LA CRESIMA [di Michael Muller] (1)

DIO il Maestro dell’umanità:

Una chiara ed esauriente spiegazione della Dottrina Cristiana da:

LA GRAZIA ED I SACRAMENTI: BATTESIMO, CRESIMA, ESTREMA UNZIONE, ORDINE SACRO E MATRIMONIO.

MICHAEL MULLER, C. SS. DI MICHAEL MULLER, C. SS. R. R.

NEW YORK, CINCINNATI, AND ST. NEW YORK, Cincinnati e St. LOUIS

BENZIGER BROTHERS, LOUIS Benziger Brothers,

Tipografi DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA, 1882.

imprimatur:

THOMAS FOLEY, Vescovo amministratore di Chicago

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CAPITOLO V.

Sulla CRESIMA -1-

Quando un re prepara i soldati a fare la guerra, deve innanzitutto armarli per poter combattere. Sarebbe del tutto insensato mandarli a combattere senza armi. Egli sacrificherebbe semplicemente i suoi uomini inutilmente, e li voterebbe ad inevitabile sconfitta. Dio agisce sicuramente con saggezza almeno pari: “Lui non chiama,” dice S. Bernardino da Siena, “senza dare, allo stesso tempo, a coloro che Egli chiama, tutto ciò che è necessario per raggiungere il fine per cui sono chiamati. ” (Serm. I, di S. Giuseppe). Ora, col Battesimo, sono stati arruolati i soldati dell’esercito di Cristo. Noi siamo stati chiamati da Dio Onnipotente a condurre una vita santa. Siamo stati chiamati a combattere e sconfiggere le nostre cattive inclinazioni, gli esempi malvagi del mondo, e le tentazioni del demonio! In questa santa guerra, abbiamo bisogno di armi, vale a dire, la forza soprannaturale per difenderci contro tutti i nostri nemici e poterli sconfiggere. – Da bambini, i nostri doveri, le nostre tentazioni, le nostre fatiche, erano pochi, e un piccolo grado di grazia ci ha permesso di rispettarle fedelmente. Ma, dal momento che siamo cresciuti, le nostre passioni sono diventate più forti, le nostre lotte più grandi, e le nostre tentazioni più violente. Per rispondere a queste crescenti difficoltà, abbiamo bisogno di una nuova fornitura onde rafforzare la grazia, una nuova benedizione di Dio Onnipotente. E Cristo ha ripetutamente promesso questa benedizione a tutti i suoi seguaci, e per questo vien dato loro lo Spirito Santo: “Io pregherò il Padre “, disse ,« che vi darà un altro Paraclito (Consolatore), perché stia con voi per sempre. ” (S. Giov. XIV, 16). Per questo Cristo benedicente comandò ai suoi discepoli di attendere prima di fare guerra ai loro nemici: “… restate in città, finché non sarete rivestiti di potenza dall’alto” (S. Luca XXIV, 49), come se volesse dire: “miei cari Apostoli, siete battezzati, è vero, avete ricevuto la grazia dello Spirito Santo, ma non siete abbastanza forti per confessare il mio Nome: non siete perfetti ed abbastanza coraggiosi da superare tutte le tentazioni della carne, del mondo, e del diavolo: quindi andate e non combattete prima che vi invii voi dal cielo le armi spirituali, con le quali potete essere in grado di difendervi da tutti i vostri nemici. – Nella festa di Pentecoste il nostro diletto Salvatore ha inviato con abbondanza la benedizione promessa ai suoi Apostoli. Ha mandato su di essi lo Spirito di Verità per illuminarli sulle verità della salvezza, per incoraggiarli ad annunciare queste verità in tutto il mondo, per difenderla ed infine dare la vita per Lui. – Ora era volontà di Gesù Cristo, che questo stesso Spirito divino dovesse pervenire a tutti i suoi veri seguaci, non certo nel modo in cui era venuto sugli Apostoli, ma mediante il sacramento della confermazione.

