FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU’

Ad Sacratissimum Cor Iesu formula consacrationis recitanda

 “Iesu dolcissime, Redemptor humani generis, respice nos ad altare tuum humillime provolutos. Tui sumus, tui esse volumus; quo autem Tibi coniuncti firmius esse possimus, en hodie Sacratissimo Cordi tuo se quisque nostrum sponte dedicat. – Te quidem multi novere numquam. Te, spretis mundatis tuis, multi repudiarunt. Miserere utrorumque, benignissime Iesu: atque ad sanctum Cor tuum rape universos. Rex esto, Domine, nec fidelium tantum qui nullo tempore discessere a Te, sed etiam prodigorum filiorum qui Te reliquerunt fac has, ut domum paternam cito repetant, ne miseria et fame pereant. Rex esto eorum, quos aut opinionum error deceptos habet, aut discordia separatos, eosque ad portum veritatis atque ad unitatem fidei revoca, ut brevi fiat unum ovile et unus pastor. Rex esto denique eorum omnium, qui in vetere gentium superstitione versantur, eosque e tenebris vindicare ne renuas in Dei lumen et regnum. Largire, Domine, Ecclesiæ tuæ securam cum incolumitate libertatem; largire cunctis gentibus tranquillitatem ordinis: perfice, ut ab utroque terræ vertice una resonet vox: Sit laus divino Cordi, per quod nobis parta solus: ipsi gloria et honor in sæcula. Amen.”  [Leone XIII – Annum sacrum].

FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU’

[J. J. Gaume: Catechismo di Perseveranza, Torino, vol. IV, 1881]

Festa del Sacro Cuore di Gesù. — Suo scopo e motivo. — Differenza tra la devozione al Sacro Cuore e la devozione al Santo Sacramento. — Storia della festa del Sacro Cuore. Sua armonia con i bisogni della Chiesa e della Società. — Confraternita del Sacro Cuore.

Ecco una nuova festa anche più commovente, se pure è possibile, di quella di cui abbiamo tessuto la storia; è il dì della festa del Sacro Cuore! A questo nome si risveglia la più viva tenerezza che sia dato albergare nelle anime cristiane. Che è dunque la festa del Sacro Cuore? Quale ne è lo scopo? Quale la ragione?

1° Che cosa è la festa dei Sacro Cuore? Or io vi domando: cos’è le festa della Natività, della Risurrezione e dell’Ascensione, se non festa di Gesù Cristo medesimo, alle quali danno occasione questi misteri, e nelle quali si fa menzione di quei grandi avvenimenti della vita del Redentore? Che cosa è inoltre la Festa del Santissimo Sacramento, se non una delle feste di Gesù Cristo? Il cui motivo è la ricordanza della istituzione dell’Eucaristia? Che cosa sarà dunque la festa del Sacro Cuore di Gesù Cristo? Nient’altro che una delle feste di Gesù Cristo medesimo, a cui dà occasione l’immensa sua carità per gli uomini, simboleggiata e rappresentata dal suo cuore. La risposta a questa prima domanda risolve anche la seconda.

2° Qual è lo scopo di questa festa? È d’uopo rammentare che le feste cattoliche hanno per scopo e per soggetto particolare una persona intelligente, come l’Augusta Trinità, Gesù Cristo, Dio e Uomo, ovvero qualche Santo. Non è un mistero, non è la reminiscenza d’un benefizio, non è la devozione ad un Santo lo scopo materiale d’una festa qualunque; anzi tutte queste cose non ne somministrano che occasione e motivo. Quindi lo scopo materiale della festa del Sacro Cuore è quello stesso che si suole attribuire a tutte le feste di Gesù Cristo, vale a dire Gesù Cristo medesimo.

