SULL’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO

SULL’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO

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[Manuale di Filotea, del sac. G. Riva, Milano 1888]

Alla fine d’ogni anno si deve pensare come infallibilmente sì penserà al fine della vita. Il numero de’ giorni onde l’uno e l’altro è composto, felici o infelici, mesti o ridenti, tutto è passato, e l’impressione che hanno fatto nell’anima gli uni e gli altri egualmente si cancella. Eccovi giunto all’ultimo giorno dell’anno, che è stato l’ultimo per molti. Che amaro rincrescimento se lo avete mal impiegato! Ma parimenti, che dolce consolazione, se tutti i giorni sono stati per voi giorni pieni; se avete fatto un sant’uso di tutto questo tempo; se avete posti a guadagno i beni e i mali: se avete riformati i costumi; se avete praticati con puntualità i vostri esercizi di devozione; se avendo letto ogni giorno la vita dei Santi, ne avete imitate le virtù; e avendo fatto ogni giorno qualche pia considerazione, non l’avete mai fatta senza qualche frutto; in fine, se, avendo avuto in tutto il corso dell’anno tante sante ispirazioni, tanti religiosi impulsi, tanti salutari desideri, tanti esempi o da rigettare o da seguire, siete stato fedele alla grazia: e discernendo il vero dal falso, quanto vi era di seducente da quanto era per voi salutare, siete stato savio a sufficienza da non affaticarvi che per la vostra salute! E sia come si voglia, passate per lo meno sì santamente tutto quest’ultimo giorno, che abbiate questa sera la consolazione di non aver perduto tutto l’anno. – Il mezzo più proprio per cominciare un nuovo anno è il terminar santamente quello che sarà per finire. Approfittatevi con diligenza e con fervore di questo avvertimento. E’ una pratica di pietà molto utile, e l’anime ferventi non manchino di conformarvisi; cioè di fare in questi ultimi giorni una Confessione straordinaria de’ peccati più considerevoli commessi nel corso dell’anno. Passate quest’ultimo giorno in una specie di ritiramento. Sia almeno quest’ultimo giorno tutto per il Signore e per la vostra salute. Non vi contentate di leggere tutto questo; mettetelo in opera. Una lettura secca e sterile sarebbe più nociva che utile. Ringraziate poi Dio in particolare di tutte le grazie che avete ricevute. – Questo Ringraziamento si deve a Dio per convenienza, per dovere, per interesse! Per Convenienza, perché niente più conforme al buon tratto di quello che il beneficato restituisca in qualche maniera al benefattore quel bene che per pura liberalità ha da lui ricevuto, e questo può farlo ognuno con esprimergli alla meglio la propria riconoscenza; 2. per Dovere, perché ogni uomo è portato dalla propria natura a rispondere colla riconoscenza a chi gli ha fatto del bene, onde diceva Filone che, se ogni virtù è santa, la gratitudine è santissima; 3. per Interesse, perché la corrispondenza ai doni già ricevuti è pel donatore lo stimolo il più potente ad impartir nuovi doni. E perciò, se Dio vuol essere ringraziato da noi, non è già perché abbia bisogno dei nostri ringraziamenti, ma perché ama che noi Gli presentiamo dei nuovi titoli per farci dei nuovi benefici. Quindi merita eterna lode il P. Camillo Ettori della Compagnia di Gesù, il quale pel primo introdusse in Bologna il costume, che poi si sparse in tutta l’Italia, di cantare quest’oggi pubblicamente nelle chiese il Te Deum per ringraziare il Signore dei benefici impartitici in tutto l’anno; e le anime pie devono farsi un dovere di non mancare a così bella funzione. – Visitate poi in questo giorno qualche Cappella, o qualche Chiesa nella quale la Santa Vergine è più particolarmente onorata, per ringraziarla con più acceso fervore di tanti benefizi che avete ricevuti sotto la sua potente protezione, e consacrarvi di nuovo al suo servizio. Non vi scordate dei Santi Angeli, in special modo del vostro Angelo Custode. Di che non gli siete debitore? Mostrategli in questo giorno la vostra gratitudine, ringraziate i Santi delle grazie che avete ricevute da Dio per la loro intercessione, e interessateli della vostra salute coi vostri sentimenti di riconoscenza. Fate più abbondanti che vi è possibile delle elemosine a’ poveri, all’intento di riparare con questa liberalità straordinaria a tante pazze spese che avete sacrificate a’ vostri piaceri, o alla vostra vanità. Nella vostra casa medesima, se non vi è possibile in chiesa, passate buona parte della sera in affettuose adorazioni del SS. Sacramento per riparare in qualche maniera a tante veglie passate nel giuoco o in altre inezie. Terminate infine quest’anno tanto cristianamente quanto vorreste al presente averlo scorso. Tutte queste religiose industrie serviranno a meraviglia per l’affare importante di vostra salute. Recitate intanto la seguente

ORAZIONE PER L’ULTIMO GIORNO DELL’ANNO.