Che cos’è la confermazione?

La Cresima o Confermazione è il Sacramento attraverso il quale riceviamo lo Spirito Santo, al fine di diventare cristiani forti e perfetti. – Dopo il battesimo, nell’ordine dei Sacramenti, viene subito la confermazione. Questo sacramento era chiamato il sigillo, o firma, o il sigillo spirituale , il sigillo del Signore, perché coloro che vengono confermati ricevono un sigillo o marchio impresso sulle loro anime.“Non rattristate lo Spirito Santo di Dio», dice S. Paolo, “per mezzo del quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione.” (Efes. IV, 30.) Questo sacramento è stato chiamato anche: l’imposizione delle mani, perché è così descritto negli Atti (XIX, 6). Esso è stato chiamato anche: l’unzione, l’unzione con il crisma, il crisma di salvezza, o semplicemente il crisma, nome che conserva ancora tra i greci. Ma attualmente questo sacramento è chiamato confermazione. – La parola conferma significa la ricezione di una forza, perché questo Sacramento rafforza e fortifica il ricevitore degno di tutte le grazie che ha ricevuto nel battesimo. For this reason confirmation is considered as the completion of baptism, increasing and confirming, as it does, that work which baptism began in us. Per questo motivo, la conferma è considerato come il completamento del battesimo, accrescendo e confermando, come fa, il lavoro iniziato in noi col Battesimo. Così è considerato dalla Chiesa, come è evidente dalle parole contenute nell’ordine di amministrazione di questo Sacramento: ” … confirma hoc, Deus, quod operatus es in nobis” [Confermate, o Signore ciò che hai operato in noi] Ps. LXVII, 29. Anche se gli Apostoli erano stati battezzati, eppure sono rimasti deboli nella pratica della virtù fino a quando lo Spirito Santo scese su di loro e rese completato il lavoro iniziato in loro per mezzo del Battesimo. – Anche se la confermazione è il completamento del battesimo, essa però è un Sacramento ben distinta da esso; per questo i due Sacramenti differiscono fra loro nella loro materia e forma, nel loro ministro ordinario, e, soprattutto nei loro effetti. Con il Battesimo nasciamo alla vita divina della grazia.. Con la Confermazione siamo fortificati per diventare perfetti cristiani nella vita della grazia. (Efes. IV, 13.) Nel Battesimo siamo arruolati come soldati dell’esercito di Cristo.. Nella Confermazione riceviamo le nostre armi spirituali, per cui siamo mandati in una guerra vera e propria. Lo Spirito Santo è dato nel Battesimo, per purificarci dal peccato e renderci innocenti. La Confermazione ci viene data, per renderci perfetti nella virtù. Tutto questo è evidente dalla Sacra Scrittura: “Quando gli apostoli, che erano a Gerusalemme, avevano sentito che la Samaria aveva accolto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni che, quando giunsero, pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo perché non era ancora venuto su alcuno di essi … ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imposero loro le mani e ricevettero lo Spirito Santo”. (Atti VIII, 14-17.) In questo passaggio notiamo la distinzione precisa tra il Battesimo e la Confermazione: “Essi non avevano ricevuto lo Spirito Santo, perché erano stati soltanto battezzati:” il segno sacramentale, l’imposizione delle mani ha prodotto la grazia.; “Essi hanno ricevuto lo Spirito Santo, ed il ministro del sacramento non è stato il diacono Filippo, o i discepoli che avevano battezzato i samaritani, ma gli Apostoli. In un passo successivo (Atti XIX), S. Paolo ha trovato a Efeso dei discepoli, cioè, degli uomini fermamente convertiti alla dottrina di Cristo, ed ha chiesto loro: “Avete ricevuto lo Spirito Santo?”. Ed essi hanno risposto di no, perché non erano stati sufficientemente istruiti: “Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo”. L’apostolo così, completato la loro istruzione, dopo averli battezzati, impose le mani su di loro, ed essi ricevettero lo Spirito Santo, il dono delle lingue e la profezia. Ci sono anche molte testimonianze dei Padri per dimostrare che la confermazione è un Sacramento distinto dal Battesimo. San Cipriano dice: “La nostra usanza è che coloro che sono stati battezzati nella Chiesa debbano essere presentati ai vescovi affinché, con la nostra preghiera e l’imposizione delle mani, possono ricevere lo Spirito Santo.” (Epist. 