3° Qual è il motivo di questa festa? È l’immensa carità di Gesù Cristo per gli uomini, e il Sacro Cuore che ne è il simbolo e la vittima. Tale è il fine e l’intenzione della Chiesa nella istituzione di questa festa, siccome chiaramente si deduce dal doppio uffizio ch’ella ci ha dato, l’uno per la Polonia e l’altro pel Portogallo. Nel primo ella si esprime cosi: « Affinché i fedeli venerino con maggior devozione e fervore la carità di Gesù Cristo soffrente sotto il simbolo del Sacro suo Cuore, ed affinché ne raccolgano frutti più abbondanti, Clemente XIII ha permesso a diverse Chiese che ne han fatto domanda di celebrare la festa di questo santissimo cuore ». La memoria e la venerazione della carità di Gesù Cristo sotto il simbolo del Sacro Cuore, eccovi dunque il primo motivo della concessione di questa festa.Nell’altro uffizio, approvato pel Portogallo e per altri paesi, la Chiesa propone un nuovo motivo, espresso nell’invitatorio, ove si dice: « Venite ed adoriamo il cuor di Gesù vittima della carità ». Il cuore di Nostro Signore, vittima della carità, egli è il secondo motivo della concessione di questa festa: e non può dubitarsi che qui si parli del vero e reale cuore di Gesù Cristo. Donde è palese, che la carità del Salvatore per gli uomini, e il suo cuore fisico e reale, che ne è stato la vittima, e che la rappresenta come simbolo, sono il motivo di questa nuova festa dell’Uomo-Dio.A chi domandasse, perché mai questa festa non è chiamata la festa di Gesù Cristo, ma festa del Sacro Cuore, risponderemmo, che per distinguere tra loro le diverse feste di Gesù Cristo, non se ne toglie la denominazione nell’obbietto, ma nel motivo. Così noi diciamo la festa della Natività, della Circoncisione, dell’Epifania, perché il motivo e la nascita del Salvatore, la sua circoncisione, l’adorazione dei Magi quantunque il Signor nostro ne sia sempre l’obbietto.A chi domandasse inoltre perché si onora la carità di Gesù Cristo verso gli uomini sotto il simbolo del suo cuore, e non sotto un altro emblema, ne daremmo una ragione naturale e di senso comune, alla quale nessun uomo di retto giudizio può contraddire. Infatti è indubitato che il cuore di carne è la parte del corpo umano che più vivamente risente gli effetti delle passioni dell’anima; sicché può derivare dall’esser il cuore la causa motrice di tutti i nostri fluidi; donde sembra naturale che i movimenti siano più sensibili al punto ove agisce la causa materiale e la sorgente del moto vitale. Comunque sia, le sensazioni, le emozioni, i palpiti che prova il cuore di carne, per conseguenza dell’amore che risiede nell’anima, sono tanti testimoni irrefragabili della mutua corrispondenza tra l’amore dell’anima e il cuore di carne.Da ciò è derivato l’uso universale tra gli uomini di prendere il cuore per l’amore. E quest’uso è fondato sopra i modi di esprimere della Scrittura stessa, ove si vede che l’amore infinito di Dio è talvolta espresso sotto il simbolo del cuore umano. Iddio dice ad Eli per bocca del profeta: « E io mi creerò un sacerdote fedele il quale servirà secondo il mio cuore » [I Re II, 35] donde si rileva che il cuore è nominato in luogo e come simbolo della volontà o dell’amore di Dio. Gli altri esempi di queste maniere di dire non sono rari nei libri santi.A chi domanda infine qual culto la Chiesa cattolica presta al cuore di Gesù Cristo, noi possiamo rispondere che essa gli presta un culto di latria o di adorazione. Infatti il cuore di Gesù Cristo è adorabile, come fu il sacro