MESSA

Messa.

[da: E. Barbier – “I tesori di Cornelio Alapide” SEI ed. Torino, 1930]

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.1. Significato della parola Messa. — 2. I sacrifici e il loro scopo. — 3. I sacrifici nell’antica legge. — 4. Eccellenza e vantaggi della Messa. — 5. Significato delle vesti sacre. — 6. Come si deve udire la santa Messa.

1.- SIGNIFICATO DELLA PAROLA « MESSA » . Alcuni derivano la parola Messa dal vocabolo ebraico missah; ma è più probabile, secondo S. Agostino, S. Avito di Vienna, S. Isidoro di Siviglia, che derivi dalla parola latina missio, che significa rinvio, licenziamento; perché nell’antica liturgia, dopo le preghiere e le istruzioni che precedono l’oblazione dei sacri doni, si licenziavano dalla chiesa i catecumeni e i penitenti, rimanendo presenti alla celebrazione dei divini misteri i soli fedeli, che erano supposti degni di assistere al santo sacrificio. – La Messa è il Sacrificio della nuova legge, nel quale la Chiesa offre a Dio, per mano del sacerdote, il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, nascosti sotto le specie del pane e del vino. È di fede che l’oblazione che si fa nella Messa è il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, e da ciò bisogna conchiudere in modo sicuro, che la Messa non è solamente un sacramento, ma è veramente anche un sacrificio. E non si offre in tutto il mondo cattolico altro sacrificio fuori di questo.

2.I SACRIFICI E IL LORO SCOPO. Dopo il peccato vi furono sempre e dappertutto dei sacrifici… Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Melchisedech, gli Ebrei nell’Egitto e nel deserto, e nella terra promessa, offrirono a Dio dei sacrifici… Non si trova nazione né barbara né civile che non abbia avuto e non abbia i suoi sacrifizi… Essi sono necessari a placare Dio …; a rendergli onore e culto …; ad espiare le colpe degli individui e della società…; ad ottenere grazie…; a ringraziare delle grazie ottenute…

 3. – I SACRIFICI NELL’ANTICA LEGGE. Nell’antica legge vi erano tre specie di sacrifizi: 1° il sacrificio di olocausto, destinato unicamente a lodale e onorare Dio; la vittima vi era interamente consumata e ridotta in cenere, per indicare con ciò che si riconosceva e professava il supremo dominio di Dio su tutte le cose create. 2° Il sacrificio pacifico e salutare, che offri vasi per ottenere la pace, cioè la salute di chi l’offriva o di altra persona, di un individuo in particolare o di una famiglia o della nazione. 3° Il sacrificio di espiazione, che aveva per fine di ottenere il perdono dei peccati e chiama vasi anche sacrificio di propiziazione. – Essendo imperfetta la legge antica, erano imperfetti anche i sacrifici che ne facevano parte: « È impossibile, scriveva S. Paolo agli Ebrei, che il sangue dei tori e dei capri scancelli i peccati » — “Impossibile est sanguine taurorum et hircorum auferri peccata” (Hebr. X, 4) . A placare Dio e santificare gli uomini, ben altro pontefice e altro sacrificio si richiedeva che non fosse il grande sacerdote ed il sacrificio di animali … Si richiedeva un sacrificio veramente degno di Dio, e abbastanza efficace per lavare i peccati… Gli antichi sacrifici non erano altro che la figura del Sacrificio della nuova legge, e intanto erano graditi a Dio in quanto simboleggiavano il sacrificio della croce e dell’altare … E la legge la quale ordinava che le vittime di quei sacrifici fossero affatto senza macchia, da ciò appunto traeva la sua ragione, perché dovevano significare la perfezione di Gesù Cristo divenuta vittima… Ecco la dichiarazione espressa che fece il Signore per bocca di Malachia, ultimo dei profeti, vissuto in tempo vicinissimo alla venuta di Gesù Cristo: « La mia affezione non è per voi, e non accetterò più doni dalla vostra mano. Poiché dall’oriente all’occidente suona grande il mio nome fra le nazioni; in ogni luogo si sacrifica, e viene offerta a me un’oblazione monda » — “Non est mihi voluntas in vobis, et munus non suscipiam de manu vestra”. (Malach. I ,10-11) . È manifesto che il profeta parla del sacrifizio della croce e dell’altare, poiché dopo Gesù Cristo non vi è più altro sacrificio che questo, il quale è in tutta verità offerto in ogni luogo e in tutte le ore dal nascere al calare del sole… Venuto Gesù Cristo su la terra, tutti i sacrifici cessarono, rigettati da Dio, come più non si bada alla figura, quando si possiede la realtà, o si spegne la candela quando arriva la luce del sole. Perciò S. Paolo, togliendo le frasi al Salmista, scriveva agli Ebrei: « Entrando il Figlio nel mondo, disse: “Tu , o Padre, non hai più voluto né ostia, né oblazione, ma hai vestito me di un corpo: ed Io allora vedendo che gli olocausti più non ti erano graditi, ho detto: Ecco che io vengo per fare la tua volontà, o mio Dio. Egli abroga il primo sacrifizio per stabilire il secondo » (Hebr. X, 5-6, 9). Tu non hai voluto;— “hostiam et oblationem noluisti”, — cioè, tu non hai più accettato le vittime offerte, gli olocausti, i sacrifizi che si offrono secondo la legge; ora eccomi qua Io, Io il Messia, il Salvatore, il Redentore, pronto e disposto, o Padre, a fare la tua volontà; per essere immolato prima sul Calvario, poi tutti i giorni su gli altari, a perpetuo ricordo e quotidiana rinnovazione del Sacrificio del Calvario.

