MESSA DELL’ASSUNTA

Introitus
Ap XII:1
Signum magnum appáruit in cœlo: múlier amicta sole, et luna sub pédibus ejus, et in cápite ejus coróna stellárum duódecim [Un gran segno apparve nel cielo: una Donna rivestita di sole, con la luna sotto i piedi, ed in capo una corona di dodici stelle].
Ps XCVII:1
Cantáte Dómino cánticum novum: quóniam mirabília fecit. Cantate al Signore un càntico nuovo: perché ha fatto meraviglie.
Signum magnum appáruit in coelo: múlier amicta sole, et luna sub pédibus ejus, et in cápite ejus coróna stellárum duódecim [Un gran segno apparve nel cielo: una donna rivestita di sole, con la luna sotto i piedi, ed in capo una corona di dodici stelle].

Oratio
Orémus.
Omnípotens sempitérne Deus, qui Immaculátam Vírginem Maríam, Fílii tui genitrícem, córpore et ánima ad coeléstem glóriam assumpsísti: concéde, quǽsumus; ut, ad superna semper inténti, ipsíus glóriæ mereámur esse consórtes.
Onnipotente sempiterno Iddio, che hai assunto in corpo ed ànima alla gloria celeste l’Immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio: concédici, Te ne preghiamo, che sempre intenti alle cose soprannaturali, possiamo divenire partecipi della sua gloria.

Lectio
Léctio libri Judith.
Judith XIII, 22-25; XV:10
Benedíxit te Dóminus in virtúte sua, quia per te ad níhilum redégit inimícos nostros. Benedícta es tu, fília, a Dómino Deo excelso, præ ómnibus muliéribus super terram. Benedíctus Dóminus, qui creávit coelum et terram, qui te direxit in vúlnera cápitis príncipis inimicórum nostrórum; quia hódie nomen tuum ita magnificávit, ut non recédat laus tua de ore hóminum, qui mémores fúerint virtútis Dómini in ætérnum, pro quibus non pepercísti ánimæ tuæ propter angústias et tribulatiónem géneris tui, sed subvenísti ruínæ ante conspéctum Dei nostri. Tu glória Jerúsalem, tu lætítia Israël, tu honorificéntia pópuli nostri.
[Il Signore ti ha benedetta nella sua potenza, perché per mezzo tuo annientò i nostri nemici. Tu, o figlia, sei benedetta dall’Altissimo piú che tutte le donne della terra. Sia benedetto Iddio, creatore del cielo e della terra, che ha guidato la tua mano per troncare il capo al nostro maggior nemico. Oggi ha reso cosí glorioso il tuo nome, che la tua lode non si partirà mai dalla bocca degli uomini che in ogni tempo ricordino la potenza del Signore; a pro di loro, infatti, tu non ti sei risparmiata, vedendo le angustie e le tribolazioni del tuo popolo, che hai salvato dalla rovina procedendo rettamente alla presenza del nostro Dio. Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu la gloria di Israele, tu l’onore del nostro popolo!]

Graduale
Ps XLIV:11-12; XLIV:14
Audi, fília, et vide, et inclína aurem tuam, et concupíscit rex decórem tuum. [Ascolta, o figlia; guarda e inclina il tuo orecchio, e s’appassionerà il re della tua bellezza.]

V. Omnis glória ejus fíliæ Regis ab intus, in fímbriis áureis circumamícta varietátibus. Allelúja, allelúja. V. Tutta bella entra la figlia del Re; tessute d’oro sono le sue vesti. Allelúia, allelúia.
V. Assumpta est María in coelum: gaudet exércitus Angelórum. Allelúja.  [Maria è assunta in cielo: ne giúbila l’esercito degli Angeli. Allelúia.]

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam.
Luc 1:41-50
“In illo témpore: Repléta est Spíritu Sancto Elisabeth et exclamávit voce magna, et dixit: Benedícta tu inter mulíeres, et benedíctus fructus ventris tui. Et unde hoc mihi ut véniat mater Dómini mei ad me? Ecce enim ut facta est vox salutatiónis tuæ in áuribus meis, exsultávit in gáudio infans in útero meo. Et beáta, quæ credidísti, quóniam perficiéntur ea, quæ dicta sunt tibi a Dómino. Et ait María: Magníficat ánima mea Dóminum; et exsultávit spíritus meus in Deo salutári meo; quia respéxit humilitátem ancíllæ suæ, ecce enim ex hoc beátam me dicent omnes generatiónes. Quia fecit mihi magna qui potens est, et sanctum nomen ejus, et misericórdia ejus a progénie in progénies timéntibus eum.”