suo corpo, a cagione dell’unione ipostatica con la Divinità; perché è manifesto che il culto di adorazione tributato al cuore di Gesù Cristo, gli è prestato precisamente perché è il cuore di Gesù Cristo, Dio ed Uomo; e perché in questo cuore adoriamo Gesù Cristo tutto intero senza separazione né divisione. « Io credo, prosegue il dotto Muzzarelli, che possa esprimere in poche parole la ragione di questo culto dicendo: Che il cuore di Gesù Cristo è adorato con culto di latria in Gesù Cristo, con Gesù Cristo e a cagione dell’eccellenza di Gesù Cristo » [Muzzarelli: “Devozione e culto del Sacro Cuore”].È specialmente nella festa di cui parliamo che si venera quel cuore adorabile; il che ne invita a rispondere ad un ultima interrogazione che può esserci fatta: Qual differenza cioè vi sia tra la devozione pel sacro cuore di Gesù e la devozione per il Santissimo Sacramento? Gesù Cristo è l’oggetto unico dell’una devozione e dell’altra.Nella devozione al Santissimo Sacramento il motivo è di onorare l’umanità sacra di Gesù Cristo unito col Verbo, e veramente degna per questa unione dell’adorazione degli Angeli e degli uomini. Nella devozione al Sacro Cuore il motivo essenziale è di onorare il cuore di Gesù Cristo unito alla Divinità, e specialmente di riconoscere quell’amore di cui è infiammato per gli uomini, e di fargli ammenda onorevole per quello che Egli ha sofferto e per quello che Ei deve soffrire ogni giorno da quegli stessi uomini nel suo Sacramento di amore, la più meravigliosa invenzione, che sia uscita dal cuore divino .

II . Origine della festa. — Passiamo all’origine della festa del Sacro Cuore e alla sua armonia con i bisogni della Chiesa e della società. Se il Belgio ebbe la gloria di offrire al mondo cattolico la festa del santo Sacramento, la Franca fu scelta a fondare quella del Sacro Cuore. Io vedo nel Belgio una santa fanciulla a cui Dio si degna manifestare i propri disegni; vedo in Francia una modesta vergine eletta a confidente dei segreti del suo Cuore divino. Cosi, a quattro secoli di distanza, noi troviamo una prova novella dell’adempimento di quella gran legge della quale le cose deboli del mondo elesse Iddio per confondere le forti [I Cor. I, 27].Nel secolo decimosettimo viveva nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial, nel Charolais, una santa monaca chiamata Margherita Maria Alacoque. Esempio di saviezza, di sottomissione, e di pazienza, quell’angelo della terra stava un giorno dell’ottavario del santo Sacramento in adorazione davanti all’augusto altare, quando il Dio dei cuori puri si fece udire da lei, e scoprendo il suo cuore adorabile le disse: « Ecco quel cuore che ha amato gli uomini, che nulla ha risparmiato per essi, che è fino giunto ad esaurirsi ed a consumarsi per dar loro prova dell’amor suo. Per ricompensa io non ricevo dalla maggior parte degli uomini che ingratitudini, a cagione dei dispregi, delle irriverenze, dei sacrilegi e della freddezza ch’essi hanno per me in questo sacramento d’amore. Ma quello che mi è anche più amaro si è, che così mi trattino cuori che a me si sono consacrati; perciò, ti chiedo che il primo venerdì, dopo l’ottava del santo Sacramenta, venga dedicato a celebrare una festa particolare per onorare il mio cuore, offrendoGli riparazione per mezzo d’una ammenda onorevole e una santa comunione in quel giorno, risarcisca gl’indegni trattamenti ch’Egli ha ricevuto nel tempo che è stato esposto sopra gli altari [Vita della B. Margherita Maria scritta da