3 MAGGIO 2017

Questo per la Chiesa Cattolica è un giorno di importanza straordinaria. 1) È il giorno della Invenzione della Santa Croce. 2) Si commemora sant’Alessandro I martire e Papa. 3) Si festeggia l’anniversario della elezione del Sommo Pontefice GREGORIO XVIII [3 maggio 1991]. Questi tre avvenimenti sembrano essere stati combinati appositamente: la Festa dell’Invenzione ci ricorda che solo la Croce è simbolo di salvezza, simbolo non solo iconografico, ma segno al quale si deve uniformare la vita del Cristiano, vita di Passione per giungere alla finale Resurrezione. Un esempio lampante ce ne viene fornito dalla vita e dalla morte del Santo martire e Papa Alessandro I. il terzo avvenimento ci rende lieti oltremodo, perché è stata la data nella quale la Chiesa Cattolica in eclissi ha continuato il suo corso Apostolico, con l’elezione del nuovo Pontefice attualmente regnante, come Gesù aveva solennemente promesso ai suoi: “Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”, sfilandosi da una mortale apparente crisi, voluta, attuata e determinata con accanimento caparbio dai soliti “nemici di Dio e di tutti gli uomini”, infiltrati come modernisti novatori sulla piattaforma preparata dai marrano-apostati dalla “quinta colonna” e dalle conventicole mondialiste. A queste già importanti ricorrenze si è aggiunta oggi pure la Festa del Patrocinio di San Giuseppe, proclamato da PIO IX protettore della Chiesa Cattolica, il mercoledì della settimana seguente la II Domenica dopo Pasqua! Felici i cattolici che possono godere di queste Feste incredibilmente importanti ed oggi confluite in questo unico giorno di grazia!

Patrocinio di San Giuseppe

San Bernardino da Siena: Sermone su S. Giuseppe

È regola generale di tutte le grazie singolari concesse a qualche creatura ragionevole, che, ogni volta che la bontà divina sceglie qualcuno per onorarlo d’una grazia singolare o elevarlo ad uno stato sublime, gli doni tutti i carismi, che alla persona così eletta e al suo ufficio sono necessari, e l’adorni largamente di questi doni. Il che s’è verificato soprattutto in san Giuseppe, padre putativo di nostro Signore Gesù Cristo, e vero sposo della Regina del mondo e della Sovrana degli Angeli; il quale fu scelto dall’eterno Padre a fedele nutrizio e custode dei suoi principali tesori, cioè del suo Figlio e della sua Sposa: ufficio ch’egli adempì fedelissimamente. Al quale perciò il Signore disse: « Servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore» Matth. XXV,21. – Se lo consideri rispetto a tutta la Chiesa di Cristo, non è egli forse l’uomo eletto e singolare, sotto del quale Cristo fu posto nel suo ingresso nel mondo e per mezzo del quale fu salvaguardato l’ordine e l’onore della sua nascita? Se pertanto tutta la Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché per Lei fu fatta degna di ricevere il Cristo; così dopo di Lei deve a Lui senza dubbio una riconoscenza e venerazione singolare. Egli è come la chiave dell’antico Testamento, in cui il merito dei patriarchi e dei profeti consegue il frutto promesso. Egli solo infatti possiede realmente quanto la bontà divina aveva a quelli promesso. Giustamente dunque Egli è figurato nel patriarca Giuseppe, che conservò il frumento ai popoli. Però Egli lo sorpassa, perché non solo ha fornito il pane della vita materiale agli Egiziani, ma, nutrendo (Gesù) con somma cura, ha procurato a tutti gli eletti il Pane del cielo, che dà la vita celeste. – Certamente non è a dubitare, che Cristo non abbia conservata in cielo, anzi non abbia compita e resa perfetta quella famigliarità, rispetto e sublimissima dignità, che, come un figlio a suo padre, gli accordò durante la vita terrestre. Onde non senza razione nella parola citata il Signore aggiunge: «Entra nel gaudio del tuo Signore» Matth. XXV,21. E benché il gaudio dell’eterna beatitudine entri nel cuore dell’uomo, tuttavia il Signore amò dirgli; «Entra nel gaudio»; per insinuare misticamente che questo gaudio non è solamente dentro di lui, ma che lo circonda d’ogni parte e lo assorbe e lo sommerge come un abisso senza fondo. Ricordati pertanto di noi, o beato Giuseppe, e coll’aiuto della tua preghiera intercedi presso il tuo Figlio putativo; e rendici altresì propizia la beatissima Vergine tua sposa, la Madre di colui che col Padre e collo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Così sia.