[In quel tempo: Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno! Donde a me questo onore che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, infatti, che appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bimbo ha trasalito nel mio seno. Beata te, che hai creduto che si compirebbero le cose che ti furono dette dal Signore! E Maria rispose: L’ànima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore, perché ha guardato all’umiltà della sua serva; ed ecco che da ora tutte le generazioni mi diranno beata. Perché grandi cose mi ha fatto colui che è potente, e santo è il suo nome, e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su chi lo teme.]

OMELIA DELL’ASSUNTA

DISCORSO PER L’ASSUNZIONE

DELLA SS. VERGINE.

[da: Discorsi parrocchiali del sig Billot – II ediz. Napoli- 1840]

“Quæ ista quæ progreditur quasi aurora consurgens,

pulchra ut luna, electa ut sol?”

[Cant. VI]

Voi mi prevenite senza dubbio, fratelli miei, nell’applicazione che debbo fare di queste parole del mio testo, e facilmente comprendete che quella magnifica descrizione, che fa qui lo Spirito Santo conviene perfettamente all’incomparabile Vergine, di cui celebriamo in questo giorno la trionfante Assunzione. Ma qual gloria, fratelli miei! E chi può esprimerne l’eccellenza? Il sepolcro medesimo, ove la gloria degli altri mortali sparisce, è glorioso per Maria: Erit sepulcrum eius gloriosum. Siccome Ella era stata preservata dalla corruzione del peccato, ed aveva servito di santuario alla divinità, così conveniva che il suo corpo non fosse soggetto alla corruzione del sepolcro. E perciò non sì tosto si addormenta Maria nel seno della morte che il suo corpo riprende una nuova vita, e riunito, alla sua anima, è innalzato con essa al trono di gloria che gli è apparecchiato nel cielo. Non cerchiamo dunque più Maria in questa bassa regione di morte, che non meritava più di possederla; ma seguitiamola in ispirito lassù nel cielo, ove Ella sale accompagnata da una moltitudine di Angeli, che premurosi sono di renderle gli onori che merita. Di già quest’arca misteriosa è introdotta nei tabernacoli eterni, e va a riposarsi nel posto che le è destinato. Di già io vedo questa Vergine incomparabile innalzata sopra i cori degli Angeli, assisa su di un trono accanto del suo caro Figliuolo, dove non riconoscendo alcun superiore fuorché Dio, Ella è riconosciuta per Regina degli Angeli e degli uomini. Tale è, fratelli miei, il gran soggetto di allegrezza che occupa il cielo e la terra in questa solennità: motivo di allegrezza per Maria, che vede in questo giorno le sue virtù ricompensate dalla gloria che ha meritata: motivo d’allegrezza per gli uomini, cui questa divina Madre è per servire di avvocata e di protettrice presso Dio per ottener loro tutte le grazie onde hanno bisogno. Ma quali saranno coloro che proveranno gli effetti della sua protezione, che avranno parte ai suoi favori? Tutti quelli che avranno una vera devozione verso di Ella. Per rinnovarla nei vostri cuori questa devozione verso la Madre di Dio, voglio proporvene i motivi, insegnarvene la pratica. Quali sono i motivi che indurre ci debbono alla devozione verso la Santissima Vergine, primo punto. In che consiste questa devozione, secondo punto.

Ave Maria.