73 ad Jubaianum.). – Papa San Cornelio, parlando di Novaziano, dice di questo scismatico, che egli, dopo il Battesimo, “non era stato presentato al Vescovo per ricevere da lui il sigillo sacro (confermazione), che sola dà lo Spirito Santo.” (Apud. Euseb., HE, l. vi, c. 43.). Da questi passi della Sacra Scrittura e degli scritti dei Padri della Chiesa, è evidente che la Confermazione è un vero e proprio Sacramento, distinto dal Battesimo, come la Chiesa cattolica ha sempre insegnato e creduto. – Egli quindi ha condannato la falsa asserzione di eretici che la Confermazione sia solo una cerimonia o un corso di istruzione nella dottrina cristiana, che i bambini possono ricevere quando sono giunti all’età della ragione. Questa condanna è espressa con le seguenti parole dal Concilio di Trento: ” Se qualcuno afferma che la confermazione dei battezzati è una vana cerimonia , e non, invece, un vero e proprio sacramento o che un tempo non è stata altro che un tipo di catechesi, per cui quelli che si avvicinavano all’adolescenza rendevano conto della propria fede dinanzi alla Chiesa: sia anatema.” – La Sacra Scrittura, però, non ci informa del momento esatto in cui il nostro Signore ha istituito questo Sacramento, ha nominato la sua materia o segno esteriore, la sua forma, o le parole da utilizzare nella sua amministrazione, e ha promesso le grazie particolari date da esso. – Si ritiene generalmente che è stato dopo la risurrezione, quando ha istruito i suoi Apostoli circa le cose appartenenti al regno di Dio. (Atti I, 3.). – Come nel Battesimo, così troviamo nella Confermazione i tre elementi che sono necessari per realizzare un Sacramento. – Abbiamo nella Confermazione un segno sensibile, un rito esteriore, che esprime esteriormente la particolare grazia che Dio infonde nell’anima del ricevente degno di questo Sacramento. Questo segno sensibile, o la materia della Confermazione, è l’imposizione delle mani, insieme con l’unzione con il crisma.. Quando gli apostoli Pietro e Giovanni, scesero in Samaria per confermare i discepoli, il Sacramento è descritto come realizzato mediante l’imposizione delle mani. (Atti VIII, 17). Il vescovo quindi prima impone le sue mani, in generale, su tutti coloro che sono da confermare, e poi unge ciascuno in particolare con il sacro crisma. – Il crisma è il più sacro dei tre oli santi, che sono solennemente benedetti dal vescovo il Giovedì santo. Esso è fatto di olio di olive, misto a balsamo. – Che il crisma sia cioè parte della materia della Confermazione, lo sappiamo dalla pratica costante della Chiesa nell’amministrare questo Sacramento. – “Anche deve essere necessariamente unto”, dice san Cipriano, “chi è battezzato, in modo che, dopo aver ricevuto il crisma, – vale a dire, l’unzione, – egli possa essere l’unto di Dio, ed avere dentro di sé la grazia di Cristo”. (Epist. 70 ad Januar.) (Epist. 70 ad Januar.). – La forma di questo sacramento deve essere materialmente costituita dalle parole usate dal vescovo mentre opera l’unzione sulla fronte della persona da confermare: “Io ti segno con il segno della croce, e ti confermo con il crisma della salvezza, nel nome del Padre e del Figlio, e dello Spirito Santo.” Tutto questo realizza il segno esteriore o la parte visibile del sacramento della confermazione. – Poi c’è anche la grazia interiore, o quella parte che, invisibile, è operata da Dio, vale a dire che: all’anima è dato in modo particolare lo Spirito Santo con i suoi doni. Pertanto si dice nella Sacra Scrittura: “Gli apostoli (Pietro e Giovanni) hanno pregato per loro (i Samaritani) perché ricevessero lo Spirito Santo, poi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo”. (Atti, VIII, 15-17). – Come in altri Sacramenti, la materia rappresenta e significa l’effetto del sacramento, quindi è qui. L’imposizione delle mani infatti rappresenta la comunicazione dello Spirito Santo all’anima. La mano è lo strumento ed il segno di forza, e nella Sacra Scrittura la potenza di Dio è chiamata. la mano. (Dt. VII, 8). L’imporre le mani a qualcuno, significa richiamare su di lui la forza e la potenza di Dio. – L’unzione della fronte con il crisma rappresenta la natura e la pienezza della grazia ricevuta dall’unzione interiore dello Spirito Santo. – L’olio di cui il crisma è composto ha alcune qualità peculiari. Esso scorre facilmente, si diffonde e penetra, e quindi rappresenta la grazia della confermazione che entra nell’anima e si diffonde in tutte le sue potenze. L’olio è una sostanza fluida e leggera. – Come tale essa rappresenta lo spirito di mansuetudine, di pazienza in tutte le prove. Il balsamo di cui il crisma è anche composto, emana un odore dolce, e possiede le qualità che gli permettono di preservare le cose che possono deteriorarsi. Esso rappresenta quindi le virtù cristiane che questo Sacramento ci permette di praticare, e che sono indicate nella Scrittura come: “Un odore di dolcezza al cospetto dell’Altissimo”. (Ecclis. XXIV, 23.). Queste virtù, come un balsamo, hanno una forte influenza nel preservare gli uomini dalla corruzione, spargendo inoltre, come fanno, una dolce fragranza su tutti coloro che ne vengono coinvolti. (2 Cor. II, 15.).

