonia positus, sanguineum sudorem effundens;

miserere nobis.

R). Miserere nostri Domine, miserere nostri.

2. V. Jesu dulcissime, osculo traditoris in manus

impiorum traditus et tamquam latro captus et ligatus

et a discipulis derelictus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

3. V. Jesu dulcissime ab iniquo Iudæorum concilio

reus mortis acclamatus, ad Pilatum tamquam malefactor

ductus, ab iniquo Herode spretus et delusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

4. V . Jesu dulcissime, vestibus denudatus, et in

columna crudelissime flagellatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

5. V. Jesu dulcissime, spinis coronatus, colaphìs

cæsus, arundine percussus, facie velatus, veste purpurea

circumdatus, multipliciter derisus et opprobriis

saturatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

6. V . Jesu dulcissime, latroni Barabbæ postpositus,

a Judæis reprobatus, et ad mortem crucis injuste condemnatus;

miserere nobis.

R). Miserere etc.

7. V . Jesu dulcissime, tigno crucis oneratus, ad locum supplicii tamquam ovis ad occisionem ductus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

8. V. Jesu dulcissime, inter latrones deputatus,

blasphematus et derisus, felle et aceto potatus, et

horribilibus tormentis ab hora sexta usque ad horam

nonam in ligno cruciatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

9. V. Jesu dulcissime, in patibulo crucis, mortuiis et

coram tua sancta Matre lancea perforatus simul

sanguinem et aquam emittens; miserere nobis.

R). Miserere etc.

10. V . Jesu dulcissime, de cruce depositus et lacrimis

mœstissimæ Virgiuis Matris tuæ perfusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

11. Jesu dulcissime, plagis circumdatus, quinque

vulneribus signatus, aromatibus conditus et in

sepulcro repositus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

V . Adoramus Te Christe, et benedicimus Tìbi.

R). Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

OREMUS

Deus, qui prò redemptione

mundi nasci voluisti,

circumcìdì, a Judæis reprobavi

et Judæ traditore

osculo tradi, vinculis alligavi,

sic ut agnus innocens

ad victimam duci, atque

conspectibus Annæ, Caiphæ,

Pilati et Herodis

indecenter offevri, a falsis

testibus accusari, flagellis

et colaphis cædi, opprobriis

vexari, conspui, spinis

coronari, arundine percuti,

facie velari, vestibus

spoliari, cruci clavis affigi,

in cruce levari, inter

latrones deputari, felle et

aceto potari et lancea vulnerari;

Tu Domine, per

has sanctissimas pœnas,

quas ego indignus recolo,

et per sanctissimam crucem

et mortem tuam libera

me a pœnis inferni et perducere

digneris quo perduxisti

latronem tecum

crucifixum. Qui cum Patre

et Spiritu Sancto vivis

et regnas in sæcula sæculorum.

Amen.

[1. V . O dolcissimo Gesù, triste nell’orto, al Padre con la preghiera rivolto, agonizzante e grondante sudore di sangue; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi, o Signore, abbi di noi pietà.

2. V . O dolcissimo Gesù, con un bacio tradito e nelle mani degli empi consegnato, e come un ladro preso e legato e dai discepoli abbandonato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

3. V . O Gesù dolcissimo, dall’iniquo Sinedrio giudaico reo di morte proclamato, e come malfattore a Pilato presentato, e dall’iniquo Erode disprezzato e schernito; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

.4. V . O dolcissimo Gestì, delle vesti spogliato, e c rudelmente alla colonna flagellato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

5. V. O dolcissimo Gesù, di spine coronato, schiaffeggiato, con la canna percosso, bendato, di rossa veste rivestito, in tanti modi deriso e di obbrobri saziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

6. V. O dolcissimo Gesù, al ladro Barabba posposto, dai Giudei riprovato; ed alla morte di croce ingiustamente condannato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

7. V. O dolcissimo Gesù, del legno della croce gravato, e come agnello al luogo del supplizio condotto, per esservi immolato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

8. V. O dolcissimo Gesù, tra i ladroni annoverato, bestemmiato e deriso, di fiele e di aceto abbeverato, e con orribili tormenti dall’ora sesta fino all’ora nona nel legno straziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

9. V. O dolcissimo Gesù, sul patibolo della croce morto, ed alla presenza della tua santa Madre con la lancia trafitto versando insieme sangue ed acqua; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

10. V. O dolcissimo Gesù, dalla croce deposto, e dalle lacrime dell’afflittissima tua Vergine Madre bagnato;abbi di noi pietà

R). Pietà di noi ecc.

