AL DI FUORI DELLA CHIESA CATTOLICA NON C’È SALVEZZA -1-

schiaccia

… et Ipsa conteret caput tuum

Proponiamo dei capitoli estratti da un testo molto preciso e chiaro sulla dottrina cattolica, dal quale si evince nitidamente come l’attuale “Novus Ordo” sia completamente fuori rotta nel seguire la dottrina cattolica, e con l’eresia manifesta dell’indifferentismo religioso, l’abominio liberal-massonico del “primato della libera coscienza” e della salvezza che si ottiene in ogni religione, abbia raggiunto un grado di apostasia tale da metterla ben al di fuori della “vera” Religione Cattolica, l’unica fondata dal Divin Salvatore Gesù Cristo e l’unica porta di accesso alla “Eterna Salvezza”. Il problema, per la verità, riguarda una quantità incalcolabile di anime, che seguendo tali aberrazioni dottrinali, ampiamente e ripetutamente condannate dal Magistero della Chiesa, sconfinando dalla Chiesa di Cristo, e cadendo nello stato di eresia, sono condannate all’eterna perdizione. Affinché si possa stimolare una riflessione profonda che faccia riconsiderare i fondamenti elementari della fede cattolica, e farli riconoscere come i soli fattori di salvezza, proponiamo, con spirito di carità fraterna, la lettura di questi capitoli. Possa il Signore nostro Gesù-Cristo illuminare la mente di tanti fratelli abbagliati dalla falsa luce degli angeli della perdizione e dei loro adepti travestiti con talari variopinte, occupanti il tempio del Dio “vero”, Uno e Trino, e del Figlio suo Gesù-Cristo, lupi rapaci, tutti impegnati nello sprofondare anime nel luogo preparato per i loro mandanti e per essi stessi che li servono. Ancora una volta vi proponiamo, affranti e con cuore avvilito, le parole dell’Apostolo: “… chi non si attiene alla dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il Figlio” [2 Giov. 9]. Vi scongiuriamo, nel Nome di Dio l’Altissimo, e nel Nome del Figlio suo Gesù-Cristo: FRATELLI SALVATEVI! Non indugiate ancora, oggi avete tempo, domani chissà! Che il Cuore Immacolato della Vergine Maria schiacci quanto prima la testa del serpente primordiale, delle tante vipere velenose e dei rettili dalle orecchie tappate che avvelenano il mondo ed uccidono le anime redente da Cristo.

Al di fuori della Chiesa cattolica non c’è Salvezza!

georgehay

[del vescovo George Hay di Scozia [1729-1811], Estratti da “Il cristiano sincero”].

Prima domanda: Si può ottenere la salvezza in assenza della vera fede, e fuori della comunione della Chiesa di Cristo?