Istituzione di Cristo. Che questo sacramento è stato istituito da Cristo è evidente dal fatto che gli Apostoli hanno amministrato, come mezzo di attacco speciale, lo Spirito Santo a coloro che erano stati battezzati. E ‘anche evidente dal fatto che la Chiesa ha escluso dalla sua comunione tutti coloro che rifiutano di credere nella Confermazione come un Sacramento istituito da Gesù Cristo. (Concilio di Trento, Sess. VII.) – Il successivo punto da spiegare è che nella conferma riceviamo lo Spirito Santo. Senza alcun dubbio il primo e più prezioso beneficio della Confermazione è il dono che lo Spirito Santo fa di se stesso. Sì, lo Spirito di Dio, lo Spirito che procede dal Padre e dal Figlio come da Uno e medesimo principio; lo Spirito che parla per mezzo dei profeti, che fa miracoli, rivela il futuro, abbraccia le profondità di Dio, concede doni a suo piacimento; lo Spirito che conosce tutte le cose, può tutto, governa tutte le cose, lavora alla santificazione dell’uomo, per la risurrezione della carne – questo Spirito è dato al ricevente degno di conferma. Egli fissa la sua dimora nell’anima che possiede con la sua presenza. Ma questo Spirito divino non stabilisce la sua dimora in un’anima ben preparata, senza arricchirla di tesori inestimabili. Questi preziosi favori sono virtù, doni, frutti e beatitudini. Egli comunica all’anima le virtù teologali di una fede viva, di una fiduciosa speranza, e di una carità ardente, insieme alle virtù morali della saggezza, della comprensione, conoscenza, prudenza, che liberano la mente alla conoscenza e all’amore per la verità; ed inoltre le virtù della giustizia, fortezza e temperanza, che inducono alla volontà di fare il bene ed evitare il male. I doni che lo Spirito Santo dona sono certe abitudini soprannaturali che dispongono l’anima a praticare le virtù morali in un grado elevato. Poiché tali virtù sono sette, ugualmente contiamo sette doni dello Spirito Santo. I doni della saggezza, l’intelletto, la sapienza ed il consiglio, ci aiutano a praticare in modo eccellente le virtù della saggezza, della comprensione, della conoscenza e della prudenza; e i doni della pietà, della fortezza, e del il timore di Dio, ci danno la forza di praticare, con grande perfezione, le virtù della giustizia, fortezza e temperanza. – Gli atti di queste virtù teologali e morali, e delle abitudini soprannaturali che noi chiamiamo doni, sono chiamati: frutti dello Spirito Santo. Questi atti sono, infatti, prodotti in noi dallo Spirito Santo, così come i buoni frutti provengono da un albero buono. S. Paolo ne enumera dodici: “carità, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, la longanimità, docilità, fede, modestia, continenza, la castità”. (Gal. V, 22) – Quando la produzione di questi frutti è abbondante e splendida, si parla di una beatitudine. Il nostro caro Salvatore ha cominciato la predicazione del suo Vangelo proclamando otto beatitudini: …… “Beati i poveri in spirito, i miti, coloro che piangono, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i… misericordiosi,… i puri di cuore,… gli operatori di pace,… quelli che soffrono persecuzione per la giustizia. ” (Matt, V, 3-1,0.). Beati, in breve, sono quelli che vengono animati e guidati dallo Spirito di Dio, … perché, dice l’Apostolo, questi sono i figli di Dio (Rm VIII, 14);” e “Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non Gli appartiene.” Dopo la confermazione poi, lo Spirito Santo è nell’anima come un re che in mezzo al suo regno ne tiene il comando; come un maestro che presiede alla sua famiglia; come un pastore che conduce il suo gregge. Il nostro cuore, allora, è una specie di paradiso ove vivono i numerosi fiori profumati dei tesori spirituali dello Spirito Santo. Tutte le benedizioni celesti, tutte le virtù, risiedono in essa, per così dire, di comune accordo: la fede con la sua fiamma accesa, la speranza con i suoi desideri sconfinati, la carità con il suo fervore incandescente. Anche gli spiriti beati si sentono felici in comunione con un’anima in cui dimora lo Spirito Santo. Tutto il Cielo sembra essere con essa, perché Dio stesso è in essa. – Ora, con la Confermazione, lo Spirito Santo viene a noi con lo scopo di renderci cristiani forti e perfetti. – Con il battesimo siamo rinati spiritualmente, “come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza” (1 Pt. II, ). Ma nella Confermazione lo Spirito Santo viene a noi per rafforzarci e renderci in grado di combattere i nostri nemici, di sopportare le prove e le difficoltà come soldati forti e buoni di Gesù Cristo. (2 Tim. II, 3.). Così, nella confermazione, lo Spirito Santo perfeziona quel lavoro che aveva già iniziato nel Battesimo. – Questo, tuttavia, non significa che, con la Confermazione, ci siamo resi così perfetti che nulla possa essere aggiunto alla perfezione; ciò non significa che lo Spirito Santo ci viene dato nella pienezza tale che nulla più ci resti da dare; no, significa solo che, nella Confermazione, ci è data una misura di grazia tale che ci permette di praticare le virtù cristiane e diventare perfetti per la pratica di queste virtù; ciò significa che nella Confermazione riceviamo il possesso di tutti quei doni e quelle grazie che, in qualsiasi momento, ci saranno necessarie onde mantenere e professare la nostra fede. Questi, naturalmente, saranno vari in persone diverse. Il nostro stato di vita, e certe circostanze della nostra vita, possono richiedere per un più particolare esercizio, l’uno o l’altro dei sette doni dello Spirito Santo. Ora, nella Confermazione, li riceviamo in modo tale da avere il loro beneficio ogni qualvolta l’occasione lo richieda per ognuno di essi. Nei primi tempi della Chiesa quelli che erano stati confermati comunemente ricevevano anche alcuni poteri miracolosi, come i doni di guarigione, di parlare o di interpretare le lingue, o di profezia. Questi sono spesso citati negli Atti degli Apostoli e nelle Epistole di S. Paolo (1 Cor. XIV). Questi doni, tuttavia, non sono stati dati per il bene di coloro che li hanno ricevuti, ma per il bene degli altri, per i quali tali manifestazioni miracolose di Dio fossero necessarie nella condizione nascente della Chiesa. Ma, siccome questi doni non sono più necessari, ora non li riceviamo più: «Ma se ora non c’è testimonianza della presenza dello Spirito Santo per mezzo di questi miracoli”, dice S. Agostino, “con cui si è rivelato, come fanno tutti quelli che non sanno, a capire che si è ricevuto lo Spirito Santo? Ma lo chieda a se stesso “, dice questo santo,” nel vedere se ama veramente il suo vicino di casa, se vi è in lui l’amore per la pace e l’unità, se si sviluppa l’amore della Chiesa, sopra tutte cose dell’universo, l’amore e l’osservanza della sua dottrina: se questo amore è nel suo cuore, questo può lasciarlo riposare sicuro che lo Spirito Santo è in lui, perché un tale amore non può esistere in un cuore senza la presenza dello Spirito Santo che lo comunica, verità che il grande apostolo S. Paolo ci assicura scrivendo: ‘la carità di Dio,’ dice, ‘si è riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è dato.’ “(T II,. Tr. VI in Epist. Joan., n. 10.). Quelle grazie o doni, poi, che sono necessari per la nostra santificazione, ci sono concessi nella Confermazione, dallo Spirito Santo così come su coloro che per primi hanno ricevuto questo Sacramento. Se ben preparati, noi riceviamo, come i primi cristiani, lo Spirito Santo, lo Spirito della vita, che ci anima; lo spirito della grazia, per santificarci; lo spirito di amore, per unirci a Lui; lo spirito della prudenza, che ci guida; lo spirito di fortezza, per rafforzarci; lo, spirito di pietà, per confortarci, e renderci; lo spirito di pace, per calmare le nostre passioni; lo spirito di purezza, per farci puri; lo spirito di libertà, per staccarci da tutte le cose terrene;; lo spirito di gioia, per consolarci; lo spirito di umiltà, a ispirarci una minima opinione di noi stessi; lo spirito di obbedienza, per portarci alla perfetta sottomissione alla volontà divina; lo spirito di carità, per accompagnare tutti i nostri pensieri, parole e azioni. – Un altro effetto speciale del Sacramento della Confermazione è che, come il Sacramento del Battesimo, esso imprime un marchio indelebile o un carattere sull’anima. Quindi questo Sacramento non può mai essere ripetuto, anche se fosse stato ricevuto in peccato mortale. La natura di questo carattere della Confermazione, ci impone l’obbligo di professare la nostra fede apertamente, senza negare la nostra religione in nessun caso, e, come buoni soldati di Cristo, di essere fedeli fino alla morte. I soldati di un governo prestano ogni attenzione alle leggi della loro vocazione e agli ordini dei loro ufficiali. Essi si espongono ad ogni tipo di lavoro e al pericolo di marce, di assedi, di battaglie. Sopportano il caldo ed il gelo, e tutta l’inclemenza del tempo e delle stagioni. Essi soffrono la fame e la sete, accettano ogni altra difficoltà, a cui la loro condizione di vita li espone. Essi subiscono privazioni e pericoli, e anche la stessa morte, e fanno tutto questo, anche se la paga è scarsa. Con quanto maggior coraggio e resistenza dovremmo sottostare a prove di tutti i colori, combattere virilmente le battaglie del nostro Signore, e piuttosto morire che cambiare schieramento, andando al nemico con il commettere peccato mortale! – Nel 1648, due ragazzi, uno francese, l’altro inglese, furono catturati dai pirati moreschi e portati a Tunisi. Essi furono venduti come schiavi a due Moamettani, che vivevano tra loro vicini. I ragazzi avevano circa quindici anni. I loro crudeli padroni fecero tutto quanto era in loro potere per costringerli ad apostatare, ma invano. Il ragazzo francese era un buon cattolico, ben istruito nella sua santa fede. Ben presto ebbe avuto la gioia di istruire e convertire il suo compagno inglese. Poco dopo, alcuni inglesi vennero a Tunisi per riscattare il loro connazionale protestante, ma trovarono che il piccolo ragazzo inglese era diventato cattolico deciso a restare tale. Questi rimasero così male che rifiutarono di riscattarlo. I padroni moreschi sembravano ora ancora più crudeli, e facevano a gara nell’essere tra loro più crudeli, desiderosi di forzare il loro giovane prigioniero ad apostatare. Spesso i due ragazzi vennero bastonato fino a giacere a terra mezzo morti. Una volta che il ragazzo inglese trovò il suo compagno in modo disteso in terra, lo chiamò per nome, e gli chiese se fosse ancora in vita.” Il ragazzo francese rispose con voce debole: «Sono cristiano e da cristiano io voglio vivere e morire”. Il ragazzo inglese, sentendo questo, si gettò a terra, e baciò con riverenza i piedi sanguinanti del suo compagno. Alcuni Mori, che erano presenti, chiesero al ragazzo inglese perché agiva in tal modo. “Io, onoro quelle membra benedette”, rispose,”che hanno sofferto per Gesù, mio Salvatore e mio Dio”. – I mori, infuriati a queste parole, spinsero il coraggioso ragazzo fuori di casa. Qualche tempo dopo, quando le ferite del ragazzo francese furono guarite, egli andò a visitare il suo compagno inglese.. Lo trovò steso su di una stuoia, in presenza del suo padrone e degli altri Mori, poiché era stato crudelmente torturato. Il ragazzo coraggioso lanciò uno sguardo indignato ai Mori crudeli, poi, si avvicinò al suo compagno ferito, dicendo: “Dimmi, amico mio, che cosa ti piace di più, Gesù, nostro Signore, o Maometto?”