I Punto. Benché Dio solo meriti il culto supremo a cagione dell’eccellenza e dell’indipendenza del suo Essere, ciò non impedisce che noi onoriamo i Santi che sono i suoi servi ed amici. Lungi di qui dunque quegli eretici che condannano questa pratica della nostra santa Religione come se disonorassimo il Figliuolo di Dio con gli onori che rendiamo ai suoi eletti. Il culto che loro rendiamo è sempre un culto subordinato; non è che un culto di venerazione, la cui gloria tutta si riferisce ancora a Dio, perché onorando i Santi, noi non onoriamo in essi che l’eccellenza dei doni che hanno dal cielo ricevuti: Dio medesimo, il quale, come ci attesta il Vangelo, onora i suoi servi, Honorìficabit eum Pater meus, ci fa un comando di onorarli a suo esempio. Or se è un obbligo di onorare e di invocare i Santi, non dobbiamo noi a più forte ragione decretare lo stesso onore a Quella, che tra tutti i Santi occupa il primo grado? L’innalzamento di Maria corrisponde e alla sua qualità di Madre di Dio e alla pienezza dei suoi meriti; e ancora su questa divina Maternità e sulle virtù sublimi che l’accompagnarono è fondato tutto il culto religioso che noi le dobbiamo. Che Maria sia Madre di Dio ella è una qualità che non si può disputarle senz’attaccare la fede, contraddir la Scrittura e dispregiare l’autorità della Chiesa nelle sue decisioni. Infatti quando il Vangelo ci dice che da Maria è nato Gesù: De qua natus est Jesus, non dice forse che essa è Madre di Dio? Poiché questo Gesù nato da Ella è il Figliuolo del Dio vivente, Dio da tutta l’eternità com’Egli, uguale a Lui in tutte le sue perfezioni. Invano per rapire a Maria l’augusta qualità di Madre di Dio, l’empio Nestorio ebbe la temerità di asserire che eranvi due persone in Gesù Cristo, e che Maria non era che madre di un uomo: questa bestemmia fu anatematizzata dalla Chiesa, radunata per questo motivo in Efeso; e vi fu deciso che sebbene vi fossero due Nature in Gesù Cristo, non eravi però che una sola Persona; e che Maria essendo la Madre di un uomo che era Dio, era per conseguenza Madre di Dio. E la Chiesa perciò radunata in questoCconcilio mise in bocca dei suoi figliuoli quella bell’orazione che noi indirizziamo tutti i giorni alla Santissima Vergine: Sancta Maria mater Dei, ora prò nobis peccatoribus. Or se Maria è Madre di Dio, qual rispetto, qual venerazione dal canto nostro non le merita una sì augusta qualità? Poiché se Maria è Madre di Dio, egli è fuor d’ogni dubbio che Ella ha data la vita all’Autore del suo essere e di tutte le creature che ha generato nel tempio Colui che il Padre Eterno ha generato sin dall’eternità; che ha portato nel suo seno Colui che la terra e i cieli non possono contenere; che entra a parte in qualche modo dei diritti del Padre celeste sopra il suo Figliuolo adorabile; Colui che comanda a tutta la natura le è sottomesso; il che c’insegna il Vangelo con quelle parole; Erat subditus illis. Gesù era sottomesso a Maria ed a Giuseppe! Qual cosa più gloriosa per una pura creatura? – Se Maria è madre, Ella è, per servirmi delle parole di s. Bernardo, la  riparatrice di tutti i secoli, la salute di  tutto l’universo, non certamente nel senso che lo è stato Gesù Cristo; Egli solo è il nostro Salvatore, Egli è il nostro unico Redentore, perché Egli solo ha potuto con i suoi patimenti e con la sua morte soddisfare pienamente alla giustizia di Dio suo Padre, ed ha versato il suo sangue per riscattarci. Ma non possiamo forse dire che la ss. Vergine ha cooperato a questa redenzione in quanto che Ella ha somministrato il suo più puro sangue per formare quel corpo adorabile offerto per nostro riscatto? Ella ha nutrito del suo proprio latte la Vittima che doveva essere sacrificata per i peccati degli uomini. Ella ha offerto nel tempo ed al piede della croce il suo Figliuolo adorabile per la redenzione del genere umano. – Ella ha dunque avuta la gloria di cooperare alla nostra salute, ed a questa gloria l’ha innalzata la divina maternità. Qual motivo, dico, di renderle i nostri omaggi ed i nostri rispetti. – Se Maria è Madre di Dio, Ella contrasse un’alleanza più particolare che alcuna creatura colle tre auguste Persone della Santissima Trinità. Ella è divenuta figliuola dell’Eterno Padre, Ella è il capolavoro della sua onnipotenza; come Madre del Figliuolo, Ella è stata la dimora e come la sede della sua sapienza; Sedes sapientìæ; come sposa dello Spirito Santo, Ella possiede i tesori del suo amore. In una parola, Ella è, secondo l’espressione di s. Agostino, l’opera per eccellenza dei disegni eterni: Æterni consiliì opus; e per parlare con s. Bonaventura, Ella è un raggio della Divinità: Radius Divinitatis. Sì, fratelli miei, Maria è il capolavoro dell’onnipotenza dell’Eterno Padre, della sapienza del Figliuolo, dell’amore dello Spirito Santo, poiché non vi è creatura alcuna in cui questi divini attributi si siano maggiormente manifestati che in Ella. L’onnipotenza di Dio si è manifestata in Maria in quanto che Ella non solamente è la più perfetta di tutte le creature, ma perché Dio non ha potuto, come dice s. Tommaso, fare una Madre più grande di Maria: Maiorem matrem Virgine Maria facere non poterat. La ragione che ne apporta questo santo dottore si è che, per fare una Madre più grande di Maria, converrebbe aver potuto darle un Figliuolo più grande di Gesù Cristo, che è Dio; e siccome nulla v’è di più grande che Dio, cosi nulla dopo Lui di più