PARTE I

Introduzione e stato della questione

Non c’è nulla a cui il grande Apostolo delle genti sembra dedicarsi di più nella gloria del suo zelo ardente che alla salvezza delle anime, e nella sincerità del suo cuore, che a fornire al mondo le sacre verità eterne pure ed incorrotte. Egli non si vergognava di queste verità divine; si rallegrava invece quando veniva chiamato a soffrire per loro; egli non cercava la stima ed il favore degli uomini nella loro enunciazione; il suo unico obiettivo era quello di promuovere l’onore del suo santo Maestro, e guadagnare anime a Lui, per cui non aveva bisogno di usare parole lusinghiere, o di adattare la dottrina del Vangelo agli umori degli uomini. – Sapeva che le verità rivelate da Gesù Cristo sono inalterabili, e che: “Il cielo e la terra passeranno, ma le sue parole non passeranno mai”, e che, di conseguenza, corrompere queste sacre parole anche in un unico articolo, sarebbe “… pervertire il Vangelo di Cristo” [Gal. I: 7], un peccato così grave tanto che lo Spirito Santo, per propria bocca, minaccia una maledizione a chiunque, anche un Angelo dal cielo, che ne sia colpevole. Perciò egli descrive la propria condotta nella predicazione del Vangelo nel modo seguente: “Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, “[Atti XX: 18-20]” – “Ma dopo avere prima sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come ben sapete, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il Vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo”. [1 Ts. II: 2,4-6] “Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo”. [2 Cor. II: 17]. – “ … al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti ad ogni coscienza, al cospetto di Dio … Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù” [2 Cor. IV: 2, 5]. – “Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!” [Gal. I: 10]. – Ora, “Cristo mi ha mandato a predicare il Vangelo, non con sapienza di parola affinché la croce di Cristo avrebbe dovuto essere annullata; la parola della croce infatti per quelli che periscono è follia, ma per coloro che sono salvati, per noi, è potenza di Dio…. è piaciuto a Dio con la stoltezza della predicazione di salvare i credenti…. e la stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini… Dio ha scelto le cose folli del mondo, perché Egli possa confondere i sapienti; Dio ha scelto e le cose deboli del mondo, perché Egli possa confondere i forti, affinché nessuna carne si glori alla sua vista “…. – “Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il Vangelo; non però con un discorso da sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli cha vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio (….) Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. (….) Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, (….) perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. [1 Cor. I: 17-18, 21, 25, 27, 29]. “Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” [Rom. 1: 16]. – E quindi “… – “Anch’io, o fratelli, quando sono venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. (….) e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”. [1 Cor. II: 1, 4, La Chiesa di Cristo, animata dallo stesso Spirito divino di verità che ha ispirato questo santo Apostolo, ha intutti i tempi regolato la sua condotta secondo il modello iniziale e nelle sue parole e nell’esempio. – Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte”.. [Giuda, I: 3]; – “ … custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, [1 Tim. VI: 20]; e le sacre parole di Dio, “ … le parole che ti ho messo in bocca non si allontaneranno dalla tua bocca né dalla bocca della tua discendenza né dalla bocca dei discendenti dei discendenti, dice il Signore, ora e sempre”. [Isai. LIX: 21]. – Non sa quindi cosa vuol dire temporeggiare nella religione, per piacere agli uomini, non per adulterare il Vangelo di Cristo agli umori loro; dichiara le sacre verità rivelate da Gesù Cristo nella loro semplicità originaria, senza cercare di proporre loro discorsi persuasivi con la sapienza umana, e tanto meno mascherarli con un abito non loro. – La verità, semplice e disadorna, è l’unica arma che impiega contro i suoi avversari, a prescindere dalle loro censure o dalle loro approvazioni. “Questa è la verità”, dice, “rivelata da Dio; questo si deve abbracciare, o voi non potete avere parte con Lui.”-.” Se il mondo guardando a questo, dice che si tratta di una follia, non c’è da sorprendersi, perché “… L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito”. [1 Cor. II: 14]; ma che “la stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini; “e ha pietà di questa cecità, e prega ardentemente Dio perché li illumini, “… sii dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità” [2 Tim. II : 25]. Se mai c’è stato un momento in cui questa condotta della Chiesa sia stata necessaria, è senza dubbio questa età presente, che sembra particolarmente pretenderla. Allo stato attuale le porte dell’inferno sembrano aperte, e l’infedeltà di ogni genere si erge senza legge sulla terra; le verità sacre della religione sono insultate e negate, il Vangelo adulterato da innumerevoli interpretazioni contraddittorie; la sua semplicità originale sfigurata da altezzose parole e da discorsi persuasivi di sapienza umana. Si consentono migliaia di condiscendenze e difformità dalle dottrine immutabili della fede e delle massime pure della morale, e “la via stretta che conduce alla vita” viene trasformata in una “strada larga che conduce alla perdizione.” – Questa osservazione vale in particolare per quel parere latitudinario così comune al giorno d’oggi, secondo cui un uomo possa essere salvato in qualsiasi religione, a condizione di vivere una buona vita morale a seconda della luce che riceve; al presente la fede in Cristo è annullata ed il Vangelo reso inutile. Un Ebreo, un maomettano, un pagano, un deista, un ateo, sono allora tutti compresi in questo schema secondo il quale, se vivono una buona vita morale, hanno un uguale diritto alla salvezza così come un cristiano! Essere un membro della Chiesa di Cristo non è più necessario: se viviamo una buona vita morale, che apparteniamo o no ad Essa, siamo comunque sulla via della salvezza! Così si apre un ampio campo alle passioni umane! La mente umana può concedersi ogni licenza per qualsiasi capriccio! È quindi della massima importanza esaminare la fondatezza di questa opinione, per vedere se possiamo basare con sicurezza la nostra salvezza su di essa. E’ senza dubbio questo l’interesse degli atei e deisti: adottare questo parere, per esaltare con le più alte lodi la liberalità del sentimento e della carità; ma un cristiano che crede al Vangelo non lo recepirà certo così facilmente: egli sa che solo le Scritture contengono la verità di Dio, e che egli non è sicuro nell’accordare la fiducia da riporre in qualsiasi massima, benché speciosa, che non sia ben radicata nei loro oracoli sacri; e quindi, prima di adottare questa strana opinione, rigorosamente la si esaminerà attraverso il confronto con ciò che le Scritture insegnano. – Fare questo è lo scopo della seguente inchiesta: dimostrare al meglio, mediante le dichiarazioni precise contenute nella Parola di Dio, che il suddetto libero pensiero è un fatto diametralmente opposto alla luce della rivelazione; perché da essa si apprende che il Figlio di Dio si è fatto uomo ed è apparso tra gli uomini, al fine di istruirli nella conoscenza di quelle verità divine dalle quali dipende la loro salvezza; e quindi Egli richiede assolutamente “vera fede in Lui” e nelle sacre verità che Egli ha rivelato, come condizione necessaria alla salvezza. Apprendiamo pure che Egli ha istituito una Chiesa santa sulla terra, che deve essere il deposito di queste verità, e che Egli assolutamente richiede a tutti di essere uniti a quella Chiesa per essere salvati. Sulla convinzione di queste due verità le chiese “cristiane” in generale sono d’accordo. Le Chiese di Inghilterra e Scozia, non meno che la Chiesa Cattolica, le riconoscono solennemente, e sostengono che, senza la vera fede di Gesù Cristo, e senza essere un membro della sua vera Chiesa, non c’è salvezza. – Sono tutti d’accordo nella convinzione di queste verità, per quanto essi differiscano nella loro applicazione. In questa indagine, allora, viene difesa la causa comune della cristianità; a quale Chiesa poi l’autore appartenga, apparirà facilmente, e se egli applica queste verità generali alla sua Chiesa, è solo perché egli crede che Essa sia la vera Chiesa. Ma un membro di qualsiasi altra chiesa, deve fare lo stesso percorso e ragionare di conseguenza; perciò, senza ulteriori preamboli, procederemo appunto all’esame delle parole della confessione di fede della Chiesa di Scozia, secondo la quale: fuori della Chiesa di Cristo non c’è alcuna possibilità di salvezza ordinaria [Confessione di fede, cap. XXV]

