SAN BERNARDO

SAN BERNARDO

[20 agosto]

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SAN BERNARDO E SAN NORBERTO LIBERANO LA CHIESA DAGLI ARTIGLI DEL GIUDAISMO

[Da: M. Pinay: “Complotto contro la Chiesa”, Roma 1962]

 

In questo caso la Divina Provvidenza, come è stato promesso, venne in aiuto, per salvare la Chiesa, valendosi come sempre dispone, di azioni di uomini capaci di tutto sacrificare per la salvezza della cattolicità; uomini che ad un determinato momento sanno valutare in tutta la sua grandezza il disastro verificatosi o l’avvicinarsi di una catastrofe, pronti a lanciarsi fisicamente e spiritualmente nella lotta, con disinteresse, animati da una mistica superiore, da uno slancio travolgente, contro la Sinagoga e i suoi seguaci. – Così sorse S. Ireneo, quando lo gnosticismo giudaico minacciò di sgretolare la cristianità; allo stesso modo sorse S. Atanasio, il grande luminare antiebraico, quando l’eresia dell’ebreo Ario fu sul punto di scalzare dalle fondamenta la Chiesa: così, in situazioni analoghe sorsero più tardi S. Giovanni Crisostomo; S. Ambrogio di Milano, S. Cirillo di Alessandria, S. Isidoro di Siviglia, S. Felice e gli Arcivescovi Agobardo, Amolone e molti altri, tutti illuminati dalla Grazia divina nella lotta implacabile sia contro gli ebrei, secolari nemici della S. Chiesa e del genere umano, come pure contro le loro quinte colonne, le loro eresie e i loro movimenti sovversivi. – Ora che la Chiesa traversava la crisi forse più grave dalle sue origini, chi sarebbe sorto? Quale o quali sarebbero state le guide dell’azione antiebraica, strumenti di Cristo in questa occasione per la salvezza della sua Santa Chiesa? Come sempre, l’aiuto di Dio si verificò col manifestarsi di due altissime personalità: S. Bernardo, dottore della Chiesa ed abate di Chiaravalle, e S. Norberto, fondatore dell’Ordine norbertino, ed arcivescovo di Magdeburgo, imparentato con la famiglia Imperiale germanica. – Quando san Bernardo ebbe notizia di ciò che era deprecatamente successo a Roma [l’usurpazione fraudolenta della cattedra di Pietro – ndr. -], prese una di quelle decisioni che molti avrebbero esitato a prendere: decise infatti di abbandonare la vita pacifica e tranquilla del chiostro per impegnarsi in una lunga e dura battaglia, piena di asperità e di pericoli, ed oltre a ciò ritenuta una causa persa. Infatti, il presunto Papa criptogiudeo dominava completamente la situazione grazie al suo oro ed agli appoggi che continuavano ad essergli assicurati, mentre Innocenzo II, abbandonato e fuggiasco, scomunicato da Anacleto, sembrava avere perduto ogni speranza, tanto più che la sua situazione era resa più precaria da una elezione che, secondo teologi ed eminenti storici, non era avvenuta completamente secondo il Diritto Canonico allora vigente. – Tuttavia, San Bernardo si assunse la difesa di una causa quasi battuta, perché egli la riteneva buona e non credeva che la Chiesa potesse andare a finire in quel modo tra gli artigli del suo peggiore nemico, il giudaismo. – Prescindendo dal fatto che una maggioranza di 23 cardinali aveva votato per Anacleto, mentre erano stati soltanto sei quelli che avevano votato per Innocenzo trascurando il modo seguito per eleggere quest’ultimo, considerò il problema dal vero punto di vista da cui doveva essere considerato. – In una lettera inviata all’Imperatore di Germania Lotario, diceva tra l’altro: « È un affronto per Cristo che un figlio di giudei occupasse la Cattedra di S. Pietro ». In tal modo, il Santo Dottore della Chiesa metteva il dito sulla piaga, fornendo una diagnosi della situazione in tutta la sua gravità. Infatti era inammissibile che diventasse Papa un giudeo, nemico della Santa Chiesa. Nella stessa lettera all’Imperatore egli diceva altresì che, « la reputazione di Anacleto era scarsa anche tra i suoi stessi amici, mentre Innocenzo era fuori di ogni sospetto». – L’Abate Ernold, biografo di San Bernardo e suo contemporaneo, informa che Pierleoni aveva ammassato immense ricchezze sia da legato che da cardinale e che «quindi aveva derubato le chiese spogliandole dei loro preziosi» e che quando perfino i cattivi cristiani che lo seguivano si erano rifiutati di spezzare calici e crocifissi