grande che Maria. Ella è altresì stata il capolavoro della sapienza di Dio, non solo per i lumi abbondanti che le sono stati comunicati, ma ancora perché Ella è stata scelta per essere la dimora ed il santuario di quella divina sapienza che risiedeva in Dio “ab eterno”. Anche lo Spirito Santo ne fece il capo d’opera del suo amore colla pienezza di grazie di cui la favoreggiò; pienezza di grazie sì grande che non solamente Maria fu preservata sin dal primo istante del suo concepimento dalla macchia del peccato originale, ma non ha neppure provato durante sua vita il minimo assalto del peccato, e che i ricchi doni di cui la sua anima è ricolma uguagliano la dignità a cui l’innalza la Maternità divina; di modo che, per giudicare dell’abbondanza dei doni che Ella riceve, converrebbe comprendere ciò che può fare di grande Colui che è il solo potente: Fecit mihi magna qui potens est. Bisogna forse stupirsi dopo questo, fratelli miei, all’udire i padri della Chiesa confessare ingenuamente l’impossibilità in cui sono di lodare degnamente le grandezze di Maria? Quali lodi, dice la comun dei dottori con s. Agostino, quali lodi, Vergine Santissima, possono accostarsi alla grandezza dei vostri meriti? Quìbus te laudibus effèram, nescio. L’impossibilità in cui siamo di parlare degnamente di Voi è precisamente ciò che ci dà una vera idea della vostra grandezza, e ciò che vi rende ai nostri occhi più degna dei nostri omaggi e del nostro rispetto. Ma un motivo molto forte ancora di esservi tutti dedicati si è quel complesso di virtù sublimi che accompagnò le vostre gloriose prerogative. – Qui, fratelli miei, io entro in un altro abisso di cui non posso penetrare la profondità. Se la santa Vergine ricevette dal suo Dio una pienezza di grazie si può dire che la sua vita fu un prodigio di virtù e di santità, perché, sempre fedele alla grazia, la lasciò operare sopra di sé in tutta la sua forza ed estensione, di modo che tutti i movimenti della sua vita furono segnati con azioni di virtù; e perché aveva essa ricevute maggiori grazie che tutte le creature insieme, né alcuna di queste grazie fu in Ella sterile, bisogna necessariamente confessare, dice il Crisostomo, che questa Vergine incomparabile ha sorpassato in virtù tutti i Santi, che essa ha avuta maggior fede che i Patriarchi ed i Profeti, maggior carità che gli Apostoli, maggior pazienza e costanza che i Martiri. Ma a qual segno principalmente non portò Ella l’umiltà, la purità? Lungi dal prevalersi nel mondo della sua dignità di Madre d’un Dio per esigere gli ossequi che le erano dovuti, Ella chiude gli occhi su tutto ciò che ha di grande, dimentica la nobiltà della sua nascita e non si ricorda che dell’umiliazione di sua natura. Ella mettesi sempre nel numero delle più semplici ancelle, e per meglio involare al mondo i favori che riceve dal cielo, Ella si confonde nella folla delle donne ordinarie, si sottomette, benché innocente, ad una legge stabilita per purificarsi dal peccato. Essa nasconde la santità della sua vita nell’oscurità del ritiro, e si studia di rimanere sconosciuta agli occhi degli uomini per non piacere che a Dio. O la più umile delle vergini! Quanto questo abbassamento volontario in cui vivete confonde il nostro orgoglio! Deh possiamo noi a vostro esempio amar il dispregio e l’oscurità, e meritare come Voi i favori del nostro Dio coll’umiltà dei sentimenti e con la purezza del cuore! Voi lo sapete, fratelli miei, la purità fu la virtù favorita di Maria: sin dall’età di tre anni essa si consacra al Signore con lo stato di verginità che abbraccia, virtù che era allora in obbrobrio tra le figliuole d’Israele. Quindi quale attenzione a fuggire tutto ciò che può lusingare i sensi? La vista di un Angelo la fa tremare, essa ama meglio rinunciare di esser Madre di Dio che rompere la fatta promessa di una verginale purità; e se consente finalmente al suo innalzamento, ciò non è che dopo essersi assicurata di non avere per isposo che lo Spirito Santo. Or sono queste sublimi virtù e tante altre da Maria praticate in un grado eminente che l’hanno innalzata a quel trono di gloria che occupa, e che sono i sodi fondamenti del culto religioso che le si rende in tutto il mondo cristiano. Invano i nemici della sua gloria si sono sforzati e si sforzerebbero di distruggere nello spirito dei fedeli i sentimenti di venerazione che sono stati sempre riserbati alle sue auguste qualità. – Invano le potenze dell’inferno han fatto ogni loro possa per togliere agli uomini il dolce rifugio che essi trovano nella sua protezione: questa potente Regina trionferà sempre dei nemici del culto; e la Chiesa, sempre condotta dallo Spirito Santo, si farà in tutti i tempi un dovere di sostenere gli interessi della Madre di Dio. Quindi le feste che esse ha istituite in suo onore, le chiese che consacra a Dio sotto il suo nome, le orazioni pubbliche che le indirizza, le confraternite erette a sua gloria, quelle società religiose che combattono sotto i suoi stendardi. La Chiesa s’ingannerebbe ella dunque inspirando e sostenendo una devozione falsa e temeraria? No, fratelli miei, ma sono i nemici della Chiesa che s’ingannano! Dio medesimo fa conoscere i loro errori: i miracoli che opera, le grazie singolari che accorda ai devoti servi di Maria provano abbastanza che Egli si compiace di vederla onorata sotto questi riguardi; ma per ricevere queste grazie bisogna metterne in pratica la devozione.