[Nel procedere di questa indagine, il Vescovo Hay dimostra come la Chiesa cattolica romana sia l’unica vera Chiesa di Cristo, al di fuori della quale non c’è salvezza. Nel menzionare le Chiese di Inghilterra e Scozia, il Vescovo Hay vuole semplicemente dimostrare che la convinzione fondata sulla Sacra Scrittura, che c’è cioè una sola vera Chiesa, è comune alle Chiese di Inghilterra, Scozia e Roma.]

D. 1 Come si evince tutto questo dalle Sacre Scritture?

R. Le Sacre Scritture sono molto semplici su questo punto; ma siccome i vari testi propongono diversi punti di vista, noi, per una maggiore chiarezza, li consideriamo separatamente.

SEZIONE I

Prove dirette dalla Scrittura

1 – Il profeta Isaia, che predice la gloria della Chiesa di Cristo, dice: “Nessun’arma affilata contro di te avrà successo, farai condannare ogni lingua che si alzerà contro di te in giudizio”. [Isaia LIV: 17]. “Perché il popolo e il regno che non vorranno servirti periranno e le nazioni saranno tutte sterminate”.[Isaia LX: 12]. Qui vediamo dichiarato in termini espliciti che tutti coloro che si oppongono alla Chiesa di Cristo, e rifiutano di sottoporsi alla sua autorità, saranno condannati da Essa, e periranno.

2 – Il nostro Salvatore dichiara lo stesso concetto in termini ancora più forti, quando dice ai pastori della sua Chiesa, nella persona dei suoi Apostoli, nel mandarli a predicare il Vangelo: “Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città [Matt. X: 14, 15]. – Il nostro Salvatore, dopo averci istruito di ammonire il nostro fratello in privato, e poi con due o tre testimoni, dice: “… Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni”, così conclude: “Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano [Matt. XVIII: 17]. I pagani sono coloro che non conoscono il vero Dio e che adorano gli idoli e gli stessi demoni al posto di Dio. I pubblicani erano tra gli ebrei una classe di persone odiose per i loro crimini, e considerati da tutti come abbandonati da Dio, e perciò lasciati alla loro probità. Come tali, quindi, tutti quelli che resistono ostinatamente alla voce della Chiesa, sono classificati e condannati per bocca di Gesù-Cristo stesso come pagani e pubblicani.