M. Languet, arcivescovo di Sens, lib. IV, n. 57]. – Il Salvatore promise all’umile sua serva i più abbondanti tesori di grazia, a favore di coloro che si dedicherebbero al culto del sacro suo Cuore. Il suggello delle opere di Dio, vale a dire la contrarietà, fu ben presto impresso sulla nuova devozione. Appena la venerabile Margherita Maria ebbe parlato della rivelazione che aveva avuta, fu trattata di visionaria. Disprezzo, beffe, penitenze, nulla insomma le fu risparmiato; ma nulla altresì poté indurla a ritrattare il suo detto. Ella poteva dire come gli Apostoli: Non possiamo non parlare di quelle cose che abbiamo vedute e udite. [Act. IV, 20]. – Fin qui tutto era accaduto nell’interno del monastero; ma la tempesta diventò ben altrimenti furiosa, quando la rivelazione fu conosciuta nel pubblico. I Giansenisti specialmente si scatenarono con una violenza inaudita contro la devozione proposta; donde i Pastori della Chiesa rimanevano sospesi, aspettando che il cielo si manifestasse con indubitabile evidenza. Quel momento non era lontano, ma l’umile serva di Dio nol vide. Il dì 17 ottobre 1690 ella scese nella tomba, seco portando la corona di spine con cui il Salvatore suole adornare le sue spose dilette; ma questa corona fu in cielo cangiata in corona di gloria, e ben presto anche la terra cangiò sentimenti e linguaggio circa la serva di Dio e circa la devozione al Sacro Cuore. – Il cielo fece udire l’alta sua voce, la voce del miracolo. Nel 1720 la Provenza era devastata da pestilenza furiosa. La città di Marsiglia fu la prima attaccata da questo flagello, che in pochi mesi rapì la metà degli abitanti di quella vasta città. – Monsignor di Belzunce di Castelmorone, vescovo di Marsiglia, vedendo l’insufficienza de’ rimedi umani, risolse di ricorrere a Colui che tiene nelle sue mani le chiavi dell’inferno e della morte, e di contrapporre in favore dei suoi diocesani allo sdegno di Dio i meriti del sacro Cuore del divino suo Figlio. Qual nobile inspirazione! Cerca pure, o eroe della carità, nel culto pubblico del Cuore di Gesù Cristo un rimedio ad un male che non ne ha sulla terra; prega, e la tua speranza non verrà delusa! Il santo vescovo esortò tutti i suoi diocesani ad entrare nello spirito da cui era animato egli stesso; quindi ordinò che la festa del Cuor di Gesù fosse solennizzata come una delle più grandi feste dell’anno. Né qui ristette, poiché fece una consacrazione solenne e pubblica di tutta la sua diocesi e di sé stesso al sacro Cuore di Gesù. La sua preghiera fu visibilmente esaudita, perché da quel giorno stesso il morbo sì furioso cominciò a diminuire considerabilmente, e in poco tempo cessò affatto; lo che fu riconosciuto e dichiarato dai magistrati della città per atto pubblico. Ma Dio riserbava allo zelo del Pontefice e del suo popolo una protezione anche più visibile. – Nel 1722 sul mese di maggio la peste, creduta spenta da tanto tempo, si ridestò di nuovo nella città, gettandola in una terribile costernazione. La morte, quel monarca dello spavento, come dice la Scrittura, collocò il proprio trono nel centro di quella vasta città, testé si brillante e sì allegra. Abbandonata da coloro che avevano mezzi di porsi in salvo, Marsiglia presentò ben presto l’immagine d’un orribile campo seminato di cadaveri e di moribondi. – Allora ricomparvero quei sacrifici sublimi, che vedremo sempre rinascere in tutte le calamità pubbliche finché regnerà il Cattolicismo. Monsignor di Belzunce rinnovò quanto aveva fatto a Milano san Carlo