II Punto. In che consiste, fratelli miei, la vera devozione verso la Santissima Vergine? Nell’invocarla con confidenza, nell’imitarla con fedeltà. Queste due pratiche seguono naturalmente dai motivi che vi ho proposti per inspirarvi questa devozione. Infatti, se Maria è Madre di Dio, qual credito non ha Ella presso del suo Figliuolo, e qual confidenza non dobbiamo noi avere nella sua protezione? Se Maria è un modello perfetto di tutte le virtù, qual mezzo più efficace di meritare la sua protezione che imitare gli esempi che Ella ci ha dati? Quel che c’induce a mettere la nostra confidenza nelle persone capaci di farci del bene si è il potere e la volontà che esse hanno di farcene. Se non avessero che il potere senza la volontà o la volontà senza il potere, la nostra confidenza sarebbe vana; ma quando il potere è accompagnato da una buona volontà, questo è che fa nascere e sostiene la nostra speranza e ci autorizza a domandare delle grazie. Or l’uno e l’altra si trovano nella Santissima Vergine, dice s. Bernardo; Ella è Madre di Dio, per una necessaria conseguenza Madre degli uomini: la sua qualità di Madre di Dio, ci assicura del suo potere, e la sua qualità di Madre degli uomini ci assicura della sua buona volontà verso di noi. Ella è la più potente e la migliore di tutte le madri; con qual confidenza dobbiamo noi dunque indirizzarci ad Ella nei nostri bisogni! – Che la ss. Vergine in qualità di Madre di Dio abbia tutto il potere presso del suo caro Figliuolo, ella è una verità sulla quale non è possibile di formare il minimo dubbio. Ed in vero che non può la più perfetta di tutte le madri presso di un figliuolo che teneramente l’ama? Or un figliuolo amò mai egli giammai più teneramente la propria madre di quel che Gesù Cristo ami la sua? Potremmo noi credere che Colui il quale ha comandato ai figliuoli di amare e rispettare i loro genitori, mancasse di rispetto verso sua Madre? -Ah! fratelli miei, non impieghiamo qui altro linguaggio che quello della natura. Che non fareste voi per una madre che teneramente amate? Potreste voi ricusarle qualche grazia che Ella vi domandasse, senza esser tenuto per un ingrato, per un mostro di natura? E potreste voi avere sentimenti sì ingiuriosi verso Gesù Cristo di creder che Egli rassomigliasse a quei figliuoli disumani i quali non hanno che della durezza verso i loro genitori? Ah! Pensate meglio della bontà di un figliuolo che tiene a sua madre nel cielo il medesimo linguaggio che Salomone teneva un tempo alla sua. Domandate, o madre, tutto quello che vorrete, mettete alla prova la tenerezza d’un figliuolo, mentre non conviene ch’io vi ricusi alcuna cosa: Pete, mater mea, neque enim fas est, ut avertam faciem tuam.Tutte le mie grazie sono nelle vostre mani, spargetele sopra i vostri servi; qualunque cosa voi dimandiate, vi sarà accordata: Neque enim fas est etc. – Noi ammiriamo, fratelli miei, il potere di quei servi di Dio, di cui fa menzione la Scrittura, i quali avevano tanto accesso presso sua divina Maestà che Dio sembrava farsi ubbidiente alla loro parola, come è detto di Giosuè: Obediente Deo voci hominis. Or se i servi hanno avuto tanto di credito presso del padrone, quanto grande non deve essere quello della madre presso del figliuolo? Ella ne ha ricevuto tutto il potere nel cielo e sulla terra, dice s. Bonaventura, applicando ad Ella le parole di Gesù Cristo medesimo: Data est mihi omnis potestas in cœlo et in terra. S. Antonino aggiunge che è impossibile che Maria non sia esaudita: Impossibile est Mariam non exaudiri. Di modo che, continua egli, la prontezza con cui le vien accordato tutto quel che domanda le dà un credito che ha del comando e dell’impero. Rationem habet imperii.- Qual felice conseguenza, fratelli miei, a dedurre a favore di coloro che mettono la loro confidenza in questa divina Madre! Poiché alla grandezza del suo potere Ella unisce eziandio la volontà più sincera di soccorrerci. Noi siamo i suoi figliuoli, ed Ella ci ama con tenerezza; Ella vede in noi i fratelli di Gesù Cristo, e a ciascuno di noi in particolare questo divin Salvatore la diede per Madre prima di spirare sulla croce: Ecce mater tua. Noi possiamo ben dunque dire con ragione di avere una Madre onnipotente nel cielo. Or qual cosa più consolante? Potrebbe Ella dimenticare i nostri bisogni o vederli con occhio indifferente? No, fratelli miei, questa divina Madre dall’alto grado di gloria a cui è innalzata, non è talmente occupata della sua felicità che non pensi più a noi. Ella ci serve di avvocata presso di Dio; e siccome Gesù Cristo è il principale mediatore che difende la nostra causa