11. V. O dolcissimo Gesù, di piaghe coperto, da cinque ferite trafitto, di aromi cosparso, e nel sepolcro deposto; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

V. Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo.

R). Poiché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PREGHIAMO

O Dio, che per la redenzione del mondo volesti nascere, essere circonciso, dai Giudei riprovato, da Giuda traditore con un bacio tradito, da funi avvinto, come agnello innocente al sacrifizio condotto, ed in modo indegno ad Anna, Caifa, Pilato ed Erode presentato, da falsi testimoni accusato, con flagelli e schiaffi percosso, con obbrobri oltraggiato, sputacchiato, di spine coronato, con la canna percosso, bendato, delle vesti spogliato, alla croce con chiodi confitto, sulla croce innalzato, tra i ladroni annoverato, di fiele e di aceto abbeverato, e con la l’ancia ferito; Tu, o Signore, per queste santissime pene, che io indegno vado considerando, e per la tua croce e morte santissima, liberami dalle pene dell’inferno e, desiati condurmi dove conducesti il ladrone penitente con Te crocifisso. Tu che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli dei secoli. Così sia.]

CANTO DEL TEMPO DI QUARESIMA

Attende, Domine, et miserere, quia peccavìmus Tìbi.

R). Attende, Domine, et miserere, quia peccavimus Tibi.

1. Ad Te, rex summe,

omnium redemptor,

oculos nostros sublevamus

flentes; exaudi Christe,

supplicantium preces.

R). Attende etc.

2. V. Dextera Patris, lapis

angularis, via salutis,

janua cœlestis, ablue nostri

maculas delicti.

R). Attende etc.

3. V . Rogamus, Deus,

tuam majestatem, auribus

sacris gemitus exaudi; crimina

nostra placidus indulge.

R). Attende etc.

4. V. Tibi fatemur crimina

admìssa; contrito corde

pandimus occulta; tua, Redemptor,

pietas ignoscat.

R). Attende etc.

5. V. Innocens captus,

nec repugnans ductus, testibus

falsis prò impiis damnatus,

quos re demisti Tu

conserva, Christe.

R). Attende etc.

OREMUS

Respice, quæsumus Domine, super hanc familiam

tuam, prò qua Dominus noster Jesus Christus non dubitavit

manibus tradì nocentium, et Crucis subire tormentum.

Qui tecum vivit et regnat in sæcula sæculorum. Amen.

[R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

1. V. A Te, o Sommo Re, redentore universale, eleviamo i nostri occhi piangenti;  esaudisci, o Cristo, la preghiera di chi a Te si raccomanda. R). Ascolta ecc.

2. V. O destra del Padre, o pietra angolare, o via di salvezza, o porta del cielo, tergi le macchie del nostro peccato. R). Ascolta ecc.

3. V. Preghiamo, o Dio, la tua maestà, porgi le sacre orecchie ai gemiti, e perdona benigno i nostri delitti. R). Ascolta ecc.

4. V. A Te confessiamo i peccati commessi; con cuore contrito manifestiamo ciò che è nascosto; la tua pietà, o Redentore, ci perdoni. R). Ascolta ecc.

5. V. Imprigionato innocente, condotto non riluttante, da falsi testimoni per i peccatori condannato, Tu, o Cristo, salva coloro che hai redento. R). Ascolta ecc.

PREGHIAMO

Riguarda benigno, o Signore, a questa tua famiglia, per la quale nostro Signore Gesù Cristo non dubitò di darsi in mano ai nemici e di subire il supplizio di croce. Egli che vive e regna Teco nei secoli dei secoli. Così sia.]

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.