INVENZIONE S. CROCE

[da “I Santi per ogni giorno dell’anno”- Alba, 1933. Imprim.]

Dopo l’orrendo deicidio compiutosi sul Calvario, la Croce imporporata dal sangue del Salvatore era stata trafugata dagli infedeli e da questi nascosta sotto un cumulo di rovine, erigendo poi su di essa un tempio a Venere. I Cristiani afflitti per tanta perdita aspettavano dal Cielo, quale grazia segnalata, il giorno in cui, vinto il nemico si potesse ritrovare la preziosa reliquia per esporla alla venerazione di tutti i fedeli. Ed il giorno fortunato venne. Iddio che aveva fatto chinare innanzi alla Croce il grande Costantino, aveva pure attratto al suo amore la madre S. Elena, la quale sentendosi ispirata a visitare i luoghi santi e ricercare la croce si consigliò con suo figlio. – Costantino, felice della deliberazione della madre, pose a sua disposizione tutto l’occorrente per il lungo viaggio, quindi S. Elena, piena di fede e di amore a Gesù Crocifisso partì con il suo seguito alla volta di Gerusalemme. – Giuntavi e conosciuto per divina rivelazione il luogo ove giaceva il prezioso legno, fece abbattere il tempio di Venere, ordinando quindi grandi scavi. Dopo immenso lavoro, il 14 Settembre dall’anno 320 apparvero tre croci con i chiodi della passione. Ma quale delle tre sarebbe quella del Salvatore? Per esserne certi, avvicinarono ad un malato una ad una le tre croci e solamente al tocco della vera Croce, il malato gettando un grido di gioia, si levò risanato. – Non vi era più dubbio, quella era la S. Croce sulla quale Gesù Cristo aveva operata la Redenzione nostra. S. Elena alla vista della S. Reliquia cadde ginocchioni e con lei tutta l’immensa folla. – Portata quindi in trionfo a Gerusalemme, si fecero grandi feste, dopo le quali il santo legno venne consegnato al Vescovo della città che lo rinchiuse in preziosa teca d’argento, dalla quale non si leva che il Venerdì Santo. S. Elena aveva però staccato un pezzetto della Croce e unito ai chiodi e alla tabella con l’iscrizione lo inviò a Roma. Quivi da questo pezzo se ne staccarono tanti altri che vennero distribuiti alle varie chiese di tutta la cristianità. Prima però di partire da Gerusalemme la madre del grande imperatore, comandò di edificare sulle rovine del tempio di Venere un grandioso tempio cristiano a perpetua memoria del grande beneficio ricevuto. E da quel giorno benedetto l’Imperatore Costantino proibì a tutti i popoli a lui soggetti, la crocifissione dei delinquenti. – Ricordiamoci che mentre su questa terra la Croce è per noi l’unica fonte di salvezza, nel giorno del giudizio finale, quando comparirà nel cielo, sarà per noi condanna, se non avremo saputo approfittare dei torrenti di grazie che da essa scaturiscono.

VIRTÙ. — La Croce è il segno del cristiano: facciamo sempre bene il segno di croce prima e dopo di ogni azione.

PREGHIERA. — Dio che nell’Invenzione memoranda della croce salutifera, rinnovasti i miracoli di tua passione, ci concedi che per le virtù del legno,vitale conseguiamo la grazia della vita eterna. Così

San ALESSANDRO martire e PAPA

Alessandro, Romano, governò la Chiesa sotto l’imperatore Adriano, e convertì a Cristo gran parte della nobiltà Romana. Egli stabilì che nella Messa si offrisse solo pane e vino: ordinò che nel vino si mescolasse dell’acqua, a motivo del sangue e dell’acqua che sgorgarono dal costato di Gesù Cristo; e aggiunse nel Canone della Messa: «Il quale prima che patisse». Lo stesso decretò che si conservasse sempre in chiesa dell’acqua benedetta mescolata con sale, e se ne usasse nelle abitazioni per scacciare i demoni. Governò dieci anni, quindici mesi e venti giorni, illustre per santità di vita e salutari ordinazioni. Ricevé la corona del martirio insieme con Evenzio e Teodulo, preti, e fu sepolto sulla via Nomentana, a tre miglia da Roma, sul luogo stesso dove fu decapitato; dopo aver creato in diversi tempi nel mese di Dicembre sei preti, due diaconi e cinque vescovi per luoghi diversi. I loro corpi trasportati poi a Roma, furono sepolti nella chiesa di santa Sabina.

… A Roma, sulla via Nomentana, la passione dei santi Martiri Alessandro primo Papa, Evenzio e Teodolo preti. Tra essi Alessandro, sotto il Principe Adriano ed il Giudice Aureliano, dopo le catene, la prigionia, l’eculeo, le graffiature ed il fuoco, fu trafitto con punture spessissime per tutte le membra ed ucciso, … [dal Martirologio del 3 maggio – 1954, imprim.]

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San Alessandro ha vissuto un Martirio materiale, corporale; Papa Gregorio XVIII sta vivendo un Martirio nell’anima e dello spirito nell’osservare le turpitudini, i sacrilegi, le blasfemie immonde, gli abomini desolanti, le bestemmie deliranti che si attuano continuamente nei sacri edifici usurpati alla Chiesa Cattolica. Ma questo Getsemani avrà ben presto un fine e canteremo con il salmista: …

Qui habitat in cælis, irridebit eos (Ps. II)

Dominus autem irridebit eum, quoniam prospicit quod veniet dies ejus”.(Ps. XXXVI) –

“Et tu, Domine, deridebis eos; ad nihilum deduces omnes gentes.(Ps. LVIII)- Laetabitur justus cum viderit vindictam; manus suas lavabit in sanguine peccatoris.

Et dicet homo: Si utique est fructus justo, utique est Deus judicans eos in terra”. (Ps. LVII) … e l’uomo dice: “se c’è un premio per il giusto, c’è Dio che fa giustizia sulla terra!”.

 

 

 

 

3 MAGGIO 1991-Salmi sul nome PETRUS

3 MAGGIO 1991

Il 3 maggio del 1991, due anni dopo la morte di Gregorio XVII (Cardinal Siri), dopo una laboriosa convocazione ed una pericolosa e problematica adunata, si teneva a Roma il Conclave segreto convocato dal Cardinal Camerlengo. Il giorno precedente i Cardinali avevano officiato la Messa da requiem in suffragio del Santo Padre defunto due anni prima, e si riunirono nuovamente onde procedere all’elezione del suo legittimo successore. Queste scarne notizie sono fornite dal sito “The pope in red”, sito approvato dalla Gerarchia in esilio, cioè dai consacrati o confermati dal Santo Padre Gregorio XVII nell’ultimo anno della sua vita, prima di essere scoperto ed “eliminato”. Durante questo breve conclave venne eletto canonicamente e legittimamente il “vero” Santo Padre che, in onore del suo predecessore, assunse il nome di Gregorio XVIII. Egli, per grazia di Dio, ha compiuto il suo 26° anno di Papato, scavalcando così Papa Leone XIII nella classifica di longevità Pontificia, e ponendosi al IV posto dopo S. Pietro, Pio IX, e lo stesso Gregorio XVII. Auguriamo al Santo Padre di scavalcare ancora altre posizioni in questa speciale classifica, assicurandogli nel contempo il sostegno dei “veri” Cattolici Italiani, con la preghiera del Santo Rosario e dei 6 “Salmi sul nome PETRUS”!

AUGURI SANTITA’!

Salmi sul nome PETRUS

Ecce sacerdos magnus, qui in diebus suis placuit Deo, et inventus est iustus: et in tempore iracundiæ factus est reconciliatio.

Hymnus

Beate Pastor, Petre, clemens accipe Voces precantum, criminumque vincula Verbo resolve, cui potestas tradita Aperire terris caelum, apertum claudere.

Quodcumque in orbe nexibus revinxeris, Erit revinctum, Petre, in arce siderum: Et quod resolvit hic potestas tradita, Erit solutum caeli in alto vertice; In fine mundi iudicabis sæculum. Sit Trinitati sempiterna gloria, Honor, potestas, atque iubilatio, In unitate, quæ gubernat omnia, per universa æternitatis saecula. Amen.

-P-

Antif.: Petrus et Ioannes, …

Ps. CVII

Paratum cor meum, Deus, paratum cor meum; cantabo, et psallam in gloria mea.

Exsurge, gloria mea; exsurge, psalterium et cithara; exsurgam diluculo.

Confitebor tibi in populis, Domine, et psallam tibi in nationibus;

quia magna est super caelos misericordia tua, et usque ad nubes veritas tua.

Exaltare super cælos, Deus, et super omnem terram gloria tua;

ut liberentur dilecti tui, salvum fac dextera tua, et exaudi me.

Deus locutus est in sancto suo: exsultabo, et dividam Sichimam; et convallem tabernaculorum dimetiar.

Meus est Galaad, et meus est Manasses; et Ephraim susceptio capitis mei. Juda rex meus,

Moab lebes spei meæ; in Idumaeam extendam calceamentum meum; mihi alienigenae amici facti sunt.

Quis deducet me in civitatem munitam? quis deducet me usque in Idumaeam? nonne tu, Deus, qui repulisti nos? et non exibis, Deus, in virtutibus nostris? Da nobis auxilium de tribulatione, quia vana salus hominis.

In Deo faciemus virtutem; et ipse ad nihilum deducet inimicos nostros.

 Antif.: Petrus et Ioannes – ascenderunt in templum ad horam orationi nonam.

-E-

Antif.: Ego autem,

salmo LX

Exaudi, Deus, deprecationem meam, intende orationi meæ.

A finibus terræ ad te clamavi, dum anxiaretur cor meum; in petra exaltasti me.

Deduxisti me, quia factus es spes mea, turris fortitudinis a facie inimici.

Inhabitabo in tabernaculo tuo in sæcula; protegar in velamento alarum tuarum.

Quoniam tu, Deus meus, exaudisti orationem meam; dedisti hæreditatem timentibus nomen tuum.

Dies super dies regis adjicies; annos ejus usque in diem generationis et generationis:

Permanet in æternum in conspectu Dei: misericordiam et veritatem ejus quis requiret?

Sic psalmum dicam nomini tuo in sæculum sæculi, ut reddam vota mea de die in diem.

 Antif.: Ego autem in Domino gaudebo, et exultabo in Deo Jesu meo

-T-

Antif.: Tu es Petrus, super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam, …

Ps. LXIV

Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in Jerusalem.

Exaudi orationem meam; ad te omnis caro veniet.

Verba iniquorum prævaluerunt super nos, et impietatibus nostris tu propitiaberis.

Beatus quem elegisti et assumpsisti: inhabitabit in atriis tuis. Replebimur in bonis domus tuæ; sanctum est templum tuum,

mirabile in aequitate. Exaudi nos, Deus, salutaris noster, spes omnium finium terrae, et in mari longe.

Praeparans montes in virtute tua, accinctus potentia;

qui conturbas profundum maris, sonum fluctuum ejus. Turbabuntur gentes,

et timebunt qui habitant terminos a signis tuis; exitus matutini et vespere delectabis.

Visitasti terram, et inebriasti eam; multiplicasti locupletare eam. Flumen Dei repletum est aquis; parasti cibum illorum; quoniam ita est præparatio ejus.

Rivos ejus inebria, multiplica genimina ejus; in stillicidiis ejus laetabitur germinans.