presso suo Padre, come dice s. Paolo: Semper vivens ad interpellandum prò nobis, Maria impiega altresì la propria mediazione presso del suo Figliuolo, in favore di coloro che ricorrono alla sua protezione. Per mezzo di questa potente mediazione, arresta Ella il braccio della divina giustizia pronta a vibrare i suoi fulmini sopra gli uomini colpevoli. Oimè! quanti peccatori tra coloro che mi ascoltano sarebbero di già precipitati nell’inferno, se la Santissima Vergine non avesse domandata grazia per essi, se non avesse loro ottenuto il tempo di far penitenza. Quanti peccatori le sono debitori della loro conversione, quanti giusti della loro perseveranza, quanti Santi della loro ricompensa nel cielo! In una parola, la Santissima Vergine è come il canale per cui tutte le grazie, tutti i tesori del cielo ci sono comunicati: chiunque è favorevolmente ascoltato da Maria lo è altresì da Gesù Cristo; e chiunque con fiducia la invoca è sicuro di essere esaudito e di provare gli effetti della sua protezione. Ricorrete dunque a Maria, conchiude a questo proposito s, Bernardo, o voi tutti che vi riguardate in questo mondo come sopra un mare procelloso, agitati dalle tempeste, trasportati dai flutti, esposti ad ogni momento al pericolo di far naufragio. Se voi volete non restare sommersi, tenete fissi gli occhi a quest’astro che calma le tempeste: « Respice stellam, voca Mariam ». Se voi siete assaliti dalle tentazioni, come da venti fuoriosi, che si sollevano contro di voi, se le vostre passioni vi spingono contro gli scogli, se l’ira vi strascina al precipizio: ricorrete a Colei che può far cessare la tempesta e che vi farà trionfare dei vostri nemici con le grazie che vi otterrà per superarli: Voca Mariam. Se, molestati dai rimorsi di vostra coscienza e dalla gravezza dei vostri peccati, siete tentati di precipitarvi nell’abisso della disperazione alla vista dei terribili giudizi di Dio, pensate solamente: Maria, invocatela nei vostri pericoli, nelle vostre tribolazioni, in tutti i vostri bisogni, e proverete consolazione nelle vostre pene, sentirete rianimarsi la speranza, perché è impossibile, dice s. Bernardo, che un vero servo di Maria possa perire. Datemi qualcheduno, dice egli, che l’abbia invocata invano, ed io consento che non l’invochi più. Ma ricordatevi, aggiunge il citato santo Dottore, che il mezzo più efficace di rendervela propizia è d’imitare gli esempi delle virtù che Ella vi ha dati: Ut impetres eius oratiònis suffragium , non deseras contersationis èxemplum. In questa pratica, fratelli miei, consiste principalmente la vera devozione verso lo Santissima Vergine. Bisogna onorarla, ella è cosa buona ed utile, invocarla con confidenza. Ma contentarsi di darle qualche segno di venerazione, d’indirizzarle alcune preci, d’essere aggregato a qualcheduna delle sue confraternite ed attenersi precisamente a questo, senza fare alcuno sforzo per imitare le sue virtù, ella è una devozione superficiale ed inutile. Per essere vero servo di Maria Vergine, bisogna esser servo di Gesù Cristo, ubbidire come Ella alla sua legge, camminare come Ella sulla tracce di questo divin modello. La Santa Vergine, è vero, è il rifugio dei peccatori: Refugium peccatorum; essa ottiene loro le grazie di conversione e di salute. Ma otterrà Ella forse queste grazie di conversione ai peccatori che non vogliono convertirsi, che persistono ostinatamente nei loro disordini? Salverà Ella forse quei peccatori che non vogliono profittare delle grazie di salute? No, fratelli miei, Dio medesimo che ci ha creati senza noi, non ci salverà senza di noi, dice s. Agostino. Non bisogna dunque, o peccatori, immaginarvi che con alcune preci indirizzate alla Madre di Dio, con alcune pratiche di devozione in onor d’Ella adempite, voi nulla abbiate a temere, perché siete, dite voi, sotto la protezione di Maria, la quale non vi abbandonerà. Voi avete ragione di mettere in Lei la vostra confidenza, e di tutto aspettare dal suo potere e dalla sua bontà; ma non è confidenza, ella è presunzione il credere che la Santa Vergine farà tutto dal canto suo mentre voi nulla volete fare dal vostro. Essa protegge i peccatori ma ha in orrore il peccato. Le stanno troppo a cuore gl’interessi del suo caro Figliuolo per autorizzare gli oltraggi che Gli si fanno; chiunque dichiara la guerra al suo Figliuolo incorre il suo sdegno; l’ubbidienza ai voleri del Figliuolo è il solo mezzo con cui sperare si possono i favori della Madre. –  Eh! come mai questa Vergine, che è stata la più grande e la più umile nello stesso tempo tra tutte le creature, accorderebbe Ella i suoi favori a