Borromeo. Colà pure una tremenda lotta tra il furore della malattia e lo zelo della carità; colà pure pericoli affrontati, moribondi assistiti, poveri soccorsi; colà pure i sacerdoti morienti a centinaia accanto agli appestati, ed esalanti l’estremo fiato nel preparare gli altri alla morte; colà pure orribili patimenti e sublimi conforti; colà finalmente il legno mancante per le bare, mancanti i portatori per il trasporto ai cimiteri, ma non già mancanti i sacerdoti per soccorrere e consolare da per tutto. – Belzunce scriveva da Marsiglia: « Io sono ancora la Dio grazia in piedi, in mezzo a morti e a moribondi. Tutto accanto a me è stato rovesciato, e di tutti i ministri del Signore che mi hanno accompagnato, più non rimane che il mio solo elemosiniere. Io ho veduto e sentito durante otto giorni duecento morti imputridire intorno alla mia casa e sotto le mie finestre; sono stato costretto a percorrere le strade, tutte senza eccezione fronteggiate da entrambi i lati da cadaveri mezzo fracidi e rosi dai cani, e il mezzo della via ingombro da cenci e da sozzure in modo da non sapere ove posare il piede. Con una spugna sotto il naso inzuppata nell’aceto, con la mia sottana alzata sotto le ascelle, mi bisognava traversare quei cadaveri infetti per rintracciare tra loro, confessare e confortare i moribondi, stati gettati fuori delle proprie case. » La città è ormai rimasta senza confessori. I sacerdoti hanno fatto prodigi di zelo e di carità, ed hanno dato la propria vita per i loro fratelli. Tutti i Gesuiti son morti, meno tre o quattro. Ne sono venuti molti altri da lontano per dedicarsi alla morte. » Sono morti trentatré cappuccini. Il Padre de la Fare ad onta della grave sua età si è salvato, perché almeno un Padre di Santa-Croce potesse sopravvivere agli altri. Vi sono stati venti Mendicanti e altrettanti Minori Osservanti morti, Carmelitani scalzi, Minimi, e alcuni Gran Carmelitani. Non vi parlerò dei miei figli Ecclesiastici che si sono sacrificati; io considero come un generale che ha perduto il fiore de’ suoi soldati. » – Infatti erano periti dugento cinquanta sacerdoti della diocesi di Marsiglia o delle diocesi vicine; e dopo la malattia ne giungevano tutto giorno altri che invidiavano la sorte dei primi. – Quando il contagio cominciò a diminuire, M. di Belzunce fece erigere nel giorno di Ognissanti un altare in mezzo del Corso, uscì poscia del suo palazzo vescovile a piedi scalzi con la corda al collo (come san Carlo), e preceduto dai sacerdoti e Religiosi superstiti, s’inginocchiò davanti a quel Dio che punisce e che perdona e cantò: Parce, Domine, parce populo tuo! pregando ardentemente per il proprio gregge. Oh! chi potrebbe ridire l’emozione del santo vescovo, la tenerezza di tutto il popolo a tal cerimonia? Le preghiere continuarono, e il 15 novembre M. de Belzunce diede la benedizione a tutta la città dall’alto di un campanile al suono delle campane e allo strepito del cannone che invitava gli abitanti a pregare. Questo imponente spettacolo sparse nel popolo un religioso terrore. – A malgrado di tanta carità per parte dei pastori, e tante lacrime e preghiere per parte dei fedeli, il cielo rimaneva inflessibile, e il flagello continuava le sue stragi; la gloria di farlo sparire era serbata al Cuore di Gesù. Infatti quel Sacro Cuore divenne per la seconda volta il fortunato rifugio del pio Prelato. A sua istanza i Magistrati in corpo fecero voto di andare tutti gli anni, in nome della città, alla chiesa della Visitazione nel giorno