3 – Il nostro Salvatore, parlando della sua Chiesa sotto la figura di un gregge, di cui Egli stesso è il buon pastore, dice: “Ed ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore” [Giovanni X: 16]. Egli parla qui di coloro che non sono stati uniti in comunione con i suoi Apostoli e gli altri discepoli, e li chiama in quel momento “le sue pecore;” ma per mostrare che non c’era salvezza per loro nello stato in cui erano, non essendo uniti a loro, Egli ancora dice: “anche quelle io devo raccogliere”, il che dimostra che, sulla base della disposizione dei decreti divini, era assolutamente necessario che tutti coloro che appartengono a Gesù Cristo, tutti coloro che Egli riconosce come sue pecore, devono essere portati a Lui, ed uniti in comunione in un solo gregge, che è la sua Chiesa.

4 – In conseguenza di questo, siamo certi che, quando gli Apostoli hanno cominciato a pubblicare il Vangelo, “Il Signore ha aumentato i giorni, cosicché potessero essere salvati”. Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone”, o, come nella traduzione dei protestanti: “Il Signore in quel giorno li aggiunse alla Chiesa, per essere salvati,” [Atti II: 41]; questo sottolinea nel modo più forte, ciò che Dio ha fatto in realtà, e che l’essere aggiunti alla Chiesa è per Lui una condizione assolutamente necessaria per essere salvati; e se così doveva essere allora, deve essere così anche ora ed ancor più fino alla fine del mondo; le condizioni della salvezza, ordinate all’inizio e rivelate da Gesù Cristo, non possono essere modificate da nessun altro; ed Egli non ha mai fatto alcuna nuova rivelazione per modificarli.

5 – La Chiesa è il Corpo di Cristo, e tutti coloro che appartengono alla Chiesa sono membra del suo corpo ed uniti a Gesù Cristo, il Capo; ma coloro che sono fuori della Chiesa non sono membri del suo corpo, né sono uniti con Cristo capo. Ora, parlando della sua Chiesa e dei suoi membri sotto la figura di una vite con i suoi tralci, Egli dice: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e Io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano”. [Giovanni XV: 5, 6].; – Ciò che Cristo dice qui sotto la figura di una vite è altrettanto vero per i membri ed il corpo; nessun membro separato dal corpo può fare nulla; non ha né vita né sentimento, ma cade nella corruzione: il che dimostra espressamente che se non siamo uniti alla Chiesa di Cristo, se noi consideriamo questa Chiesa come un corpo composto dal capo e dalle membra, o come una vite con i suoi rami, se non siamo uniti a Cristo, siamo sulla via della perdizione!

SEZIONE II

Prove dalla necessità della Vera Fede

1 – Gesù Cristo, rivolgendosi al Padre eterno, dice: “Questa è la vita eterna: che conoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo.” [S. Giovanni XVII: 3]. Quindi necessariamente tutti coloro che non conoscono Gesù Cristo non possono avere la vita eterna.; ora, questa conoscenza di Gesù Cristo non è la semplice conoscenza che sia esistita una tale persona, ma il credere che Lui significa riconoscere ciò che Egli è: il Figlio eterno di Dio, fatto uomo per la salvezza del genere umano; e, pertanto, ancora dice: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna.” [Giovanni III: 16] – ne consegue allora che il credere in Gesù Cristo è una condizione richiesta positivamente da Dio per la salvezza; e pertanto, senza questa convinzione non ci può essere la salvezza perché, come Egli stesso dichiara di nuovo: “Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel Nome dell’unigenito Figlio di Dio”. [Giovanni III: 18] e “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui” [Giovanni III: 36]. E il discepolo prediletto, aggiunge: “Poiché molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l’anticristo!” [2 Giovanni I: 7] con il che è evidente che coloro che non conoscono Gesù Cristo, e di conseguenza non credono in Lui, così come quelli che non sanno che sia esistita una tale Persona, ma si rifiutano di credere e confessare che Egli è il Figlio di Dio venuto nella carne, non possono essere salvati; ecco che quindi il riconoscere e il credere in Gesù Cristo è definito da Dio Onnipotente, come una “condizione assoluta” per la salvezza.