quegli uomini orgogliosi che pieni di se stessi non hanno che del dispregio per gli altri; che cercano solo d’innalzarsi e comparire quel che non sono, mentre hanno tanti motivi di umiliarsi, di abbassarsi? Con qual occhio questa Vergine tutta pura potrebbe vedere nel numero dei suoi figliuoli quelle anime carnali e voluttuose, che nutriscono la loro immaginazione di pensieri disonesti, si abbandonano ai desideri sensuali, s’immergono nel fango e nella sozzura del peccato, cui Ella ha tanto in orrore? Quali grazie possono sperare da questa Madre del divino Amore quei vendicativi che non vogliono perdonare, quei maldicenti che vibrano i loro colpi avvelenati contro la riputazione dei prossimo, quegli usurpatori ingiusti dei beni altrui? No, no, peccatori, chiunque voi siate, non vi lusingate dalla protezione e del credito della Santissima Vergine; se voi non lascerete le vie dell’iniquità, non crediate che all’ombra delle sue ali possiate mettervi a coperto delle ree passioni che non volete domare; non sperate che, dopo aver passata la vostra vita nel peccato, Ella vi ottenga la grazia d’una santa morte. Egli è impossibile, lo so, che un vero servo di Maria perisca, ma se volete essere di questo numero ed aver parte alla sua amicizia, cessate di essere i nemici del suo Figliuolo: cominciate a lasciare i vostri disordini, a cambiare vita, ed Ella vi otterrà gli aiuti di cui avete bisogno per rientrare in grazia con Dio. Nel che la sua potente protezione molto serve ai peccatori; mentre i peccatori, per uscire dall’abisso del peccato, hanno bisogno di una grazia particolare, che essi non meritano; ma se hanno un vero desiderio di ritornar a Dio, e per riuscire in quel buon disegno ricorrono alla Santa Vergine, ah! allora sì che Ella fa loro sentire il suo credito, ottenendo loro quelle grazie forti e potenti che fanno loro ricuperare la libertà dei figliuoli di Dio. – Quanto a voi, anime giuste, che possedete l’amicizia del vostro Dio, e che in questa qualità avete maggior parte ai favori della Santa Vergine, voi potete tutto sperare dalla sua protezione, se siete fedeli a camminare sulle sue tracce. Indirizzatele ferventi orazioni, Ella vi otterrà la perseveranza nel bene e la grazia di morire della morte dei giusti. – Per ottenere tanti favori, a Voi ricorriamo, o Vergine Santissima, Madre di misericordia, nostra speranza presso Dio: Mater misericordiæ, vita, dulcedo, spes nostra. Noi v’indirizziamo i nostri voti, i nostri sospiri in questa valle di lacrime, ove la nostra occupazione è di gemere, di piangere sulle nostre miserie: Ad te suspiramus. Degnatevi di gettare su di noi i vostri sguardi propizi, affine di procurarci dopo il nostro esilio, un accesso favorevole presso del vostro caro Figliuolo: Et Jesum benedictum etc. – Noi non vi domandiamo, Vergine Santissima, i beni transitori di questo mondo: noi non vi domandiamo neppure di ottenerci la liberazione dai mali di questa vita, essi possono essere per noi un motivo di predestinazione, se ne facciamo un santo uso; ma noi vi preghiamo di ottenerci la pazienza di soffrirli in vista della nostra salute. Otteneteci un grande orrore del peccato, che è il solo male che dobbiamo temere. Domandate per noi la purità, l’umiltà e le altre virtù che vi hanno resa sì gradita a Dio. Fate vedere in questo che voi siete nostra Madre; fatecelo conoscere principalmente al momento della morte, che deve decidere della nostra sorte eterna. Si è soprattutto per quell’ultimo momento che noi imploriamo il vostro potentissimo patrocinio affinché il nemico della salute non prevalga su di noi, e la morte non sia che un passaggio alla vita beata. Cosi sia. [Oltre le pratiche generali di devozione verso la Santa Vergine, che si sono proposte in questa istruzione, si raccomandano le seguenti: Recitare ogni giorno qualche preghiera in suo onore, come la corona, le sette allegrezze: ascriversi nelle sue confraternite come del Rosario, del Carmine ecc. Si può facilmente recitare la terza parte del Rosario ogni giorno, cominciando sempre con un atto di contrizione; digiunare, o far qualche mortificazione il sabato in suo onore, averne un’immagine nella sua camera, salutarla quando si passa avanti qualche cappella o immagine, dicendo: O mater Dei, memento mei: o madre di Dio, ricordatevi di me, adesso e nell’ora della mia morte. Proporsela per modello nelle sue azioni, principalmente le persone del sesso, domandando spesso a sé medesimo come la Santa Vergine pregava, come conversava essa col modo; qual era il suo orrore per le compagnie profane, il suo amore per la solitudine, pel silenzio ecc.]