. Il ragazzo inglese rispose con voce chiara: “Io amo Gesù al di sopra di tutto, io sono cristiano, cristiano voglio vivere e morire…” I mori si infuriarono con il ragazzo francese. Uno di loro tirando fuori un coltello, minacciava di tagliare le orecchie. Il ragazzo coraggioso, invece di scappare, balzò verso il Moro, e strappato il coltello dalla cintura, tagliò una delle sue orecchie, e rivolgendosi allo stupito Moro, gli chiedeva se voleva avere aver tagliato anche l’altro orecchio. Il coltello venne ripreso, e i Mori, disperando di pervertire tali giovani coraggiosi, li lasciarono in pace. L’anno successivo, a Tunisi scoppiò la peste, e Dio chiamò questi nobili giovani alla loro eterna ricompensa. (Stolberg.) – Noi che siamo confermati siamo così obbligati a difendere la nostra fede quando sentiamo gli empi assalire i suoi dogmi, ed i libertini opporsi alla sua moralità. Non dobbiamo temere né rappresaglie né minacce e no, nemmeno la morte in sé, ma come buoni soldati di Cristo, dobbiamo sostenere gli interessi del nostro Re al massimo delle nostre capacità.- Questa è la fedeltà che dobbiamo a Lui, in qualità di suoi soldati; questo è l’obbligo che abbiamo contratto quando abbiamo ricevuto il carattere di soldati di Cristo dalla Confermazione. Colui che è diventato un soldato di Cristo non ha più nulla a che fare con il libertinaggio del diavolo – con guadagni illecite, con il denaro rubato dai datori di lavoro, con le tangenti e le frodi contro il governo, con le speculazioni disoneste. Se un soldato di Cristo è disonesto, se si mantiene la refurtiva, se è pronto a rinnegare il suo giuramento, la sua coscienza, la sua anima e Dio stesso per il denaro, e cade nelle trappole del diavolo, egli è un traditore della causa di Gesù Cristo, che non tollera un tale ladro nel suo campo. – Un soldato di Cristo non ha nulla a che fare con le reclute dell’inferno – ad esempio in un malfamato salone o bar, in quella casa di infamia, quel covo di satana ove il diavolo attira tanti seguaci, e dove miseria, disperazione e morte sono distribuite a miserabili padri, a mariti brutali, a infelici donne di malaffare. – Un soldato di Cristo non pronunciare le parole de demonio, maledizioni orribili, parole oscene, parole a doppio senso. – Chi ama pronunciare tali parole dimostra chiaramente che egli appartiene, anima e corpo, al campo di Satana. La sua lingua imprecando lo tradisce; il suo linguaggio è la lingua dell’inferno; la sua presenza tra i soldati fedeli di Cristo è una vergogna e uno scandalo. – Un soldato di Cristo non si mostra sulla “piazza d’armi” del diavolo in un teatro immorale, nelle sale da ballo, dove si praticano danze lascive, nelle baldorie notturne di sconsiderati, uomini e donne ebbri, che, rubicondi per il vino e l’eccitazione, sono immersi nella marea turbinosa delle passioni, finché, per la vergogna e il rimorso, i loro occhi si aprono sulla loro rovina. Queste sono le pompe del diavolo, alle quali abbiamo rinunciato solennemente al Battesimo, e alle quali nella Confermazione ci siamo impegnati ad opporci e combattere per non essere traditori di Cristo e nuovamente schiavi del demonio. – Un soldato di Cristo non prende il cibo del diavolo, le bucce di carrube dei suini, i piaceri ripugnanti della sensualità. Con la legge di Mosè, coloro che erano colpevoli di tali crimini venivano portati fuori dall’accampamento e lapidati a morte. Ma non è il campo, la Chiesa di Gesù Cristo, meno santa di quella di Mosè? Come, allora, si può pensare che nostro Signore Gesù Cristo subirà tali crimini vergognosi lasciandoli impuniti? – Ad un soldato di Cristo è vietato indossare il distintivo del diavolo, le insegne di una società segreta, come la massoneria. Un soldato di Cristo che porta le insegne di un massone è scomunicato: egli ha respinto il nostro Signore Gesù Cristo. Le sue insegne provano che egli appartiene alla guardia propria del corpo del diavolo.