della festa del Sacro-Cuore per venerarvi il degno oggetto dell’amor nostro, ricevervi la santa Comunione, offrirvi un cero bianco di quattro libbre di peso, ornato con lo stemma della città, e finalmente assistere alla processione generale che il Prelato si proponeva d’istituire a perpetuità in quel giorno medesimo. Quel voto fu pronunziato pubblicamente dinanzi all’altare della cattedrale, dai principali Magistrati municipali, a nome dei cittadini, il giorno del Corpus Domini prima della processione del santo Sacramento portato da monsignor vescovo, mentre i magistrati erano inginocchiati davanti a lui. Tutto il popolo si uni ad un voto da cui sperava con viva fede un esito felice. Fu esso esaudito in un modo che formò l’ammirazione non meno che la consolazione di tutta la città. Da quel giorno tutti i malati guarirono, né più avvennero casi di peste. La diffidenza, che in quei funesti flagelli cagiona più mali dei flagelli medesimi, cede il luogo ad una piena fiducia, poiché gli abitanti di Marsiglia si credevano in sicurezza sotto la protezione del Cuore misericordioso del Salvatore. – Il male disparve a tal segno, che, sei settimane dopo, i virtuoso Pontefice, in una pastorale che pubblicò per eccitare i suoi diocesani alla riconoscenza, diceva loro : « Noi godiamo attualmente d’una salute sì perfetta, che è cosa prodigiosa e senza esempio in una città così vasta e così popolata come questa; non abbiamo più da qualche tempo in Marsiglia né morti né malati di alcuna sorta come neppure nel territorio ». Pieno di riconoscenza per questa seconda grazia, che sembrò anche più istantanea e più miracolosa della prima, Monsignor di Belzunce si affrettò d’adempiere la sua promessa, e istituì a perpetuità una processione generale per la festa del Sacro Cuore di Gesù. Tutti questi fatti sono autenticati dalle pastorali di quel prelato e dai registri delle deliberazioni dei Magistrati municipali della città di Marsiglia. Alla voce del cielo in favore della devozione del Sacro Cuore si unì ben presto la voce della Chiesa cattolica che n’è l’eco infallibile. Dopo le informazioni consuete (e ognuno sa quanto siano lunghe e rigorose le informazioni della Corte di Roma) il papa Clemente XIII approvò la festa e l’ufficio del Sacro Cuore per la Polonia; favore che il Portogallo richiese ed ottenne alcuni anni dopo. Già i vescovi di Francia, dopo una deliberazione presa a questo proposito nella famosa assemblea del clero del 1765, avevano quasi universalmente adottata nelle loro diocesi la devozione al Sacro Cuore. Da quell’epoca essa andò sempre aumentando fino al Pontificato di Pio VI. – Questo gran Pontefice, di santa e gloriosa memoria, diede una nuova approvazione a questa devozione salutare, e condannò quelli che osavano combatterla [vedi la lettera al vescovo di Pistoia]. – La festa del sacro Cuore fu stabilita, in seguito alla rivelazione fatta alla venerabile Margherita Maria, per il venerdì dentro l’ottava del Corpus Domini, ma ad oggetto di darle maggior pompa le chiese di Francia la solennizzano nella seconda domenica di luglio.