Quanti motivi non ho io di confondermi e d’umiliarmi profondamente davanti a Voi, o mio Dio, se mi faccio a confrontare la bontà vostra verso di me colla mia continua sconoscenza verso di voi! Mentre nel decorso dell’anno ornai compito avete comandato alla morte di recidere colla sua falce tanti fiori e tante piante che formavano il miglior ornamento del campo misterioso di questo mondo, avete imposto alla medesima di rispettar la mia vita, che, come pianta infruttuosa, occupava inutilmente il terreno, e, come erbaggio di pessima specie, non faceva che impedir lo sviluppo dei vicini germogli ed ammorbar tutta l’aria col suo ingratissimo odore. E ciò con tanta maggiore mia colpa, in quanto che, non contento voi di preservarmi dal meritato sterminio, mi avete sempre contraddistinto coi segni i più evidenti della vostra amorosa predilezione, allontanando da me tutto quello che poteva nuocere in qualche modo così al mio spirito come al mio corpo, ed accordandomi le grazie le più efficaci alla santificazione dell’uno e alla salute dell’altro. Che se qualche volta avete inclinato verso di me la punitrice vostra destra, furono tutti leggieri i suoi colpi, e sempre temperati dalle dolcezze della vostra misericordia. Ma se finora ho corrisposto sì indegnamente a tutti i vostri favori, voglio emendare almeno adesso l’inescusabile mio fallo, ringraziandovi prima di tutto cordialissimamente di tutte le vostre beneficenze così spirituali come temporali, e domandandovi sinceramente perdono di quanto ho osato commettere contro di Voi. Voi degnatevi di accettare le mie attuali proteste come una ritrattazione sincera di tutto il passato e una caparra sicura della mia emendazione nell’avvenire. – Intanto mettete Voi il compimento alle vostre misericordie col rassodare nelle fatte risoluzioni la mia volontà sempre instabile, onde facendo servire alla giustizia quelle potenze e quei sensi che già servirono alla iniquità, dia finalmente a Voi tanto di gloria, quanto già vi ho recato di sfregio colle replicate mie colpe. Voi che mi ispirate così nobili e così doverosi sentimenti, degnatevi ancora di darmi forza, onde mandarli ad effetto, e così verificare il detto consolantissimo del vostro Apostolo, che si vide sovrabbondare la grazia dove prima abbondava la iniquità.

Indi si recita, o col popolo in pubblica funzione, o privatamente, il Te Deum, per ringraziare il Signore dei benefici ricevuti.

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Te Deum

 Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.

Te ætérnum Patrem * omnis terra venerátur.

Tibi omnes Ángeli, * tibi Cæli, et univérsæ Potestátes:

Tibi Chérubim et Séraphim * incessábili voce proclámant:

(Fit reverentia) Sanctus, Sanctus, Sanctus * Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra * majestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus * Apostolórum chorus,

Te Prophetárum * laudábilis númerus,

Te Mártyrum candidátus * laudat exércitus.

Te per orbem terrárum * sancta confitétur Ecclésia,

Patrem * imménsæ majestátis;

Venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.

Tu Rex glóriæ, * Christe.

Tu Patris * sempitérnus es Fílius.

Fit reverentia Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem: * non horruísti Vírginis uterum.

Tu, devícto mortis acúleo, * aperuísti credéntibus regna cælórum.

Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris. Judex créderis * esse ventúrus.

Sequens versus dicitur flexis genibus

Te ergo quǽsumus, tuis fámulis súbveni, * quos pretióso sánguine redemísti.

Ætérna fac cum Sanctis tuis * in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, * et bénedic hereditáti tuæ.

Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.

Per síngulos dies * benedícimus te.

Fit reverentia, secundum consuetudinem

Et laudámus nomen tuum in sǽculum, * et in sǽculum sǽculi.

Dignáre, Dómine, die isto * sine peccáto nos custodíre.

Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, * quemádmodum sperávimus in te.

In te, Dómine, sperávi: * non confúndar in ætérnum.

[Te Deum Ti lodiamo, o Dio: * ti confessiamo, o Signore. Te, eterno Padre, * venera tutta la terra. A te gli Angeli tutti, * a te i Cieli e tutte quante le Potestà: A te i Cherubini e i Serafini * con incessante voce acclamano: (chiniamo il capo) Santo, Santo, Santo * è il Signore Dio degli eserciti. I cieli e la terra sono pieni * della maestà della tua gloria. Te degli Apostoli * il glorioso coro, Te dei Profeti * il lodevole numero, Te dei Martiri * il candido esercito esalta. Te per tutta la terra * la santa Chiesa proclama, Padre * d’immensa maestà; L’adorabile tuo vero * ed unico Figlio; E anche il Santo * Spirito Paraclito. Tu, o Cristo, * sei il Re della gloria. Tu, del Padre * sei l’eterno Figlio. Chiniamo il capo: Tu incarnandoti per salvare l’uomo, * non disdegnasti il seno di una Vergine. Tu, spezzando il pungolo della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu sei assiso alla destra di Dio, * nella gloria del Padre. Noi crediamo che ritornerai * qual Giudice. Il seguente Versetto si dice in ginocchio. Te quindi supplichiamo, soccorri i tuoi servi, * che hai redento col prezioso tuo sangue. Fa’ che siamo annoverati coi tuoi Santi * nell’eterna gloria. Fa’ salvo il tuo popolo, o Signore, * e benedici la tua eredità. E reggili * e innalzali fino alla vita eterna. Ogni giorno * ti benediciamo; Chiniamo il capo, se è la consuetudine del luogo. E lodiamo il tuo nome nei secoli, * e nei secoli dei secoli. – Degnati, o Signore, di preservarci * in questo giorno dal peccato. Abbi pietà di noi, o Signore, * abbi pietà di noi. Scenda sopra di noi la tua misericordia, * come abbiamo sperato in te. Ho sperato in te, o Signore: * non sarò confuso in eterno].