2 – Ma non basta credere nella Persona di Gesù Cristo; si è tenuti inoltre a credere alla sua dottrina, alle sue parole, a quelle verità divine che Egli ha rivelato; ed in effetti, come possiamo credere che Lui sia Dio, se ci rifiutiamo di credere a quello che dice? Quindi, quando Egli ha dato ai pastori della sua Chiesa, nella persona dei suoi Apostoli, l’incarico di predicare il Vangelo, ha ordinato loro di insegnare al mondo “di osservare tutte quelle cose che vi ho comandato” [Matt. XXVIII: 20]. E aggiunge subito, “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crede sarà condannato” [Mar. XVI: 16]. Qui è evidente che la convinzione circa la sua dottrina e l’osservanza di tutte quelle cose comandate ai suoi Apostoli affinché le insegnassero, sono una condizione necessaria alla salvezza. Anzi, aggiunge in altro luogo: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli Angeli santi”. [Marco VIII: 38] – Ora, se vergognarsi delle sue parole porta ad una tale condanna, quale sarà la sorte di coloro che le negano? E’ evidente, quindi, che la vera fede di Gesù Cristo comprende la fede sia nella sua Persona, che nelle sue parole, cioè nella sua dottrina; ed è questa fede che è stata stabilita da Dio Onnipotente essere condizione necessaria alla salvezza. –

3 – Come è impossibile che Gesù Cristo potesse rivelare delle contraddizioni, o dire ad uno che tutto ciò sia vero, e ad un altro che invece è falso? La vera fede di Gesù Cristo non può contenere contraddizioni, deve essere la stessa ovunque, e in nessun punto contraria a se stessa. Questo la Scrittura afferma esplicitamente, “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.” [Eph. IV: 5] Ora, S. Paolo dichiara espressamente che “senza fede è impossibile piacere a Dio…….” [Eb. XI: 6]; di conseguenza questa unica vera fede di Gesù Cristo è così assolutamente necessaria come condizione di salvezza, che senza di essa, qualunque altra cosa un uomo possa fare o volere, è impossibile piacere a Dio, e quindi essere salvati.

4 – La Scrittura dichiara che, quando gli Apostoli hanno manifestato le verità del Vangelo ” … abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna”. [Atti XIII: 48]. Di conseguenza, coloro che non credono, non sono stati destinati alla vita eterna; donde, evidentemente, consegue che la fede è una condizione assolutamente necessaria per ottenere da Dio la vita eterna.” S. Paolo afferma che: “Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi …] [2 Tim. II: 19]; vale a dire, che Dio, da tutta l’eternità, certamente sa chi sono i suoi, chi sono quelli che, obbedendo alla sua santa grazia, continueranno ad essere fedeli fino alla fine, per essere felici con Lui per sempre … e tutti questi Egli ordina alla vita eterna. Quando, dunque, la Scrittura afferma che “tutti quelli che erano destinati alla vita eterna, credettero,” dimostra chiaramente che la convinzione delle verità del Vangelo, o della vera fede, è definita da Dio come una condizione necessaria di salvezza, in quanto nessuno è destinata ad essa se non quelli che credono.

5 – Il nostro Beato Salvatore, parlando di coloro che appartengono a Lui, dice: “Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (….), le mie pecore ascoltano la mia voce e Io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano”. [Giovanni X: 14, 27, 28]. Quali eventuali parole esprimono più chiaramente che conoscere Gesù Cristo, sentire la sua voce, e seguirLo – il che è credere e obbedire a Lui – sono i segni distintivi delle sue pecore, alle quali Egli dona la vita eterna? Di conseguenza, coloro che non credono non sono affatto dei suoi, e, pertanto, non saranno salvati; Egli lo dice infatti espressamente agli ebrei: “Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore.” [Giovanni X: 26]; “se infatti non credete che Io sono, morirete nei vostri peccati” [Giovanni VIII: 24]; questo è ugualmente una dimostrazione che la fede in Gesù Cristo è espressamente nominata da Dio Onnipotente come condizione di salvezza; “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”. [Atti IV: 12].

