S. CLEMENTE I PAPA E MARTIRE

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S. CLEMENTE I PAPA E MARTIRE

23 NOVEMBRE

Nacque S. Clemente circa l’anno 30 dell’era volgare in Roma da genitori oriundi della Palestina. Dopo aver trascorso la giovinezza nella più fedele osservanza della religione paterna, quando l’Apostolo Pietro venne in questa città a portare la parola del Vangelo, fu tra i suoi primi discepoli e ben presto si distinse fra tutti per fedeltà e integrità di costumi. Più tardi l’Apostolo lo consacrò Sacerdote per averlo compagno nel sacro ministero. – Dopo la morte del Principe degli Apostoli, i cristiani lo volevano innalzare subito alla dignità di Pietro, ma egli se ne stimò indegno e fece cadere l’elezione prima su Lino, quindi su Cleto. Ma quando la vita di questi venne troncata dai feroci carnefici dell’imperatore Domiziano, Clemente fu costretto ad accettare l’onerosa carica. Fu Papa, Papa zelantissimo, di tempra infrangibile, di oratoria e penna efficacissime: a lui dobbiamo pure i preziosi atti di tanti gloriosi martiri, avendo egli ordinato a sette notari di raccoglierli per iscritto. – La sua grande attività non sfuggì ai persecutori. Traiano lo voleva indurre al silenzio minacciandogli la vita; l’eroe non si spaventò, anzi tenendo sempre davanti il sublime esempio di Pietro e di Paolo, lavorava con tutto lo slancio per guadagnare anime a Cristo, per meritarsi la corona immarcescibile e la palma della vittoria. – E la minacciata condanna venne. Tratto in arresto, fu condannato ai lavori forzati nel Chersoneso. Nelle cave di quel luogo trovò tanti suoi figli che per la comune causa avevano subito la stessa condanna. Duemila e più cristiani, sotto la sferza degli aguzzini, privi di tutto persino di un po’ di acqua con cui bagnare le arse labbra e rinfrescare gli infuocati petti, soggiacevano ai più tormentosi e duri lavori. Il cuore del Padre straziato pel dolore di tanti figli, alzò fidente la sua preghiera a Dio, e un Angelo apparendogli su di un vicino colle, gl’indico che colà sarebbe scaturita l’acqua. Accorsero i minatori al luogo indicato e trovarono la bevanda refrigerante. – Alla novella del prodigioso miracolo avvenuto per intercessione di Clemente, numerosissimi pagani abbracciarono la religione cristiana che aveva un Dio tanto potente e tanto misericordioso. Ma s’indurì invece il cuore di Traiano, e ordinò che il venerando capo dei cristiani fosse gettato nel mare con un’ancora appesa al collo. – Ma ecco un nuovo strepitoso prodigio. Non appena le acque ebbero inghiottito quel corpo ormai sfinito, spinte da forza arcana si ritirarono impetuosamente dalla riva e sul fondo dell’abisso apparve un preziosissimo monumento sepolcrale di bianchissimo marmo. Gli astanti, stupefatti, mirarono il miracoloso sarcofago, ma la loro meraviglia cresce ancor più, quando il cadavere dell’intrepido vegliardo, scivolando dal seno delle acque guidato da mano angelica, va a giacersi nella tomba marmorea. Subito le acque ritornano a ribaciar i lidi e la folla abbandona la spiaggia; ma mentre i cristiani partono lodando e ringraziando il Signore che volle così strepitosamente esaltare l’umile suo servo, tra i pagani nascono vive discussioni e molti si decidono ad entrare nell’ovile di Cristo. – Le reliquie del glorioso Pontefice riposano ora in Roma nella basilica eretta in suo onore, portatevi dai santi fratelli Cirillo e Metodio.

FRUTTO. — Clemente docilissimo e umilissimo discepolo dei ss. Apostoli Pietro e Paolo, di vita verginale, voglia concedere anche a noi questi doni.

ORAZIONE — O Dio, che ci allieti ogni anno con la solennità del tuo beato Martire e Pontefice Clemente: concedi propizio, che mentre ne celebriamo il natalizio, ne imitiamo ancora la fortezza dei martirio.

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Omelia di S. Leone papa

Sermone 2, nell’anniversario della sua ascesa, prima di metà

Come ci riferisce la lettura evangelica. Gesù Lui interrogò i discepoli che cosa pensassero di in mezzo a tanti pareri diversi. E san Pietro rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Allora il Signore gli disse: “Beato te, o Simone, figlio di Giona, perché questo non ti è stato rivelato dalla carne o dal sangue, ma dal Padre mio che sta nei cieli. Perciò io ti dico che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte dell’inferno non prevarranno mai contro di essa. E a te darò le chiavi del regno dei cieli, e qualunque cosa avrai legata sulla terra, sarà legata anche nei cieli, e qualunque cosa avrai sciolta sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli”. L”ordine stabilito da Gesù Cristo rimane ancora; e san Pietro, che ha conservato fino ad oggi la solidità della pietra, non abbandonò mai il governo della Chiesa di cui fu incaricato. – Nella Chiesa intera, infatti, ogni giorno Pietro dice: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”; ed ogni lingua che riconosce il Signore viene istruita col magistero di tale voce. Tale fede sconfigge il diavolo e scioglie i legami di coloro che egli tiene prigionieri. Essa fa entrare nel cielo coloro che ha strappato alla terra e le porte dell’inferno non possono prevalere contro di essa. È stata infatti per potenza divina munita di una tale saldezza che mai la potrà corrompere la malvagità degli eretici né la potrà superare la perfidia dei pagani. Con tali disposizioni dunque, dilettissimi, e con razionale ossequio si celebri la festività odierna: affinché nell’umiltà della mia persona venga riconosciuto e onorato Colui, nel quale continua la cura che tutti i pastori hanno nella custodia delle pecore loro affidate e la cui dignità non viene meno per l’indegnità dell’erede.

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Anche oggi la Santa Chiesa Cattolica ci propone la festa di un Papa martire, vissuto in esilio fino alla sua morte, l’ennesimo Papa in esilio, come oggi è per il nostro Sommo Pontefice, Papa Gregorio XVIII, costretto all’esilio da una masnada di apostati e marrani, mossi dalla piovra giudaica. È stato questo il destino pure di Gregorio XVII, cardinal Siri, tenuto in ostaggio per 31 anni, sorvegliato a vista da “finti segretari”, in realtà carcerieri sguinzagliati dagli usurpanti il sacro soglio. Ma … Qui habitat in caelis irridebit eos, et Dominus subsannabit eos. …, e proprio questo ha perpetuato la “vera” successione apostolica e suggellato la sopravvivenza della Chiesa eclissata. Che san Clemente interceda per noi perché possiamo quanto prima assistere, tripudianti, alla Chiesa di Cristo nuovamente trionfante sull’astro informe ed orrido che ancora la costringe nelle catacombe e nei sotterranei.