2. Chi può dare la conferma?

Solo i Vescovi cattolici, come successori degli Apostoli del, hanno il potere di dare la conferma. Il ministro ordinario della conferma è soltanto un Vescovo. Ciò significa che, di norma, nessun altro ha il potere di amministrare questo Sacramento. Questo è abbastanza chiaro dal passaggio già indicato negli Atti degli Apostoli (VIII, 17), in cui ci viene detto che gli Apostoli San Pietro e San Giovanni, sono stati inviati a confermare i nuovi convertiti di Samaria. Anche l’uso generale della Chiesa e i decreti di diversi Papi e Concili provano la stessa cosa. (Concilio di Trento, Sess. VII). Tuttavia, è pure certo, d’altra parte, che un sacerdote possa amministrare questo Sacramento, se il Papa dovesse delegargli il potere di farlo. Eppure, anche in questo caso, però l’olio deve essere stato benedetto dal Vescovo. Il vescovo, essendo l’unico ministro ordinario della Confermazione, è, per questa stessa incombenza, costretto a visitare di persona tutte le chiese, tutte le parrocchie della sua diocesi, e ripetere queste visite dopo un certo lasso di tempo. Ogni cattolico che non è confermata deve comparire davanti a lui e di rispondere alle sue domande, e, nel senso propriamente letterale delle parole, passare sotto le sue mani. Tale obbligo di dare e ricevere la Confermazione è una delle cause che determinano la suddivisione della Chiesa universale in diocesi, ed è, come ammesso da tutti, uno dei legami più forti di appartenenza diocesana e conseguentemente, di unità Cattolica. [Continua …]