6 – S. Paolo, esprimendo il pensiero del Salmista: “Oggi, se udite la sua voce”, ecc, (Ps. XCIV), dice, “E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto? In realtà vediamo che non vi poterono entrare a causa della loro mancanza di fede”. [Ebr. III, 18, 19]. Per questo li esorta: “Guardate perciò, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente” [Ebr. III, 12]; e ancora: “È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.” [Eb. IV: 9, 11].; in tutto questo passaggio, lo scopo principale dell’Apostolo è quello di dimostrare che i non credenti non possono andare in Paradiso; e questa verità è confermata da Dio Onnipotente anche con un solenne giuramento.

7 – Le Sacre Scritture dichiarano che i non credenti, invece di andare in Paradiso, saranno condannati al fuoco dell’inferno, e tutti come il peggiore dei criminali. Così l’Onnipotente dichiara a San Giovanni Apostolo “… Ma per i vili e gl’increduli, gli abietti e gli omicidi, gl’immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte”. [Ap. VIII 21: 8]. Se, dunque, Dio Onnipotente ha giurato che i non credenti non sono entrati nel suo riposo, e se dichiara che la loro parte sarà l’inferno, si deve chiudere gli occhi per non vedere che la vera fede, la vera fede in Gesù Cristo e la sua parole: – cioè la fede, senza la quale è impossibile piacere a Dio – è assolutamente necessariamente posta da Dio Onnipotente come condizione di salvezza! [come fanno gli apostati modernisti –ndr. -]

8 – La Parola di Dio ci assicura che, antecedentemente alla fede in Cristo, tutta l’umanità era sotto il peccato, e che non è possibile essere giustificati dal peccato se non dalla fede in Gesù Cristo, ritenuta da Dio come il mezzo per ottenere la giustificazione. Così: “Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato, come sta scritto: Non c’è nessun giusto, nemmeno uno…” [Rom. III: 9,10] – “… E non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue …” [Rom. III: 22-25]. Inoltre, ” … la Scrittura invece ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché ai credenti la promessa venisse data in virtù della fede in Gesù Cristo. [Gal. 3: III: 22]

9 – Queste testimonianze sacre della Parola di Dio sono così chiare e convincenti, che la Chiesa d’Inghilterra ammette e abbraccia il Credo Atanasiano come contenente nient’altro che le verità divine, e ciò che può essere dimostrato mediante le prove più evidenti della Scrittura, come è dichiarata nell’ottavo dei trentanove articoli. Ora, il Credo di Atanasio inizia così “Chiunque vuole essere salvo, innanzitutto è necessario che egli possegga la fede cattolica, e che colui che non la conserva integra ed inviolata, senza dubbio perirà in eterno.” Poi, dopo aver spiegato i grandi ‘misteri della fede cattolica riguardante l’Unità e la Trinità di Dio, l’Incarnazione e la morte di Gesù Cristo, conclude con queste parole: “Questa è la fede cattolica, e non potrà essere salvo se non colui che l’abbraccia fedelmente e fermamente”.. Questo parla chiaramente, infatti, e non ha bisogno di spiegazioni. Ora, visto che la vera fede, o la convinzione di quelle verità che Gesù Cristo ha rivelato, è quindi assolutamente necessaria come condizione di salvezza, se ne deduce, come conseguenza naturale, che fuori della vera Chiesa di Cristo non c’è salvezza, perché questa vera fede può essere trovata soltanto nella vera Chiesa di Cristo; ad Essa è stato affidato il sacro compito delle verità eterne; le parole di Gesù Cristo le sono state messe in bocca, e con un patto esplicito fatto da Dio, esse non devono mai discostarsi dalla sua bocca. E’ quindi solo dai pastori della Chiesa che possiamo imparare la vera fede, dal momento che essi soli sono autorizzati a predicarla, ed in essi sentiamo Cristo stesso. Quindi S. Paolo dice: “Ora, come potranno invocarLo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che Lo annunzi? E come Lo annunzieranno, senza essere prima inviati? [Rom. X: 14, 15]. – Ora, i pastori della Chiesa sono stati ordinati e inviati da Gesù Cristo ad “insegnare a tutte le nazioni e a predicare il Vangelo ad ogni creatura”, di conseguenza, è solo da loro che le verità del Vangelo possono essere apprese.