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 4. – ECCELLENZA E VANTAGGI DELLA MESSA. Il Sacrificio di Gesù Cristo tiene il luogo di tutti gli altri sacrifici, ed è a loro superiore in dignità ed eccellenza, come il corpo è superiore all’ombra. Perciò i molti sacrifici della legge mosaica tutti disparvero, coi loro ministri, in faccia a quest’uno, per non mai più ricomparire… Gesù solo è nostra vittima e nostro Sacrificio… « Gesù Cristo, dice S. Paolo agli Efesini, si è dato egli medesimo in offerta per noi a Dio, ed in ostia e sacrificio di grato odore » — “Christus tradidit semetipsum prò nobis oblationem et hostiam Deo in odorem suavitatis(Eph. V, 2). Il Sacrificio della messa è un olocausto, perché Gesù Cristo vi è offerto tutto intero a Dio in virtù della consacrazione… È Sacrificio pacifico, che placa la giustizia di Dio, dà la pace agli uomini… È Sacrificio di propiziazione, che ci ottiene il perdono dei nostri peccati… E Sacrificio di ringraziamento, che rende a Dio tutto quello che gli è dovuto; perché qui vi è un Dio che si offre a un Dio. – La Messa è un Sacrificio che di per se stesso ci procura la grazia preveniente, la quale ci eccita alla fede, alla penitenza e a ricevere i sacramenti la cui virtù ci giustifica. A questo proposito dobbiamo notare che appartiene all’azione dei sacramenti il giustificare, e all’azione del Sacrificio il piegare Dio a nostro favore e rendercelo propizio. In quanto Sacrificio dunque, la Messa ci ottiene primieramente la grazia preveniente, poi la remissione della pena dovuta ai peccati ed il perdono delle colpe veniali, ma non toglie né cancella d i per se stessa il peccato mortale, eccetto che colui il quale la celebra, o partecipa al Sacrificio per mezzo della comunione, ignori in buona fede lo stato in cui si trova. In questo caso l’eucaristia gli rimette la colpa mortale e gli conferisce la prima grazia e la giustizia; ma la Messa non opera ciò in quanto è sacrifizio, ma in quanto è sacramento… « Il sacerdote che celebra la messa, dice l’autore dell’Imitazione di Cristo, dà gloria a Dio, letizia agli angeli, sostegno alla Chiesa, aiuto ai vivi, suffragio ai defunti, e rende se medesimo partecipe di tutti i beni [“Quando sacerdos celebrat, Deum honorat, angelos laetificat, Ecclesiam aedificat, vivos adiuvat, defunctis requiem praestat, et sese omnium honorum participem efficit” (Lib. IV, c. V)]. San Giovanni Crisostomo ci assicura che, mentre viene immolato sui nostri altari l’Agnello di Dio, vi assistono venerabondi i serafini, coperto il volto con le loro ali; poi aggiunge che mentre siamo nella presente vita, questo sacrifizio cambia per noi la terra in cielo [“Agnus Dei immolatur, seraphim adstant sex alis faciem tegentia… Dum in hac vita simus, ut terra nobis coelum sit, facit hoc misterium(De Sacerdot., lib. VI)]. La Messa è il ricordo della passione e della morte del Salvatore, come affermò Egli medesimo agli Apostoli, quando disse: «Fate questo in memoria di me » — “Hoc facite in meam commemorationem” (Luc. XXII, 19). – Ma che dico, memoriale della passione del Salvatore? Essa è quel medesimo Sacrifizio che fu offerto su la croce: infatti e sulla croce, e sull’altare una e medesima è la Vittima che viene offerta, uno e medesimo è il Sacerdote che l’offre; sulla croce Gesù Cristo fu Sacrificatore a un tempo e Sacrifizio, lo stesso avviene sull’altare; e sebbene qui sia incruento mentre là fu con spargimento di sangue, ciò nulla toglie a che abbiano tutti e due il medesimo valore e la stessa efficacia… « Era conveniente, osserva S. Paolo, che noi avessimo un Sacerdote, santo, innocente, immacolato, segregato dai peccatori, e più alto dei cieli; un Pontefice che non abbia necessità, come i sacerdoti, di offrire vittime prima per i suoi peccati, poi per quelli del popolo; poiché questo egli fece una volta, immolando se stesso » — “Talis enim decebat ut nobis esset pontifex, sanctus, innocens, impollutus, segregatus a peccatoribus et excelsior coelis factus, qui non habet necessitatem quotidie, quemadmodum sacerdotes, prius prò suis delictis hostias offerre, deinde prò populi; hoc enim fecit semel seipsum offerendo” (Ebr. VII, 26-27). E offerendosi, egli fu esaudito a cagione della sua dignità e della venerazione che gli è dovuta » — “Exauditus est pro sua reverentia” (Id. V, 7). – Dio nei suoi stratagemmi di amore per l’uomo, ha ordinato il sacrificio della Messa in modo, che il pontefice il quale l’offre per riconciliarci con Dio, si unisce a formare una cosa sola con Colui al quale è offerto il Sacrificio, e con quelli per i quali è offerto; affinché questo Sacrificio riesca pienamente accetto a Dio ed efficace, la vittima si trova anch’essa nelle medesime condizioni. Quindi l’apostolo S. Giovanni scrive che « Gesù Cristo è egli medesimo propiziazione per i nostri peccati; né solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo » — “Ipse est propitiatio pro peccatis nostris; non prò nostris autem tantum, sed etiam prò totius mundi” ( IOANN. I, II, 2). – La santa Messa basta da sola a dare abbondante soddisfazione a Dio, perché vince infinitamente in pregio tutti i pesi dell’iniquità del mondo. Questo sacrifizio vale assai meglio a placare il Padre, di quanto sia valsa la nostra iniquità a sdegnarlo, secondo la sentenza di S. Paolo: « Dove era abbondato il peccato, sovrabbondò la grazia » — “Ubi abundavit delictum, superabundavit gratia” … (Rom. V, 20). Così grande è il Sacrificio dell’altare, che non può essere offerto ad altri fuorché a Dio solo!