III. Propagazione della divozione del sacro Cuore. — La devozione del sacro Cuore si è diffusa in tutte le parti del mondo con sorprendente rapidità. Si sono formate società religiose allo scopo speciale di onorare il sacro Cuore del Salvatore. E già una di queste Congregazioni evangelizza i vasti arcipelaghi dell’Oceania, e un’altra, composta di donne, partecipando dello zelo con cui Gesù Cristo infiamma i suoi discepoli, ha inviato parecchie colonie nella vasta diocesi della Luigiana per secondare, presso le persone del suo sesso, le fatiche dei Missionari, che vanno a rischiarare con i lumi della fede i selvaggi del Mississipì e del Missouri. Non lungi dalle rive di questo fiume si ode il giovine indiano cantare le lodi del Cuore divino, che viene oltraggiato sulle rive della Senna. Donde nasce codesta meravigliosa propagazione? E perché la rivelazione della devozione al sacro Cuore in questi ultimi tempi? Qui certamente fa d’uopo ammirare la Provvidenza che veglia sopra la Chiesa, e la sublime armonia che Dio conserva tra lo svolgersi della Religione e i bisogni del mondo. Attaccati, impugnati, alterati da numerose eresie, figlie del protestantismo, i dommi della fede erano per divenire l’oggetto delle sacrileghe beffe de’ filosofi dell’ultimo secolo. E ben presto Iddio, anima, cielo, virtù, religione, non altro più esser dovevano per la maggior parte degli uomini fuorché oggetto di dubbio o di sprezzo, astrazioni senza realtà, senza influenza sulla condotta. A dir breve, il morbo dell’indifferenza era per sorgere di mezzo al sangue e alle rovine, e per gettar l’uomo ai piedi di un idolo, d’un solo idolo, IL DENARO!!! E il cuore dell’uomo, fatto per amare, stava per essere abbandonato a inesplicabili angosce, e la società a disordini ognor rinascenti. – A questo momento estremo Gesù Cristo mostra il divino suo Cuore all’uomo e alla società. Simile ad un padre, che dopo avere esaurite tutte le espressioni di tenerezza e tutti i mezzi suggeriti dall’amor paterno per trattenere dal precipizio un figlio diletto, chiama ad un tratto questo ingrato figlio, e scoprendo il petto gli dice: Guarda, questo è il mio Cuore; se tu ne conosci un altro che più schiettamente e più teneramente ti ami, dà a lui il tuo e lacera quello di tuo padre. Così fa Gesù Cristo padre degli uomini e delle società moderne, nel momento in cui esse stanno per precipitarsi nello spaventoso abisso dell’indifferenza e dell’empietà. O uomini, sembra che Egli dica, obliate forse quanto ho fatto per voi? Obliate il mio presepio, il mio esilio, il mio sangue, la mia croce? Ma poiché voi siete fatti per amare, e vi abbisogna un cuore, ecco il mio; ed io in cambio domando il vostro. È impossibile che il vostro cuore non si dia a qualcuno, poiché non può vivere senza amare, né amare senza vendersi o donarsi. Se il vostro cuore è da vendere, chi può esserne miglior compratore di Colui che ne è la beatitudine, il fine, l’eterna ricompensa? Se è da donare, chi meglio merita possederlo di Colui che lo ha fatto? Il mondo, l’empietà, l’eresia, l’indifferenza, il denaro chiedono il vostro cuore per cambiarlo in un inferno, ed io ve lo chiedo per farne un paradiso cominciando da questa vita: scegliete! – Mentre il Figlio di Dio parlava così, il demonio infiammava lo zelo dei suoi satelliti e si formavano misteriose, occulte congreghe per rapire all’Uomo-Dio il cuore dell’uomo e della società. L’ora delle tenebre era venuta e uno spirito di vertigine, coll’impadronirsi di un gran numero, trascinava verso l’abisso le nazioni colpevoli. Tuttavia in questo conflitto mortale, Dio non rimarrà vinto. Ecco che il Sacro Cuore riunisce d’intorno a sé tutto ciò che vi ha di più puro sopra la terra, sicché voti e preghiere salgono al cielo come nuvole di grato profumo. La giustizia divina, egli è vero, avrà il suo corso contro gli ostinati, ma avrà posto in bilancia il contrappeso, e la fede non perirà.

