SAN GIOVANNI BATTISTA

Omelia di S. S. GREGORIO XVII (1976)

Cappella di S. Giovanni Battista a Genova, cattedrale S. Lorenzo.

“La solennità odierna e il brano del Vangelo (Lc. 1, 57-66.80) che avete ora sentito leggere ci riportano alla nascita di San Giovanni Battista, unico tra i Santi del quale si celebri la nascita. E la ragione è questa: che era un predestinato fin dal momento della sua creazione e che aveva già al momento della nascita tutto il contorno di manifestazioni soprannaturali che tale lo indicavano, tanto che si diceva, come riferisce il Vangelo di Luca, nelle montagne di Giudea: “Ma chi sarà mai questo fanciullo?” (Lc I 66) Questa nascita è circondata da segni soprannaturali, ma – ed è l’oggetto del mio parlare oggi – ha una caratteristica: é punteggiato dai due più grandi cantici del Nuovo Testamento, il “Magnificat” e il “Benedictus”. – Cominciamo dal primo. Il “Magnificat” (Lc 1, 46-55) è noto a tutti, la parola risuona nelle orecchie di tutti. E il cantico sciolto della Vergine Madre del Signore. Dove? Sulla porta della casa di Ain Karim, dove sarebbe nato S. Giovanni Battista e dove la Vergine Madre del Signore andava a servire per tre mesi, cioè fintanto che non è nato lui, la sua vecchia parente Elisabetta, che aspettava Giovanni il Battista. Il “Magnificat” fu il primo atto compiuto dalla Vergine mentre andava a servire la madre del nascituro. E il nascituro se ne accorse, perché – cosa che non accade agli altri, lo riferisce il Vangelo di Luca – all’udire la voce di Maria esultò nel grembo della madre. Sapeva che quel cantico era collegato con lui, con la sua missione e inquadrava la sua figura di uomo che entrava in questo mondo con una strada ben segnata e divinamente disegnata. Ora, che cosa disse Maria nel “Magnificat”? Esaltò il Signore per la misericordia, esaltò fedeltà di Dio nel mantenere le promesse fatte ai padri e allo stesso Abramo, annunciò che sarebbero stati riempiti di bene gli umili e gli affamati e sarebbero stati cacciati giù dai troni i superbi. Annunciò in quel modo poetico, proprio della lingua in cui la Vergine cantava, che in questo mondo ci sarebbe stata una giustizia, non certo inclusa nei cicli delle nostre stagioni; ma c’è! Nessuna si creda di farla e alla Divina Provvidenza e alla legge di Dio. O prima o poi il ciclo della giustizia si chiude, e questo è uno dei segni evidenti, tangibili e qualificati per noi per intendere la presenza di una giusta Provvidenza nel mondo. E questo è un ammonimento. Più tardi lo stesso Giovanni Battista avrebbe ripreso il motivo nei discorsi tenuti al Giordano e che un po” ci sono riferiti da tutti e quattro gli Evangelisti, dicendo a tutti: “Osservate bene la giustizia voi capi del popolo, voi soldati” (cfr. Lc III, 10-14). Ricordò a tutti che se la giustizia non l’avessero fatti loro, l’avrebbe fatta un Altro. E il momento di ricordare questa legge della storia. Quando la giustizia non la fanno gli uomini, la fa Iddio! E molte cose che accadono a questo mondo non portano sopra, come se fossero delle bottiglie, un’etichetta per indicare che sono il frutto di un’eterna giustizia, ma lo sono. – L’altro cantico; il “Benedictus” (Lc. I, 68-79). Quando il padre che, essendo stato incredulo prima all’annuncio dell’Angelo, era stato punito con l’incapacità di parlare, era muto; quando il padre, dopo lui nato e richiesto di dire che nome voleva dare – i parenti lo volevano chiamare Zaccaria; tale era in nome del padre -, prese una tavoletta e scrisse sopra: ” I l suo nome è Giovanni” (Lc. 1, 63), (anche la madre aveva detto questo), in quel momento, compiuto il suo dovere, si sciolse la lingua di Zaccaria e cantò pieno di Spirito Santo il “Benedictus”, l’altro cantico grande del Nuovo Testamento. Lo cantò dinanzi alla culla del fanciullo al quale imponeva il nome determinato da Dio. E che cosa disse nel suo cantico Zaccaria? Rese grazie a Dio, annunciò la missione di quel fanciullo, che era di illuminare e portare la luce dove erano le tenebre, ma soprattutto cantò la fedeltà di Dio alle promesse e cantò la sicurezza che dava alla vita degli uomini la fedeltà di Dio alle Sue promesse. “Sine timore” (Lc. 1, 74), “senza timore liberati” possiamo cantare a Lui l’inno di grazie. Cantò la fedeltà di Dio. E l’unico veramente fedele; gli altri quand’anche vogliono esser fedeli, sono soggetti alla sonnolenza, al sonno, alla dimenticanza e ai diversi sbalordimenti dalle diverse cause e dalle diverse qualifiche. Anche volendolo, non riescono tutti a mantenere tutte le loro promesse. Dio solo è fedele, e il cantico della fedeltà, cominciato all’inizio del Nuovo Testamento, è cantato dinnanzi alla culla di questo bambino e proclamato lì. – Ecco con quale appannaggio entra nel mondo Giovanni Battista. Ecco con quali certezze entra nel mondo Giovanni Battista. Possiamo esser tranquilli di Dio, certo! Perché? Perché la Grazia di Dio all’interno degli uomini può operare cose meravigliose che annullino tutto quello che gli avvenimenti iniqui possono di perverso combinare all’intorno dell’uomo. Dio all’interno può sempre pareggiare quello che all’esterno la libertà umana tollera si pareggi. [Il colore rosso è redazionale].

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.