 

Offertorium
Orémus
Gen III:15
Inimicítias ponam inter te et mulíerem, et semen tuum et semen illíus.[Porrò inimicizia tra te e la Donna: fra il tuo seme e il Seme suo.]

Secreta
Ascéndat ad te, Dómine, nostræ devotiónis oblátio, et, beatíssima Vírgine María in coelum assumpta intercedénte, corda nostra, caritátis igne succénsa, ad te júgiter ádspirent.
[Salga fino a Te, o Signore, l’omaggio della nostra devozione, e, per intercessione della beatissima Vergine Maria assunta in cielo, i nostri cuori, accesi di carità, aspirino sempre verso di Te.]

Communio
Luc 1:48-49
Beátam me dicent omnes generatiónes, quia fecit mihi magna qui potens est. [Tutte le generazioni mi diranno beata, perché grandi cose mi ha fatto colui che è potente.]

Postcommunio
Orémus.
Sumptis, Dómine, salutáribus sacraméntis: da, quǽsumus; ut, méritis et intercessióne beátæ Vírginis Maríæ in coelum assúmptæ, ad resurrectiónis glóriam perducámur.
[Ricevuto, o Signore, il salutare sacramento, fa, Te ne preghiamo, che, per i meriti e l’intercessione della beata Vergine Maria Assunta in cielo, siamo elevati alla gloriosa resurrezione.]

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.