… Nella sua bontà infinita, Gesù Cristo ha voluto lasciare alla Chiesa visibile e indefettibile, un sacrificio visibile e permanente. Il sacrifizio della croce fu la prima Messa celebrata in questo mondo… Di che immenso amore ardeva il cuore del Salvatore, se ha voluto perpetuare ogni giorno, fino alla fine del mondo, il Sacrificio del suo corpo e del suo sangue! – Cinque sono i frutti principali che si possono raccogliere dalla santa Messa: 1° un aumento di grazie…: 2° la remissione della pena dovuta al peccato…; 3° un più facile conseguimento di ciò che si domanda…; 4° la professione di atti di fede, di speranza, di carità, di religione…; 5° chi assiste al Sacrificio della Messa, trovandosi in presenza di Gesù Cristo, non vede nessuna sua preghiera rimanere senza effetto. – In tre parti principali si divide la Messa: 1° l’offertorio; 2° la consacrazione; 3° la comunione del sacerdote. – La prima parte, che, va dalla confessione all’offertorio, è la preparazione al santo Sacrificio. Col Confiteor, atto di umiltà e contrizione, ci disponiamo al grande fatto che sta per incominciare. Col Kyrie, invochiamo il soccorso e la misericordia di Dio… Col Gloria, ne cantiamo le lodi, ed inneggiamo in suo onore… L’Oremus, unisce tutti gli astanti a pregare insieme… Col Dominus vobiscum, il sacerdote e i fedeli si augurano a vicenda i doni dello Spirito Santo… L’Epistola, ci fa comunicare coi santi dell’antica legge… Il Graduale, segna la penitenza che faceva il popolo ad esortazione di San Giovanni Battista . . . L’Alleluia, è il grido di gioia del peccatore riconciliato. .. – Il Vangelo, figura della nuova legge, ricorda la dottrina e la morale predicate da Gesù Cristo… Il segno di croce su la fronte, dice che non dobbiamo arrossire della fede; su la bocca, denota che il cristiano dev’essere prudente nelle parole e che deve discorrere frequentemente della croce di Gesù Cristo; sul petto, significa l’amore di cui deve ardere il cuore dell’uomo, per Dio; sul Vangelo, figura che bisogna annunziare e seguire Gesù crocefisso… I lumi che si portano accesi, simboleggiano la luce che il Vangelo ha sparso per il mondo… Ci leviamo in piedi, per dichiararci pronti ad obbedire agli insegnamenti del Salvatore. Segue poi la professione di fede col Credo… Ai catecumeni era solo permesso assistere a questa parte della Messa. – La seconda parte, che è la principale, la più santa, la più divina, e che costituisce propriamente il Sacrificio, parte alla quale assistevano i soli cristiani, va dall’Offertorio al Pater. L’Offertorio, così è chiamato perché allora si fa l’offerta del pane e del vino che devono essere consacrati… L’acqua che si versa nel calice, figura quella che uscì mescolata al sangue, dal costato di Gesù Cristo trafitto in croce… Il vino e l’acqua sono offerti da chi serve alla Messa, per accennare che i fedeli hanno parte nel Sacrificio… – II pane, composto di molti grani di frumento, e il vino, prodotto di molti acini d’uva, rappresentano la Chiesa composta di molte membra tratte dalla massa corrotta degli uomini, affinché siano trasformati in Gesù Cristo e più non abbiano fra tutti che un cuore ed un’anima sola. Sotto altro aspetto si può dire, che siccome il pane ed il vino formano il principale nostro nutrimento, perciò offrendo a Dio questi due prodotti, gli offriamo la nostra vita … Il prete si lava la sommità delle dita, per mostrare quanta purità si richieda per offrire il santo sacrifizio. – All’Orate fratres, il celebrante si raccomanda alle orazioni dei fedeli, affinché il sacrifizio che egli offre in unione con essi, sia ricevuto da Dio; e i fedeli rispondono che essi desiderano che le intenzioni e i voti del sacerdote si compiano… Si arriva al Prefazio, il qual nome indica preludio, preambolo. – Infatti, il prefazio è destinato a preparare gli animi alle orazioni del canone e specialmente dell’elevazione. È un canto di trionfo e di gloria, un invito ad elevarsi fino al cielo, per lodare di concerto con i cori angelici, il Dio dell’universo . . . Il Sanctus viene dal cielo; colà lo impararono e di là lo portarono in terra Isaia e Giovanni Evangelista… La parola “canone”, vuol dire regola… A d esempio di Mose, il prete tiene alzate le mani, per innalzare la terra fino al cielo e per far discendere il cielo su la terra. Nel Memento dei vivi, il sacerdote prega in nome della Chiesa, per tutti i fedeli e specialmente per coloro a cui richiesta offre il Sacrificio, e per quelli che assistono alla Messa… Siamo all’istante meraviglioso e divino della Consacrazione; l’assemblea si prostra a terra alla vista del miracolo dei miracoli . . . Un grande fiat ha luogo, e il RE dei re si trova su l’altare. .. – Il pane e il vino sono divenuti il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù Cristo… I molteplici segni di croce fatti dal sacerdote, hanno lo scopo di ricordarci Gesù su la croce… Le sue genuflessioni indicano l’adorazione che si deve a Dio e il profondo rispetto dovuto all’augusta sua Persona… Il Memento dei morti è un ricordo delle anime purganti, una preghiera indirizzata per loro a Dio, in nome di tutta la Chiesa… Dopo questo si recita la preghiera per eccellenza, il Pater; e da questo punto comincia la terza parte della Messa. – Il sacerdote divide l’ostia sacrosanta, per imitare Gesù Cristo il quale prese del pane, lo spezzò e distribuì a’ suoi apostoli, dicendo: « Prendete e mangiate: questo è il mio corpo ». Poi lascia cadere nel calice una porzioncella dell’ostia, per indicare che la pace la quale egli ha or ora augurato ai fedeli col Pax Domini, è suggellata col sangue medesimo di Gesù Cristo… La mescolanza dell’ostia col sangue di Gesù significa: 1° l’unione di Dio con l’uomo, nell’incarnazione; 2° l’unione di Dio con l’uomo, nella santa comunione; 3° l’unione degli eletti con Dio, nel cielo… Ma per godere di questa pace così preziosa, di quest’unione così cara e gloriosa, bisogna essere mondo di peccato. Ed ecco perché il sacerdote recita l’Agnus Dei ed il Domine non sum dìgnus… Il prete si comunica; i fedeli si dispongono attorno alla sacra mensa… Il rimanente della Messa va nel ringraziare Iddio.