d’oro per farli fondere, Anacleto si valse per questa bisogna di ebrei, « … i quali spezzarono vasi sacri e sculture con grande zelo; con il denaro ricavato dalla vendita di tali oggetti, Anacleto, secondo quanto si sapeva, era in grado di perseguitare i sostenitori di Innocenzo II». – Queste ed altre gravissime accuse contro l’anti-papa ebreo vennero formulate da Uberto, vescovo di Lucca, da Andrea Dandolo doge di Venezia, da Anselmo abate di Grembloux, e da altri cronisti e storici. Tale lotta veniva ad accentrarsi intorno alle persone dell’Imperatore di Germania e del Re di Francia, i quali rappresentavano allora le forze politiche più potenti nel mondo cattolico. – San Bernardo, con l’aiuto del suo grande amico San Norberto, mise tutto il suo impegno nel convincere i due sovrani indecisi a prestare tutto il loro appoggio a Innocenzo. Per questo inviò loro delle lettere, prendendo nei loro confronti molteplici iniziative. Luigi VI di Francia non seppe decidersi, in questo senso, e chiese che venisse convocato un Concilio che secondo il suo desiderio si riunì a Etampes. Vi partecipò San Bernardo, che con eloquenza e passione riuscì a convincere i Padri del Sinodo a dichiararsi in favore di Innocenzo, adducendo, oltre ai motivi già ricordati ed altri, il fatto che Innocenzo era stato eletto per primo, e che pur avendo successivamente Anacleto ottenuto il voto favorevole di una grandissima maggioranza di cardinali, la prima elezione doveva considerarsi valida, fino a quando non fosse stata giuridicamente annullata. Egli adduceva altresì il fatto che Innocenzo aveva ricevuto la consacrazione al Pontificato dalle mani della personalità competente a tale scopo, e cioè dal Cardinale vescovo di Ostia. – Fu particolarmente preziosa l’audacia e l’energia dell’eroico Cardinale Almerico, il quale fece seppellire il Papa defunto segretamente ed affrettatamente, appena dopo morto, passando subito all’elezione di Innocenzo benché in modo alquanto irregolare. La Santa Chiesa, il mondo cristiano e tutta l’umanità dovrebbero essere grati a questo attivo ed audace cardinale onorandone la memoria; egli infatti, iniziando col suo colpo di mano la lotta per la salvezza della Santa Chiesa, contribuì a salvare tutto il mondo; se gli ebrei otto secoli fa fossero riusciti a dominare la cristianità, la catastrofe che ora minaccia in modo spaventoso il mondo intero si sarebbe verificata forse da alcuni secoli, in un’epoca in cui anche l’Islam era minacciato seriamente dalla rete di organizzazioni segrete cripto-rivoluzionarie giudee, che come i «Batini» e gli “Asassini” minacciavano di sgretolarlo e di dominarlo. – Innocenzo II, fuggiasco da Roma e da poco rifugiatosi in Francia, vide risorgere la sua fortuna, che sembrava tramontata, grazie al Concilio di Etampes. Con l’appoggio ed il riconoscimento datogli da questo, era accompagnato anche dall’appoggio del Re di Francia, preziosissimo dal punto di vista temporale; egli infatti, a partire da quel momento, divenne uno dei maggiori appoggi del Papa legittimo contro Anacleto, definito Antipapa dal sinodo ricordato. – Accettando il pensiero di S. Bernardo, il re di Francia non entrò nel merito della legittimità dell’elezione dell’uno o dell’altro Papa, bensì considerò dei due fosse il più degno, come risulta dal famoso Sugerio Abate di Saint-Denis che ne scrisse in merito. Fu così grazie alla attività travolgente di San Bernardo, che fallì la diplomazia abilissima di Anacleto, che si mostrava pio cattolico con tutti i mezzi a disposizione per ottenere l’appoggio del Re di Francia. Faceva bella mostra di falsa pietà, coprendo i suoi progetti di riforma sotto il pretesto di battersi per ridare alla Chiesa la purezza dei tempi primitivi, motivo questo sempre molto popolare per la sua nobiltà. Aveva cominciato scegliendo il nome del primo successore di San Pietro, cioè del papa Anacleto I. – Ci troviamo qui dunque, come si vede, di fronte ad una delle prime manifestazioni della Bestia dell’Apocalisse, che si presenta sotto le sembianze dell’Agnello, cioè di Cristo Nostro Signore, ma che opera come il Dragone. Molti in quel tempo, clero e laici, considerarono assai spesso Anacleto come l’Anticristo, o, nel migliore dei