L’Aspettazione della Santa Vergine.

Un’antica tradizione di Toledo per contemplare i Desideri di Maria negli ultimi otto giorni di Avvento

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Nel secolo VII il santo Papa Martino I confermò con Decreto uno stabilimento della chiesa di Toledo che da tempo immemorabile celebrava la Festa dell’Aspettazione il diciotto di dicembre, otto giorni prima del Natale. In seguito Sant’Ildefonso difese e propugnò questa tradizione dandole il titolo di Aspettazione del Parto della Santa Vergine. Così il vescovo della città spagnola voleva fare intendere ai suoi fedeli che, quantunque durante tutto il tempo dell’Avvento dovessero anelare ardentemente con la Chiesa la Nascita del Signore, la loro premura e i loro desideri per il Parto sacro della Vergine dovevano essere raddoppiati in questi otto giorni. Il culto dell’Aspettazione, poi detto anche dei Desideri di Maria, si diffuse in tutta la Spagna, passò in Francia e in Italia. In Messico “Nuestra Señora de la Expectación” è venerata nell’antica cattedrale di Zapopan ed è all’origine del cattolicesimo in quella terra. In Spagna la Vergine dell’Aspettazione si celebra per uno spazio di otto giorni con grande pietà. Ogni giorno si dice una Messa solenne alla quale assistono le donne gravide. La festa è stata sempre mantenuta in Spagna ed è stato approvata per Toledo nel 1573 da Gregorio XIII come “doppio” maggiore, senza ottava. La chiesa di Toledo ha il privilegio (approvato 29 Aprile 1634) di celebrare questa festa, anche quando essa cade nella quarta Domenica di Avvento. – Proponiamo qui di seguito un testo spirituale nel quale il padre domenicano Sante Pascucci rifletteva nell’anno 1750 sulla magnificenza e sui doni dei Desideri di Maria: in attesa con tutta la Chiesa del divino Parto. – “Avvicinandosi il compimento de’ novi Mesi di gravidanza della S.S. Vergine; ella, che sempre era stata in aspettazione del suo Parto, cominciò a vivere più che mai anelante di darlo in luce pur, una volta, sì per rispetto di Gesù; acciò terminassero quelle incomodità, e que’ patimenti, che sosteneva nell’oscura e stretta prigione del suo Ventre; sì per rispetto degli Uomini, acciò entrassero anch’essi in parte d’un tanto dono; e tutti ne godessero beneficio; giacché s’era incarnato appunto per tutti; sì finalmente per rispetto proprio, acciò potesse vagheggiare la di Lui bellissima faccia, stringerLo amorosamente al seno; affettuosamente baciarLo; e godendo della sua esteriore presenza impiegarsi tutto giorno in di Lui servigio. Da tali desiderj infiammata, ben può credersi, che ad ogni tratto seco parlasse col cuore, e gli dicesse: quando sarà, o Figlio, quell’ora, quando giungerà quell’istante, in cui vi vegga fuori attaccato al petto di me vostra dilettissima Madre? Mio bene, a che tardate; mia vita a che tanti indugi? Mio amore, a che più dimore? Ah che gli occhi miei si struggono, per voglia di vedere il vostro bel volto. Ah che le mie braccia anelano di stringervi a questo seno. Ah che le mie mani son avide d’accarezzarvi, i miei labbri di baciarvi, le mie orecchie di udirvi, le mie poppe d’allattarvi. Così approssimandosi sempre più l’ora del parto, crescevano maggiormente in Maria non i dolori, non le convulsioni, compagne ordinarie degli altri parti; ma gli ardori dei desiderj col fervore delle preghiere, e con l’intenzione degli abiti virtuosi: sin che giunse quel momento, in cui questo benedetto frutto di vita dolcissimamente si staccò dall’Albero: diventando la Vergine compitamente Madre; e restando nella sua Verginità illibata. Or in memoria di ciò fu istituita, al tempo del Sommo Pontefice Martino primo, nel Concilio decimo Toletano, questa Festa chiamata de’ Desideri di Maria, o dell’aspettazione del Parto della Vergine. E perché indi a diecissette anni, essendo contraddetta da alcuni nella Spagna, venne difesa da Idelfonso: questi ne fu dall’istessa Vergine, per ricompensa, adornato d’un candido manto. Ad oggetto poi che si celebrasse più perfettamente, fu altresì istituita, in riverenza de’ nove Mesi della gravidanza dell’istessa Vergine, una Novena di giorni, la quale serva insieme per apparecchio della Festa del S. Natale. Né andò guari, che principiata nella Spagna, largamente si propagò negli altri Regni Cattolici, e specialmente nella nostra Italia, con non ordinario frutto de’ Fedeli”. – La festa del 18 dicembre è stata comunemente chiamata, anche nei libri liturgici, “S. Maria della “O”, perché in questo giorno i chierici del coro dopo i Vespri emettono un forte e prolungato “O”, per esprimere il desiderio dell’universo per la venuta del Redentore. Questa festa e la sua ottava erano molto popolari in Spagna, dove la gente ancora lo chiama “Nuestra Señora de la O”.