 5. – SIGNIFICATO DELLE VESTI SACRE. Tutto ciò che ha attinenza alla Messa, rappresenta il Sacrifizio adorabile della croce… L’amitto figura il velo che copriva il volto di Gesù Cristo quando era schiaffeggiato… ; il camice, la bianca veste di cui lo fece coprire per ischerno Erode…; il cingolo, le funi, e le catene con cui fu legato nel giardino degli Olivi e flagellato nel Pretorio … ; il manipolo, le ritorte con cui fu legato alla colonna; e si applica al braccio sinistro, più vicino al cuore, quasi per farci notare il grande amore di Gesù Cristo…; la stola, rappresenta i tre legami che lo fermarono su la croce; indica ancora il potere del ministro consacratore…; la pianeta, ricorda lo straccio di porpora di cui fu coperto il Redentore, e la tunica di cui fu spogliato e sopra cui furono messe le sorti … ; la croce che si vede figurata sopra gli abiti sacri, mette continuamente sotto gli occhi del sacerdote e degli assistenti, lo strumento del supplizio del Salvatore… Ogni ornamento dunque rappresenta una circostanza della passione e della morte di Gesù Cristo. Tutto eccita i fedeli a meditare seriamente e a piegare con fervore… Tutto inspira loro confidenza…