casi, come precursore dell’Anticristo. – L’atteggiamento che di fronte a questa questione avrebbe assunto l’imperatore di Germania, Lotario, avrebbe avuto un peso definitivo. Molto opportunamente egli indicò che si trattava di una questione di competenza della Chiesa e perciò fu convocato un altro congresso a discuterne; in esso la parola di San Norberto ebbe influenza decisiva. Tuttavia la battaglia quasi definitiva doveva essere combattuta nel Concilio di Reims, svoltosi verso la fine del 1131, e conclusosi con la completa sconfitta di Pietro Pierleoni; infatti, in quel Sinodo, i Vescovi di Inghilterra, Castiglia ed Aragona, riconobbero Innocenzo Papa della Chiesa, avallando quanto era stato deciso dall’Episcopato francese e tedesco, che aveva già riconosciuto Innocenzo. In quel Sinodo Pierleoni venne anche scomunicato. – È giusto riconoscere che in questa lotta ebbero peso notevolissimo gli Ordini religiosi, che consci del pericolo rappresentato dal giudaismo per la chiesa vedevano in Anacleto il maggior pericolo della cristianità. E così misero in opera l’attività dei loro conventi, con dinamismo e passione, per salvare la Santa Chiesa da questa mortale minaccia. Purtroppo, al tempo nostro in cui la Santa Chiesa è così gravemente minacciata dal comunismo e dalla “quinta colonna” ebraica inseritasi nel clero, nulla fa prevedere che le forze gigantesche degli Ordini religiosi che forse potrebbero salvare la situazione, si accingano alla lotta. Essi dedicano tutto il loro tempo ad opere pie, certo, degne di ogni elogio, ma che nel momento attuale impediscono loro di dedicarsi al compito fondamentale, che è quello di salvare la Chiesa. Riteniamo che se questi Ordini si destassero dal loro letargo si renderebbero conto che proprio adesso, come ai tempi di Pierleoni, è indispensabile soprassedere, in gran parte, per il momento, alle pie opere che assorbono gran parte del loro tempo, per dedicare una buona parte di esso alla lotta per salvare la Cristianità. Con ciò si sarebbe fatto un passo decisivo verso la salvezza. – Che Iddio, Signore Nostro, illumini i Padri Generali di questi Ordini, svelando loro la necessità di prendere in questo senso una decisione suprema e decisiva. – Le preghiere e l’attività della Regola sono importantissime, ma è più importante ancora salvare la Santa Chiesa dalla minaccia comunista che rischia di annientarla. – San Bernardo ed intere legioni di frati dovettero abbandonare la tranquilla serenità del chiostro e le occupazioni della Regola, naturalmente con le relative autorizzazioni, per scendere nelle piazze a salvare la cristianità. E vi riuscirono! – Dopo il Concilio di Reims rimaneva al Pierleoni soltanto l’appoggio dell’Italia, principalmente del cognato, Duca Ruggero II di Sicilia, che era praticamente padrone della situazione nella penisola. Il matrimonio dell’ebrea convertita, sorella dell’Antipapa, con questo duca, era servito a qualche cosa e questo matrimonio di convenienza dava già i suoi frutti. – Per riuscire a trionfare definitivamente sul giudeo che a Roma usurpava il trono di San Pietro era necessario ricorrere ad una invasione militare, ad una specie di crociata. San Bernardo e San Norberto si adoperarono a convincere l’imperatore Lotario ad effettuarla. Questi, con un modesto esercito, si unì ad Innocenzo nell’Italia settentrionale, e marciò su Roma, occupandola senza resistenza, dato che molti nobili italiani avevano tradito Anacleto all’ultimo momento. Lotario insediò Innocenzo in Laterano, mentre Pierleoni si asserragliava in Castel Sant’Angelo controllando S. Pietro. Per questo, Lotario venne incoronato imperatore da Innocenzo nel Laterano. Ma, avanzando allora Ruggero di Sicilia con un potente esercito, Lotario fu costretto a ritirarsi ed anche il Papa non potè rimanere a Roma, ma fu costretto a ritirarsi, lasciando Anacleto padrone della situazione. Innocenzo, ritirandosi a Pisa, convocò in quella città un grande Concilio, a cui parteciparono i vescovi di quasi tutta la Cristianità e gran numero di priori di conventi che ebbero una parte predominante nella lotta. Tra questi stava sempre sulla breccia San Bernardo. – L’anno dopo, Lotario ridiscese in Italia per ripristinare il Papa Innocenzo sul