La strana sindrome di nonno Basilio: 18

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La strana sindrome di nonno Basilio -18-

Carissimo direttore “arieccomi” a raccontarle le “quasi” avventure di casa Del Vescovo, dei confronti tra un nonno “rincitrullito”, ma al quale ogni tanto la memoria fa capolino, ed i suoi giovani nipoti, in particolare dell’esuberante e talvolta dispettoso Mimmo. E proprio Mimmo qualche giorno fa, mi faceva visita dopo un periodo di assenza abbastanza prolungato. “Mimmo, ma che fine hai fatto”? “Oh caro nonno, sapessi, sono stato in Germania, a rinverdire i miei trascorsi bavaresi, (io penso che però sia andato per tracannarsi un po’ di birra innaffiando crauti e wurstel!, ma non glielo posso certamente dire così, a bruciapelo!). Tra l’altro – mi dice – girando per la Baviera, mi sono imbattuto in un grazioso borgo, Bad Staffelstein, adagiato sulle colline bavaresi, immerso nel verde, in tutta tranquillità e pace. Qui, poi tra le altre cose ho potuto visitare una chiesa molto bella, austera e maestosa, della diocesi di Bamberga, la “Basilika vierzenheiligen”, dei quattordici santi! Ma chi sono, nonno? Dalle nostre parti non ne ho mai sentito parlare, dalle nostre parti non si conoscono proprio, tu ne sai qualcosa? “Oh ma come, certamente, i quattordici Santi soccorritori, invocati per tantissime evenienze, ed ognuno “specializzato” in interventi specifici. Lo zio Tommaso, santo sacerdote di un tempo andato, ce li ricordava spesso, ed ogni qualvolta ognuno di noi nipoti ricorreva alla loro intercessione, veniva immancabilmente esaudito. Ricordo che la loro memoria e festa ricorre l’8 di agosto! Si tratta di un culto antico, molto diffuso e praticato in Europa fin dal medioevo! Me lo ricordo bene, e tu Caterina, perché agiti la mano? Che mi dici al proposito?” “Nonno ma questa festa è stata soppressa, cancellata dal calendario attuale, come quasi tutte le feste dei martiri, si vede che davano fastidio a qualche “farfariello”! “Ma come i 14 soccorritori cancellati? Ma chi si è permesso, come hanno potuto occultare questi Santi, tutti illustri martiri, visto che tra l’altro Papa Niccolò V ne aveva concesso il culto con numerose indulgenze annesse”? E Mimmo, ansioso di sapere, riprende: “Nonno orsù dimmi, ma chi erano questi santi, e perché venivano invocati, ti prego, ora sono curioso!”.  “Beh allora procediamo con calma, facciamo un test mnemonico … io me li ero fissati in memoria da ragazzo, come si fa con le squadre di calcio … Acazio, Biagio e Barbara, Cristoforo, Caterina d’Alessandria e Ciriaco, Dionigi, Erasmo, Egidio, Eustachio e Giorgio, Margherita di Antiochia, Pantaleone e Vito! Miracolo! Me li sono ricordati tutti! Qualche neurone funziona ancora!”. “E bravo nonno, ma adesso dicci in cosa erano specializzati! Vediamo se anche qualche altro neurone ancora funziona!”. Beh allora proviamo … ehm, dunque: S. Acazio, protegge ad “ampio spettro” nella malattia e nell’agonia, ma interviene particolarmente nei casi di emicrania. S. Barbara viene invocata per proteggersi dai fulmini, dalle febbri in generale, propizia una morte serena evitando una morte improvvisa. Abbiamo poi lo specialista faringo-laringoiatra, S. Biagio, che protegge dalle malattie dell’apparato respiratorio alto e dal mal di gola. S Cristoforo protegge dalla peste, oggi dall’Aids, la peste attuale, dagli uragani e dagli incidenti di viaggio. S Ciriaco agisce con grande efficacia nelle tentazioni, oppressioni e possessioni del diavolo. S Dionigi, specialista in cefalee e venereologia (sifilide e malattie veneree). Sant’Egidio veniva invocato in caso di sterilità, negli attacchi di panico e paure notturne, ma se la cavava bene anche come neurologo nell’epilessia, nella pazzia (oggi avrebbe tantissimo lavoro … ed invece lo hanno mandato in pensione anzitempo … è un povero disoccupato!) e come dermatologo nelle eruzioni cutanee. S. Erasmo, da specialista gastroenterologo, è efficacissimo nei dolori addominali ed intestinali, ma al bisogno aiuta pure le partorienti! S. Giorgio veniva invocato con profitto contro la peste, la lebbra e le malattie della pelle. S. Caterina d’Alessandria era invocata per le malattie della lingua e linguaggio, dislessia ed autismo (anch’essa avrebbe tanto lavoro oggi, specie negli ambulatori di pediatria!). S Margherita di Antiochia, come un’ostetrica provetta, protegge le partorienti, mentre S Pantaleone assiste nelle malattie di consunzione dell’uomo e, nei ritagli di tempo, fin’anche degli animali. Oh, ragazzi, ma come, proprio io mi sono scordato di San Vito, il santo“neurologo”, invocato contro tutte le malattie psichiche, nei casi di letargia, corea, epilessia, idrofobia! Da oggi comincerò ad invocarlo anch’io, sono sicuro che mi aiuterà! Ed infine, il Santo più importante per noi che ne abbiamo bisogno assoluto: S. Eustachio, che protegge e preserva dal fuoco, in particolare dal fuoco eterno! Ragazzi, ma ce l’ho fatta! Sono contentissimo, qualche neurone comincia a risvegliarsi. Deo gratias!” Passato il momento di euforia, vedo Mimmo pensoso che tutto d’un fiato mi chiede: “… ma un tempo, come venivano canonizzati questi Santi, le cui vicende si perdevano nella memoria dei popoli, spesso confondendosi con fatti leggendari, e per i quali non penso si potesse istituire un processo canonico in piena regola”? “Bravo Mimmo, gli rispondo, questa stessa domanda la pose quella “secchiona” di Felicina, un’altra nipote del gruppo, allo zio Tommaso, il quale senza scomporsi minimamente risolse l’arcano in poche battute: “Prima di Papa Urbano VIII, che mise un po’ di ordine nelle canonizzazioni, c’era la “canonizzazione equipollente”, definita così proprio dal cardinale Prospero Lambertini, poi Papa Benedetto XIV, nel poderoso trattato in 5 grossi volumi: “De servorum Dei, beatificatione et beatorum canonizatione” edito a Bologna durante gli anni 1734-38. Qui egli distingue, per la canonizzazione equipollente, un primo gruppo di Santi, come i martiri dell’antichità, i SS. Padri e dottori antichi, molti Santi medioevali che godono in tutta la Chiesa di culto universale, e su di loro non fu mai fatto un processo, mai emanata una sentenza, essendo l’effetto di uno sviluppo storico, ove però non manca il consenso dei Sommi Pontefici, almeno tacito. Ci sono poi altri Santi, confessori, vergini, considerati Santi, ma la loro festa viene celebrata solo in determinate regioni, tra questi San Rocco e Santa Genoveffa, giusto per citare anche una Santa festeggiata nella nostra famiglia. Pure qui, esiste il consenso della Chiesa, anche se manca la procedura canonica e la formale canonizzazione. Ma guardate che anche per i Santi formalmente canonizzati, oltre l’atto della canonizzazione, ci vuole un secondo atto, con cui il Papa impone anche la festa alla Chiesa universale. A questo, il Lambertini aggiunge un secondo gruppo di Santi, per i quali constata l’atto pontificio di imposizione della festa a tutta la Chiesa, senza però alcuna procedura precedente canonica né un atto di canonizzazione formale. Sono i Santi inseriti per rito pontificio nel calendario della Chiesa universale, calendario che in senso stretto esiste solo dai tempi di San Pio V. Pertanto la canonizzazione equipollente in quest’ultimo senso si riscontra in tutti i casi in cui un Papa inserisce la festa di un Santo, non mai canonizzato formalmente, nel detto calendario. E tra questi troviamo una serie di Santi importanti come ad esempio S. Romualdo, S. Norberto, S. Brunone, S. Pietro Nolasco, S. Raimondo Nonnato, S. Giovanni de Matha, S. Stefano d’Ungheria, S. Gregorio VII, e poi più recentemente S. Pier Damiani, S. Beda, S. Cirillo di Gerusalemme e S. Cirillo di Alessandria e così via, che a citarli tutti ci vuole una settimana! Ma in tempi più recenti la questione, piuttosto ingarbugliata, si rischiara con due atti pontifici, dichiarati espressamente “canonizzazione equipollente”, e cioè quelli riguardanti S. Alberto Magno, dichiarato pure Dottore della Chiesa, con festa imposta a tutta la Chiesa universale, sotto Pio XI (16 dic. 1931) e S. Margherita d’Ungheria, sotto Pio XII (19 nov. 1943), ed in entrambi casi ci fu uno studio preliminare storico-critico della Santa Congregazione dei Riti”. Mi interrompe Caterina: “Ma quali sono i requisiti richiesti per proporre al Santo Padre questi personaggi per la canonizzazione equipollente”? “I presupposti inderogabili per una canonizzazione equipollente, continuo, sono in generale l’autenticità della persona stessa, la prova storica delle virtù o la certezza del martirio, l’esistenza di veri miracoli operati dalla persona dopo la sua morte, l’esistenza di un vero e proprio culto liturgico antico, la sua origine, la sua continuazione, e un certo rilievo della persona stessa.” Interviene ancora Mimmo chiedendo: “Scusa nonno la mia ignoranza, ma mi puoi intanto spiegare la differenza tra beatificazione e canonizzazione”? Ecco ti rispondo subito: “nella beatificazione: il culto è limitato ad una città, una diocesi, una regione, o una famiglia religiosa, ed è unicamente permissivo; nella canonizzazione invece il culto è esteso all’orbe cattolico, ed è precettivo, ma la vera differenza sta, come scrive Benedetto XIV, in “quest’ultima e definitiva sentenza della santità, che impone il culto dovuto ai Santi nella Chiesa Universale: sentenza che il Sommo Pontefice pronunzia per la canonizzazione e giammai per la beatificazione …”. “E già che ci siamo, orsù Mimmo,prendimi per cortesia il III volumone della Enciclopedia cattolica, perché io non ce la faccio oramai più, e leggi dalla colonna 569 in poi …”. “Ma nonno, questo argomento è lunghissimo, ci vuole molto tempo da dedicarvi”. “Si, e lo dici a me? lo so bene perché lo zio Tommaso ogni tanto ci assegnava qualche argomento da studiare e poi da riferire agli altri, questa enciclopedia è una miniera d’oro per il cattolico”! “… ah ecco perché non si trova più in giro …” (chissà perché Caterina dice così, ai miei tempi era molto diffusa!). Leggi, leggi qua: “Assertore, custode e giudice di questa santità non è che il Vicario di Cristo; ed è a lui solo, che presiede a tutta la Chiesa ed ha il diritto di proporre ciò che si deve credere ed operare in cose concernenti la religione, che spetta di giudicare chi debba essere ritenuto ed onorato come Santo. Ed in questo giudizio il Papa non può errare. Benedetto XIV, incomparabile maestro in materia, insegna che egli riterrebbe, se non eretico, certamente temerario, scandaloso a tutta la Chiesa, ingiurioso verso i Santi, sospetto di eresia, assertore di erronea posizione, chi osasse affermare che il Pontefice, in questa o in quella Canonizzazione abbia errato, e che questo o quel Santo da lui canonizzato non dovesse onorarsi con il culto di “dulia”, cioè per ragione della sua dignità nell’ordine soprannaturale. Del resto la sentenza definitiva, con la quale il Papa proclama la santità dei Servi di Dio, oltre che trovare la sua prima ed alta espressione nell’assistenza speciale dello Spirito Santo che lo illumina, è appoggiata solidamente a tutto un complesso di investigazioni, di studi, di fatti che dimostrano con quanto discernimento e con quanta prudenza proceda la Chiesa nelle cause di Canonizzazioni. Le quali vanno annoverate tra le maggiori e le più gravi che siano di sua competenza.” E alla colonna 604: “ … L’aspetto immediato e diretto della definizione papale, nella Canonizzazione è solo il fatto che l’anima della persona santa gode certamente la gloria celeste; ciò però non è un fatto, incluso direttamente nel tesoro della rivelazione soprannaturale, chiusa dopo la morte dell’ultimo Apostolo; quindi il Papa non lo può definire come oggetto di fede divina, ma solo come oggetto di fede “ecclesiastica”. Il Concilio Vaticano, nella sua esposizione dell’infallibilità del Papa, non nomina espressamente la Canonizzazione dei Santi come oggetto dell’Infallibilità pontificia. È però dottrina comune dei teologi che il Papa nella Canonizzazione è veramente infallibile, trattandosi di un atto importantissimo attinente alla vita morale della Chiesa universale, in quanto che il Santo non viene soltanto proposto alla venerazione perché gode la gloria celeste, ma anche perché modello delle virtù e della santità reale della Chiesa. Ora, sarebbe intollerabile se il Papa in una tale dichiarazione che implica tutta la Chiesa, non fosse infallibile. Questa dottrina risulta da non poche bolle di Canonizzazione, anche del medioevo, dalle deduzioni dei canonisti, sin dal medioevo, e dei teologi sin da S. Tommaso d’Aquino. Benedetto XIV insegna che è certamente eretico e temerario insegnare il contrario!”