Confraternita del sacro Cuore. – Infatti sotto il pontificato di Pio VII fu instituita a Roma, centro del Cattolicesimo, una società forte e numerosa in onore del sacro Cuore. Altre se ne formarono del pari nelle diverse diocesi della cristianità; ma quella di Roma è divenuta il punto centrale ove fanno capo tutte le altre, se non di fatto, almeno d’intenzione e di desiderio. Questa ammirabile devozione, che da Roma si spande da per tutto e perfino nelle più remore regioni e che dappertutto è esercitata con tutte le pratiche pubbliche di un colto che non paventa la luce, si trova in opposizione con il sistema oscuro, tenebroso delle società segrete, antireligiose ed antisociali. – Qual sede più conveniente della città privilegiata ove risiede il Vicario in terra del Figlio di Dio, e di dove egli spedisce i suoi operai in tutti i luoghi del suo campo e della sua vigna, per creare in essa il deposito centrale di tutti gli istrumenti necessari e la sorgente sempre aperta dei mezzi più efficaci per andare con profitto alla grand’opera della salute dell’anima? Era dunque necessario che la prima e la più estesa confraternita del Sacro Cuore avesse il proprio seggio nella capitale della cristianità. Quivi s’innalza, come sulla sommità d’una montagna, la grande Basilica intorno alla quale dobbiamo figurarci, come altrettante cappelle agglomerate, tutte le chiese grandi e piccole, che sono collocate su tutti i punti del globo. Di là, come dal suo focolare sempre ardente, debbono ognora partirsi tutti i dardi di quel bel fuoco d’amore, che Gesù Cristo è venuto ad accendere sopra la terra, che alimenta nel proprio cuore, e di cui desidera ardentemente che tutti i cuori degli uomini siano infiammati. Questo magnifico quadro ci mostra la devozione al sacro Cuore in perfetta armonia non solamente con i bisogni attuali della Religione e della società, ma anche con le grandi leggi del mondo morale. Tutti gli esseri creati da Dio debbono tornare a Lui pel mezzo del cuore stesso dell’uomo; e il cuore stesso dell’uomo deve tornare a Lui per mezzo del sacro Cuore di Gesù. Quindi è che la devozione a questo sacro Cuore è il centro d’unione ove tutte le altre vanno a far capo, ed ove esse si perdono, per così dire, come i fiumi vanno a scaricarsi e a mescolarsi nel vasto oceano. Tutte le sante istituzioni, tutti gli ordini religiosi, uniti tra loro con una pura affezione nel Cuore di Gesù, riconoscono che sotto diversi nomi sono derivati da Lui, come da sorgente unica e comune, nella quale debbono tutti rientrare, o che piuttosto non abbandonano mai, comecché da essa siano usciti, come la luce non lascia mai il sole, il quale la genera e la spande. – E ora poiché ci abbisogna un cuore, chi di noi ricuserà di scegliere, anzi di accettare quello di Gesù quando Egli ce l’offre? Che chiede Egli in cambio? Una sola cosa: il nostro cuore. E forse troppo? Cuore per cuore: da qual lato è il guadagno? Affrettiamoci dunque ad entrare nella compagnia del Sacro Cuore di Gesù. – Molti favori e pochi obblighi, ecco le condizioni che ci vengono proposte. Perciò si ottiene indulgenza plenaria il primo venerdì o la prima domenica di ogni mese; – 2° Indulgenza plenaria il giorno della festa del Sacro Cuore; 3° Indulgenza di sette anni e sette quarantene le quattro domeniche che precedono la festa: 4° Indulgenza di sessanta giorni per ogni opera buona compiuta nel corso della giornata; 5° Indulgenza plenaria in punto di morte purché s’invochi con vero fervore e col cuore, se non si possa colla bocca, il santo nome di Gesù [Raccolta di indulgenze, pag 210]. I confratelli, dietro rescritto di Pio VII in data del 20 marzo 1802, debbono recitare devotamente ogni giorno un Pater, Ave, Credo e la seguente giaculatoria, o altra che significhi lo stesso: In ogni giorno in me cresca l’amore — Pel cuor di Gesù Cristo Redentore. — Si può anche con grande utilità fare il mese del sacro Cuore come si fa il mese di Maria: la devozione ha destinato il mese di giugno a questa bella e affettuosa devozione.

Preghiera.

O mio Dio, che siete tutto amore, io vi ringrazio che abbiate rivelata al mondo la devozione al Sacro Cuore di Gesù; fateci grazia che corrispondiamo all’amore immenso di cui questo cuore divino e infiammato per noi. Mi propongo di amar Dio sopra tutte le cose, e il prossimo come me stesso per amor di Dio, ed in prova di questo amore io mi assocerò alla devozione del Sacro Cuore: