De Segur: BREVI E FAMILIARI RISPOSTE ALLE OBIEZIONI CONTRO LA RELIGIONE [risp. XIII-XIV]

XIII

TUTTE LE RELIGIONI SON BUONE

R. « Tutte le religioni son buone? » — Ciò vuol dire, non è egli vero, che, purché io sia presso a poco un uomo onesto, poco importa l’essere Pagano, Giudeo, Turco, Cristiano, Cattolico, Protestante? Ciò vuol dire ancora che tutte le religioni sono invenzioni umane di cui Iddio deve ben poco curarsi? Ciò vuol dire infine che tutte le religioni son false? – Ma, ditemi, dove avete imparato che ciò che si pensa dell’Essere superiore gli sia indifferente? E chi vi ha rivelalo che tutti i culti che si vedono sulla terra gli siano graditi egualmente? Perché vi sono delle false religioni, ne segue egli forse che non ve ne sia una vera? E perché siamo circondati da ingannatori, non è più possibile distinguere l’amico sincero? e Tutte le religioni non sono che invenzioni umane, indifferenti? » Ma vi pensate? E non vedete che date così una smentita al genere umano intero? – Il Pagano che piega il ginocchio davanti il suo Giove, l’Indiano che onora le incarnazioni ridicole del suo Budda; il Musulmano che venera il suo falso profeta, non li vedete dominati da una stessa e grande credenza, la credenza che Dio non ha abbandonato l’uomo a se stesso, e che nell’ordine religioso meno ancora che negli altri, noi non siamo separati dal nostro Creatore? — Se il diluvio delle superstizioni indiane, egiziane, druide, greche, romane, pagane, maomettane, non poté distruggere questa credenza, non verrà da ciò che essa è la voce indistruttibile della verità, il grido, il bisogno della natura, la tradizione costante del genere umano? Il raggio della verità può egli solo penetrare attraverso di tante ombre. E voi, voi venite a decidere il contrario? — Voi scopriste che Dio accoglie collo stesso amore e il cristiano che adora Gesù Cristo, e il Giudeo che non vede in Lui che un vile impostore? Che è lecito e permesso d’adorare in luogo di Dio supremo nelle contrade pagane Giove, Marte, Priapo, Venere? Di rendere in Egitto gli onori divini ai coccodrilli sacri e al bue Apis? Presso i Fenicj di sacrificare i propri figli al Dio Moloch? Nel Messico d’immolare migliaia di vittime umane agli orribili idoli che vi si venerano? Altrove di prostrarsi davanti un tronco d’albero,, davanti pietre, piante, avanzi d’animali, avanzi impuri della morte? Di ripetere dal fondo del cuore, a Costantinopoli « Dio è Dio, e Maometto è suo profeta? » A Roma, a Parigi abborrire tutte queste false divinità, disprezzare questo stesso Maometto come un impostore? Ma è impossibile che ciò crediate seriamente! — Ecco ciò che intanto voi dite: « Tutte le religioni sono buone. » – Perché non avere piuttosto il merito della franchezza, e confessare che non volete darvi la pena di cercare la verità, che essa poco v’importa e che la tenete come una cosa oziosa? – La ricerca della verità religiosa, inutile! …. Insensato! E se contro la vostra afférmazione per nulla fondala, Dio ha imposto all’uomo una regola determinata di culto? Se tra tutte le religioni, una, una sola è la religione, la verità religiosa, assoluta come ogni verità che respinge ogni mescolanza d’errore, escludendo tutto ciò, che non è essa…. a qual sorte voi v’esponete? Credete voi, che la vostra indifferenza vi scuserà avanti il tribunale del Giudice supremo? E potete voi senza follia avventurarvi ad un sì terribile avvenire? – Osservate dunque la miseria dell’uomo senza una religione divina! Vedetelo colla pallida luce della sua ragione, abbandonato al dubbio, sovente pure all’ignoranza la più inevitabile, la più pericolosa sulle questioni fondamentali della sua sorte, del suo dovere, della sua felicità! « D’onde vengo io? Chi sono? Dove vado? Qual è il mio ultimo fine? Come vi devo tendere! qual cosa vi ha dopo questa vita? che cosa c Dio? che vuol Egli da me? ecc. ecc. » – Abbandonata alle sole sue forze, qual cosa risponde la ragione a questi grandi problemi? Essa balbetta, essa sta muta, essa dà delle probabilità! Dei “forse” insufficienti mille volte per farci vincere la violenza delle passioni, per mantenerci nel difficile sentiero del dovere!…. E voi vorreste, che il Dio di ogni sapienza, bontà, luce abbia abbandonato in tal modo la sua creatura ragionevole, l’uomo, il capo d’opera delle sue mani? No, no. Egli ha fatto splendere ai suoi occhi una luce celeste, che corrispondendo con gl’imperiosi bisogni del suo essere, gli rivela con una divina evidenza la natura, la giustizia, la bontà, i disegni di questo Dio suo primo principio, e suo ultimo fine, una luce che gli addita la via del bene, e la via del male, entrambe aperte avanti a lui, l’una avendo capo ad eterna gioia, l’altra ad eterna punizione, una luce, che in mezzo ai falsi lumi di cui l’umana corruzione 1’ha circondata, si distingue per il solo splendore della sua verità, una luce che illumina, che vivifica, che perfeziona tutto ciò che essa penetra…. – E questa luce è la rivelazione cristiana, il Cristianesimo, la sola Religione, che abbia delle prove, che illumini la ragione, la sola che santifichi il cuore, che indirizzando tutta la nostra perfezione morale alla conoscenza, ed all’amore di Dio, sia degnò e di Dio, e di noi stessi. – Qual lingua umana potrebbe esprimere tutte le ragioni, che ha il Cristianesimo alla nostra credenza? – Vedetelo da principio, salire alla culla del mondo, colle profezie, che l’annunziano, per la fede, la speranza, l’amore dei santi Patriarchi, e per lo cerimonie del culto Mosaico, e primitivo che lo figurano. Infatti vi è sempre stata una sola e stessa religione, benché si sia sviluppata in tre successive fasi.

Nella religione patriarcale che durò da Adamo sino a Mose.

Nella religione giudaica che Mosè promulgò per comando divino, e che durò sino alla venuta di Gesù Cristo.

Nella religione cristiana o cattolica insegnata da Gesù Cristo stesso, predicata da’ suoi apostoli.

Nel principio si sviluppava con lentezza e maestà, come tutte le opere di Dio; — Come l’uomo che passa per l’infanzia, poi per l’adolescenza, pria d’arrivare alla perfezione della vita; — Come il giorno che passa per il crepuscolo e l’aurora, pria di splendere nel suo pieno meriggio; — Come il fiore che dapprima è una gemma, poi un bottone chiuso, pria di lasciar travedere le ricchezze del suo seno. E così il Cristianesimo, ed egli solo abbraccia tutta intera l’umanità, domina tutto il tempo e i secoli. Egli parte dall’eternità per rientrare nell’eternità» esce da Dio per riposarsi eternamente in Dio… – Tutto in lui è degno del suo autore. Tutto qui è verità e santità. E quei che lo studiano, vi scoprono una meravigliosa armonia, bellezza e grandezza, ed una evidenza di verità sempre crescente a misura che ne scandagliano i dogmi. – Esso tocca e purifica il cuore nel tempo stesso che rischiara lo spirito, esso empie l’uomo tutto intero. – Il carattere sublime, sovrumano, incomparabile di Gesù Cristo suo fondatore [Noi parliamo più particolarmente mi numero seguente delta divinità di Gesù Cristo]. – La perfezione divina di sua vita; La santità della sua legge. – La sublimità pratica della dottrina che insegnò; il suo linguaggio che è una follia se non è divino; Il numero, l’evidenza de’ suoi miracoli riconosciuti anche da’suoi più accaniti nemici; La potenza della sua croce; Le circostanze della sua ineffabile passione, tutte per lo avanti predette; La sua gloriosa risurrezione annunziata da Lui stesso per quattordici volte ai suoi discepoli, e la incredulità stessa de’ suoi apostoli che la stessa evidenza obbligava a credere alla verità della risurrezione del loro maestro. – La sua ascensione al cielo in presenza di più di cinquecento testimoni; Lo sviluppo sovrannaturale della sua Chiesa, malgrado tutte le impossibilità naturali, fisiche e morali; Gli stupendi miracoli che accompagnarono in tutta la terra la predicazione dei suoi apostoli, pescatori, ignoranti e timidi cambiati di un tratto in dottori e conquistatori del mondo. La forza sovraumana de’ suoi diciotto milioni di martiri. Il genio dei padri della Chiesa distruggente tutti gli errori colla sola esposizione della fede cristiana. La santa vita dei veri cristiani opposta alla corruzione e debolezza naturale degli uomini. La metamorfosi sociale che il cristiane-simo operò ed opera tuttavia ai nostri giorni in tutti i paesi dove penetra. – Finalmente la sua durata, l’immutabilità del suo dogma, della sua costituzione, della sua gerarchia cattolica, la sua indissolubile unità, in mezzo agli imperi che cadono, alle società che si modificano; tutto ci mostra che il dito di Dio è là, e che non è nel potere dell’uomo né di concepire, né di fare, né di conservare un’opera simile. – Vi è dunque, voi lovedete, una vera religione, una sola, la religione cattolica. – Essa sola è la Religione cioè il sacro legame che ci unisce a Dio, nostro Creatore, e nostro Padre. – Essa sola ci trasmette la vera dottrina religiosa, ciò che Dio ci fa conoscere di Lui stesso, della sua natura, delle sue opere, di noi, del nostro eterno destino, dei nostri doveri morali. – Tutte le altre pretese Religioni, che insegnano ciò che rifiuta il Cristianesimo, che rifiutano ciò ch’egli insegna, paganismo, giudaismo [Per la Religione giudaica vi ha una difficoltà speciale; perché essendo stata nei disegni di Dio la preparazione alla venuta del Messia, e quasi la seconda base della vera Religione, essa è stata, ma dopo Gesù Cristo non è più la vera religione. Il Giudaismo era come il ponte del muratore necessario per costruire l’edificio. Terminata la casa il ponte deve essere tolto, esso non è più che un ostacolo inutile ed importuno. Il Giudeo stupido ha abbandonata la casa per guardare il ponte; ha sacrificato la realtà alla figura. Dopo la venuta del Messia, senza tempio, senz’altare, senza sacrifizio, il popolo giudeo disperso in tutto il mondo, dove non può essere distrutto, porta con sè il suo cadavere di religione egli sussiste a traverso i secoli, secondo la predizione di Gesù Cristo, per servire di perpetuo testimonio al Cristianesimo, come l’ombra di un corpo ne prova l’esistenza.] maomettismo, qual ch’esse siano, sono dunque false, e perciò cattive. – Queste sono invenzioni umane, mentre che la religione è un’istituzione divina. Sono imitazioni sacrileghe della vera religione, come la moneta falsa è una colpevole imitazione della vera. Non sarebbe egli follia il dire: « Tutte le monete son buone, » senza distinguere le vere dalle false? Egli sarebbe ancor più insensato il ripetere ancor questa parola, a cui noi abbiam risposto : « Tutte le religioni son buone. » O è un’enorme empietà, o un’enorme bestialità. Una empietà se si dice per indifferenza, una bestialità se si dice per ignoranza, per scempiaggine.

XIV.

GESÙ GIUSTO NON È EGLI ALTRO CHE UN GRAN FILOSOFO, UN GRAN BENEFATTORE DELL’UMANITÀ’, UN GRAN PROFETA, È EGLI VERAMENTE DIO?

R. Uditelo rispondervi esso stesso: « Sì, voi l’avete detto; Io sono—E che, dopo tanto tempo che Io sono con voi, voi non mi conoscete ancora? Colui, che vede me, vede il mio Padre; io ed il mio Padre siamo una sola cosa…. »[S. Matt. c. XXVI, v. 65, 64. —S. Marc. c. XIV, v. 61, 62.—S. Luc. c. XXII, v. 70.— S. Giov. c. XIV, v. 18] – Ci vorrebbe un libro intero per trattare convenientemente questa questione. Noi l’abbiamo già toccata, provando la divinità della Religione cristiana. Tuttavia ci conviene insistere maggiormente e sviluppare un punto, su cui riposa tutta la nostra fede. Gesù Cristo è l’eroe del Vangelo [Il Vangelo è la storia ài Gesù. Cristo, scritta da lestimonj oculari, avanti testimonj oculari, i giùdei ed i primitivi cristiani; narrata dai più santi fra gli uomini, gli apostoli, che si sono lasciati uccidere per provare la verità della loro parola». La sola lettura del Vangelo è la miglior prova della sua verità. L’incredulo Rousseau lo confessava egli stesso: « Non è a questo modo che si fanno invenzioni) diceva egli, e l’inventore d’un simile libro ora sarebbe più meraviglioso dell’eroe. »] – I. Guardate anzi tratto le proporzioni gigantesche di questa figura, paragonala a tutti gli altri uomini anche i più grandi! Tutti muoiono totalmente, fanno rumore nel loro passaggio, agitano il mondo….. e dopo essi che ne resta? Il loro nome lodato da prima o schernito, quinci divenuto indifferente va a seppellirsi nei libri. Essi più non vivono sulla terra. – Gesù Cristo solo vive ancora, vive sempre, vive ovunque. Egli è presente nel mondo. Oggidì come diciotto secoli sono, a Parigi, a Londra, a Roma, a Pietroburgo, in Asia, in America, ovunque si ama e si odia, ovunque si difende e si attacca, ovunque si riceve e si rigetta come nei giorni di sua vita mortale. Egli è l’essenziale di tutti i grandi movimenti che scuotono il mondo; Egli è la questione capitale, il centro al quale fan capo tutte le questioni che toccano al cuore l’umanità. – Egli vive, parla, comanda, insegna, difende: sviluppa la potente sua vita nel Cristianesimo di cui è il principio, l’anima e il compendio. La ventura dell’uno è la ventura dell’altro, perché il Cristianesimo è la continuazione della vita di Gesù Cristo nell’universo, in lutti i secoli… – Dunque Gesù Cristo è un fatto universale, continuo, attuale che opera da diciannove secoli, scritto a caratteri parlanti sulle umane generazioni, io tutti i paesi, in tutti i popoli. È una vita eccezionale che penetra il mondo. Tutto passa, tutto muore attorno a Lui; Egli solo, Egli solo vive e sussiste!… – Dunque vi ha in Lui più che un uomo, ed il grande Napoleone aveva ragione di dire: «Io mi conosco uomo, e vi dico che Colui era più che uomo.»

2.° È cosa singolare, propria solo a Gesù Cristo, questa vita che riempì l’universo dalla sua apparizione sulla terra, ha riempiti colla medesima potenza i secoli precedenti sino alla culla del mondo. Questo medesimo Gesù, per cui hanno vissuto, vivono e vivranno le generazioni cristiane, è per Lui che hanno vissuto le generazioni degli antichi fedeli, dei discepoli di Mosè, dei profeti, dei patriarchi! È in Lui che hanno creduto ; si è in Lui che hanno sperato;si è Lui che hannoatteso; si è Lui che hanno amato! II sole, nel suo pieno meriggio, illumina co’ suoi raggi tutto lo spazio, e quello che ha già percorso, e quello che ha ancora a percorrere. Cosi Gesù Cristo, centro dell’umanità, illumina, vivifica tutto il passato, il presente, l’avvenire…

3.° Gesù Cristo, e Gesù Cristo solo, è il tipo della perfezione, il modello su cui si forma il mondo morale civilizzato, lo stampo dove l’umanità viene in qualche modo a fondersi per riformare i vizi. — Che altro é la virtù se non l’imitazione di Gesù Cristo? – Niente avvi di comune tra Lui ed alcun tipo di perfezione conosciuto, sia giudeo, sia greco, sia romano. Egli è quel che è, Egli è solo, Egli è l’unico, Egli è sopra ogni cosa. – Nella perfezione umana vi ha sempre emulazione di virtù; l’uno vince l’altro: Si hanno dei simili. Gesù Cristo, e Gesù Cristo solo fa eccezione. Vi ha differenza di continuità tra la sua perfezione e quella degli altri uomini. – Qual nome mettere a costa del suo? Chi si oserà paragonargli? i .santi che sono gli eroi della virtù, sulla terra non sono che sue copie. Nessuno pensa, nessuno ha mai pensato d’eguagliarlo, perché si conosce, che non si tratta più qui d’un rivale possibile. Tutto scompare alla sua luce, come tutte le luci fittizie della terra in presenza di quella del sole — Così pure ha detto Egli stesso: « Io sono la luce del mondo ». – E questa perfezione sovrumana è un fenomeno unico nelle serie dei secoli; essa non è stata preceduta da nulla, da nulla preparata. Essa giunge come la sua dottrina tutta intera. Essa non partecipa ad alcuna scuola filosofica, o teologia, essa è senza alcuna causa, che la produca, o la spieghi, se non la presenza della Perfezione stessa, che è Dio. Essa illumina tutto, e non riceve luce da nessuno, essa è il centro medesimo della luce. – Altr’osservazione, che non meno colpisce, e propria a Gesù solo: in lui questa perfezione veramente divina, che sembra cotanto elevata al di sopra dell’umanità così inaccessibile alla nostra debolezza, è Lui la via la più pratica, la più imitabile, la più feconda, la sola feconda in imitatori e discepoli. Essa si propone a tutti gli uomini, al fanciullo, come al vecchio, all’ignorante, come al dotto, al povero, come al ricco, a colui che comincia, come a colui che termina. Essa sembra fatta per ciascuno in particolare. Essa si accomoda a tutti e tutto riforma; essa è la perfezione per tutti! – Chi non vede in ciò il suggello della divinità? L’uomo può egli far tanto? Finalmente ultimo carattere della perfezione di Gesù Cristo, sovrumano come tutti gli altri, e come tutti gli altri, proprio a Lui solo: la sua perfezione non ha alcun eccesso. – L’uomo è sempre eccessivo nelle sue qualità. Sentendosi debole, per tema di fallire preferisce eccedere nel bene: S. Vincenzo de Paoli era umile, ma pare eccedesse nella bassa stima di sé. S. Carlo era austero, ma la sua austerità ci pare eccessiva. S. Francesco povero pare eccedere nella sua povertà ecc. La debolezza umana s’insinua sino nell’eroismo delle loro virtù. — In Gesù Cristo il bene è perfettamente vero; niente è esagerato. la perfezione della natura divina si manifesta, e si associa alle emozioni vere e buone della natura umana. In Lui si fa vedere tutto l’uomo. Il Dio, e l’uomo sono interi. – E perciò questo modello cosi perfetto non è aspro; al contrario è soave, dolce ed amabile. È la verità di una virtù perfetta e possibile, proposta ad uomini da un Dio uomo, così vero uomo come è vero Dio. – Qual meraviglia unica! qual prodigio è Gesù Cristo!…Chi non esclamerà: «Il dito di Dio è qui ?»

4.° E la sua dottrina! E questa parola che dopo diciotto secoli dacché è meditata, discussa, attaccata, approfondita, da tutte le scienze, da tutti gli odi, dai più grandi geni, applicata alle società, ai popoli, agli individui, giammai poté essere convinta d’errore! — Sempre ella dura « La luce del mondo; » e ciascun tentativo avvera ciò che predisse il Maestro: « II cielo e la terra passeranno, ma la mia parola non passerà. » – Colà dove fu udita, penetrano la civiltà, la vita intellettuale e morale, il progresso, e le scienze; colà ove ella non regna, e a proporzione che meno vi regna, la degradazione, l’inerzia, la barbarie, la moria. – È dessa, è la parola di Gesù Cristo che ha fondata la nostra moderna società; è dessa che divenne la guida, la face conduttrice dell’umana ragione, e della filosofia; e buono o mal grado è con ciò che Gesù Cristo loro ha concesso, che i cristiani increduli sragionano contro Lui. « Giammai l’uomo, dicevano i Giudei, parlò come quest’uomo! » – Infatti aprite l’Evangelio…. Quale inaudita potenza! Quale autorità! Quale calma! Qual candidezza celeste! Gesù insegna ciò che vede, ciò che sa. Egli non discute; non cerca di provare, di convincere; la sua parola gli basta; Egli sa la verità; Egli è sicuro: Egli afferma. Dio solo fatto uomo, e parlante agli uomini è capace di tal linguaggio. Assai più, la parola di Gesù Cristo si prova da se stessa; perché Egli afferma incessantemente la sua divinità. Egli si dice Dio, il figlio di Dio [per Figlio di Dio, né Gesù Cristo, né i Giudei ai quali parlava, intendevano un uomo giusto, Figlio di Dio, amico di Dio. Egli ed essi intendevano con ciò il Verbo divino, la seconda Persona della SS. Trinità, il Figlio eterno ed unico di Dio, Dio come il Padre e lo Spirito Sunto. Cosi quando Gesù dichiara a Caifa, che Egli è il Figlio di Dio, il gran sacerdote e i Farisei gridano alla bestemmia, e lo condannano a morte come bestemmiatore e come colpevole di essersi fatto Dio], il Cristo, la verità, la vita, il Salvatore, il Messia. – « Se tu sei il Cristo, Gli dicono i Giudei, «manifestalo a noi.—Io vi parlo, loro risponde, e voi non mi credete. I miracoli che io faccio in nome del mio Padre » rendono testimonianza di me. Io e mio Padre siamo una sola cosa. » Essi vogliono lapidarlo in luogo di credere a questa parola. « Perché, loro dice Gesù, volete voi lapidarmi? » É per causa della tua bestemmia, perché essendo uomo, tu ti fai Dio.» La Samaritana gli parla di Cristo Redentore che deve salvare gli uomini e loro insegnare ogni verità: « Sono Io che il sono, le dice; Io che parlo con te. » Un’altra volta egli ammaestra la folla radunata intorno a Lui: « In verità, in verità Io vi dico: “come il Padre risuscita i morti, cosi il Figlio rende la vita a chi Egli vuole…, affinché tutti rendano al Figlio un onore eguale a quello, che è dovuto al Padre.» – « Chi non onora il Figlio, non onora il Padre.» – Egli istruisce un savio Giudeo venuto per consultarlo; «Nessuno, gli dice, sale al cielo, se non è Colui che è disceso dal cielo, il Figliuolo dell’uomo, che è nel cielo.» – « Dio ha talmente amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unico, affinché chiunque crede in Lui non muoia, ma possegga la vita eterna. – Dio ha mandato suo Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvo per Lui.» – « Colui che crede in Lui non sarà’ condannato, ma colui che non crede è già giudicato, perché non crede al Figlio unico di Dio. » – Guarisce il cieco nato: costui cacciato dalla sinagoga, dai farisei, perché diceva che il suo benefattore era almeno un profeta, Lo ritrova, e si getta a’ suoi piedi. « Credi tu al Figlio di Dio? » gli domanda Gesù, —« E chi è, Signore, affinché io creda in Lui? — Tu lo vedi, è Colui che ti parla, Egli è quei desso.» E questo poverello: « Io credo, o Signore! E prosternandosi l’adora. – Basta ciò? Volete udirlo ancora? « Àbramo vostro padre, disse egli ai Giudei, gioì prevedendo la mia venuta. » – « Come, Gli rispondono, non avete ancora cinquant’anni, ed avete veduto Abramo? » [Àbramo viveva 20 secoli avanti Gesù Cristo] – « Prima che nascesse Abramo, Io era. » Alla sorella di Lazzaro, che Gli domanda di risuscitare suo fratello: « Io sono, dice Egli, la risurrezione e la vita. Colui, che crede in me, vivrà anche dopo la morte, e chiunque vive, e crede in me, non morrà in eterno. Lo credi tu ? —Si, o Signore, risponde la fedele Marta, io credo che Voi siete il Cristo, il Figlio del Dio vivente, che siete venuto in questo mondo.» – Ed alcuni istanti dopo, giunti avanti il fetido cadavere di Lazzaro, aggiunge queste divine parole: « Padre mio, Io vi rendo grazie, perché mi avete esaudito: io però sapeva che sempre mi esaudite; ma l’ho detto per popolo che mi circonda, affinché esso creda che siete voi che mi avete inviato.» – E gridando ad alta voce: «Lazzaro vieni fuori! » Il morto si levò, avendo tuttora la faccia, le mani, e i piedi legati dalle fasce funebri… – Bisognerebbe citare l’intero vangelo. Leggete specialmente il suo ineffabile discorso avanti la cena. (S. Giov. cap. XIII. e seg.) « Io sono, Egli dice, la via, la verità, e la vita. Nessuno va al Padre, se non per me. Se voi conoscete me, conoscete il mio Padre. Colui che vede me, vede il mio Padre. » – « Tutto ciò, che voi mi domanderete in mio nome Io lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Amatemi. Se qualcuno ama me, osserverà i miei comandamenti; e mio Padre l’amerà, e Noi verremo a lui, e dimoreremo in lui.» – Sino sulla croce Gesù Cristo si dice Dio, e parla da Dio. Il buon ladrone crocifisso a suo lato, gridò illuminato dalla fede: «Signore, ricordatevi di me nel vostro regno.— Oggi, gli risponde Gesù, tu sarai meco in paradiso.» – Finalmente, poiché conviene limitarsi, l’incredulo Tommaso lo vede, lo palpa dopo la sua risurrezione, vinto dall’evidenza cade ai suoi piedi, ed esclama: «Mio Signore e mio Dio!» Lungi dal riprenderlo, Gesù l’approva « Perché tu hai veduto, Tommaso, gli dice, tu hai creduto. Beati coloro che senza avermi veduto hanno creduto !» – Vedete qual linguaggio! Quale condotta! Che onnipotenza! Come si fa chiamar Dio! Come ne ha il tuono e la voce! Come rivendica i diritti delta divinità, la fede, l’adorazione, la preghiera, l’amore, il sacrifizio! – Or eccovi il ragionamento è ben semplice. O Gesù dice vero o dice falso. Non vi ha mezzo.

Se dice vero Egli è ciò che dice di essere, è Dio, egli è il Figlio eterno di Dio vivente, benedetto nei secoli dei secoli, e tutte le sue parole, le sue azioni, i suoi miracoli, il suo trionfo si spiegano facilmente. Niente è impossibile a un Dio.

2.° Se dice falso, egli è (bestemmia che oso appena scrivere, sebbene sia per confonderla) egli è o un pazzo o un impostore. – Sì, un pazzo, se non ha coscienza delle sue parole e della sua condotta, — un detestabile impostore se niente con cognizione di causa. Osereste dirlo giammai? Gesù Cristo il savio per eccellenza, un pazzo!! — Gesù Cristo, il più virtuoso, il più santo degli uomini, un mentitore, un impostore sacrilego!! Bisognerebbe aver perduta la ragione, ed il senso morale per proferire una simile follia! Dunque egli è Dio. – Gesù Cristo è avanti la ragione umana, come fu davanti Caifa il giorno di sua passione. «Ti scongiuro, gli diceva il gran sacerdote, in nome del Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio. — Sì, risponde Gesù, tu l’hai detto: Io il sono.» O bisogna credere o non credere a questa affermazione: non vi ha mezzo. Se voi credete, adorate Gesù Cristo, Egli è vostro Dio. Se voi non credete, trattate l’uomo che tiene un simile linguaggio, 1.° o come un povero pazzo che non sa ciò che dice; sprezzatelo, alzate te spalle per pietà; 2.° o come un miserabile impostore, o allora anatematizzatelo coi Giudei, rigettatelo, maleditelo, crocifiggetelo, punitelo colla morte infame dei bestemmiatori: egli l’ha cento volte meritato. – Bisogna ammettere Gesù Cristo il Dio uomo del Vangelo tutt’intero, o rigettarlo interamente: « Chiunque non è con Lui è contra Lui; » Chiunque non l’adora, non può senza inconseguenza, senza follia lodarlo, ammirarlo, celebrarlo come un saggio, come un grand’uomo, come un santo. – « Ma può darsi, penserà taluno, che non si dicesse Dio, se non per fare ammettere facilmente la sua dottrina. » – La difficoltà rimane interamente, perché un fine lodevole non potrebbe giammai scusare una così grande e così costante impostura, e bisognerebbe sempre concludere che tutta la vita dì Gesù Cristo è stata un tessuto o di follie, o di bestemmie. Ma oltre questa ragione, questa supposizione è assolutamente inammissibile. Infatti: – 1.° Una simile finzione avrebbe distrutto tutta la sua opera, annientata tutta la sua dottrina. — Gesù Cristo non ha che uno scopo, distruggere l’idolatria, ristabilire per tutto il regno della verità; colla verità ricondurre la virtù, e la santità sulla terra, rendere a Dio ciò che si deve a Dio solo, il cuore dell’uomo, la sua fede, la sua devozione, il suo amore. Con questo pensiero poteva egli senza essere veramente Dio, prenderne il titolo, e vendicarsene i diritti, senza rovinare dalla base tutto il suo disegno? – 2.° Questo preteso mezzo destinato ad appoggiare la sua dottrina, ne sarebbe stato il più terribile nemico. – L’impossibile, umanamente parlando, nella predicazione di Gesù Cristo, e dei suoi apostoli, era principalmente di far ammettere dai popoli la divinità di questo Gesù povero, umiliato, uomo dei dolori, morto sopra una croce. Non è ciò che fa insorgere di più la ragione nell’insegnamento cristiano? Non è ciò precisamente la pietra di scandalo per l’incredulo? E questo sarebbe il mezzo, che Gesù Cristo avrebbe scelto, per far ricevere la sua religione? Questo sarebbe stato il colmo della follia! Qual singolare esca sarebbe quella che spaventa assai più dello stesso amo! – La divinità di Gesù Cristo ammessa una volta, conosco, che diventa un potente mezzo a far credere la sua dottrina. Ma questa medesima ipotesi chi l’avrebbe fatta ammettere? E come senza una manifestazione evidente, ed irresistibile della potenza divina, Gesù Cristo avrebbe potuto essere considerato come un Dio? – No, no, io io ripeto. In vista del carattere sovrumano di Gesù Cristo, delle sue parole, delle sue affermazioni, delle sue azioni, della sua opera, che è il Cristianesimo, non vi ha per l’uomo ragionevole, e sincero, che un partito a prendere; si è di gettarsi a’ suoi ginocchi, di adorare l’amore infinito di un Dio che ha tanto amato il mondo da dargli il suo unico Figlio, e di esclamare con san Tommaso divenuto fedele: “Mio Signore; e mio Dio! —Dominus meus, et Deus meus!”

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.