trono di San Pietro e cacciarne Anacleto. Merita particolare attenzione e considerazione la condotta dell’Imperatore di Germania. Egli infatti, in quei momenti critici per la Chiesa e per il mondo cristiano, mise da parte gli interessi personali ed i sentimenti dell’Impero, a seguito della dura lotta per l’investitura, per dedicare anima e corpo al compito di salvare la Cristianità. Dio volesse che nella crisi mondiale attuale fossero numerose le personalità che abbracciassero eguale condotta, e fossero capaci di posporre i loro personali interessi alle necessità nazionali, dimenticando rancori a volte giustificati, nell’unione di tutti i popoli per la lotta che deve combattersi contro l’imperialismo giudaico e delle dittature massoniche e comuniste che ne derivano! -Giustamente, Innocenzo II, nel fragore della lotta, scriveva all’imperatore Lotario quanto segue: «La Chiesa, con ispirazione divina, vi ha scelto e proclamato legislatore, quasi secondo Giustiniano e nuovo Costantino, per combattere l’empietà eretica degli ebrei». – La campagna vittoriosa permise a Lotario di battere Ruggero e di respingerlo in Sicilia; ma non riuscì ad occupare Roma, nella quale rimase l’ebreo usurpatore, a scandalo dell’umanità. Quando Lotario ed i suoi eserciti abbandonarono l’Italia, Ruggero di Sicilia la riconquistò quasi completamente; sembrava così che la causa di Pierleoni risorgesse pericolosamente. – L’allarme nella cristianità aumentava col risorgere minaccioso dell’Antipapa, chiamato apertamente ebreo da Arnoldo Vescovo di Liseaux, da Mandredo, vescovo di Mantova e altri eminenti prelati. L’arcivescovo Gualtiero di Ravenna denunciava lo scisma di Anacleto quale eresia di perfidi giudei. Il Rabbino Louis Newman ricorda che il partito innocenziano affermava che Anacleto era l’«Anticristo», opinione manifestata più volte a Lotario da parte dei cardinali che appoggiavano il Papa legittimo. Lo stesso papa Innocenzo II fece delle affermazioni secondo cui l’usurpazione di Anacleto era una «perfidia ebraica insensata» il suo grido di battaglia. – Il dotto Rabbino già menzionato conclude la sua narrazione di questa lotta col seguente commento: «La posizione del Pontefice ebreo fu difesa con successo fino alla di lui morte, avvenuta il 25 gennaio 1138». – Questo diligente israelita, più onesto di tanti altri, non ha timori ed afferma con chiarezza assoluta che Pierleoni fu un ebreo, ed anzi lo chiama esplicitamente «Pontefice Ebreo». La sua audacia arriva a chiamare Innocenzo II «Antipapa». – Morto a Roma l’usurpatore ebreo con tutti gli onori papali, il suo Corpo cardinalizio, che, a quanto si diceva, era in buona parte composto da porporati che praticavano segretamente il giudaismo, passò all’elezione di un nuovo papa, o per meglio dire di un Antipapa. La scelta cadde sul cardinale Gregorio, proclamato papa con l’appoggio di Ruggero di Sicilia. – Il nuovo Papa prese il nome di Vittore IV; intanto però la predicazione instancabile di San Bernardo, unita alla pressione degli eserciti germanici, era riuscita ad ottenere che a poco a poco i principali baluardi di Pierleoni accettassero il Papa legittimo; fu il caso del Vescovo di Milano e di altri prelati di altre città; infine la stessa Roma fu conquistata dall’eloquenza di San Bernardo. – Negli ultimi giorni l’antipapa ebreo fu costretto a rifugiarsi un’altra volta in San Pietro ed occupò anche Castel Sant’Angelo potentemente difeso. Ma a poco a poco il partito del Pierleoni andava perdendo prestigio e forze cosicché il nuovo antipapa Vittore IV si trovò di fronte ad una situazione praticamente insostenibile, e fu l’eloquenza di San Bernardo a convincerlo a capitolare. – In questo episodio è facile scorgere la tattica che continua ad avere una parte decisiva nelle lotte politiche del giudaismo. In base ad essa, quando una fazione ebraica o dominata dal giudaismo si vede sconfitta, cerca di impedire che l’imminente disfatta possa trasformarsi in una distruzione e catastrofe, fingendo a tempo opportuno la resa al nemico, implorando misericordia, o negoziando per ottenere autorizzazione a conservare le maggiori prerogative possibili, fingendo e promettendo, in cambio, fedeltà. – Questa forza ebraica, salvandosi