. Ma qui Caterina ci gela: “Guarda nonno che sono state recentemente fatte delle canonizzazioni di personaggi notoriamente massoni, Illuminati di Baviera, eretici ostinati, mai pentiti, pedofili, omosessuali ed altro ancora. Qui direttore, non ci ho visto più! “Ma Caterina, cosa dici mai? è assolutamente impossibile che un Vicario di Cristo, assistito dallo Spirito Santo possa compiere un’azione così sacrilega propinandola alla Chiesa Universale, per cui, volendo assecondarti in quanto dici, solo perché sei mia nipote, le ipotesi sono due: o si tratta della ennesima pacchianata truffaldina escogitata da Mimmo e dai suoi amici per burlarsi di me, oppure l’infame che avrebbe compiuto questo atto blasfemo è un impostore, un attore travestito con talare bianca, un burattino fasullo in mano alle conventicole della sinagoga di satana, un antipapa marrano, un “principe dell’esilio”, ma certamente, ed è sicurissimo come il sole che brilla in estate, te lo posso sottoscrivere con il mio sangue: “non un Papa vero”! Insiste Caterina: “Nonno, io non vorrei contraddirti, ma l’ho visto pure io in tv!” “Beh allora – spazientito, paonazzo e con la pressione alle stelle, perdo le mia calma serafica: “ … eh nipote mia, fatti visitare da un buon oculista, cambia televisore, pulisci bene lo schermo, perché, cara mia, ciò che conta non è certo la mia o la tua opinione o quella di chicchessia tra i soloni televisivi o “giornalettari” o “internettari” (ormai ho perso le staffe, mi si perdonino i neologismi!), ma solo il Magistero infallibile della Chiesa che, come sempre ti dico, è un orologio svizzero dal meccanismo perfetto, con la differenza che l’orologio, benché perfetto, può cadere e rompersi, cosa che non può succedere mai al Magistero che, oltre ad essere infallibile, è pure irreformabile in ogni sua virgola … “iota unum, et apex unum …”. E poi definire Papa uno che chiaramente non lo è, un fantoccio, un pagliaccio, uno zombi, costituisce un peccato contro la fede, peccato mortale, peccato contro lo Spirito Santo poiché, impugnando la verità conosciuta, si bestemmia il dogma dell’Infallibilità del Santo Padre divinamente assistito, definita solennemente nel Concilio Vaticano, subito dopo interrotto in modo provvidenziale dalla guerra franco-prussiana e dalla presa di Porta Pia! La Massoneria era arrivata con un attimo di ritardo, un attimo fatale però per chi voglia veramente capire senza lasciarsi ingannare da chiacchiere, panzane e pinzellacchere! … ed alla faccia di quelli che festeggiano il “20 settembre” insieme ai falsi prelati del vat’inganno!” Direttore, ma veda un po’ in che impiastro mi sono trovato impantanato, e come adesso ci si metta pure Caterina ad impugnare la verità conosciuta. Roba da Sodalitium planum, o da Santa Inquisizione …. Paolo IV, Pio II, san Pio V, Benedetto XIV, Pio IX e via via fino a Pio XII si staranno rivoltando nella tomba … Requiem aeternam … cerco di calmarmi, … ma direttore bisogna perdonarli questi giovani, sono così ignoranti e non certo solo per loro colpa. Beh la prossima volta andremo tutti insieme a fare una bella gita in ambienti incontaminati (ma ce ne sono ancora?) per rinfrancarci e schiarirci le idee, non davanti ad un boccale di birra bavarese però! Se vuole, può venire anche lei e qualche suo lettore, se ancora ce n’è e se ne ha voglia! La saluto fraternamente! Nonno Basilio e famiglia.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.