Benedices coronæ anni benignitatis tuæ, et campi tui replebuntur ubertate. Pinguescent speciosa deserti, et exsultatione colles accingentur.

Induti sunt arietes ovium, et valles abundabunt frumento; clamabunt, etenim hymnum dicent.

 Antif.: Tu es Petrum, et super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam, et portæ inferi non prævalebunt adversus eam

-R-

Antif.: Regem apostolorum Dominum,

Ps. CXVIII [ghimmel-daleth]

Retribue servo tuo, vivifica me, et custodiam sermones tuos.

Revela oculos meos, et considerabo mirabilia de lege tua.

Incola ego sum in terra, non abscondas a me mandata tua.

Concupivit anima mea desiderare justificationes tuas in omni tempore.

Increpasti superbos; maledicti qui declinant a mandatis tuis.

Aufer a me opprobrium et contemptum, quia testimonia tua exquisivi.

Etenim sederunt principes, et adversum me loquebantur; servus autem tuus exercebatur in justificationibus tuis.

Nam et testimonia tua meditatio mea est; et consilium meum justificationes tuae.

Adhaesit pavimento anima mea; vivifica me secundum verbum tuum.

Vias meas enuntiavi, et exaudisti me; doce me justificationes tuas.

Viam justificationum tuarum instrue me, et exercebor in mirabilibus tuis.

Dormitavit anima mea præ tædio; confirma me in verbis tuis.

Viam iniquitatis amove a me, et de lege tua miserere mei.

Viam veritatis elegi; judicia tua non sum oblitus.

Adhaesi testimoniis tuis, Domine; noli me confundere.

Viam mandatorum tuorum cucurri, cum dilatasti cor meum.

 Antif.: Regem apostolorum Dominum, venite ad oremus!

-U-

Antif.: Ut intercessionis eius auxilio,

Ps. XII

Usquequo, Domine, oblivisceris me in finem? usquequo avertis faciem tuam a me?

Quamdiu ponam consilia in anima mea, dolorem in corde meo per diem?

Usquequo exaltabitur inimicus meus super me?

Respice, et exaudi me, Domine Deus meus. Illumina oculos meos, ne umquam obdormiam in morte;

nequando dicat inimicus meus: Praevalui adversus eum. Qui tribulant me exsultabunt si motus fuero;

ego autem in misericordia tua speravi. Exsultabit cor meum in salutari tuo. Cantabo Domino qui bona tribuit mihi; et psallam nomini Domini altissimi.

 Antif.: Ut intercessionis eius auxilio, a peccatorum nostrorum nexibus liberemur

-S-

Antif.: Si diligis me, Simon Petre,

Salmo CXXVIII

Sæpe expugnaverunt me a juventute mea, dicat nunc Israel;

saepe expugnaverunt me a juventute mea; etenim non potuerunt mihi.

Supra dorsum meum fabricaverunt peccatores; prolongaverunt iniquitatem suam.

Dominus justus concidit cervices peccatorum.

Confundantur, et convertantur retrorsum omnes qui oderunt Sion.

Fiant sicut foenum tectorum, quod priusquam evellatur exaruit,

de quo non implevit manum suam qui metit, et sinum suum qui manipulos colligit.

Et non dixerunt qui præteribant: Benedictio Domini super vos. Benediximus vobis in nomine Domini.

 Antif.: Si diligis me, Simon Petre, pasce oves meas. Domine, tu nosti quia amo te.

Oremus

Petrus quidem servabatur in carcere; oratio autem fiebat sine intermissione ab Ecclesia ad Deum pro eo.

R. Constitues eos principes * Super omnem terram. V. Memores erunt nominis tui, Domine.

R. Super omnem terram. V. Nimis honorati sunt amici tui Deus. R. Nimis confortatus est principatus eorum.

Orémus

Deus, qui beato Petro Apostolo tuo collatis clavibus regni cælestis ligandi atque solvendi pontificium tradidisti: concede; ut intercessionis eius auxilio, a peccatorum nostrorum nexibus liberemur. Per Dominum …