dalla distruzione, riesce spesso a conservare preziose posizioni nel nuovo regime instaurato dal vincitore; essa però, anziché mostrare per questo gratitudine, se ne vale nell’ombra per cospirare, organizzare in segreto le proprie forze, aumentarle nel tempo, in modo da potere infliggere, al momento opportuno, il colpo a tradimento che annienterà il nemico fiducioso e generoso che aveva dato all’avversario ingrato la possibilità di risorgere e di insidiare nuovamente, anziché distruggerlo quando avrebbe potuto farlo. Questa è stata sempre la storia tra cristiani ed ebrei nel corso di oltre un millennio ed è stata altresì una delle cause delle rinascite delle sinagoghe dopo le clamorose sconfitte. – Purtroppo è giunto il tempo in cui le parti sono cambiate. Sia il Giordano che gli altri fratelli di Pietro Pierleoni si finsero pentiti, chiesero perdono, fecero abiura di ogni eresia, riconciliandosi con l’autorità pontificia legittima e con il loro atteggiamento ipocrita e spettacolare, riuscirono a commuovere Innocenzo II e San Bernardo che perdonarono loro generosamente. Invece di distruggere le loro forze, S. Santità li mantenne nei loro gradi e posizioni nella corte pontificia; successivamente arrivò a concedere loro omaggi e cariche, nell’intento di raggiungere l’unificazione salda e durevole della S. Chiesa, cercando di conquistare con la sua estrema bontà i criptogiudei che forse si sarebbero potuti pentire sinceramente, commossi da tanta generosità. – Più energico fu invece Innocenzo nel campo ecclesiastico. Nel 1139, convocato un Concilio Ecumenico, che fu il Concilio Laterano II, furono in esso condannate le dottrine di Arnaldo da Brescia e di Pietro di Bruys, come pure furono revocati gli atti di Anacleto e degradati sacerdoti, vescovi e cardinali — cioè tutti gli ecclesiastici consacrati da Pierleoni, ritenuti eretici giudaizzanti o scismatici. – Con ciò il Santo Padre epurò il clero dai criptogiudei e dagli elementi della “quinta colonna”, risanando così le gerarchie e distruggendo di colpo le infiltrazioni ebraiche nella gerarchia stessa verificatesi, come si può immaginare, sotto la protezione del «Pontefice Ebreo» come lo definisce il celebre Rabbino Newman. Tuttavia la magnanimità che il Papa aveva avuto in campo politico con Giordano Pierleoni ed i di lui fratelli doveva essere foriera di tragiche conseguenze per la Santa Sede. – Occorre qui far notare che deve essere stato San Bernardo ad orientare verso la politica del perdono. Per la sua eccessiva bontà era nata in lui l’idea che forse, modificando la politica nei confronti degli ebrei, la Santa Chiesa avrebbe potuto intenerirne il cuore indurito. San Bernardo, da un lato combatteva le attività scismatiche degli ebrei, dall’altro usava nei loro confronti estrema indulgenza, opponendosi ad ogni persecuzione o azione a loro danno; in altre parole volle ammansire il lupo con la sua bontà, pensando di togliergli in tal modo la ferocia. – Come sempre, gli israeliti abusarono della bontà di San Bernardo, mostrando molto chiaramente l’impossibilità di trasformare il lupo in pecora. Lo si vide chiaramente nei secoli successivi, quando la Santa Chiesa fu obbligata ad adoperarsi in modo energico, a volte implacabile, nella sua azione contro gli ebrei. – I roghi dell’Inquisizione furono in gran parte il risultato del doloroso e triste insuccesso della generosità politica di perdono, tolleranza e bontà auspicata da San Bernardo.

InnocenzoII

Innocenzo II

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Oggi non basterebbe un solo San Bernardo, in quanto i marrani da cacciare sono diversi, a cominciare dal “gatto” e la “volpe”, i “pupazzi di neve” che impunemente scorrazzano in Vaticano, e dai falsi prelati della “quinta colonna”, arruolati tra i modernisti, ed ancor più tra i tradizionalisti scismatici delle sette sedevacantiste e delle “fraternità” sacrileghe e paramassoniche generate dal “cavaliere Kadosh”. Non ci rimane che pregare affinché con l’intercessione di San Bernardo e San Norberto, il Signore abbrevi i tempi dell’apostasia bruciando i suoi nemici [… e quelli di tutta l’umanità], come da promessa biblica, con il soffio della sua bocca! Che il Signore ci conceda! Amen.