 6. – COME SI DEVE UDIRE LA SANTA MESSA. — 1° I fedeli devono procurare di unirsi d’intenzione col celebrante, e per ciò ricordarsi che per tre motivi principali si offre il santo Sacrifizio: 1) in rendimento di grazie per i beni ricevuti …; 2) per dare soddisfazione dei peccati commessi.,.; 3) per implorare gli aiuti e le grazie di cui abbiamo bisogno. – 2° Bisogna offrire se medesimo a Dio insieme con la vittima eucaristica. 3° Durante il santo Sacrificio è cosa utile considerare: 1) chi sia Colui al quale si offre…; 2) Colui che l’offre…; 3) Colui che è offerto…; 4) perché si offre. – 4° Poiché il Sacrificio della Messa è il memoriale dell’amore di Gesù Cristo per gli uomini, e la rappresentazione, o meglio, la rinnovazione incruenta della sua passione e morte, quale occupazione più utile e naturale, che quella di meditare, nel tempo che si offre, sui patimenti e su l’amore del Salvatore? E questo il vero mezzo di udire la messa con profitto. – 5° Bisogna assistere alla santa Messa con quel profondo rispetto interiore ed esteriore, che naturalmente provoca, in chi vi ponga mente, la vista del luogo santo, la presenza di Dio, la compagnia degli Angeli e dei fedeli e finalmente il pensiero del grande mistero che si compie … Chi è penetrato di queste verità, assisterà alla santa Messa con fede, umiltà, compunzione, timore, confidenza, ecc..